giovedì 31 dicembre 2020

Commento alla stagione 2020

Ci sono momenti in cui è opportuno fermarsi un attimo e guardare indietro, cercando di capire che cosa resterà del campionato ormai finito, che cosa sarà conservato nella nostra memoria a lungo termine. Ho deciso di finire così quest'anno 2020, con un resoconto delle cose che, in fondo, mi hanno colpita, pur senza essere esaustiva su tutti gli eventi del campionato. Anzi, non sono nemmeno sicura che parlerò solo di eventi del campionato nel resoconto che sto per iniziare, perché a volte anche i fatti che accadono fuori dalle piste sono degni di considerazione (o indegni di considerazione e, in tal caso, è opportuno che siano considerati in contesti come questo).

LA NON-STAGIONE 2020 DIVENTATA STAGIONE 2020 - vorrei partire con un ringraziamento a quelli che hanno lavorato perché il mondiale fosse possibile, anzi, perché sia il mondiale di Formula 1 sia (quasi) tutti gli altri campionati fossero possibili. Per come si era messa la situazione inizialmente, era difficile pensare si potesse avere, parlando di F1, un campionato come questo. Non fraintendetemi, non sto dicendo che sia stato il mondiale più emozionante di sempre, ma piuttosto che rischiavamo di non avere un mondiale, invece abbiamo effettivamente avuto un mondiale. Va bene, è stato un po' più breve, ma se questa primavera qualcuno ci avesse detto che ci sarebbero stati diciassette gran premi, dubito che gli avremmo creduto. Di fatto c'è stato un mondiale lungo tanto quanto quelli in cui hanno esordito i piloti più vecchi presenti in griglia e i circuiti che sono usciti sono stati rimpiazzati degnamente. Poi sì, alcuni magari non erano i luoghi migliori dove organizzare un gran premio di Formula 1, ma comunque un sentito ringraziamento agli organizzatori: almeno dal punto di vista sportivo, siamo riusciti ad avere un po' di normalità, anche se la normalità di oggi è ben diversa da quella degli anni precedenti. Spero che questo campionato, un giorno, possa insegnarci qualcosa, perché tutto sommato ci sono dei bei posti in cui si potrebbe gareggiare, che però non sono stati presi in considerazione negli anni precedenti. Magari avere un numero di gran premi fissi e qualcuno variabile nel corso delle stagioni potrebbe essere una buona idea. Anche un numero di gran premi che sia una via di mezzo tra quelli disputati quest'anno e quelli che si vogliono disputare nella prossima stagione non sarebbe male, ma al momento pare uno scenario utopistico.

I GOSSIP A CASO - tra le cose indegne, ma per controsenso proprio degne di essere considerate nella loro assurdità, vorrei segnalare che i gossip da social in certi momenti hanno corso un po' troppo velocemente e che evitare certi livelli di trash non sarebbe poi così male. Mi riferisco alla storyline uscita nelle prime settimane del campionato, di gente convinta che la Principessa Charlene di Monaco avesse avuto delle relazioni extraconiugali con Hamilton e Vettel, forse contemporaneamente... Il tutto basato su un video di un podio di qualche anno fa, in cui la principessa sembrava fare l'occhiolino a entrambi. La fantasia galoppante delle fangirl di Twitter ha portato l'argomento a trendare come se non ci fosse un domani, ma per fortuna il domani è arrivato e questi pettegolezzi senza fondamento sono stati dimenticati in tempi abbastanza brevi. Ciò non toglie che ci sia chi ancora crede ai Charlene/Vettelton. Qualcuno ha addirittura insinuato che, indispettito dal fatto che la principessa gli avesse preferito Hamilton, Vettel abbia per quella ragione tirato al suo best friend forever quella famosa ruotata di Baku. Sì, esatto, mi riferivo a cose tipo questa quando parlavo di fantasia galoppante. Nota a margine: mi dispiace molto che Sylvester Stallone abbia decido di fare uscire "Driven" vent'anni fa. Al giorno d'oggi un film del genere sarebbe sicuramente molto più apprezzato dagli appassionati di motori odierni.

