sabato 30 dicembre 2023

Bianca Bustamante e lo Stroll-gate: considerazioni su tiktoker e cyberbullismo

Sono passati circa due mesi da quando ho commentato la stagione della F1 Academy, soffermandomi a esprimere la mia opinione su ciascuna partecipante. Questo è quanto scrivevo della filippina Bustamante, pilota Prema ai tempi, entrata tra una cosa e l'altra nell'Academy della McLaren:

+++ 7. BIANCA BUSTAMANTE - due vittorie, di cui una da reverse grid, è quel tipo di pilota che ha il fanbase che gira a orde e che, anche se di fatto è classificata a metà griglia, viene considerata il futuro del motorsport. Sui social è fangirl friendly, risponde ai post delle sue bimbehhhh e occasionalmente pure a tweet che parlano di fan fiction su di lei. Sento delle Sophia Florsch vibes ancora maggiori di quelle che avvertivo ai tempi di Irina Sidorkova. +++

Devo fare un passo indietro, perché "Florsch vibes" non è esattamente la definizione corretta in relazione agli ultimi sviluppi. Credo abbiate capito perfettamente che non nutro una grossa simpatia nei confronti di Sophia, ma devo riconoscerle che, nel suo essere iper-critica di campionati femminili, avversari sgraditi, membri random della famiglia Schumacher e quant'altro, ha detto in varie occasioni cose poco gradevoli e qualche volta non accurate, ma non ha mai varcato la soglia che conduce a cadere dal piedistallo di eroina badass - ovvero non usa le parole a sproposito.
Inoltre, seppure i suoi risultati siano spesso stati non così eccezionali come i suoi sostenitori li descrivono, le va dato atto che è in primo luogo pilota e solo in secondo luogo social baby, diversamente da certe influencer il cui ruolo di pilota pare secondario rispetto a quello di tiktoker o influencer, ruolo nel quale mi sembra si inserisca molto di più una persona come Bianca Bustamante.
Idolatrata spesso come se fosse il futuro delle donne nel motorsport, leggere il suo palmares non farebbe andare proprio in quella direzione. In W Series nel 2022 è arrivata praticamente tra le ultime, in Formula 4 Emirati a inizio 2023 pure, mentre in F1 Academy è andata un po' meglio, ma parliamo di un settimo posto in classifica, con un abisso di distanza dalla campionessa Marta Garcia e un distacco notevole da tutta la top-5.

Paradossalmente, Bustamante è quel tipo di soggetto che viene considerata una grande campionessa perché è una backmarker o al massimo una midfielder, perfino in quei campionati femminili tanto screditati, le cui effettive campionesse vengono tacciate di essere delle scarse, il che mi pare abbastanza paradossale.
Veniamo al punto, qualche giorno fa Bustamante è finita nell'occhio del ciclone per avere messo un like a un tweet in cui Lance Stroll veniva definito "autistico". Successivamente ha trascorso ore a pubblicare e cancellare tweet, mettendo una foto della sua compagna di squadra Marta Garcia in mezzo, tanto che qualcuno ha fatto il nome della Garcia in questa vicenda, quando non era minimamente coinvolta.
Infine ha affermato di avere messo like per sbaglio, scorrendo la timeline, il che stride con il fatto che abbia una storia pregressa di like a tweet di utenti che insultano Stroll. Ha corredato il tutto con una foto insieme al fratello, rivelando che non parla mai della propria vita privata, ma le sembra il momento giusto per rivelare che ha un fratello autistico... insomma, quel tipo di messaggio di scuse che suona perfino peggio del messaggio originario.
Avrei alcune riflessioni in materia, quindi inizierò dalla meno scontata: un paio d'anni fa un opinionista(?) della televisione belga di lingua francese venne licenziato per avere dato dell' "autistico" a Lance Stroll o in una cronaca o un programma sulla Formula 1. La cosa rende il tutto ancora più trash rispetto a quanto avrebbe dovuto essere in origine.
Detto ciò, si è sollevata comunque, oltre all'indignazione, anche una considerazione che, estrapolata dal caso specifico, è esatta. Per quanto sia molto improbabile che Bustamante abbia messo like per sbaglio, vista la sua storia pregressa, il mettere like per sbaglio è comunque una problematica a cui si va incontro utilizzando twitter da cellulare. Dato che le conseguenze possono essere pesanti, sarebbe ora che Eliano Muschio pensasse a un modo per non far partire il like solo perché sfiori accidentalmente il cuore.

Torniamo a noi. Ovviamente i commenti non si sono sprecati, ho letto cose tipo: "altri piloti hanno detto o fatto cose sbagliate e hanno perso il volante, quindi ci vorrebbe uniformità di giudizio". Wait, wait, wait: altri piloti hanno detto o fatto sbagliate, ma hanno occasionalmente perso il volante perché chi dava loro un volante ha deciso di metterli a piedi: si tratta di un team, non di un ente pubblico.
Il concetto di uniformità di giudizio non ha senso in questo contesto, dato che non parliamo di gente sospesa dalle competizioni, quanto piuttosto, di fatto, di gente che è stata licenziata dal proprio datore di lavoro, che ha una propria autonomia in materia.
Si è sfiorato anche il dibattito di "giusto licenziare per un tweet" o "ingiusto licenziare per un tweet". Su questo vorrei dire due cose, a mio parere ugualmente importanti. Il primo è che non deve per forza vincere il "giusto licenziare per un tweet" affinché questo tweet possa essere criticato. Pensateci bene, immaginatelo applicato alla vostra vita. Se una persona dice qualcosa che ritenete offensivo e non condivisibile, il fatto di criticare quello che dice per voi coincide con il fatto che quella persona meriti o non meriti di lavorare?
Sulla questione "giusto/ ingiusto licenziare per un tweet" (il che comunque non è successo, nessuno ha licenziato Bustamante), sinceramente credo sia opportuno ricordare che, estendendo il concetto altrove, esistono contratti di lavoro e che, nella vita quotidiana, teoricamente il nostro datore di lavoro non può licenziarci per un tweet che abbiamo pubblicato.

