venerdì 22 novembre 2019

Voglio essere controcorrente come un crash tra le Rosse

So che quello che sto per scrivere potrebbe non piacere per niente e sono consapevole del fatto che, con tutta probabilità, non sarete d'accordo con me. Non pretendo che il mio parere venga condiviso. So che, come appassionata, la mia collocazione nel mondo non è mai stata molto chiara. Forse era destino che fosse così. Quando ero piccola possedevo cinque modellini di Formula 1: due uguali della Ferrari (uno me l'aveva comprato mio nonno, non sapendo che mio padre me ne avesse già comprato uno uguale), uno della McLaren, uno della Williams e uno della Benetton (credo che quest'ultimo mio padre l'avesse comprato durante una trasferta di lavoro in Veneto, perché dalle nostre parti non si trovava, e in effetti era un modellino di una monoposto più vecchia rispetto alle altre). Ci mettevo nell'abitacolo gli omini dei Lego e mettevo le auto in una sorta di parcheggio immaginario, inventandomi conversazioni che nulla c'entravano con il motorsport. C'erano vetture ma non c'erano team, un po' come alla fine nessun team mi è mai entrato davvero nel cuore, nessuno di quelli che contano, almeno. Altri ce l'hanno fatta, ma questo è un altro discorso.

Quando ero piccola faticavo a ricordarmi i nomi di molti piloti. Ironia della sorte, conoscevo quattro o cinque nomi e c'era soltanto un team di cui ricordavo chi fossero entrambi i piloti: era la Ferrari, erano Alesi e Berger. Non era un'epoca idilliaca, per la Rossa, non lo era da anni e non lo sarebbe stata per anni. Però ricordo questo, Alesi e Berger, che ricordo in coppia, perché se esisteva uno esisteva anche l'altro.
È esattamente quello che è mancato nelle epoche successive, a parte occasionalmente ai tempi di Raikkonen e Massa. C'era un pilota di punta e c'era uno "zerbino", la scelta che pagava sempre, quella che portava a vittorie in successione... o almeno è quello che viene raccontato al giorno d'oggi, da quel filtro che ricorda solo ciò che è opportuno ricordare e che dimentica tutto ciò che non serve alla causa che si vuole dimostrare.
La Ferrari ha vinto mondiali ai tempi di Schumacher e Barrichello, questo sì. Però non li ha vinti ai tempi di Schumacher e Irvine, così come non li ha vinti ai tempi di Alonso e Massa.

Sono un'appassionata di vecchia data e, da vecchia data, non ricordo veri duelli tra i piloti Ferrari, a parte qualche rarissima occasioni. Me ne viene in mente uno, durato poco, tra Alonso e Raikkonen in Bahrein 2014, ma il resto è quasi il nulla cosmico. Perché l'interesse del team viene prima di quello della squadra, certo, ma vogliamo parlare di stagioni come il 2002 e il 2004? Anche con un mondiale già assegnato, le posizioni venivano rigorosamente congelate. O meglio, la differenza era che, prima del mondiale, Barrichello doveva lasciar passare Schumacher se davanti, dopo le posizioni dovevano rimanere invariate anche nei casi in cui Barrichello era davanti. Il massimo che era consentito era lanciarsi stile drag race verso il traguardo dell'Indy Road Course alla penultima gara della stagione 2002. O almeno è quello che mi piace immaginare, perché la spiegazione ufficiale è che Schumacher scambiò la safety car line per la linea del traguardo perdendo la posizione a vantaggio di Barrichello per quella ragione.

Quando domenica ho visto Leclerc superare Vettel e subito dopo ho visto Vettel che tentava un controsorpasso, per un attimo mi sono esaltata. Ho pensato che finalmente, dopo tutti questi anni, almeno quando non c'era più niente da portare a casa, era stato consentito a noi poveri telespettatori di vedere, finalmente, un duello tra due piloti Ferrari.
Inizio a pensare che non ci debbano essere duelli tra piloti Ferrari. Un contatto così lieve terminato con così tanti danni deve per forza essere frutto di una punizione del karma, non posso spiegarmela altrimenti.
Credo di avere avuto una reazione diversa rispetto a quella del resto del mondo. Non che il resto del mondo tenda a comportarsi diversamente dal solito: ogni volta in cui c'è un incidente, tutti cadono dal nulla come se non ci fossero mai stati incidenti. Quello che è successo fa parte della natura delle competizioni e, a mio parere, ha in sé una propria naturalezza.