LA TOROHHHH ROSSOHHHH DI FAENZAHHHH - a volte anche un mondiale che appare come monotono può essere allietato da una meravigliosa fiaba contemporanea ed è esattamente quello che è successo a Monza, in un fine settimana preceduto da giorni in cui la gente parlava dei vecchi tempi in cui una Toro Rosso aveva vinto a Monza, parlando di mondiali falsati di un tempo e del fatto che la Toro Rosso, ormai ribattezzata Alpha Tauri, non avrebbe potuto vincere un gran premio al giorno d'oggi. Invece è accaduto ed è accaduto nel più romantico dei modi, con un pilota diseredato che si è preso la propria rivincita sul mondo, salendo sul gradino più alto del podio dopo essere riuscito a controllare la gara per una buona metà della sua percorrenza. Credo che, dopo tanti anni da appassionata di motori, la vittoria di Gasly sia una delle più belle e strappalacrime a cui io abbia mai assistito. Mi ricorderò molto a lungo di quella domenica pomeriggio di settembre, davanti alla TV della cucina, con TV8 che saltava nella prima parte di gara e che, quasi come per magia, iniziava ad andare meglio più la gara si avvicinava alla sua conclusione. C'è stato un momento della mia esistenza in cui credevo che un giorno avremmo sentito l'abbinamento inno francese/ inno italiano risuonare su un podio di Formula 1... e alla fine, se anche le cose non sono andate come le immaginavo una volta, sono felice che, dato che questo momento doveva arrivare, sia stato proprio Gasly. Tra parentesi, ricordo che ai tempi della Toro Rosso, quelli prima del passaggio in Redbull che poi si è rivelato fallimentare, credevo molto in lui, al punto da pensare che potesse addirittura, un giorno, nelle giuste circostanze, vincere un gran premio al volante di una Toro Rosso. Sono felice che ce l'abbia fatta. Il suo finale della stagione 2019 mi ha fatto pensare di avere finalmente trovato un nuovo eroe, questa vittoria l'ha confermato. Solo il futuro si dirà se gli sarà riservato qualcos'altro di positivo oppure no. Per male che vada, comunque, sarà possibile considerarlo un po' come una sorta di "Olivahhhh Penis" dei giorni nostri.

IL PODIO VETTELTON - a volte quando entri nella leggenda come è accaduto a Hamilton il giorno in cui, in Turchia, ha vinto il suo settimo titolo mondiale, meriti un trofeo speciale a cui stringerti. Hamilton è stato così fortunato da avere come trofeo vivente il suo best friend forever, uscito per l'occasione dal suo stato catatonico per andare a collocarsi al suo fianco dopo un immediato dopogara passato a pomiciare. Vettel infatti ha ottenuto un solo podio in questa stagione, verosimilmente la sua unica top-5 a meno che non mi stia sfuggendo qualcosa, e l'ha ottenuto proprio nel momento giusto. Il potere dell'ammmmore è troppo forte, non c'è niente da dire, qualunque cosa ne pensino certi ultrà indispettiti dal fatto che Vettel abbia detto che, nonostante tutto, è ancora convinto che Schumacher (da lui idolatrato più o meno al livello in cui Carlito idolatra Alonso) sia stato il miglior pilota di tutti i tempi. Comunque non mi sorprendo più di niente, un sito web britannico ha perfino definito un affronto a Hamilton il fatto che la frase "Michael Schumacher è il miglior pilota di tutti i tempi" sia stata pronunciata dal figlio di quest'ultimo... e sinceramente che un figlio non possa idolatrare il padre pluricampione del mondo senza vedere messaggi subliminali in quello che ha detto mi pare una cosa abbastanza trash non solo da pensare, ma soprattutto da scrivere. Anzi, molto di più da scrivere, sapendo che con tutta probabilità il pensiero è talmente tanto trash che chi l'ha scritto non poteva pensarlo veramente.

