giovedì 30 giugno 2022

Riflessioni sulla vicenda Piquet

Ho aspettato un po' per parlare di questa faccenda, perché penso sia utile avere anche qualche riflessione da fare dopo averci ragionato su (oltre a condannare il gesto, cercare di dire qualcosa che magari non sia il solito copia e incolla, intendo). La faccenda credo la conosciate ormai tutti: l'ex campione del mondo Nelson Piquet ha avuto la deplorevole idea di utilizzare insulti razzisti nei confronti di Lewis Hamilton, durante un podcast registrato a quanto pare alcuni mesi fa, anche se soltanto adesso questa faccenda è venuta alla luce. Avrei tanti commenti da fare, ma credo che il più riassuntivo della situazione sia: WTF?!?! Davvero, non avrei mai immaginato che un giorno potessimo assistere a un simile comportamento da parte di una PERSONALITA' PUBBLICA del motorsport, invece che dal peggio del fanbase random che affolla i social network.

Che il soggetto che l'ha fatto sia proprio questo, invece, devo ammettere che non mi stupisce particolarmente. Stiamo parlando di uno che commenti denigratori, discriminatori e offensivi ne ha fatti anche durante la sua carriera e che non sembra essere maturato raggiungendo la terza età. Anzi, sembra anche peggiorato, perché sinceramente non vedo la ragione per cui avrebbe dovuto fare quello che ha fatto, se non per essere deliberatamente provocatorio. E in modo provocatorio è stato difeso dai suoi parenti (quelli diretti, quello acquisito per il momento tace) sui social, a quanto pare, quindi vedo che la voglia di provocare sembra non averla solo lui. Anche perché, obiettivamente, penso che chi non vuole dire qualcosa almeno pubblicamente sia il grado di non dire qualcosa pubblicamente, specie una persona abituata a parlare in pubblico.

Per il resto ho una cosa da dire, strettamente legata a questo caso. Ho notato che il messaggio di fondo si è un po' perso. Si è partiti da esprimere concetti tipo "Hamilton è un ragazzo gentile ed educato ed è un esempio non solo nello sport ma anche nell'attivismo, dovreste imparare proprio da lui e non da altra gente" a "Hamilton è un ragazzo gentile ed educato, un grande dello sport e impegnato socialmente, quindi non merita tutto questo". Il "e non merita tutto questo" è stato trasformato un "quindi non merita tutto questo". Credo che ci siano tante cose che devono cambiare e che una sia proprio questa: si tende a fare confusione tra la vittima e le qualità della vittima, un po' come se per meritarsi di NON essere discriminati sia necessario essere dei campioni, oppure ragazzi belli e gentili, oppure entrambe le cose.

Per quanto ritenga che quest'ultimo atteggiamento non sia sempre frutto di malizia (anche moltissimi messaggi di fan di Hamilton a suo sostegno mi sembra abbiano rimarcato i suoi risultati e anzi, abbiano tacciato i suoi detrattori di invidia), credo che bisognerebbe focalizzarsi sul fatto che 1) nemmeno uno scarso che non ha particolari qualità umane meriterebbe di essere offeso con insulti razzisti, 2) chiunque sia scarso e abbia scarse qualità umane può essere criticato per questa ragione senza dovere minimamente scomodare la sua etnia. Questo è il tipo di mondo a cui dovremmo ambire, ma mi rendo conto che ne siamo ancora molto lontani. Anzi, mi rendo conto che ne siamo giorno dopo giorno sempre più lontani, in un mondo che, fingendo di volere andare avanti, invece sembra andare sempre più indietro. Credo che su questo non ci piova.

Veniamo appunto adesso a qualcosa che ho da dire non legato specificamente a questo caso, ed è la mia spiegazione a quanto ho scritto sul fatto che sembra si voglia tornare indietro. Da un lato è vero che in questo periodo storico c'è una maggiore attenzione a un certo tipo di tematiche, ma da questo lato mi sembra che spesso vengano svuotate dei propri contenuti (se vogliamo rimanere in ambito Formula 1, vedi "non merita insulti razzisti perché è il miglior pilota di sempre" o in alternativa "se dici che non è il miglior pilota di sempre allora questo fa di te un razzista"). Dall'altro lato è vero che certi pregiudizi radicati nella società tendono progressivamente a scomparire e c'è maggiore apertura mentale, ma al contempo sembra che stia cambiando anche il razzista medio: non è più una persona di mentalità chiusa con limiti di istruzione o cultura che messa di fronte alla realtà potrebbe schiarirsi le idee.

Il razzista medio di oggi - o il discriminatore medio - non è semplicemente una persona ignorante in generale che dà sfoggio della sua ignoranza, ma proprio qualcuno che dà l'idea di farlo per scelta consapevole, volere comportarsi così proprio per apparire spaccone o trasgressivo. E per quanto possa essere bello vivere in un mondo in cui non c'è più una parte di società che bisbiglia e dice sottovoce cose che "non sta bene dire in pubblico", non mi sembra che sia stata rimpiazzata da gente molto migliore. Anzi, diciamo che è stata rimpiazzata da gente che ha deliberatamente deciso di dare sfoggio del peggio di sé, gente che si comporta così proprio per sentirsi superiore o per stare al centro dell'attenzione. Ecco, qualcuno di questi soggetti c'era anche trenta o quarant'anni fa ed è proprio quello da cui siamo partiti, ma mi sembra che al giorno d'oggi ce ne siano giorno dopo giorno sempre più, specie tra la gente comune a cui i social danno voce.


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