martedì 7 marzo 2023

Indycar 2023: #1 Gran Premio di St.Petersburg

Nello stesso weekend in cui è iniziaro il mondiale di Formula 1 ha avuto inizio anche quello di Indycar, con la pole position di Romain Grosjean (Andretti) per la prima gara della stagione, che prevedeva ben 100 giri e che è iniziata con il botto... in senso letterale, perché nelle retrovie c'è stata una carambola notevole, con almeno sei piloti coinvolti e con Devlin De Francesco (Andretti) già fermo che, speronato da dietro da Benjamin Pedersen (Foyt) si è visto sbalzare in aria. Oltre a loro sono usciti di scena anche Santino Ferrucci (Foyt), i due piloti del team Meyer Shank Simon Pagenaud e Helio Castroneves, nonché Sting Ray Robb (Coyne) di cui sinceramente non ho ancora capito dove finisca il nome e di dove inizi il cognome. Tra tutti loro, Robb (la grafica lo indicava così, deduco sia questo il cognome e che Ray sia un middle name) è stato l'unico che ha proseguito, mentre gli altri cinque sono stati costretti al ritiro.

Mentre Grosjean è rimasto leader per tutto il primo stint, in seconda posizione si sono avvicendati Colton Herta (Andretti) e Pato O'Ward (Arrow McLaren), con Herta primo dei top driver a rientrare ai box, cosa che gli è costata una posizione nei confronti di Marcus Ericsson (Ganassi). Alcuni piloti sono andati più a lungo rispetto alla media, tra loro Scott McLaughlin (Penske), Scott Dixon (Ganassi) e Josef Newgarden (Penske). McLaughlin, che nel primo stint era intorno alla quinta posizione, ha fatto overcut su un buon numero di piloti trovandosi in testa inseguito da RoGro, quando c'è stata una breve caution provocata da un testacoda di Conor Daly (Carpenter) che poi risulta avere regolarmente proseguito la gara. Pare che il testacoda sia stato provocato da un lieve contatto con un'altra vettura. Al restart frattanto c'è stato un accenno di duello McLaughlin/ Grosjean e O'Ward/ Ericsson.

Si è trattato solo di un accenno dato che c'è stato un gran botto: Rinus Veekay (Carpenter) è finito contro una barriera di pneumatici, Jack Harvey (Rahal) l'ha colpito di striscio e Kyle Kirkwood (Andretti) ha cozzato contro quest'ultimo prendendo il volo e ricadendo a terra al di là della vettura di Kirkwood. Il restart dopo questo incidente è stato esattamente a metà percorrenza e Dixon ha strappato la quarta posizione a Ericsson, mentre Herta è stato mandato a muro da un contatto con Will Power (Penske) e la sua gara è finita lì. Risulta ritirato poco più tardi Felix Rosenqvist (Arrow McLaren), mentre per il resto la gara è proseguita normalmente, con il secondo stint che veniva completato. Grosjean è rientrato ai box un giro prima rispetto a McLaughlin, frattanto alle spalle di Augustin Canapino (Juncos) ormai sul punto di essere doppiato, un po' in mezzo in stile Esteban Gutierrez.


McLaughlin ha mantenuto la posizione nei confronti di Grosjean per un soffio, ma l'ex pilota di Formula 1 aveva la velocità per prendersela. A ripensarci, sarebbe stata una bella storia di riscatto personale se la sua prima vittoria in Indycar fosse arrivata proprio nello stesso giorno in cui si svolgeva anche il GP del Bahrein. Le belle storie, però, a volte esistono soltanto nei nostri sogni e McLaughlin e Grosjean hanno cozzato l'uno contro l'altro e sono finiti entrambi contro la barriera di pneumatici. Romain, un tempo principale rivale di Sebastian Vettel per il numero di "f*ck" pronunciati, è sceso dalla vettura e si è messo a imprecare. La sua gara e i suoi sogni di vittoria erano ormai finiti. McLaughlin se la passava un po' meglio, nel senso che la sua gara non è terminata lì, ma dietro la safety car è stato rimesso in strada e ha proseguito, anche se ormai a una tornata di ritardo dal nuovo leader.

Il nuovo leader era O'Ward, seguito da Ericsson e Dixon, quando eravamo ormai a tre quarti di gara. Alexander Rossi, su Arrows McLaren, era terzo, mentre completava la top-5 Callum Ilott. Il pilota del team Juncos si trovava intorno alla ventesima piazza nelle prime fasi della gara. Non se la stava passando male. Chi invece se la passava peggio è stato in seguito Newgarden: mancavano ormai sei giri alla conclusione quando dal posteriore della sua vettura hanno iniziato a uscire delle fiamme poco promettenti, che l'hanno costretto a dirigersi verso la pitlane e a ritirarsi. Ormai solo sedici vetture erano presenti in pista e a pensarci sedici non sarebbero neanche poche, complice il fatto che la griglia quest'anno sia piuttosto estesa: c'erano ben ventisette piloti presenti in pista al via. Anzi, quindici superstiti: pare che Robb si sia fermato proprio in quei frangenti.

Torniamo alle storie di riscatto, perché la gara non era ancora finita. Non potevamo avere una vittoria di Grosjean, che ormai era fuori dai giochi, e tutto ciò che ci rimaneva per consolarci erano i meme a proposito di Grosjean ed Ericsson, quello SkArS0 che rubava il volante in Formula 1 a piloti competitivi e che adesso vive di stent-... ah no, non vive di stenti, è un eroe in qualità di vincitore della passata Indy 500. A tre giri dalla fine ha superato O'Ward e si è portato in testa, andando a vincere, mentre Dixon, Rossi e Ilott completavano i primi cinque, precedendo Graham Rahal (Rahal). Will Power ha terminato settimo davanti ad Alex Palou (Ganassi), Christian Lundgaard (Rahal) e David Malukas (Coyne). Il debuttante Marcus Ericsson (Ganassi) ha finito undicesimo, con Canapino ultimo pilota a pieni giri, mentre McLaughlin, Daly e Kirkwood hanno concluso doppiati.


Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per essere arrivato/a fino in fondo. Se vuoi, fammi cosa ne pensi con un commento. :-) Puoi farlo anche in maniera anonima.

Se sei capitato/a qui per caso ti invito a visitare il mio blog, in particolare le etichette "Commenti ai GP" e "F1 vintage".

Se invece mi leggi abitualmente e sei arrivato/a qui di proposito, ti ringrazio per l'apprezzamento e spero continuerai a leggermi.

Buon proseguimento di giornata (o a seconda dell'orario, di serata, o buona notte). <3

Milly Sunshine