VIVA MEXICO - a volte le cose non iniziano molto bene, lo sa bene Perez, che prima si è beccato il coronavirus, poi ha scoperto di essere sul punto di perdere il volante sentendo per caso una telefonata del suo capo (considerato che secondo i reportage si trovava sotto la doccia e il team principal stava parlando al telefono in una camera d'albergo attigua, suggerirei al suddetto team principal di non utilizzare un megafono quando parla al telefono e ai gestori dell'albergo di rivedere l'insonorizzazione del loro stabile), per gran parte della stagione è stato vicino al rimanere a piedi definitivamente nel 2021, ha visto il suo compagno di squadra ottenere un podio e poi una pole position, è stato speronato al via del gran premio del circuito esterno di Sakhir quando si trovava tra le prime posizioni... e niente, in quell'occasione, sul circuito esterno di Sakhir ha deciso di andare a prendersi la tanto inseguita vittoria, diventando il primo pilota a vincere un gran premio al volante di una vettura rosa, probabilmente l'unico, dato che, se anche l'Aston Martin dovesse vincere dei gran premi negli anni a venire, molto probabilmente sarà verde e non rosa. Ciliegina sulla torta, è anche diventato pilota della Redbull per la prossima stagione, indicativamente il primo ex Ferrari junior a diventare pilota Redbull, oltre che il primo dalla notte dei tempi a guidare per la Redbull senza essere passato dal junior team e dalla Toro Rosso. L'ultimo era stato Webber, ai tempi in cui il junior team della Redbull esisteva ma in modo sommario e in cui la Toro Rosso era un progetto appena avviato.

UN FINALE (IN)DEGNO A UNA SVENTURATA PARTNERSHIP - nella sua ultima gara per la Ferrari Vettel è arrivato quattordicesimo e alle spalle del suo compagno di squadra davanti al quale era stato per un certo tratto di gara. Non che arrivare tredicesimo come Leclerc sia stato un grande finale, quindi dubito che in questo caso il finirgli davanti o dietro avesse qualche genere di rilevanza. Credo che sia il finale giusto per una collaborazione andata sempre in calando. Poteva finire in bellezza, tipo Vettel al volante della Ferrari per l'ultima volta poteva andare a punti, ma considerato che il suddetto finale in bellezza poteva essere un decimo posto o qualcosa del genere, credo sia meglio per entrambi se sia finita così. È stato un anno da dimenticare ed è giusto che sia dimenticato. Nella prossima stagione il piccolo fanboy di Alonso prenderà il suo posto in Ferrari, mentre Vettel andrà al posto di Perez in Aston Martin, non prima di averci deliziati(?) cantando in italiano via radio una parodia di "Azzurro" scritta da lui stesso con tanto di foglietto tenuto in tasca fino a quel momento. È proprio un pilota d'altri tempi... nel senso che in altri tempi concludeva qualcosa in pista, invece di fare la social star senza social nel giro d'onore. O, visto che era arrivato quattordicesimo, forse sarebbe meglio definirlo giro di disonore. Tutto quello che conta, comunque, è che alla fine se ne sia andato e che il prossimo anno veda le Ferrari solo con il binocolo. O per meglio dire, speriamo che veda le Ferrari solo con il binocolo, perché almeno vorrebbe dire che la Rossa si è ripresa dalle performance terrificanti di questa stagione. Giusto per chiarire il concetto, Leclerc e Vettel sono arrivati rispettivamente ottavo e tredicesimo in classifica, la Ferrari sesta nel campionato costruttori, dietro non solo a Mercedes e Redbull, ma anche McLaren, Racing Point e Renault. In conclusione ho solo una cosa da dire: Sainz, scappa!

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