mercoledì 27 dicembre 2023

Montecarlo/ Indianapolis 1960, l'ultima sovrapposizione

Il mondiale 1960 è stato l'ultimo, nella storia della Formula 1, nel quale è stata inclusa la Cinquecento Miglia di Indianapolis. Il tentativo di mashup tra due mondi diversi non aveva mai funzionato molto e ancora meno può funzionare quando le due gare si svolgono praticamente in SoVrApPoSiZiOn3: il Gran Premio di Montecarlo si svolgeva il 29 maggio 1960, la Indy 500 il 30. Inutile dire che c'erano griglie totalmente diverse e che squadre e piloti che disputavano il mondiale di Formula 1 stavano in griglia nel Principato, o almeno ci provavano, visto che solo le sedici vetture più veloci vi avevano accessotre Ferrari si sono qualificate a centro gruppo: Wolfgang Von Trips, Richie Ginther, Phil Hill. Non ha avuto questo onore, invece, Cliff Allison, che con il diciottesimo tempo è stato il secondo dei non qualificati.

Il GP di Montecarlo durava ai tempi cento giri e Stirling Moss, su Lotus, che partiva dalla pole position, è scivolato al via alle spalle di Jo Bonnier sulla BRM e inizialmente anche alla Cooper di Jack Brabham. Superato quest'ultimo si è lanciato a inseguire Bonnier, superandolo dopo sedici giri e a quel punto iniziando ad allungare.
In un secondo momento Brabham ha iniziato a rimontare, fino a portarsi in testa, se non che durante uno scroscio di pioggia prima di metà gara, è andato a sbattere alla Sainte-Devote mentre era in testa. Altri piloti hanno fatto delle sbinnate, tra cui Bruce McLaren e Phil Hill, ma sono riusciti a proseguire.
Nel frattempo le vetture - tra cui la Ferrari di Von Trips, ferma per avaria - diminuivano a vista d'occhio. In una seconda parte di gara senza pioggia, Moss era di nuovo in testa anche se poi una sosta l'ha fatto scivolare dietro a Bonnier, da lui comunque superato in seguito. Bonnier ha avuto un guasto in seguito, verso tre quarti di gara e McLaren su Cooper ha chiuso secondo, con P.Hill terzo.
Tony Brooks, su Cooper, era l'unico altro pilota ancora in pista, anche se Bonnier e Ginther risultano non solo classificati quinto e sesto, ma hanno anche portato a casa i punti delle rispettive posizioni.

A Indianapolis, è stato Eddie Sachs a partire dalla pole position, ma fin dalle prime fasi sono stati Jim Rathmann e Rodger Ward, entrambi del team A.J. Watson, che partivano secondo e terzo, a svettare e a lottare per la prima posizione. Sachs è uscito di scena in corso d'opera, per un guasto, e tra i piloti che inizialmente potevano infastidire i leader c'era Troy Ruttman, poi ritirato per incidente.
Il duello Rathmann vs Ward è perdurato praticamente per tutta la gara, nonostante Ward a un certo punto fosse rimasto fermo durante un pitstop, perdendo terreno. Nella parte finale, lo scontro si è fatto ancora più acceso, con sorpassi e controsorpassi e il terzo, al momento, Johnny Thomson che si avvicinava. Ha dovuto comunque fermarsi ai box per cambiare gomme e avrebbe terminato la gara quinto.
Sono state le gomme a essere fatali a Ward, costretto a rallentare quando era in testa a causa del degrado. Superato a tre giri dalla fine da Rathmann, ha gestito per la seconda piazza per arrivare almeno al traguardo, mentre parecchio più indietro Paul Goldsmith ha battuto per un soffio Don Branson - in precedenza autore di un testacoda in pitlane - per il terzo posto.

Piccola curiosità: oltre a Jim Rathmann, a questa edizione prendeva parte anche il fratello maggiore Dick, scattato dalla quarta casella della griglia e ritirato per un problema tecnico. I due fratelli usavano ciascuno il nome dell'altro: Jim sarebbe diminutivo di James, Dick sarebbe diminutivo di Richard... ebbene, Jim Rathmann in realtà si chiamava Richard, mentre Dick Rathmann in realtà si chiamava James.
Sembra che lo scambio di nomi sia avvenuto quando Richard/Jim all'età di sedici anni iniziò a gareggiare con l'identità del fratello (quindi Jim Rathmann), affermandosi con quel nome - a quel punto James/Dick prese a sua volta il nome del fratello (quindi Dick Rathmann) e per evitare confusione si tennero quei nomi vita natural durante, almeno nel mondo delle corse. Sarei molto curiosa di sapere chi si girava quando qualcuno chiamava o l'uno o l'altro.


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