venerdì 24 marzo 2023

25 anni dopo: 1998 (ESP, MON), l'ascesa continua

Una doppietta McLaren controversa in Australia, una più soft in Brasile, poi l'inattesa vittoria di Michael Schumacher in Argentina: così è iniziato il mondiale 1998, con Mika Hakkinen in testa alla classifica dopo due vittorie e una seconda posizione. A Imola, prima gara europea, è stato costretto al ritiro mentre si trovava in seconda posizione alle spalle del compagno di squadra David Coulthard, al quale è spettato il compito di ottenere la terza vittoria della McLaren in quattro gran premi.
Questo è quanto vi ho raccontato nella prima puntata del mondiale 1998, con Hakkinen che, dopo il ritiro imolese, non ha potuto risalire in classifica tanto quanto si poteva ipotizzare in un primo momento. La McLaren, tuttavia, sembrava assolutamente favorita per il titolo, con poche possibilità per gli avversari - anzi, l'avversario, a parte Schumacher non si sono visti altri piloti così convincenti da potere puntare almeno one-off a un simile status - e con poca sorpresa in Spagna gli Hakoulthard hanno fatto 1/2 in qualifica. Non solo in qualifica, in realtà: hanno fatto anche 1/2 in gara, senza andare incontro ad alcun intoppo, e Hakkinen si è portato a casa la terza vittoria stagionale.

A Montmelò alle Ferrari e alle Benetton è stato lasciato il compito di lottare per le posizioni di best of the rest, con Eddie Irvine e Giancarlo Fisichella terzo e quarto nel primo stint. Scivolato quinto dopo una pessima partenza, Michael Schumacher era ancora quinto precedendo Alex Wurz. Al momento di rientrare ai box, tuttavia, Irvine sembra avere deliberatamente rallentato Fisichella, in modo che Schumacher riuscisse a guadagnare la posizione su entrambe. Sono spiacente, amici ferraristi: le stesse performance per cui avete insultato Valtteri Bottas, esistevano anche quando la Mercedes era solo il motorista della McLaren!
Sono spiacente anche per Checo Perez: in qualità di uomo non sposato, Irvine avrebbe potuto andare ad avvinghiarsi a donne random dopo la gara senza che nessuno battesse ciglio. Che poi, essendo il 1998 invece che gli anni 2020, anche una persona sposata avrebbe potuto stare in atteggiamenti intimi con qualcuno/a che non ne fosse il/la coniuge senza che chicchessia ritenesse opportuno indignarsi per il cattivo esempio dato ai bambini decidendo di riprenderlo e pubblicare foto e video allo scopo di denigrarlo sui social, ma questo è un altro discorso.

Torniamo a Irvine e Fisichella: sono scivolati al quarto e quinto posto, almeno finché Fisichella non ha tentato l'attacco su Irvine, il che è finito con una collisione tra di loro, le vetture ferme nella ghiaia e Fisichella che si è diretto verso il ferrarista mettendosi a sbraitare contro di lui. Inutile dire che invece, secondo Irvine, era proprio il pilota della Benetton il colpevole.
Nel frattempo Schumacher era già terzo da tempo ed è riuscito a rimanere terzo, nonostante più avanti sia incappato in uno stop and go per eccesso di velocità nella pitlane: c'era una certa distanza tra lui e la Benetton di Wurz e Alex non ha potuto fare altro che accontentarsi della quarta piazza, ultimo pilota a pieni giri.
Quinto classificato, Rubens Barrichello ha portato a punti la Stewart, mentre l'ultimo punto è stato artigliato dal campione del mondo in carica Jacques Villeneuve, al volante di una Williams in netta difficoltà, rimontando dalla decima posizione sulla griglia di partenza. Il suo compagno di squadra Heinz-Harald Frentzen ha terminato invece la gara ottavo alle spalle della Sauber di Johnny Herbert.

Il Gran Premio di Montecarlo ha avuto in comune con quello precedente la presenza di sole ventuno monoposto sulla griglia di partenza: il pilota della Tyrrell Ricardo Rosset infatti non è riuscito a stare nel 107% in nessuna delle due occasioni, impresa che al compagno di squadra Toranosuke Takagi, invece, era riuscita senza grosse difficoltà piazzandosi intorno alla 20-21esima posizione senza distacchi abissali da chi lo precedeva.
Hakkinen ha ottenuto la pole affiancato da Coulthard, mentre Fisichella ha strappato la terza piazza precedendo Michael Schumacher. Le posizioni sono rimaste invariate, con questi ultimi due seguiti dai compagni di squadra Wurz e Irvine, quantomeno dopo che questo si è sbarazzato di Frentzen in senso letterale: i due si sono toccati e H.H. è finito in barriera. Era il 1998 e nessuno ha invocato la pena capitale per Irvine, che ha proseguito come se niente fosse.
Frattanto le McLaren erano stabilmente 1/2, ma non lo sono rimaste a lungo: a un quarto di gara il motore di quella di Coulthard ha dato forfait, costringendolo ad abbandonare la gara.

Non che Coulthard fosse un vero e proprio pericolo per Hakkinen, ma il leader del mondiale a quel punto non aveva più decisamente alcun rivale, non restava che determinare chi sarebbe salito sui gradini bassi del podio. Frattanto, ritardando la sosta più degli altri, verso metà gara Wurz faceva il figo in seconda posizione, andando anche a prendere parte a un acceso duello con Schumacher, che con un'entrata abbastanza aggressiva l'ha passato.
Poi ha danneggiato una sospensione con un salto su un cordolo ed è rientrato ai box. Era pronto al ritiro, ma l'hanno fatto tornare in pista. Dopo la sosta, frattanto, Wurz è scivolato quarto dietro a Fisichella e Irvine, ma non se la passava bene, è finito fuori pista andando a impattare contro le barriere.
Hakkinen, Fisichella e Irvine, lontani gli uni dagli altri, viaggiavano verso il podio (nonostante un testacoda senza conseguenze di Fisichella), mentre Jean Alesi su Sauber sperava in una quarta piazza. Ha perso tuttavia la posizione a a vantaggio di Mika Salo su Arrows e a pochi giri dalla fine è stato anche costretto al ritiro.

Dopo l'uscita di scena di Alesi, Villeneuve è risalito al quinto posto, con una Williams ancora una volta decisamente poco performante, per essere il team campione del mondo in carica. Chi se la passava bene era la Arrows: oltre a Salo quarto, si è ritrovata con l'altra vettura sesta, quella guidata da Pedro Diniz.
Quest'ultimo è andato a prendersi l'ultimo punto disponibile, non prima di vivere un'ultima emozione. Un doppiato random, che era sotto di due giri rispetto al leader e uno rispetto a Diniz che invece era doppiato di una sola tornata, ha tentato di sdoppiarsi da Diniz all'ultimo giro, facendo una sbinnata, andando a cozzare contro le barriere con l'anteriore e proseguendo fino all'ormai vicina bandiera a scacchi senza ala.
Terminava così, con una certa mestizia, in decima piazza su undici piloti giunti al traguardo - lo precedevano fuori dalla zona punti Johnny Herbert su Sauber, Damon Hill su Jordan e Shinji Nakano, lo seguiva Tora Takagi - la gara di quel doppiato, Michael Schumacher, che di colpo piombava terzo in classifica, a ventidue punti di distanza da Hakkinen e cinque da Coulthard. La situazione, tuttavia, era molto vicina a un punto di svolta...


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Milly Sunshine