mercoledì 13 aprile 2022

Peripezie nordamericane fatte di doppiati e di motori rotti // GP Canada 1977

Carissime marmotte del Quebec, oggi parliamo di quando il Gran Premio del Canada non si svolgeva ancora a casa delle marmotte del Quebec, ma piuttosto sul circuito Mosport, nella sua ultima edizione in tale location già vista negli anni precedenti. Purtroppo essendo un gran premio nordamericano degli anni '70 dobbiamo accontentarci di brevi highlight e di fonti scritte invece che dell'intera gara, ma vi assicuro che di cose che bollono in pentola ce ne sono tante. Tanto per cominciare il gran premio non doveva nemmeno più svolgersi a Mosport, ma si è scelto di utilizzare comunque quel circuito in assenza di altri circuiti canadesi sui quali si potesse svolgere l'evento, il penultimo della stagione (quello seguente è stato il GP del Giappone). La sicurezza del tracciato, tuttavia, è stata più volte messa in discussione e secondo le voci di corridoio dell'highlight principale che ho visto, della TV francese, veniva descritto come un tracciato più pericoloso del vecchio Nurburgring.

Tutto ciò non prometteva molto bene, ma rendendo possibile affermare che i piloti degli anni '70 erano very uominy diversamente da quelli attuali, possiamo sentirci piuttosto appagati dagli eventi. Chi non doveva sentirsi appagato dall'essere lì era invece Niki Lauda, vicino al passaggio in Brabham e recentemente divenuto campione del mondo nel precedente GP d'Italia. Ha infatti culminato i giorni che precedevano il weekend decidendo di lasciare in modo random la Ferrari, come solo i traditorihhhh della patriahhhh sanno fare. Se n'è direttamente tornato a casa e la Rossa ha schierato due monoposto guidate da Carlos Reutemann e Gilles Villeneuve. Quest'ultimo avrebbe dovuto guidare una terza vettura che la Ferrari aveva deciso di schierare per l'evento. Sulla base dei risultati delle qualifiche, viene da pensare che Lauda non abbia fatto poi così male ad andarsene a casa, ma nevermind.


Dagli highlight, che comprono praticamente tutto il weekend a parte l'evento più adatto a un post scandalistico, che ho visto in un altro video, si può notare come un paio di occhi azzurri su un pannello pubblicitario svettasse sul circuito. Non so se cosa avrebbero pensato le Tumblrer se fossero esistite all'epoca (e soprattutto se fosse esistito Tumblr, perché di ragazze che sognavano di diventare groupie dei piloti dovevano essercene a dozzine anche ai vecchi tempi), forse si sarebbero comunque lamentate che, in probabile assenza di trasmissioni televisive full event, avrebbero avuto ben poche possibilità di vedere invece inquadrati in primo piano piloti con la visiera del casco alzata che mostrassero di avere occhi anche più azzurri di quelli raffigurati sul pannello pubblicitario. Questo, però, non ci tocca, procediamo e andiamo a toccare subito il punto dolente.

Vi ho riferito che il circuito veniva considerato troppo pericoloso ed è stato appurato anche nella realtà: il pilota della Hesketh Ian Ashley, in una sessione di prove libere, ha avuto un violento incidente nel quale la sua vettura è cappottata e ha riportato fratture alle gambe. Sembra che che i soccorsi siano stati lenti e che siano passati anche diversi minuti prima che fosse estratto dall'abitacolo. Dell'incidente di Ashley ha parlato anche Jacques Laffite, uno dei tre piloti intervistati nel corso dell'highlight (era proprio lui che spiegava la dinamica). Gli altri sono stati Gilles Villeneuve e Jean-Pierre Jabouille. Mentre Laffite ha parlato di sicurezza, Jabouille ha parlato della delusione per non essersi qualificato (ma una gioia per costui arriverà mai?) e a Villeneuve è stato invece chiesto dal giornalista per prima cosa quanti anni avesse. Ha risposto di averne venticinque e subito dopo ha assunto un'aria da furbetto piuttosto inquietante.


La sua espressione, con la consapevolezza che abbiamo oggi a proposito del fatto che sostenesse di avere un'età fasulla, lascia pensare che si stesse auto-compiacendo della sua finta età. Non siamo qui tuttavia per parlare delle finte età dei piloti, quanto piuttosto della gara e del fatto che i piloti erano very uominy. Viste le condizioni di sicurezza alquanto discutibili, dopo un forte acquazzone al sabato, molti avrebbero dichiarato di essere pronti a ritirarsi per questioni di sicurezza qualora la pioggia si fosse ripresentata in gara. La pioggia, però, non si è ripresentata in gara, che ha visto Mario Andretti partire dalla pole position ed essere lungamente inseguito da James Hunt. I due avevano un ampio vantaggio nel corso degli inseguitori e, mentre erano rallentati da dei doppiaggi, Hunt è riuscito a portarsi in testa superando Andretti. Poi è stato costretto al ritiro per un incidente con un doppiato: il doppiato in questione era il suo stesso compagno di squadra Jochen Mass.

Hunt è finito violentemente a sbattere e, dopo essere sceso dalla vettura, ha accennato ad attraversare la pista (è questa la parte scabrosa vista nel video a sé stante, o meglio quello che succede tra un po') fintanto che non è stato trattenuto da un commissario di percorso. A quel punto Hunt ha tirato un pugno al malcapitato commissario, che è stramazzato a terra. Nel frattempo la gara di Andretti proseguiva senza intoppi con un ampio vantaggio nei confronti di tutto e di tutti, fino a una manciata di giri dalla fine, quando ha rotto il motore ed è stato costretto al ritiro, così come un paio di disgraziati che si sono ritrovati sull'olio sparso sulla pista dalla sua monoposto. Jody Scheckter (Wolf), Patrick Depailler (Tyrrell) e nientemeno che Jochen Mass (McLaren) sono finiti a podio. Hanno completato la zona punti varie nostre vecchie conoscenze, ovvero Alan Jones (Shadow), Patrick Tambay (Ensign) e Vittorio Brambilla (March), nonostante l'incidente di quest'ultimo sull'olio uscito dalla Lotus di Andretti.



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Milly Sunshine