mercoledì 15 marzo 2023

Scuderie vintage: la storia della Arrows

Carissimi lettori, preparatevi a un lungo viaggio che parte alla fine degli anni '70 e arriva ai primi anni 2000, perché oggi parliamo di un team vintage di lunga durata, fondato dall'ex pilota Jackie Oliver, insieme a Franco Ambrosio, Alan Rees, Dave Wass e Tony Southgate, provenienti dalla Shadow, le cui iniziali dei cognomi, adornate da una seconda -R, vanno a comporre il nome Arrows, scuderia che ha sede a Milton Keynes.
La storia del team è iniziata fin da subito in maniera piuttosto turbolenta: uno dei fondatori, l'imprenditore Franco Ambrosio, finisce in carcere in Italia, pare dopo un crac finanziario, vicenda di per sé slegata alla Arrows. Vincenda legata alla Arrows è invece il fatto che la monoposto con cui intende partecipare al campionato, è stata copiata dalla Shadow, che fa causa alla Arrows, la quale deve rivedere totalmente la propria vettura.
Ciò farà sì che il debutto sia rimandato al secondo gran premio stagionale con una monoposto, guidata da Riccardo Patrese, a cui si aggiunge, dall'evento successivo, una seconda vettura. Prima della stagione era stato ingaggiato Gunnar Nilsson, che tuttavia subito dopo ha scoperto di essere malato di cancro. Al suo posto è stato scelto Rolf Stommelen.
Al team sono assegnati i numeri di gara 35 e 36, ma a partire dalla stagione seguente saranno 29 e 30. Il main sponsor nelle prime stagioni è Warsteiner e la livrea è dorata. Personalmente trovo che l'abbinamento forme e colori sia stupendo una delle monoposto più belle della storia, che purtroppo di lì a un paio d'anni lascerà questi colori per prendere il bianco e arancione di Ceramiche Ragno.


La stagione 1978 non inizia male: al secondo gran premio disputato, in Sudafrica, Patrese è addirittura in testa alla gara, quando poi è costretto al ritiro. Otterrà due sesti posti negli Stati Uniti Ovest e a Montecarlo, mentre qualche gran premio più tardi, in Svezia, giunge secondo alle spalle di Niki Lauda sulla celebre Brabham con il ventilatore.
La seconda parte della stagione vede risultati di minore spessore e addirittura Stommelen, ancora a secco di punti, incappa in non qualificazioni o non prequalificazioni. La stagione termina tuttavia con il quarto posto di Patrese in Canada, con cui il team si accaparra il nono posto nel mondiale costruttori, ma non i bonus economici che gli spetterebbero, come penalità per la faccenda della Shadow.
L'anno seguente a fare coppia con il pilota padovano è Jochen Mass. La stagione non è proprio delle migliori, i risultati sono meno rispetto a quelli del 1978, ma entrambi i piloti ottengono qualche punto (una volta Patrese giungendo quinto in Belgio, tre volte Mass con tre sesti posti a Montecarlo, in Germania e in Olanda - quello del Principato è tuttavia una delusione, dato che aveva stazionato in terza piazza prima di avere un problema tecnico), così da ottenere nuovamente la nona piazza in classifica.

Nel 1980 la coppia di piloti è ancora Patrese/ Mass e il miglior risultato si raggiunge a Long Beach (il gran premio celebre per il grave incidente di Clay Regazzoni), quando Patrese, già sesto in Brasile giunge secondo alle spalle della Brabham di Nelson Piquet, suo futuro compagno di squadra di lì a un paio d'anni quando Riccardo passerà presso il team di Bernie Ecclestone.
Mass frattanto va a punti due volte, sesto in Sudafrica e quarto a Montecarlo. A seguito di un incidente in Austria, salta due eventi per infortunio. I suoi sostituti sono Mike Thackwell in Olanda e Manfred Winkelhock al GP d'Italia di Imola, ma non riescono a qualificarsi. Alla fine della stagione il team chiude al settimo posto.
Nel 1981 Patrese ottiene la pole nell'evento inaugurale di Long Beach e dopo avere lungamente leaderato - era il 15 marzo, oggi è l'anniversario - è costretto al ritiro. Otterrà tuttavia due podi, terzo in Brasile e secondo a Imola, risultati che permetteranno al team di chiudere la stagione ottavo, ma saranno gli unici arrivi a punti del campionato.
La stagione è resa anche piuttosto travagliata dagli eventi dl Belgio, in cui un intervento di un meccanico sulla griglia di partenza dopo lo spegnimento della vettura di Patrese rischia di finire in tragedia quando viene comunque dato lo start e il meccanico è investito dall'altro pilota della Arrows, Siegfried Stohr. La stagione del pilota romagnolo di origine tedesca è piuttosto travagliata, manca alcune qualificazioni, e non va oltre il settimo posto in Olanda. Negli ultimi due gran premi sarà rimpiazzato da Jacques Villeneuve Sr (ai tempi ancora noto come Jacques Villeneuve), che non riuscirà a qualificarsi.

