domenica 11 marzo 2018

Donna al volante, commento decontestualizzato costante

Miei cari lettori, l'Autrice(C) di questo post oggi vuole parlare di un argomento tutt'altro che inedito, che di tanto in tanto viene tirato fuori come un coniglio dal cappello di un prestigiatore e diventa l'hot topic della settimana.
Ormai l'allarme tormentone sembra essere rientrato (permettetemi a questo punto di ringraziare Sebastian Vettel per avere battuto il record della pista a Montmelò al volante di una Ferrari, senza questo contribuito sarebbe stato molto più difficile distogliere l'attenzione dalla polemica in questione) e, come da mia abitudine, preferisco farmi un'idea di come voglio approfondire un argomento e lasciare spegnere un po' il fuoco, prima di presentare ufficialmente un argomento.
La tematica di questo post riguarda le donne pilota e le dichiarazioni di Carmen Jordà sulle donne pilota...
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...facendo una premessa: di per sé non ho NULLA contro Carmen Jordà e il suo curriculum motoristico che è chiaramente quello che è. I piloti sono liberi di andarsene in giro per la pista con passo da lumaca, fintanto che qualcuno è così folle da metterli al volante, senza che per questo io diventi una loro hater. Anzi, di solito preferisco ridere per non piangere, di certi tipi di performance.
Il vero problema di Carmen Jordà è che sembra del tutto inconsapevole del fatto che i suoi risultati sono pietosi (e su quanto siano pietosi approfondirò in seguito - per ora vi basti sapere che era l'ultima della classe in categorie in cui a lottare per la vittoria erano anche piloti che, al loro arrivo in Formula 1, sono sempre stati etichettati come degli scarsi non meritevoli del loro volante), unito al fatto che, quando riconosce di non essere mai stata al livello degli altri, attibuisce tutto ciò al suo genere biologico, estendendo la reputazione di lumaca a tutto il genere femminile.
Peccato, perché avrebbe potuto sfruttare la situazione per diventare una trollona dei social network, auto-ironica sui propri fallimenti, e si sarebbe costruita una reputazione positiva. Invece no, sembra che il suo hobby siano le sparate in stile Bernie e, se a Bernie si può riconoscere la scusante che da una certa età in poi è consentito essere rincoglioniti abbastanza per dire cose che non stanno né in cielo né in terra, la Jordà, che è nata esattamente un giorno prima di me, non è ancora vecchia abbastanza per potere passare sopra a quello che dice così, a cuore leggero.
Faccio anche un'altra premessa: di per sé non ho NULLA neanche contro quelli che in rete parlano della Jordà, a condizione che si rimanga entro certi limiti, in tutti i sensi. Ho letto di persone che sostengono di lottare contro il sessismo rivolgere alla Jordà gli stessi insulti che riterrebbero inaccettabili se riferiti a una donna di successo o a una donna dall'aspetto non appariscente (e in questo modo contraddicono gli stessi valori in cui sostengono di credere), così come ho letto di persone che, non rendendosi conto delle vere performance di questa ragazza, fanno paragoni che non stanno né in cielo né in terra (e in questo modo contraddicono il cronometro e le logiche del motorsport).

