sabato 26 gennaio 2019

Non tutto il male viene per nuocere

Si sente dire spesso che la W Series non è il modo migliore per incrementare la presenza di donne al volante nelle serie che contano e tutto sommato è vero.
Tuttavia non condivido l'accusa di segregazione e il parere secondo cui impedisce alle ragazze di gareggiare in campionati misti. Possono fare ambedue le cose contemporaneamente. In più si ttatta di una serie open wheel che per gran parte darà un volante a ragazze che non hanno un volante open wheel a disposizione altrove. Non gareggeranno lì perché non hanno la possibilità materiale di confrontarsi con gli uomini, quanto perché è la chance che hanno al momento.
Una nota positiva è che, per quanto per ora non sia ben definita, ci sarà una graduatoria basata sulle performance. Per intenderci un campionato di questo tipo fa sì che non ci siano differenze tra gnocche, sciattone, ragazze normali o tomboy. Si tratta di ragazze che avranno una possibilità in base a esperienze e competenze, a cui nessuno dirà che sono troppo brutte per avere sponsor, in cui la durata della o piega ai capelli non sarà più importante. Il giorno in cui questo si estenderà anche ai campionati misti, forse vedremo qualche cambiamento.
In sintesi: considero la W Series un campionato femminista, che esalta il ruolo della donna e la valorizza? No.
La considero come un campionato anti-femminista che la denigra? Nemmeno.
Penso che a volte dovremmo iniziare a considerare il motorsport e le battaglie sociali come due universi che non si completano necessariamente a vicenda.
La W Series non è un'opportunità per le ragazze che hanno già un ruolo in qualche campionato di un certo spessore. Però per altre che non hanno alcun ruolo rilevante nel motorsport potrebbe diventarlo. Le bambine che guarderanno la serie si convinceranno che le donne non possono competere alla pari con gli uomini? Non lo so. Intanto magari si renderanno conto che le donne possono gareggiare, cosa che forse non è ancora del tutto scontata... e se non sbaglio il modo migliore per incrementare la presenza femminile nel motorsport è farlo fino dai kart.
Il secondo passo è quello già citato, ovvero fare andare avanti anche quelle che hanno un aspetto che non colpisce, se hanno le qualità. Uno sponsor non si tirerà mai indietro se un ragazzo non è attraente. Ma se non lo è una ragazza, allora le cose possono cambiare.
Il vero obiettivo, per le donne che gareggiano, a mio vedere, non dovrebbe essere quello di preoccuparsi di chi gareggia contro di loro, quanto piuttosto che il loro aspetto sia pressoché irrilevante. Personalmente sono stanca di vedere ragazze poco attraenti che non hanno sponsor anche se hanno talento o ragazze attraenti tacciate di non avere talento, perché "se sono lì, deve essere per la loro apparenza", accusa rivolta l'anno scorso da una Twitter Lady a Natalie Decker. A proposito, spero che la Decker passi le selezioni, sia per questo, sia perché la maglia annodata su un lato è molto early 90s (anche se all'epoca erano t-shirt extralarge) e vederlo su una 1997 ha il suo perché.

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Milly Sunshine