Nel 1982 i piloti sono Marc Surer e Mauro Baldi, anche se Surer si infortuna a una gamba al GP del Sudafrica e viene inizialmente sostituito da Brian Henton. La stagione non è eccezionale, ci sono occasionali mancate qualificazioni, con occasionali punti: Surer è quinto in Canada e sesto in Germania, Baldi è due volte sesto in Olanda e Austria, decimo posto nel mondiale costruttori, lo stesso che si ripeterà l'anno dopo.
È solo Surer a ottenere punti nel 1983, andando a punti tre volte nei primi quattro gran premi: sesto in Brasile, quinto a Long Beach, di nuovo sesto a Imola. A Montecarlo potrebbe portare a casa una terza piazza, ma viene speronato da Derek Warwick. Sull'altra Arrows a inizio stagione c'è Chico Serra - eccetto Long Beach dove viene sostituito da Alan Jones - mentre in seguito arriverà Thierry Boutsen, che farà coppia con Surer anche nel 1984 (in cui in seguito a redistribuzione dei numeri di gara, subentrano 17 e 18).
A causa del cambio di motorizzazione in corso d'opera, il team viene classificato con alcuni punti decimo e con altri undicesimo, come se fossero due costruttori diversi, nel mondiale 1984. Boutsen arriva sesto in Brasile e quinto a Imola, mentre in Austria precede Surer, in quinta e sesta piazza rispettivamente: si tratta del primo doppio arrivo in zona punti per il team.

Boutsen rimane alla Arrows anche per i mondiali 1985 e 1986. Nel 1985 giunge secondo a Imola, in quel celebre finale in cui molti piloti finiscono la benzina prima che sia finita la gara. Giungerà poi quarto in Germania e sesto al GP d'Europa. Si ripeterà anche in Sudafrica alle spalle del compagno di squadra Gerhard Berger quinto. Il pilota austriaco chiuderà la stagione con un sesto posto in Australia e il team chiuderà ottavo nel mondiale costruttori.
La situazione peggiora nel 1986, dove la coppia di piloti è Boutsen/ Surer, con quest'ultimo poi sostituito da Christian Danner, autore in Austria dell'unico punto stagionale, che comunque vale la decima piazza nel mondiale costruttori.
Per le tre stagioni successive i piloti sono Derek Warwick ed Eddie Cheever (con la sola eccezione del GP di Francia in cui Martin Donnelly sostituirà Warwick rimasto infortunato in un incidente avvenuto alla guida di un kart) e si susseguono svariati arrivi nella seconda parte della zona punti, con Cheever che va a podio due volte in terza posizione, a Monza nel 1988 (alle spalle delle due Ferrari) e negli Stati Uniti nel 1989. La posizione nel mondiale costruttori è settima nel 1987, quinta nel 1988 e settima nel 1989. In quest'ultimo anno, a seguito di ulteriore redistribuzione, i numeri si gara sono 9 e 10.

Il 1990 è l'ultima (finora) stagione in cui la Arrows gareggia come Arrows, prima di essere ribattezzata Footwork a seguito del cambio di proprietà nel 1991. I piloti sono Michele Alboreto e Alex Caffi. Quest'ultimo, poi autore di un quinto posto a Montecarlo che garantirà il nono posto in classifica costruttori, tuttavia, salta l'evento inaugurale a Phoenix a causa di un infortunio riportato in una caduta in bicicletta e verso fine stagione il GP di Spagna per un infortunio al precedente evento in Portogallo, in entrambi i casi viene sostituito da Bernd Schneider.
La stagione è poco competitiva, ma quella successiva va peggio: mancate qualificazioni e ritiri sia per Michele Alboreto sia per Alex Caffi e Stefan Johansson che si alternano sull'altra vettura. Il miglior risultato della stagione è un decimo posto di Caffi, in una delle poche occasioni in cui le monoposto del team Footwork vedono la bandiera a scacchi.
Alboreto resta per il 1992, dove le cose vanno meglio, ottenendo dei punti in Brasile, Spagna, Imola e Portogallo, sesto nella prima e ultima occasione, quinto nelle due centrali. Il team chiude settimo grazie ai suoi punti, mentre il compagno di squadra Aguri Suzuki non va oltre il settimo posto nel GP di Spagna.

