martedì 14 marzo 2023

Scuderie vintage: la storia della Shadow

Carissimi lettori, oggi mi sembra il giorno giusto per parlare di questo team vintage, non perché ci sia una ragione specifica per farlo oggi, quanto piuttosto perché nei prossimi due giorni intendo parlarvi di argomenti che in un modo o nell'altro riguardani più o meno da vicino la Shadow, scuderia americana con sede nel Regno Unito che poi in corso d'opera ha cambiato la propria licenza in britannica, diventando il primo costruttore a cambiare nazionalità nella storia della Formula 1.

Jarier (vettura nera #17) 
Pryce (#16) - Jones (vettura bianca)

Il team è stato fondato da Don Nichols (1924-2017) alla fine degli anni '60 gareggiando inizialmente nel campionato CanAm e ha debuttato in Formula 1 nel 1973, stagione nella quale è entrato in corso d'opera a partire dal terzo gran premio della stagione, con i piloti Jackie Oliver e George Follmer, con anche una terza vettura guidata da Brian Redman al GP degli Stati Uniti conclusivo della stagione. Come primo campionato non è andato malissimo: nonostante vari rititi Follmer ha chiuso terzo in Spagna e ha ottenuto un altro arrivo a punti, mentre anche Oliver è salito sul terzo gradino del podio in Canada. Alla fine il risultato è stato un ottavo posto nel mondiale costruttori.
Per il 1974 la squadra ha schierato come piloti Peter Revson e Jean-Pierre Jarier. Lo statunitense, tuttavia, ha perso la vita in un incidente in un test a Kyalami, prima del terzo gran premio della stagione. Al suo posto ha gareggiato successivamente Redman, poi one-off Bertil Roos nel proprio GP di casa in Svezia, in seguito è arrivato Tom Pryce. Dal punto di vista della classifica costruttori nulla è cambiato, ottavo posto anche nel 1974, grazie a un terzo posto di Jarier a Montecarlo, oltre che altri due arrivi a punti ottenuti uno da Jarier e uno da Pryce. Jarier ha inoltre fatto podio chiudendo terzo in una delle gare non championship di quella stagione, l'international trophy.

Il 1975 è iniziato bene in termini velocistici: Jarier ha ottenuto la pole sia in Argentina sia in Brasile, le prime due gare della stagione. Purtroppo non è stato altrettanto positivo in termini di affidabilità: in Argentina non è nemmeno riuscito a schierarsi sulla griglia, in Brasile si è ritirato a gara inoltrata mentre era in testa, con somma gioia del pubblico brasiliano dato che in tale maniera ha lasciato la vittoria al pilota di casa Carlos Pace.
Nella stagione ufficiale Jarier ha rimediato un misero quarto posto in Spagna come unico piazzamento a punti, peraltro con punteggio dimezzato (era quel tragico gran premio in cui Rolf Stommelen si è violentemente schiantato colpendo degli spettatori), mentre Pryce ha ottenuto diverse top-6 e anche un terzo posto in Austria. Stavolta il team ha chiuso al sesto posto nel mondiale costruttori.
Fuori dagli eventi ufficiali, Pryce ha vinto la Race of Champions di cui dopodomani cadrà l'anniversario (questo è uno spoiler su un prossimo articolo), mentre Jarier avrebbe potuto vincere il GP di Svizzera, disputato in realtà in Francia, se la vettura non l'avesse abbandonato in corso d'opera mentre era in testa. Grazie al suo ritiro, Clay Regazzoni si è imposto nel proprio evento di casa, una storyline già conosciuta allo sventurato Jarier.

Il 1976 è iniziato con un terzo posto di Pryce in Brasile, che sarebbe andato a punti anche in altre occasioni. La Shadow ha ottenuto l'ottavo posto in classifica finale, solo con i punti di Pryce perché Jarier non è mai andato oltre il settimo posto, almeno negli eventi ufficiali: il suo apice stagionale è stato un quinto posto alle spalle di Pryce all'International Trophy.
Il 1977 è stato un mondiale tragico, con il tremendo incidente nel quale Tom Pryce ha perso la vita al GP del Sudafrica. Mondiale tragico, ma che in seguito ha riservato anche qualcosa di positivo, come l'unica vittoria ufficiale del team, al GP d'Austria, ottenuta da Alan Jones, il pilota chiamato a prendere il posto di Pryce, già autore di vari piazzamenti a punti e in seguito anche terzo classificato al GP d'Italia.
La scuderia ha chiuso al settimo posto in classifica, grazie anche ai punti ottenuti da Renzo Zorzi e Riccardo Patrese. Zorzi ha iniziato la stagione, Patrese ne ha preso il posto a partire dal GP di Montecarlo, curiosamente disputato nello stesso giorno in cui è nato il primo dei suoi figli. Nel corso della stagione hanno fatto apparizioni one-off Jackie Oliver, Arturo Merzario e, per l'ultima volta con la Shadow, anche Jarier al GP degli Stati Uniti.

Nell'inverno 1977/78 gran parte dei componenti del team l'hanno lasciato per fondare la Arrows (anche questo è uno spoiler sul prossimo articolo), portando con sé anche il main sponsor, e Patrese li ha seguiti divenendo il loro pilota. Jones, frattanto, è passato alla Williams. Dopo una battaglia legale per il progetto copiato dalla Arrows, la Shadow ha ottenuto che il nuovo team non potesse gareggiate con la vettura "ispirata" alla Shadow.
Ciò non ha comunque cambiato molto le cose e per il team è iniziato un declino inevitabile. Il 1978 non è andato neanche malissimo (nel senso, avrebbe visto giorni molto peggiori), con i piloti Hans-Joachin Stuck e Clay Regazzoni occasionalmente a punti e l'undicesimo posto nel mondiale costruttori. L'anno successivo la posizione finale è stata migliore: decimo posto, ma con un solo arrivo a punti, Elio De Angelis quarto nel gran premio finale, mentre il suo compagno di squadra Jan Lammers è rimasto a secco.
Nel 1978 e 1979, tuttavia, occasionalmente è accaduto il peggiore incubo di una squadra di Formula 1: la mancata qualificazione. Purtroppo bel 1980 ciò è diventato il trend, sia per Stefan Johansson sia per David Kennedy. L'unica qualificazione è arrivata in Sudafrica per mano di Geoff Lees, succeduto a Johansson, che ha concluso la gara in tredicesima posizione. Dopo soltanto sette gran premi il team ha chiuso i battenti e i beni di sua proprietà sono stati acquistati da Teddy Yip, titolare della Theodore.


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Milly Sunshine