Ho pensato che fosse opportuno scrivere questo post, con
qualche riflessione più lucida rispetto a quelle del momento, a proposito di
una persona che purtroppo non è più tra noi.
3 Luglio 2012:
a Duxford, in Gran Bretagna, su un
circuito ricavato da un aeroporto, per la prima volta la tester Maria De
Villota scende in pista su una Marussia per un test aerodinamico. Era il suo
secondo test su una Formula 1, dopo uno effettuato l’anno precedente su una
Lotus Renault.
Il suo sogno era
quello di avere un volante come titolare, ma il sogno s’è trasformato ben
presto in un incubo: le circostanze esatte dell’incidente mi sembra che non
siano mai state chiarite del tutto, ma sta di fatto che in una via di fuga (se
così la possiamo chiamare) era parcheggiato un camion del team, per giunta con
il portellone spalancato. È stato proprio contro quel camion che Maria s’è
schiantata, a una velocità nemmeno troppo elevata, mentre stava rientrando ai
box.
Il casco appariva
praticamente squarciato. Le condizioni di Maria sono apparse fin da subito
gravi. Il bilancio è stato piuttosto pesante: gravi ferite alla testa e la
perdita dell’occhio destro. È rimasta in ospedale per mesi e, proprio l’11
ottobre di un anno fa, c’era stata la sua prima apparizione pubblica, dove era
apparsa con i capelli corti a spazzola e una benda sull’occhio destro.
Sembrava si fosse
ripresa... e invece è morta, 465 giorni dopo l’incidente, a causa delle
conseguenze dell’incidente stesso.
Giorni successivi:
mentre Maria lotta tra la vita e la
morte, il web è pieno di chiacchiere di poco conto. È figlia d’arte, non ha mai
ottenuto risultati degni di nota nelle serie minori... Verissimo, ma è
altrettanto vero che s’è schiantata contro un camion che non doveva essere lì,
su un circuito in cui gli standard minimi di sicurezza non c’erano. Il team s’è
affrettato a declinare ogni responsabilità: la vettura e a posto, è stato un
errore del pilota. Okay, la vettura era a posto, ma torniamo sempre allo stesso
discorso: perché quel camion era lì, col portellone spalancato?
11 Ottobre 2012:
sembra passato un secolo dal momento dell’incidente
quando Maria, reduce da almeno due interventi chirurgici, fa la sua prima
apparizione pubblica.
Fin da subito
appare evidente che non ha perso il sorriso e la voglia di vivere, anzi, dalle
sue prime dichiarazioni emerge che per lei è iniziata una nuova vita, diversa
da quella precedente, ma che vale ugualmente la pena di essere vissuta.
11 Ottobre 2013:
è passato un anno dal giorno della sua
prima apparizione dopo l’incidente. Maria è a Siviglia, dove lunedì 14 dovrà
partecipare a una conferenza stampa per presentare la sua autobiografia, dall’emblematico
titolo “La vita è un dono”.
A quella conferenza
stampa non prenderà mai parte. Sono le sette del mattino quando la sua
assistente entra nella stanza in cui Maria dormiva e scopre che la sua seconda
vita è finita. Maria è morta intorno alle sei, con tutta probabilità a causa di
un aneurisma, dovuto alle conseguenze dell’incidente avvenuto 465 giorni prima.
Maria De Villota aveva un curriculum abbastanza mediocre
alle spalle, ma a mio parere in quest’ultimo anno ha dimostrato che non serve
essere il più veloce dei piloti per poter essere una fonte di ispirazione e
che, di fronte alla morte, i risultati ottenuti in pista non hanno poi così
tanta importanza.
ADDIO, MARIA. :’-(
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