Nel 1993 e 1994 il risultato finale nel mondiale costruttori è il nono posto. Nella prima di queste due stagioni i punti sono ottenuti da Derek Warwick, sesto in Gran Bretagna e quarto in Ungheria, mentre ancora una volta Suzuki non va oltre la settima piazza in gara.
Nel 1994 invece Christian Fittipaldi giunge quarto in due occasioni, Pacifico e Germania, evento in cui quinto giunge Gianni Morbidelli, che si ripeterà con un sesto posto in Belgio. Il pilota italiano rimane anche nel 1995, anche se si alternerà con Max Papis nel corso della stagione. Tutti i punti conquistati dal team - che valgono l'ottavo posto nel mondiale costruttori - sono ottenuti da Morbidelli che giunge sesto in Canada e ottiene anche il podio con un terzo posto a fine stagione in Australia.
Vorrei soprassedere su chi guidi l'altra vettura, ma mi limito a menzionarlo: Taki Inoue, scelto per i suoi sponsor e non certo per le performance, che viene tuttavia ricordato proprio per le performance stesse, in quanto generalmente piuttosto fantozziane.
Per fortuna nel 1996 c'è un salto di qualità, ovvero arriva Ricardo Rosset. A fare coppia con lui, su una Arrows che ricorda come colori la Haas (quella che guidavano Alan Jones e Patrick Tambay negli anni '80) è Jos Verstappen, che giunge sesto al GP d'Argentina, ottenendo l'unico punto stagionale che vale la nona piazza nel mondiale costruttori.


Un nuovo cambio di proprietà riesuma per il 1997 il nome Arrows. Il team ha grandi progetti per il futuro e ingaggia nientemeno che Damon Hill, campione del mondo in carica, affiancato da Pedro Diniz e dai suoi sponsor. La stagione ha un inizio difficile, con quasi solo ritiri. Serve aspettare il GP di Gran Bretagna per il primo punto, che arriva con un sesto posto di Hill.
Due gran premi più tardi, in Ungheria, arriva il momento più importante della stagione: Damon Hill si qualifica terzo e dopo la partenza è secondo alle spalle della Ferrari di Michael Schumacher. Lo supera nel primo stint di gara, portandosi in testa e involandosi verso quella che sembra la prima vittoria della Arrows. La gara va verso le sue ultime battute e Hill ha un notevole vantaggio sulla Williams dell'ex compagno di squadra Jacques Villeneuve. Una rottura al terzultimo giro gli fa però perdere terreno e all'ultimo giro perde la prima piazza, classificandosi secondo.
Hill non ottiene altri punti fino alla fine della stagione, mentre Diniz chiude quinto al GP del Lussemburgo. La squadra si piazza ottava nel mondiale costruttori, mentre nel 1998 si migliora in settima, nonostante i risultati meno soddisfacenti: Mika Salo si piazza quarto a Montecarlo dove Diniz giunge settimo e gli altri punti sono conquistati sempre da Diniz giungendo quinto in Belgio. Entrambi i piloti lasciano la Arrows a fine stagione.

Nel 1999 arriva Pedro De La Rosa, che rimane per due anni, affiancato da Toranosuke Takagi. Al GP d'Australia lo spagnolo giunge sesto, ma è l'unico punto della stagione, che vale tuttavia la nona piazza nel mondiale costruttori. Le cose migliorano almeno in parte - settimo posto - nel 2000, quando De La Rosa ottiene due seste posizioni al Nurburgring e a Hockenheim, mentre il suo nuovo compagno di squadra Jos Verstappen arriva quinto in Canada e quarto a Monza.
Sempre per opera di Verstappen, nel 2001, la squadra ottiene il suo unico punto stagionale, che si traduce nella decima posizione nel mondiale costruttori. Fa coppia in questa stagione con Enrique Bernoldi, che nel 2002 insieme a Heinz-Harald Frentzen sarà l'ultimo pilota a guidare per il team.
È Frentzen l'ultimo a conquistare punti con la Arrows e lo fa due volte, in Spagna e a Montecarlo, ma il team è vicino alla fine, anche a causa di debiti che si accumulano per varie cause legali: con Diniz per essersene andato con i suoi sponsor, con Verstappen che è stato appiedato in favore di Frentzen e addirittura con lo stesso Frentzen che ha un contratto gara per gara, ma apparentemente non viene pagato.
Il team abbandona il campionato a stagione in corso stabilendo il record finale di 382 gran premi senza nessuna vittoria, viene messo in vendita, ci sono voci su un acquisto da parte di Craig Pollock (ex B.A.R.) o di Dietrich Mateschitz (quindi della Redbull, che già era sponsor della Arrows) o da Phoenix per entrare come team nel 2003, ma nulla di tutto ciò va in porto.

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Milly Sunshine