Passando all'argomento donne pilota in generale, posso dire che ne ho viste gareggiare parecchie. Ho visto il 90% delle gare di Indycar e CART dal 1996 ad oggi (dal 2012/13 in poi in tempi brevi, quelle antecedenti le ho viste in seguito), pertanto ho visto al volante Sarah Fisher, Danica Patrick, Milka Duno, Katherine Legge, Simona De Silvestro, Ana Beatriz Figueiredo e Pippa Mann per tutta la durata della loro carriera in Indycar. Ho visto la Patrick gareggiare in NASCAR, ho visto la Duno gareggiare nell'ARCA, la De Silvestro in Formula E, in parte minore la Legge nell'IMSA e la Figueiredo nelle Stock Car Brasil. Saprei almeno accennare ai risultati ottenuti in carriera da Maria De Villota, Susie Wolff, Alice Powell, Tatiana Calderon e altre, allo stesso modo in cui saprei accennare ai risultati ottenuti dalla Jordà. In epoca più recente ho seguito almeno a livello di highlights o notizie la Formula 4 e saprei parlare di Sophia Florsch (poi, caratterialmente, direi che la Florsch è una delle persone più montate e piene di sé che abbiano mai fatto ingresso del mondo del motorsport - non saprei in che altro modo definire una che sostiene di essere stata battuta solo da piloti ricchi e sponsorizzati o con un cognome famoso quindi immeritevoli di successo nonostante i risultati e che, per quanto finora non abbia nemmeno ancora vinto una gara di F4, sul proprio sito parla del giorno in cui vincerà il campionato di Formula 1 - ma questo è un discorso che non c'entra nulla, anche la Patrick non sembra esattamente una persona molto simpatica, ma ciò non toglie che sia la donna di maggiore successo di open-wheel di questo secolo, ad oggi). In altre serie di F3/F4 ci sono altre ragazze, citerei Jamie Caldwell (F3 britannica, immagino, e peraltro ho scoperto che si tratta di una ragazza soltanto quando ho scoperto i suoi profili social) o Alexandra non-ricordo-il-cognome della F4 sudamericana. Poi ci sono Natalie Decker e Leilani Munter nell'ARCA, prima che mi dimentichi di loro. E Christina Nielsen nell'IMSA, soprattutto Christina Nielsen nell'IMSA.
Questo per dire che, se faccio valutazioni sulle donne nel motorsport, non lo faccio in modo campato in aria e totalmente dal nulla, ma che parlo di quello che ho visto. Essenzialmente quello che ho visto mi fa pensare che parlare dei "risultati delle donne nel motorsport" sia molto limitativo, perché nessuna di quelle che ho citato finora è equivalente alle altre. Proprio come i piloti uomini, le donne che gareggiano nei campionati automobilistici non sono fatte tutte con lo stampino: ci sono quelle che vanno forte su un certo tipo di auto, ci sono quelle che vanno lente su un certo tipo di auto, ci sono quelle che quando non ottengono particolare successo o sponsor si dedicano (magari con successo) ad altre attività nel mondo del motorsport, ci sono quelle (anzi, QUELLA) che fanno pessime figure su qualunque tipo di vettura e magari addirittura pensano di parlare a nome di tutte le altre.

Carmen Jordà non è Christina Nielsen, pilota di endurance vincitrice di due titoli in una delle sotto-categorie dell'IMSA e non è nemmeno Katherine Legge che non sta sfigurando nela stessa serie.
Carmen Jordà non è Danica Patrick, che ha vinto una gara di Indycar e che, a parte la prima stagione, in Indycar si è sempre classificata tra la quinta e la decima posizione in classifica piloti, ottenendo top-ten in poco meno della metà delle gare che ha disputato (che per quanto ne so significa non essere una pluricampionessa, ma cavarsela alla grande).
Carmen Jordà non è Sarah Fisher o Simona De Silvestro, che in Indycar sono salite sul podio, e non è nemmeno Bia Figueiredo che ha vinto alcune gare di Formula 3 e Indylights prima di finire a fare sporadicamente la backmarker in Indycar. Pippa Mann, paragonata da alcuni a Carmen Jordà, mi sfugge totalmente che cos'abbia fatto prima di arrivare in Indylights per meritarsi un volante in Indylights, ma sta di fatto che in Indylights ha vinto una gara e ha chiuso un campionato in quinta posizione, che è molto di più di quanto la Jordà abbia mai sognato di fare. Gareggia sporadicamente in Indycar facendo la backmarker, ma stando sul passo degli altri backmarker, e per tutto il resto dell'anno svolge altri ruoli in ambito motorsport.
Carmen Jordà non è nemmeno Milka Duno, chicane mobile della Indycar che almeno nell'ARCA ha ottenuto qualche top-ten. Poi la Jordà ha iniziato a gareggiare sui kart da bambina, la Duno è diventata pilota dopo essersi laureata. Non è nemmeno Leilani Munter o Natalie Decker, che nell'ARCA tnno combinando qualcosa. Non è Susie Stoddart (oggi conosciuta come Susie Wolff), che nella F3 britannica ha ottenuto almeno qualche punto e dopo il ritiro dalle competizioni svolge ruoli in ambito motorsport (peraltro finalizzati al supporto della carriera di ragazze emergenti). Non è Alice Powell e Tatiana Calderon, che in GP3 hanno ottenuto sporadici punti e andando a gareggiare in categorie open-wheel inferiori alla GP3 hanno ottenuto risultati positivi. Non è la Florsch, non è a Caldwell, non è nessuna delle ragazze che ogni tanto vanno a podio nelle serie minori open-wheel. Non è Maria De Villota che qualche piazzamento a punti in Formula 3 e Superleague l'ha fatto e che almeno nei campionati turismo spagnoli qualche podio lo faceva.
Non è nessun'altra delle ragazze che hanno gareggiato da qualche altra parte, perché la realtà dei fatti è che, dopo la GP3, Carmen Jordà è andata a gareggiare in un campionato semi-amatoriale (il Renault Trophy o qualcosa del genere) e, da professionista, la logica faceva pensare che potesse ottenere risultati quantomeno decenti. Non l'ha fatto. Quando una professionista ottiene risultati di basso livello correndo contro piloti non professionisti, si dovrebbe iniziare a capire che il problema è molto più grosso del fatto che Tatiana Calderon non stia ripetendo in GP3 i risultati ottenuti in Formula 2000 contro piloti meno esperti di lei.

