giovedì 30 dicembre 2021

La gara più combattuta di sempre: GP Italia 1971

Non so se conoscete la sensazione, una tarda serata d'inverno mettervi a guardare una gara su Youtube, sentendovi fortunati di averla trovata, e poi il giorno dopo sentirvi come se aveste vinto anche voi uno scontro con il cronometro, perché quella gara ormai da Youtube è stata rimossa. È il caso del Gran Premio d'Italia 1971, che ho trovato con telecronaca francese. Disputato a Monza, il "tempio della velocità", lascia intendere perfettamente perché Monza fosse da considerarsi il "tempio della velocità". Ai tempi era un circuito più veloce rispetto alla sua configurazione successiva e su quel tipo di circuito erano possibili gare come questa, con delle dinamiche più da speedway che da circuito di Formula 1.

La pole position se l'è procacciata Chris Amon su Matra, partendo quindi accanto alla Ferrari di Jacky Ickx, alle BRM di Jo Siffert e Howden Ganley (due delle varie BRM presenti), alla Tyrrell di François Cevert, alla March di Ronnie Peterson, alla Tyrrell di Jackie Stewart e, in ottava posizione, la Ferrari di Clay Regazzoni. È quest'ultimo a prendere la testa della gara e i telecronisti osservano che siccome guida una Ferrari non verrà penalizzato per jump start. La ragione della sua partenza così fulminea è che è stato dato il via prima che tutte le vetture fossero ferme sulla griglia e, di conseguenza, chi non si era ancora fermato del tutto è partito più rapidamente. Quindi tecnicamente non sono i piloti ad avere fatto jump start, ma chi ha dato il via, ad essere penalizzato dovrebbe essere il direttore di gara.

Non è chiaro quanto tempo esattamente Regazzoni passi in testa, poche curve, e non è chiaro neanche quanto a lungo stia in testa chi lo passa subito dopo. I piloti sono tutti molto vicini e non fanno altro che superarsi a vicenda, un po' appunto come succede durante le gare di Indycar sugli ovali. Nel frattempo, a centro gruppo e nelle retrovie, c'è chi inizia ad avere dei problemi. Una BRM rientra ai box e si ritira. Stava in 11^ posizione fino a quel momento, una posizione che se fosse occupata al giorno d'oggi da un pilota della Toro Rosso, Helmut Marko penserebbe a quando appiedarlo. Nel 1971, però, il pilota random 11° che si ritira per guasto al motore non viene valutato per le sue performance da Helmut Marko... il pilota random 11° che si ritira per guasto al motore è lui stesso Helmut Marko!

Ci abbandona per problemi tecnici anche John Surtees al volante di una monoposto della sua stessa scuderia, mentre il suo compagno di squadra Mike Hailwood, ugualmente proveniente dal mondo del motociclismo, partito 17° inizia ad avvicinarsi sempre più al gruppo di testa. Si ritirano anche Tim Schenken (Brabham), Silvio Moser (Bellasi) e Nanni Galli (March), poi, mentre ci avviciniamo sempre più a un terzo di gara, iniziano a uscire di scena anche protagonisti illustri. Si ritira infatti Stewart, che era in lotta per il podio al momento con Peterson e Cevert. Si ritira anche Ickx, che era poco più indietro. Poi si ritira anche Regazzoni, che era in zona podio virtuale. Con il ritiro di Ickx e Regazzoni non ci sono più Ferrari in pista. Immagino la soddisfazione degli spettatori presenti a Monza. Chissà se qualcuno parla di gara falsata dall'affidabilità.

Nei giri che seguono c'è una vera e propria strage di March, si ritirano infatti Andrea De Adamich, Henri Pescarolo e Mike Beuttler, mentre il debuttante Jean-Pierre Jarier ha problemi vari ed è costretto ai box ogni tre per due. Quando rientra ai box De Adamich, il telecronista osserva, prima che venga inquadrato fermo, che se fosse De Adamich la regia italiana l'avrebbe già inquadrato, perché così come in Francia vengono seguite le gare dei piloti francesi, in Italia si seguono con attenzione le gare dei piloti italiani. Dopo la descrizione di uno scenario così immaginario e fantascientifico, credo che possiamo chiudere questo capitolo e andare avanti, parlando di una considerazione fatta sui piloti francesi dal telecronista, non perché siano francesi, ma perché è una considerazione a mio parere molto interessante.

