venerdì 11 dicembre 2020

Gli orfani di Russell contro Hamilton

Ricordo quel giorno di tanti anni fa, quel gran premio di Magny-Cours, quella strategia a quattro soste, che prima di dare i suoi frutti mi regalò per un attimo l'illusione che non fosse tutto studiato a tavolino, che quel giorno Michael Schumacher non avrebbe vinto. Mi chiedevo se sarebbe stata la giornata della Renault o magari della B.A.R., se fossimo destinati ad assistere a qualcosa di nuovo, a una storia inedita.
No, non c'erano storie inedite a cui assistere, quel giorno, non c'era nulla da fare, quella strategia a quattro soste era fatta apposta per vincere, dovevamo accontentarci di quello. Eppure, nemmeno per un istante, ricordo di avere pensato: "quanto sarebbe bello se Schumacher fosse contagiato da un virus e al suo posto dovesse scendere in pista un pilota random che di solito sta nelle retrovie".

Era un'altra vita, in cui in effetti non c'erano virus sconosciuti che mettevano in pericolo la salute pubblica e in cui l'assenza per malattia era qualcosa di molto improbabile nel corso della stagione, ma eravamo diversi anche noi, seppure io rimanga convinta che la mentalità dei tempi, in generale, non fosse migliore di quella attuale. Però, solo una cosa, quando non c'erano i social network il motorsport rimaneva confinato al soggiorno di casa o al bar.
Non ci sentivamo parte integrante dello sport, non pensavamo di avere nemmeno remotamente potere decisionale, accoglievamo le decisioni dei team per quello che erano e, per quanto non fosse bello ignorare totalmente i backmarker, non avevamo nemmeno la presunzione di sapere chi doveva stare dove, in nome dello spettacolo.

Poi, parliamone, che cosa si intende a questo punto per spettacolohhhh? Quello che i detrattori di Hamilton, infastiditi dal fatto che sia guarito dal coronavirus e sia al via del GP di Abu Dhabi di questo fine settimana, vogliono non sono i tanto decantati duellihhhh e sorpassihhhh che si concludono con una vittoria della Ferrari. No, niente affatto, vogliono che Hamilton se ne vada a casa in modo che, anziché vincere Hamilton al volante di una Mercedes, vinca Russell al volante di una Mercedes.
Se da un lato è vero che una Williams al momento pare troppo poco per uno come Russell, è altrettanto vero, tuttavia, che la sua collocazione nel mondo al momento appare quella e che grazie al cavolo che a suo tempo la Williams ha cercato di blindarlo, uno così non lo trovano tutti i giorni, quindi è logico che il loro massimo obiettivo non sia cederlo ad altri.

Andando a fondo, ho visto gente che ha criticato anche pesantemente Hamilton per avere scelto di tornare al volante una volta che gli è stato possibile dal punto di vista sanitario (e burocratico), considerandola una decisione dettata dall'arroganza. A queste persone, immaginando che possano avere un'età da scuola, vorrei ricordare che, solo perché loro vorrebbero prolungare le loro malattie all'infinito per non tornare in classe, non significa che tutto il resto del mondo voglia stare a grattarsi a vita.
Penso che la cosa migliore da fare, in questo caso, sia essere felici che tutto si sia risolto e che Hamilton adesso stia bene. Se il suo sostituto sarà costretto, per questa ragione, a guidare una carretta, credo che, come se ne è fatto una ragione lui in questi due anni, debbano farsene una ragione anche i suoi sostenitori.

A volte, quando leggo certi commenti, mi sento felice che la stagione sia finita e che davanti da noi ci aspetti finalmente qualche mese di pace. Non solo, in generale. Sebbene io sia sempre felicissima quando inizia un campionato e mi senta un po' triste quando finisce, questa stagione mi pare che sia stata fin troppo intensa. Un po' di calma finalmente ci sta, sperando che tutte le cose destinate a cambiare nel 2021 (niente nuove regole, ma almeno la line-up sarà abbastanza scombussolata rispetto a quella attuale) siano un segnale di buon auspicio.
Ovviamente non mi illudo, il fandom del motorsport sarà più o meno quello di quest'anno, ma è sempre bello conservare almeno una minima speranza. Dopo il buio del tramonto di Abu Dhabi, è bello pensare che, da qualche parte, possa esserci finalmente la luce.

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Milly Sunshine