venerdì 27 novembre 2020

Il titolo e lo split con Penske: la stagione di Helio Castroneves

Il 2020 è stato ed è tuttora un anno molto particolare per il motorsport, che ci ha riservato anche delle sorprese non da poco (a condizione di non focalizzarsi solo ed esclusivamente sulla Formula 1, dove le cose stanno andando esattamente come le avevamo lasciate l'anno scorso - no, okay, non del tutto, abbiamo avuto anche una vittoria della Tororossodifaenzahhhh, qualcosa che andasse contro le aspettative c'era anche lì), una delle quali dobbiamo andare a stanarla negli States.
IMSA, nello specifico, campionato che iniziava lo scorso gennaio con la 24 Ore di Daytona (vincitori Renger Van Der Zande, Ryan Briscoe, Scott Dixon e Kamui Kobayashi), rimaneva sospeso nel limbo per quasi un semestre e poi riprendeva fino a una decina di giorni fa, terminando con la 12 Ore di Sebring. Questo campionato è stato vinto dal team Penske, con i piloti Ricky Taylor e Helio Castroneves. Magari così, a primo impatto, potrebbe essere scontato pensare: "va beh, perché questo dovrebbe fare notizia?"... e c'è una ragione per cui fa notizia: incredibile a dirsi, dato che stiamo parlando di uno che ha vinto ben tre Indy 500, ma si tratta della prima volta nella storia in cui Castroneves vince un campionato di automobilismo.

Di per sé già questo basterebbe per fare notizia, ma ancora più incredibilmente non è tutto: al termine di questa stagione si è consumato anche un evento che poteva apparirci impossibile soltanto fino a pochi mesi fa, ovvero lo split tra Penske e Castroneves, dopo appena vent'anni. Correva infatti l'anno 2000 quando, ancora durante gli anni della scissione IRL/CART, Helio iniziava a vestire i colori del team Penske, con il quale, appunto, sarebbe rimasto fino a quarant'anni suonati e oltre, vincendo per tre volte una delle gare più importanti al mondo, appunto.
Non è mai stato definitivamente messo alla porta, anche se a suo tempo sosteneva di aspettarsi di fare un'altra stagione completa in Indycar. Le sue aspettative non sono state confermate, ma è rimasto un pilota Penske, seppure in un altro campionato, e in Indycar ha fatto delle presenze one-off. Niente e nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere Castroneves indossare altri colori. Invece è esattamente quello che è successo, già verso la fine della scorsa stagione di Indycar, quando ha gareggiato per Arrow McLaren in sostituzione dell'infortunato Askew.

Di recente è stato annunciato il suo ritorno in Indycar, con un programma part-time per disputare sei gare su una seconda vettura del team Shank nel 2021. Lo ammetto, ho accolto questa notizia con una certa soddisfazione, anche se si tratta di un V3KkYaCçY0 MaL3FìK0!!11!!11!!!1!! che si tingehhhh i capellihhhh per sembrare più giovane!!11!!!111!!!111!!1! O almeno, che si tinga i capelli è stata un'insinuazione del suo best friend forever Tony Kanaan pochi giorni fa su Twitter, quando veniva annunciato tra una cosa e l'altra anche l'ingaggio di Kanaan da parte di Ganassi, per disputare le gare su ovali al volante della vettura che nelle altre occasioni è riservata a Jimmie Johnson.
In una sola frase, il campionato di Indycar ci insegna che alla fine l'età è solo un numero e che, se i Castronaan saranno ancora in Indycar nel 2021, significa che tutto sommato sono ancora due giovanihhhh promessehhhh. Solo una cosa mi dispiace parecchio, da loro shipper (dopotutto anche loro si shippano da soli, perché non dovremmo shipparli noi comuni mortali?): in molte delle gare di Castroneves non ci sarà Kanaan e viceversa. Però questo ha anche dei lati positivi: dato che gareggeranno uno per volta, potranno tifare l'uno per l'altro in stile cheerleader.

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