Il telecronista parla di come François Cevert sia la rivelazione dell'anno, mentre Henri Pescarolo e Jean-Pierre Beltoise (assente da questo evento) passino un po' più in secondo piano. Secondo il telecronista sono tutti e tre validi e spiega ai telespettatori che i piloti non vanno giudicati solo in base ai singoli risultati, ma che devono essere considerati molti fattori, come il fatto che non tutti siano messi in condizione di puntare agli stessi risultati. Sono passati cinquant'anni da allora, eppure sembra che questo concetto non sia ancora così tanto chiaro. Anzi, più si va avanti e più c'è il rischio che diventi sempre meno chiaro, dato che siamo nelle mani di drivertosurviver e media che danno corda a questo tipo di soggetti. Tornando a Cevert, questo lo aggiungo io, non c'è da stupirsi he vada così veloce: deve sicuramente scappare da un esercito di donne in delirio.

A poco a poco davanti si formano dei gruppetti più compatti, invece di sei o sette piloti che lottano per la prima posizione superandosi a vicenda ce ne sono solo tre, con altri tre che li seguono un po' più distanziati, sempre superandosi a vicenda. Questo, almeno, finché i due gruppetti di tre non si uniscono, dando di nuovo luogo a una situazione in cui un sestetto di piloti lotta per la vittoria. Ogni tanto passa in testa anche Hailwood che in qualità di pilota del motomondiale è un perfetto rappresentante dei duelli e dei sorpassi! Poi va in testa anche Amon, ma si sa che Amon ha come spirito guida il gatto nero e, tra il sestetto dei piloti di testa, è quello che viene distanziato mentre si va verso la fine e il sestetto diventa un quintetto. Nel frattempo, a gara inoltrata, Graham Hill si ritira nel box della Brabham. Secondo il telecronista, è un'ecatombe di ritiri.

L'ecatombe del telecronista francese mi ricorda la falcidia tanto citata da Poltronieri. Non solo, i piloti vengono anche definiti, a un certo punto della gara, "les concurrents". Il mashup più stylish, però, è quando si vede nella pitlane uno speaker che parla al microfono e quello speaker potrebbe essere Mario Poltronieri! Non ne sono sicura al cento per cento, ma secondo un utente che ha commentato il video si tratta proprio di Poltronieri e andando a cercare delle sue foto da giovane è molto probabile. Dopo questa contaminazione italo-francese potrei anche chiudere il post perché abbiamo raggiunto l'apoteosi, ma non è finita, la gara sta andando verso la conclusione, Cevert è in testa e potrebbe essere la prima vittoria di un pilota francese dalla notte dei tempi.

Niente da fare per Cevert e i suoi occhi azzurro shocking, Peterson lo trolla quando mancano un paio di curve, ma tutti e due vengono trollati da Peter Gethin (BRM) che va a vincere la sua unica gara di Formula 1, peraltro gareggiando come one-off. Peterson e Cevert vanno a podio davanti a Hailwood e Ganley tutti racchiusi in pochissimo spazio. Chris Amon chiude la zona punti, mentre settimo si classifica, su McLaren, Jackie Oliver (colui che di lì a qualche anno avrebbe fondato la Arrows), con a seguire Emerson Fittipaldi al volante di una Lotus di un team privato (il team ufficiale non si è presentato a Monza), poi la BRM di Jo Siffert e la McLaren di Jo Bonnier. Dieci vetture vengono classificate, anche se in realtà dovrebbero essercene undici in pista, in quanto Jarier è doppiato di moltissimi giri, ma ancora presente.


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