sabato 3 agosto 2019

A trent'anni non si è "troppo vecchi"

Quando ripenso a domenica scorsa e al podio di Kvyat, mi viene spontaneo pensare a qualcosa di curioso che abbiamo scoperto: Kvyat è diventato papà nello stesso weekend in cui è salito sul podio. Non è questo, di per sé, su cui mi voglio focalizzare, quanto piuttosto il fatto che Kvyat è un pilota della Toro Rosso, team che ingaggia piloti che hanno ancora il ciuccio in bocca, e che ha una figlia. Nessun pilota della Toro Rosso, finora, era diventato papà durante la sua permanenza in Toro Rosso, e questo lo rende in automatico meno "bambino" degli altri. Però ha venticinque anni, insomma, ha un'età che non è nemmeno tanto inconsueta per un pilota della Toro Rosso. Semplicemente è diventato papà relativamente presto, magari al confronto con Button, divenuto padre nella stessa settimana all'età di trentanove anni.

Non preoccupatevi, non intendo scrivere un post filosofico su quale sia l'età giusta per avere figli e se ce ne sia una. Il discorso dei figli non c'entra molto. Anzi, non c'entra niente, se non come ulteriore conferma che l'età è relativa.
Per me che scrivo di Formula 1, mi sembra che la faccenda dell'età relativa, tuttavia, non sia molto chiara, nonostante i molti indizi a riguardo. In questi giorni è uscito un rumour su Alonso che potrebbe sostituire Gasly in corso d'opera alla Redbull... la Redbull, team che punta tutto sulla giovane età, viene associata al nome di un trentottenne. Sia chiaro, è un rumour completamente campato in aria e ci sono impedimenti ben più seri dell'età di Alonso (la Honda che l'ha boicottato in Indycar con Andretti e che fornisce motori alla RB, giusto per chiarire il concetto), ma un lato di questo rumour non è da sottovalutare.

C'è stata un'epoca in cui i piloti erano troppo giovani o troppo vecchi, poi sono arrivati dei ragazzini a cui non era ancora spuntata la barba che non guidavano in modo significativamente diverso dai loro colleghi che avevano già raggiunto la drinking age americana. So che tirerete fuori la storia degli errori di gioventù, ma guardando le cose con più coerenza bisogna ammettere che spesso gli errori di gioventù li hanno commessi anche altri che quando sono arrivati in Formula 1 i vent'anni li avevano già superati da qualche anno.
Se l'ombra del "troppo giovane" sembra essere ormai svanita, dall'altra l'ombra del "troppo vecchio" continua a farsi largo, di tanto in tanto, salvo poi essere messa da parte quando conviene.

Il punto di non ritorno è il giorno del trentesimo compleanno e solo chi resiste per anni a quel giorno, per sfinimento dei suoi detrattori, perde l'aura del "troppo vecchio".
Personalmente non credo che tutto finisca a trent'anni. Non succede nella vita e non succede nemmeno nel motorsport. Semplicemente succede che le cose non funzionano allo stesso modo per tutti e che, ogni tanto, sarebbe bello rendersene conto.

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