Con questo post vorrei focalizzarmi su un aspetto
inquietante dell’universo dei fanboy. Sia chiaro, non ho nulla contro chi tifa
per un team, qualunque questi siano i piloti, ma credo che a volte ci sia gente
che ha le fette di prosciutto davanti agli occhi pur di non vedere. Anche
questo comunque è tollerabile... finché almeno si continuano a ripetere le
stesse cose, senza cambiare opinione magicamente. Mi rendo conto del pericolo
che corro scrivendo nel titolo “Vettel culettel”, potrei scatenare un nuovo
tormentone che se fosse possibile gradirei evitare, ma sulla scia dell’ “Alonso
culonso” di qualche anno fa vorrei far presente numerose analogie tra i fanboy
di un tempo e i fanboy di oggi... sono sempre gli stessi fanboy, la loro parte
non è variata... è variata piuttosto quella dei piloti che idolatrano e di
quelli che detestano!
Naturalmente se al posto di Alonso e Vettel ci fossero
altri piloti, prendiamo ad esempio Yuji Ide (il Sommo Yuji Ide, unico individuo
capace di far spiccare il volo a Christian Albers) e Milka Duno (non sapete chi
è? immaginatevi che Ide fosse una donna venezuelana che corre in Indycar e che
litiga con chiunque la definisca troppo lenta, e avrete ben chiare quali siano
le potenzialità al volante di questa graziosa signora dalle labbra
presumibilmente rifatte che qualche anno fa ha subito dopo quattro anni di Indycar
lo stesso destino che subì Yuji dopo quattro gare di Formula 1), la situazione
sarebbe diversa. In tal caso l’urlo collettivo sarebbe “Ide my love, Duno
culuno”, oppure “Duno my love, Ide culide”. E la storia si ripeterebbe tale e
quale al passato...
Da un paio d’anni a questa parte le tendenze sono due: a
ogni vittoria di un team che non sia la Redbull e di un pilota che non sia
Vettel, tutti gli appassionati sono pronti a esultare per il mondiale già in
tasca ad Alonso (o chi per lui), mentre a ogni vittoria di Vettel tutti si
focalizzano sul suo immenso lato B. Per esempio, se Vettel facesse una gara
come quella di Alonso in Spagna, verrebbe tirata fuori la storia del culo,
mentre con la vittoria di Alonso della scorsa domenica tutti hanno parlato del
suo talento e della sua miglior gara di sempre (dopo ogni vittoria di Alonso a
quanto pare i suoi sostenitori fanno un totale reset nella loro mente: ogni
vittoria è sempre la miglior vittoria
della carriera di Alonso).
Ma è stato sempre così?
Torniamo agli albori del mio approdo in rete, ovvero
l’epoca in cui ho iniziato a usare internet anche come fonte di informazione
sulla F1, oltre che come mezzo per mandare email e tenermi in contatto con
varie persone. Si tratta del periodo 2006-2007... e che cosa mi torna in mente? Nientemeno che un tormentone
dell’epoca: quello di “Alonso culonso”.
Quando questo ragazzo dall’aria dannatamente simpatica(?)
non era altro che un bambino degli anni ’80 che giocava solo con le macchinine
bianche e rosse e che sognava di correre in McLaren un giorno o l’altro, qual
era la sua reputazione?
Già nel 2005 c’erano state le prime avvisaglie: è vero,
Alonso aveva battuto Raikkonen, cioè un pilota della McLaren, ma aveva dalla
sua parte lo svantaggio che il destino di Raikkonen era decisamente rosso e che
quindi non solo una schiera di tifosi McLaren erano pronti a prendere le sue
difese, ma anche una schiera di tifosi Ferrari erano disposti a fare
altrettanto (ebbene sì, Kimi non è mai stato detestato dai ferraristi nemmeno quando
correva in McLaren – credo che sia l’unico nella storia della Formula 1, anche
se in realtà i blog motoristici sono pieni di ferraristi accaniti degli anni
‘80/’90 che sostengono che Senna è sempre stato, specie nell’epoca in cui
correva per la McLaren, il loro pilota preferito, cosa che personalmente non
ritengo particolarmente credibile).
Nel 2006 poi Alonso ha annunciato il suo passaggio in
McLaren per il 2007, conquistandosi l’odio eterno(?) da parte dei ferraristi.
Una volta giunto in McLaren, tra l’altro, è riuscito nell’opera di conquistarsi
anche l’odio eterno (sì, stavolta sembra che sia proprio eterno) dei tifosi
della McLaren. È stato soprattutto il 2007 l’anno in cui il soprannome di
“Culonso” gli è stato affibbiato un po’ da tutti, a parte i suoi sostenitori,
che all’epoca si contavano sulle dita di una mano. Ricordo, peraltro, di avere
passato tutto il 2007 a inca**armi ogni volta che leggevo commenti su blog, in
cui ascoltavo “Pole position” o in cui leggevo articoli di giornale sulla Formula
1. In poche parole, qualunque cosa leggessi, sembrava che Alonso fosse la
rovina del mondo, che avesse vinto sempre e solo a spese degli altri, che
avesse un culo spaventoso, eccetera eccetera eccetera. Il fenomeno aveva ormai
assunto proporzioni talmente devastanti che, seppure la mia non-troppa-simpatia
per Alonso si stesse facendo intensa, ormai ero sempre in prima linea per
difenderlo, specie dopo avere iniziato a notare la mancanza di coerenza anche
di chi l’opinionista lo faceva di mestiere (in particolare per la “sindrome
della santificazione alternata”, ovvero la necessità di idolatrare chiunque
vincesse con la Ferrari criticando pesantemente il suo compagno di squadra in
un contesto in cui sia Raikkonen sia Massa vincevano gare, ma anche per la santificazione
di Hamilton quando arrivava davanti ad Alonso a cui seguirono le pesanti
critiche quando perse il mondiale a fine stagione).
Così tanto odio nei confronti di un pilota non ricordo di
averlo mai visto (e sicuramente non lo si è visto – o almeno non ancora – né
nei confronti di Hamilton né nei confronti di Vettel, ai quali sono stati
risparmiati soprannomi inneggianti al lato B e nei confronti dei quali anche i
fanboy si sono atteggiati, in certe situazioni, con un certo rispetto: quando
vinceva Hamilton, tutto sommato Vettel era passabile, ora che Vettel vince più
di Hamilton, il talento di Hamilton non è messo in discussione almeno finché
non sarà in una posizione tale da infastidire i contendenti al titolo), ma
seppure in proporzioni un po’ più ridotte sta di nuovo sorgendo l’abitudine di
attribuire all’eccessivo lato B di un pilota qualsiasi suo risultato. Di fatto
siamo tornati allo stesso punto di partenza... anzi, siamo peggiorati: da
quando “culonso” è diventato “Dio in terra” tali fanboy hanno perso il dono
della coerenza.
In conclusione non posso far altro che notare come il ruolo
attribuito al Vettel di oggi stia diventando il ruolo già appartenuto all’Alonso
di ieri.
Non ci resta che affidarci a Roscoe... Eccolo qui,
immortalato nella “perla” che Hamilton ha sfoderato per Montecarlo, a
dimostrarci che non avevamo visto nulla finché ci eravamo limitati a vedere la
lampadina da minatore di Kubica nella prima edizione del gran premio di
Singapore e le luci intermittenti di Vettel nella scorsa edizione.
#OMG!
#RoscoeForTheWin!
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