Out of context, lo ammetto, ma a questo proposito credo che sia giusto che ciascuno faccia le proprie riflessioni e che giunga alle proprie conclusioni. Il fatto di essere un comune lavoratore che viene licenziato perché "non rispetta i valori dell'azienda" a mio parere può rischiare di diventare pericoloso, perché di fatto i "valori dell'azienda" possono essere tutto e il contrario di tutto.
L'azienda di per sé non è sempre portatrice di valori positivi ai quali uniformarsi, sdoganare il licenziamento a random a mio parere rischia di mandare in vacca decenni di battaglie sindacali, il che non mi sembra particolarmente allettante, specie considerato che, oltre a combattere per delle giuste cause, c'è anche chi lo fa animato non solo dalla volontà di fare del bene, ma anche di un profondo moralismo (o addirittura chi inventa con screenshot photoshoppati cose che non sono mai state dette per infangare il nome di qualcuno).
Aggiungerei che spesso lo si invoca per persone che hanno espresso opinioni politiche impopolari e, per quanto ritenga del tutto accettabile criticare chi esprime opinioni politiche impopolari, ritengo profondamente ingiusto che, mentre Tizio, Caio e Sempronio sono totalmente legittimati a esprimere concetti deplorevoli all'interno di un Parlamento venendo pagati abbondantemente con i soldi delle nostre tasse, quel povero coglione che li vota debba essere licenziato per avere ripetuto le stesse parole.

In più - adesso torniamo in topic - sono anche contraria al pensiero che, se hai sbagliato una volta, allora devi essere marchiato vita natural durante per i tuoi errori passati. Questo non fa assolutamente parte del mio modo di pensare, non perché sia giusto essere ingenui e pensare che tutti possono cambiare, ma proprio perché ciascuno di noi, se ci ripensa, molto probabilmente cambierebbe certe parti del proprio passato, se potesse tornare indietro, e vivrebbe certe situazioni comportandosi in modo più maturo.
Penso che alle persone dovrebbe essere data la chance di migliorarsi - non so, magari impegnandosi come testimonial di qualche associazione che si occupa delle categorie screditate, oppure facendosi una cultura in proposito e diventare un'attivista che si schiera a loro sostegno - invece che limitarsi a dire "hai sbagliato una volta allora fai schifo e anche chiunque ti sta intorno deve essere schifato".
Poi è pur vero che bisogna prendere atto che spesso chi sbaglia e avrebbe la chance di migliorarsi non fa nulla per dimostrare questa intenzione. Anzi, spesso va a finire come la Bustamante, che ha reagito piagnucolando, usando l'immagine del fratello per riconquistare l'opinione pubblica e che magari continuerà a comportarsi esattamente come ha fatto stavolta.

Vorrei far notare, infine, come Bianca Bustamante non abbia iniziato improvvisamente a mettere like a cose strane, quanto piuttosto che per lei sia un'abitudine reiterata, probabilmente finalizzata a far breccia nel cuore degli ultrà. Non è l'unica, ne ho viste altre che mettono like a post quantomeno fuori dagli schemi (non faccio nomi, dato che ho visto cose piuttosto puerili, ma che non offendevano nessuna categoria a random). Invece di cavarsi da ogni impiccio utilizzando un account da fandom per mostrare atteggiamento "da bar", invece che uno con nome e cognome, utilizza ovviamente quest'ultimo perché le consente di mettersi in mostra davanti a millemila follower e avere interazioni.
Ecco, fintanto che non ha usato una "parola proibita", non mi sembra che qualcuno si sia mai scomodato di spendere una sola parola per il suo comportamento. Il messaggio che ne passa, a mio vedere, è che il cyberbullismo non è un problema, almeno fintanto che non utilizzi "linguaggio non inclusivo". Anzi, non solo non è un problema, ma è anche un atteggiamento da fighi, se non addirittura da incoraggiare.
Ridicolizzare colleghi, peraltro dal basso della classifica della W Series, non mi pare né un atteggiamento civile, né adatto a chi viene definita dalle sue bimbehhhh come "l'immagine delle donne nel motorsport". Se l'immagine delle donne nel motorsport deve essere una che dà dello scarso a un pilota che ha vinto la Formula 4 e la Formula 3, considerandosi apertamente valida abbastanza per la Formula 1, non mi sembra siamo messi molto bene. Non siamo più nemmeno nell'ambito della Florsch-mentality "arrivo in bassa classifica però corro contro gli uomini", dato che questa in bassa classifica ci arriva anche correndo contro sole donne.


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