Nonostante tutto non ho avuto niente da ridire sull'ingaggio della Lotus/Renault perché mi è sempre stato lampante, fin dall'inizio, che Carmen Jordà non era stata ingaggiata per guidare né per stare al simulatore. Che poi al simulatore ci sia stata, sporadicamente, può anche darsi, ma sono sempre stata convinta che l'obiettivo della Renault non fosse quello di ingaggiare qualcuno che stesse seriamente al simulatore. Ribadisco che ingaggiarla come testimonial avrebbe evitato milioni di polemiche e avrebbe consentito sia al team sia alla stessa Carmen di avere un'immagine meno negativa, così come se la Jordà evitasse certe sparate e facesse osservazioni più di buon senso (a questo ci arrivo a breve)... ma la realtà dei fatti è che la Renault ha trattato il fanbase motoristico esattamente come gran parte del fanbase motoristico meriterebbe di essere trattato: non avete la più pallida idea di chi abbia avuto risultati accettabili o no? non sapete distinguere un pilota dalla carriera non esaltante da uno che arriva ultimo senza riuscire a tenere il passo del penultimo? non fate nulla per informarvi? Allora poi non vi lamentate...
Ci sono persone che, solo perché Danica Patrick e Natalie Decker sfruttano ugualmente la loro immagine, facendo le fescion model a lato della loro carriera motoristica, fanno il paragone Carmen Jordà = Danica Patrick. Non fanno il paragone Carmen Jordà = Natalie Decker solo perché per il momento la Decker sta correndo nell'ARCA e di qua dall'oceano non si parla mai dell'ARCA.
Paragonare la carriera della Jordà a quella della Patrick significa, a mio parere, non avere mai visto gareggiare né l'una né l'altra e, per quanto riguarda la Patrick, non intendo solo l'Indycar. Nella Sprint Cup Danica ha ampiamente deluso le aspettative, ma credo che ci sia una differenza notevole tra deludere le aspettative nel modo in cui le ha deluse Danica in NASCAR e deluderne nel modo in cui le ha deluse Carmen ovunque abbia gareggiato. Se passiamo all'Indycar, Danica Patrick ha ottenuto una vittoria, qualche sporadico podio e tre pole position, oltre che una proporzione di top-ten che è quasi la metà delle gare che ha disputato. Carmen Jordà, nella Formula 3 Spagnola, ha ottenuto due noni posti, mi pare. In Indylights, invece, ha ottenuto un decimo posto... in una gara che hanno terminato in dieci!

