sabato 29 febbraio 2020

Ne resterà una sola... o forse no

Ladies and gentlemen, start your engines e, se siete vere ladies, armatevi di armi di distruzione di massa, che il vostro obiettivo deve essere quello di devastare il resto della popolazione femminile, un po' come se fosse il video di "Bad Blood" di Taylor Swift, canzone chiaramente ispirata agli anni trascorsi dai Rosbilton come compagni di squadra. Oggi, infatti, parliamo di un argomento che negli ultimi tempi ha iniziato a cadermi spesso sotto gli occhi.
Un paio di giorni fa ho assistito a un nuovo tassello di questa tendenza dell'epoca contemporanea ed è accaduto quando è stato annunciato l'ingaggio di Sophia Florsch da parte del team Campos di F3 (la ex GP3, per intenderci). Un opinionista olandese(?) faceva la seguente osservazione: Jamie Chadwick, con il budget e il supporto della W Series, non è riuscita a trovare un volante in F3, mentre c'è riuscita Sophia Florsch, che si è contraddistinta per essere una "hater" della categoria. Invitava quindi a trarre ciascuno di noi le nostre conclusioni.

L'unica conclusione che ne traggo io è che ci sia un'esasperazione, specie da parte degli addetti ai lavori, per ingigantire le rivalità femminili nel motorsport, anche a distanza. Infatti Florsch e Chadwick non hanno MAI gareggiato l'una contro l'altra e, da quando ho memoria, non hanno MAI gareggiato nemmeno nelle stesse categorie.
Questo significa che viviamo in un mondo in cui finora Sophia e Jamie sono coesistite senza mai avere di fatto nulla a che fare l'una con l'altra, che hanno scelto di intraprendere percorsi diversi.
Peraltro, la Florsch è intervenuta dopo che qualcuno aveva suggerito che avesse più sponsor per via della maggiore popolarità, sostenendo di non avere sponsor che pagano per lei. E' intervenuta Alice Powell, che le ha chiesto se gareggiasse gratis, al che la Florsch le ha risposto, testualmente "no, ho i soldi, hai qualche problema?"... di conseguenza pare che, per propria ammissione, Florsch abbia un volante in F3 perché aveva i fondi per pagare (cosa piuttosto normale, nelle serie junior).

Questo cosa significa? Al di là del fatto che molti altri piloti sarebbero stati messi in croce per avere scritto un tweet analogo invece che ricevere dei like, quello che ci interessa è la parte puramente concettuale. In sintesi, è andata così:
Opinionista: "La Florsch ha un volante in GP3 snobbando la W Series, mentre la Chadwick non ce l'ha pur avendo fatto la W Series e avendola vinta."
Soggetto random: "La Florsch è più sponsorizzata."
Florsch: "Naaaahhhh, non sono gli sponsor che pagano per me e non ho bisogno dei bonus della W Series."
Powell (ex pilota GP3): "Quindi corri gratis?"
Florsch: "No, ho i soldi, diversamente da te che sei povera."
Questo significa, in sintesi, che se Chadwick fosse stata in possesso della stessa quantità di soldi della Florsch o se, possedendola, fosse stata desiderosa di un passaggio immediato in F3, l'avere fatto la W Series probabilmente non sarebbe stata una cosa vincolante (poi, non mi stancherò mai di ripeterlo, la Chadwick ha fatto anche la F3 Asia, di fatto la versione asiatica della F.Regional europea).

Il concetto più profondo che posso estrapolare da questa vicenda è che, a mio parere, ci sia troppa enfasi sul fatto che debbano esserci per forza una scelta giusta e una scelta sbagliata, trainata proprio dalla questione di genere. Il messaggio di fondo è: partecipare alla W Series è o al 100% giusto o al 100% sbagliato e chi farà carriera, alla fine, dimostrerà di avere ragione.
No, fermi tutti. Perché dovrebbe essere così? Al di là di tutte le questioni etiche che riguardano LA SERIE, penso che bisognerebbe tenere separato il campionato da chi vi gareggia, specie alla luce del fatto che la W Series ha sì l'obiettivo di essere un campionato per sole donne, ma ha anche la peculiarità di FINANZIARE la stagione delle sue partecipanti, ingaggiate dopo un'apposita selezione. Di conseguenza c'è chi ha scelto di gareggiare in questa categoria anche e soprattutto per potere gareggiare in una serie open wheel senza avere i big money per farlo altrove e per procurarsi degli sponsor grazie a un'esposizione mediatica che altrimenti non avrebbe.
Quindi non c'è da discutere del fatto che ci sia una scelta giusta e una scelta sbagliata, quanto piuttosto del fatto che ci sia anche chi non ha molte scelte.

In più si parte dal presupposto che dalle attuali formule minori debba uscirne UNA SOLA donna di successo, che solo una debba arrivare a gareggiare ad alti livelli (se non in Formula 1, in serie come Formula E o cose del genere). Spesso, l'Unica Eletta viene identificata nella Florsch o nella Chadwick, come se ci fosse la convinzione innata che l'unico modo che una donna ha per fare successo sia l'annientare tutte le altre donne esistenti.
In tutta obiettività, mi sembra un discorso molto campato in aria, sia per questioni di poca fondatezza, sia per questioni commerciali. Infatti quando è stato il momento di maggiore presenza femminile nel motorsport? Esatto, l'epoca di Danica Patrick. La grande prominenza di quest'ultima non ha sbarrato le porte alle altre ragazze, quanto piuttosto ha portato al loro incremento. C'erano altre donne in Indycar, c'era una donna in Champ Car, c'erano donne in Road to Indy, c'erano donne nel DTM... si è arrivate a gare di Indycar in cui c'erano ben quattro o cinque donne al via... che è, essenzialmente, come sarebbe avere tre donne al via di una gara di Formula 1.

In più, vedendo per forza la Formula 1 come obiettivo finale e vedendo per forza Florsch e Chadwick come le uniche potenziali candidate, a mio parere si commettono due grossi errori di valutazione.
Il primo è che, appunto, la Formula 1 non è l'unica serie di elevato spessore. Vedere donne in Indycar, in Formula E, il LMP1 a Le Mans o anche nel DTM, sarebbe comunque un enorme risultato e non dovrebbe essere sminuito per il solo fatto che "non è la Formula 1".
Il secondo è che la prossima donna in Formula 1 potrebbe non essere né la Florsch né la Chadwick. Per quanto riguarda specie una delle due (quella che non ha corso in F3 Asia) la rincorsa ai punti superlicenza potrebbe essere mooooolto lunga e piena di insidie e, soprattutto, le Flodwick sono le più prominenti donne delle formule junior oggi come oggi, ma non sappiamo che cosa ci riserverà il futuro. Oltre a loro bisogna tenere d'occhio anche quelle che ogni anno debuttano in F4. Probabilmente molte di loro saranno a un livello inferiore, ma mai dire mai. La prossima donna in Formula 1 potrebbe anche essere una di quelle di cui non sappiamo ancora nulla, perché magari si sta apprestando proprio ora a fare il grande salto dai kart alla F4.

Quello che mi sento di dire in conclusione è: teniamo d'occhio il panorama e smettiamola di costruire una rivalità artificiale tra gente che gareggia in campionati diversi, come se fosse una questione in cui soltanto una puà sopravvivere.

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