Attualmente il GP del Belgio si svolge nel mese di luglio, ma c'è stata un'epoca storica in cui veniva disputato alla di agosto, epoca neanche troppo lontana nel tempo, ma ho deciso di raccontarvi un'edizione abbastanza datata, che di svolgeva vent'anni fa. Era il 29 agosto 2004 e al termine del primo giro le Renault di Jarno Trulli e Fernando Alonso si allineano dietro la safety car. Michael Schumacher era quarto tra le due McLaren di David Coulthard e Kimi Raikkonen e per il momento la situazione non prometteva troppo bene, considerato che poteva essere il giorno della sua settima iride. Ma finché c'è gara c'è speranza, anche se vari piloti non erano più in gara, vista la numerosa serie di contatti che si erano innescati alla partenza.
Pare che tutto sia iniziato quando Mark Webber ha tamponato Rubens Barrichello: la Jaguar con ala anteriore danneggiata era incontrollabile e l'australiano ha cozzato contro la B.A.R. di Takuma Sato. Anche il compagno di squadra di costui, Jenson Button, è stato coinvolto a qualche titolo, ma il botto più grosso ha coinvolto le Minardi di Gimmi Bruni e Zsolt Baumgartner, nonché la Jordan di Giorgio Pantano. Webber, Sato, Bruni e Pantano sono stati costretti al ritiro, altri piloti sono rientrati ai box per danni riportati, tra loro anche Olivier Panis su Toyota e Felipe Massa su Sauber.
Al restart, Raikkonen si è involato verso il terzo posto che poi sarebbe diventato leadership dopo il primo stint: se Alonso ha finito la gara con un testacoda innescato da un guasto, Trulli ha perso alcune posizioni e poi altre a seguito di un contatto con la Williams di Juan Pablo Montoya. Quest'ultimo ha proseguito la gara senza perdere posizioni: era a quel punto terzo dietro a Raikkonen e Schumacher, ma si sarebbe successivamente ritirato a causa di una foratura, andando a fare compagnia al compagno di squadra Antonio Pizzonia già messo out da un problema al cambio.
L'attrition rate è stato molto elevato, con Button che a un certo punto a causa di una foratura aveva perso il controllo colpendo Baumgartner e Coulthard che nelle prime fasi dopo il restart aveva forato a propria volta e si trovava nelle retrovie.
Le retrovie, tuttavia, non erano il male assoluto visto che ormai solo una manciata di vetture era ancora in pista: la Jordan di Nick Heidfeld risulta persa per strada per qualche motivo, la Toyota di Ricardo Zonta in assenza di B.A.R. Honda in pista ha regalato l'appuntamento con il motore giapponese in fumo.
Intanto abbiamo perso per strada Rubinho, ma lui non si era affatto perso per strada, andando a risalire, dopo il ritiro di Montoya, in terza posizione. A proposito di Zonta, preparatevi moralmente, perché sto per dirvi una cosa terribile, ovvero che il ritiro sopracitato è avvenuto mentre era ben quarto. Gli è subentrato Massa, con quinto il compagno di squadra Giancarlo Fisichella.
Christian Klien su Jaguar ha portato a casa i punti della sesta piazza, i primi della sua carriera in Formula 1, mentre Coulthard è riuscito ad arrivare settimo. Panis ha conquistato l'ultimo punto disponibile, mentre Trulli non ha avuto lo stesso onore, chiudendo al nono posto, ultimo pilota al traguardo.
Non ne ho parlato molto, ma Raikkonen in testa nel secondo stint lo è rimasto anche nel terzo, vincendo davanti alle due Ferrari. Schumacher ha conquistato il settimo titolo, impresa che finora soltanto Lewis Hamilton ha eguagliato, e non rimaneva altro che un ultimo appuntamento europeo, a Monza, prima di andare in Asia e poi in Brasile.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
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