La conclusione è che non so se le donne che competono in campionati automobilistici abbiano lo stesso grado di resistenza fisica dei loro colleghi uomini (e ritengo abbastanza inaccurato mettere tutte le donne in uno stesso calderone e fare la stessa cosa con tutti gli uomini), ma due considerazioni vanno fatte.
La prima è che le valutazioni fisiche lasciano il tempo che trovano, perché alcuni piloti non hanno né la corporatura né la statura che in linea teorica dovrebbe portare al successo, eppure sono ugualmente stati in grado di ottenere risultati di un certo livello (Montoya ha vinto la Indy 500 pur essendo in sovrappeso, Rossi ha vinto la Indy 500 pur essendo uno dei piloti più alti presenti sulla griglia di partenza, Wilson e Rahal hanno vinto gare di Indycar pur superando il metro e novanta). La seconda è che i piloti, siano essi uomini o donne, seguono una preparazione atletica finalizzata alla loro professione e agli sforzi fisici che devono affrontare.
Poi ce n'è anche una terza: oltre alla resistenza fisica conta anche il talento e, attualmente, non mi sembra che ci siano dati oggettivi sulla base dei quali si possa affermare che la performance media delle donne sia tale da non permettere loro di competere alla pari con il pilota medio. Che poi Danica Patrick non abbia vinto quattro titoli come Scott Dixon è un dato di fatto, però allo stesso tempo saprei citare anche tantissimi uomini che non hanno vinto quattro titoli come Scott Dixon (che come livello sta molto più in alto del pilota medio - il discorso di fondo è questo), e magari ne saprei citare anche che hanno un curriculum paragonabile a quello di Danica Patrick. Inoltre, viste le proporzioni in termini numerici mi sembra lampante che, statisticamente parlando, sulla una griglia di partenza con 25 vetture, delle quali una sola è guidata da una donna, anche ammettendo che tutti abbiano uguali probabilità di vittoria, c'è un 96% di probabilità che a vincere sia un uomo e un 4% che a vincere sia una donna.
Inoltre la focalizzazione sulla vittoria del titolo è, a mio parere, deleteria perché continua a dare credito alla mentalità secondo cui chiunque non abbia vinto tre o quattro titoli sia scarso, dove per "chiunque sia scarso" intendo dire che non vengono riconosciuti diversi livelli nell'essere scarso. Hai vinto due titoli? Allora sei scarso. Ne hai vinto uno? Sei scarso tanto quanto chi ha vinto due titoli e allo stesso modo è scarso ugualmente chi ha vinto solo qualche gara o chi arrivava sempre ultimo. Non ci sono vie di mezzo, i piloti vengono ripartiti in due categorie, i pluricampioni del mondo e gli scarsi, senza distinzioni di nessun genere all'interno delle due categorie ed è così che ho letto affermazioni del tipo: "che cosa ne sapete di quanto vale davvero la Jordà? probabilmente è allo stesso livello di Jacques Villeneuve o Nico Rosberg"...
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...Ed è stato lì che mi sono cascate davvero le braccia, perché trovo che sia un paragone che non sta né in cielo né in terra. Con quale logica una persona che è arrivata costantemente ultima in GP3 (essendo l'unica nella storia della GP3 che è riuscita a non qualificarsi per non essere entrata nel 107% - e in GP3 le vetture in linea di massima sono tutte uguali, non è come in Formula 1 che se sei su una HRT potrebbe essere un problema stare nel 107% quando il miglior tempo lo fa una Redbull), staccata di parecchio dai penultimi, può essere paragonata in una sola frase non con uno ma addirittura con DUE campioni del mondo di Formula 1?
Dopotutto, forse, attaccare Carmen Jordà per le sue perle di ignoranza motoristica non ha tutto questo senso: semplicemente si limita, in molte occasioni, a pronunciare affermazioni completamente campate in aria, il che è esattamente quello che fa il fanbase motoristico, che magari adesso mi verrà a dire: "HàI SkRiTt0 Qù3St0 P0St S0L0 Xk3 6 1Nv1d10sA DaT0 K3 3' GnOkKà!!11!!!1!!" ...beh, di gnocche nel mondo del motorsport ce ne sono e non credo che sia stato un caso se ho scelto di parlare proprio di Carmen Jordà e non magari di Milka Duno. Anzi, a quanto ricordo la Duno, apparendo nelle interviste post-gara con un make-up perfetto dopo essere arrivata ultima diceva "oggi è andata bene, posso migliorare" e lanciava asciugamani in faccia a Danica Patrick quando questa la criticava, non andava a raccontare alla stampa internazionale che, se lei era scarsa (e risultati alla mano si è dimostrata comunque meno scarsa della Jordà, nei suoi tanti limiti), allo stesso modo dovevano esserlo anche tutte le altre donne!

Post scritto per doppia pubblicazione
Milly Sunshine(C) per F1GC e per il mio blog.

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