venerdì 29 dicembre 2023

La macchia d'olio, il motore di McNish e il quinto titolo di Schumacher

Lettori carissimi, oggi è il 29 dicembre 2023, ma fingete pure che sia il 21 luglio 2002 e che si stia svolgendo il Gran Premio di Francia. Però non lamentatevi della noia, non siamo al Paul Ricard, circuito che tutti odiano perché sì, quanto piuttosto a Magny-Cours, con la sua pitlane corta che tutti sono desiderosi di percorrer-... ah no. Allacciatevi le cinture, perché oggi è il compleanno di Allan McNish, ai tempi pilota della Toyota, uno di quei piloti che l'appassionato medio potrebbe avere rimosso dalla propria memoria... ma che un giorno, di botto, in maniera del tutto inaspettata ha legato il proprio nome a un importante evento del motorsport.
Quell'importante evento del motorsport, tutto sommato, si incastra in qualche modo ugualmente con la giornata di oggi. È infatti il decimo anniversario dell'incidente sciistico di Michael Schumacher e come pensiero nei suoi confronti penso sia una buona cosa, oggi, raccontare semplicemente del giorno in cui è entrato nella storia.

Ore 14.00, Rubens Barrichello dovrebbe scattare dalla terza casella della griglia di partenza, ma la Ferrari numero 2 dà segni di malfunzionamento. Poco male, direte, partirà dai box e risalirà più in fretta di in Checo Perez qualsiasi in un gran premio del 2023. Invece no, la differenza sostanziale è che Perez a partire ci arriva, Barrichello no, si guarderà la gara dai box.
In griglia ci sono solo diciotto vetture, perché la Arrows in via di fallimento era iscritta al gran premio ma, per evitare di pagare la penale per mancata partecipazione, ha fatto girare le vetture ai due all'ora per risultare non qualificata, e la Jordan schiera una sola vettura dopo che Giancarlo Fisichella è rimasto lievemente infortunato in un incidente nelle prove libere.
In sintesi, considerando Barrichello dovevano prendere parte alla gara in diciannove ed è una cosa epocale, perché deve essere più o meno dalla notte dei tempi che non c'è stato un gran premio con meno di venti vetture.
Juan Pablo Montoya su Williams è in pole e mantiene la posizione su Michael Schumacher, con dietro le McLaren di Kimi Raikkonen e David Coulthard terza e quinta, con in mezzo la Williams di Ralf Schumacher. La Sauber di Felipe Massa ha un ottimo spunto in partenza, peccato che il semaforo non abbia ancora avuto alcuno spunto: jump start, drive through, linea bianca calpestata all'uscita dalla pitlane, nuovo drive through.
Al via c'è un incidente tra la Jordan di Takuma Sato, la Jaguar di Pedro De La Rosa e la B.A.R. di Olivier Panis. Sato è il primo a salutarci, De La Rosa sembra procedere, mentre Panis finisce per fermarsi definitivamente ai box per i danni subiti. A quel punto la B.A.R. rimane in pista con la sola vettura di Jacques Villeneuve, che procederà senza essere inquadrato per metà gara. Poi... cosa ve lo dico a fare? Penso che possiate usare l'immaginazione!



Torniamo in topic (non che le rotture dei motori Honda non facciano parte del topic stesso), sembra che là davanti la strategia sia a due soste. Montoya fatica con le gomme, nel primo stint tiene dietro Michael Schumacher, il quale lo overcutta in occasione del primo pitstop. Però ha calpestato la linea bianca come Massa e viene penalizzato con un drive through, scivolando terzo.
La prima volta è un caso. La seconda anche, può essere un caso. Il problema, tuttavia, inizia a diventare patologico: capita la stessa cosa anche a Coulthard, in occsdione del successivo rifornimeto! E poi a Ralf Schumacher, sempre dopo la seconda sosta!
Le McLaren hanno allungato molto, mentre Montoya è stato il primo a rifornire nel secondo giro, adesso staziona al quarto posto, Raikkonen leader davanti a Michael Schumacher, Juan Pablo relegato quarto a inseguire Coulthard.

Il giovane Kimi è la storyline del giorno, sembra destinato alla conferma in McLaren, ma soprattutto alla prima vittoria in Formula 1, in un GP di Francia in cui l'affidabilità trucida le speranze di molti piloti, costretti a non vedere la bandiera a scacchi. L'apice lo si è raggiunto probabilmente vedendo il ritiro simultaneo di Mika Salo su Toyota e Jarno Trulli su Renault in punti diversi della pista, mentre al box della Sauber anche Massa è costretto a fermarsi.
Da quando l'alettone posteriore della Jaguar si è staccato provocando un testacoda di Eddie Irvine, in pista ci sono solo in undici, ma a lottare per la vittoria sono due, separati da un secondo anche scarso in certe occasioni. Prima, quando erano ancora dietro a Montoya, Michael ha anche tentato l'attacco sul finlandese, mentre doppiavano McNish, ma non ha funzionato: se non vince questa gara, il discorso quinto titolo è rimandato a data da destinarsi, anche se comunque sarà molto presto.

Allan McNish, nel frattempo, si trova al nono posto, almeno finché a quattro giri il motore della Toyota non lo abbandona e lo costringe a fermarsi a bordo pista, non prima di avere inondato di olio l'asfalto. Raikkonen si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato, scivola sull'olio e va lungo.
Non sarebbe un errore irreparabile, se non avesse Schumacher negli scarichi. Il problema è che ce l'ha e, per effetto della scivolata, si ritrova lui stesso negli scarichi di Schumacher, con Michael leader che viaggia verso il quinto titolo. È un momento storico, dopo oltre quarant'anni viene eguagliato il record di Juan Manuel Fangio e, se da un lato le epoche non si possono giustamente paragonare, dall'altro questo 21 luglio 2002 rimarrà un grande punto di rottura, il polverizzare i record diventerà obiettivo prima dello stesso Schumacher e poi di chi verrà dopo di lui.
Prima che accadesse, non solo era poco prevedibile che qualcuno potesse arrivare a cinque titoli, ma addirittura che quel record potesse essere non solo raggiunto ma anche abbondantemente superato era quasi impensabile. Chissà, forse quel giorno si è frantumato un pezzo della nostra storia.

Il neo-cinque volte titolato sale sul podio con i McLaren Boys. Dopo la vittoria sfumata, Raikkonen sta imbambolato sul secondo gradino più alto del podio, dà l'idea di non avere un'espressione facciale e, appena prende lo champagne tra le mani, inizia a sbevazzare come se non ci fosse un domani. Si vede la delusion-... in realtà no, probabilmente è esattamente quello che farebbe se avesse vinto.
Montoya, Ralf Schumacher e Button completano la zona punti, con Jenson ancora a piedi per il 2004, dato che il suo posto in Renault verrà preso da - who else? - Fernando Alonso.
Solo dieci vetture giungono al traguardo, dal settimo in poi ci sono Nick Heidfeld su Sauber, Mark Webber su Minardi, Pedro De La Rosa su Jaguar, quattro tartarughe, trentasei lumache, settantacinque bradipi, infine Alex Yoong. Il pilota della Minardi giunge al traguardo doppiato di ben quattro giri, il compagno Webber doppiato di un giro soltanto.
Anche nel caso in cui Mark fosse stato sul punto di prendere un secondo giro, ciò significa che il gap tra Schumacher a bordo di una F2002 e Webber a bordo di una Minardi è minore rispetto a quello tra Webber e Yoong a parità di vettura. Lo voglio vedere scritto su tutti i dizionari come definizione di "poesia"!


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