Non vedo ragioni, proprio nessuna, per cui Leclerc non avrebbe dovuto tentare di superare Vettel. Queste non le vedono nemmeno molti altri, ma il problema è proprio questo.
Allo stesso modo non vedo ragioni, ancora una volta nessuna, per cui Vettel non avrebbe dovuto tentare di riprendersi la posizione. Certo, magari essere sicuro di riuscire a passare sarebbe stato l'ideale, però per me è così che funziona: X può tentare il sorpasso su Y e, ugualmente, Y può tentare il sorpasso su X. Anche se si sta lottando per il ruolo di #HulkenbergOfTheDay. Soprattutto se si sta lottando per quella posizione, con nessuna influenza su un campionato mondiale ormai vinto da altri già da tempo.
Certo, comprendo il punto di vista in cui il team dovrebbe prendere una posizione ben definita, ma... seriamente, davvero bisogna lanciare una moneta e decidere che c'è un pilota che deve passare sempre e comunque?!

E non osate dirmi "nemmeno in Mercedes c'è competizione libera, quindi non dovresti dire queste cose", che non c'entra un cazzo. A suo tempo una volta ho parlato di quello che pensavo di un ordine di scuderia in Mercedes e la cosa non ci tocca, oggi. Poi sì, è vero, in Mercedes non c'è competizione libera, ma posso farvi notare che in Mercedes c'è Hamilton che si sta dimostrando "leggermente" superiore a Bottas, mentre in Ferrari i piloti sono separati in classifica da una ventina di punti, in media circa un punto per gara, di conseguenza non mi sembra che ci sia una sorta di Hamilton in Rosso? Poi sì, il Predestinato può diventarlo, un giorno, ma al momento attuale la classifica dice che non è in una situazione tale da essersi già dimostrato tale. Se lo fosse già adesso, il gap sarebbe molto maggiore. Anche se ci fossero punti legati alle pole position, ma al momento attuale non ci sono punti legati alle pole position, ma solo legati al giro più veloce, a cui l'incidente ha impedito a entrambi i piloti di puntare e, se l'avessero fatto prima, il punto non sarebbe arrivato vista l'assenza dalla top-ten.

Se volete sapere come la penso, penso che sia troppo semplicistico affermare che l'unico vero toccasana sia avere ruoli ben definiti in cui un pilota deve stare sempre ed esclusivamente davanti all'altro. Curiosamente l'ultimo mondiale è arrivato nel 2007, quando c'erano Raikkonen e Massa che si alternavano a caso l'uno davanti all'altro. Alla fine, se Massa non avesse vinto le gare che ha vinto davanti alle McLaren, nel 2007, Raikkonen non avrebbe vinto il mondiale. Non era la situazione perfetta in cui c'era un secondo pilota che vinceva soltanto quando il suo compagno di squadra non c'era quindi a lui non sottraeva alcun punto, ma ha funzionato.
In più non è detto che la situazione perfetta si avveri sempre. Il pilota "zerbino" che non ha la capacità di lottare contro il compagno di squadra top-driver o che si rassegna a stare sempre dietro potrebbe non avere la capacità di stare davanti quando servirebbe davvero, quando una sua vittoria non ruberebbe punti a chi conta davvero, perché magari quest'ultimo si è ritrovato coinvolto in un incidente al via ed è già partito per andare a casa.

La situazione che viene tanto elogiata in teoria, in pratica non sempre produce gli effetti sperati. In primo luogo c'è la faccenda del mondiale costruttori (quello stesso mondiale costruttori in cui attualmente la Ferrari è davanti alla Redbull grazie al fatto che in Redbull ci fosse proprio quella situazione che sarebbe ritenuta d'auspicio in Ferrari), in secondo luogo c'è una classifica piloti che subisce gli effetti di quello che fanno entrambi i piloti. Non viviamo nel mondo perfetto, quello in cui il ritiro di Alonso in Giappone era sufficiente a Massa per vincere la gara "al posto suo". Non viviamo in questo mondo perfetto e, in quella gara, Massa è arrivato secondo. Se l'avesse vinta, a parità di altri risultati, il mondiale 2012 sarebbe andato ad Alonso. Ai tempi si diceva che la ragione principale per cui Alonso non vinceva era che non c'erano due piloti competitivi, in Ferrari. È quantomeno curioso che al giorno d'oggi si rivoglia a tutti i costi una situazione che si è rivelata tanto controproducente solo pochi anni fa.

Quindi, Ferrari Bros, non scoraggiatevi. Se ad Abu Dhabi ripeterete lo stesso numero, senza stamparvi l'uno contro l'altro, avrete tutta la mia approvazione, qualunque cosa ne pensi il resto del mondo.
So che i team restano e i piloti se ne vanno, ma appunto, non importa se accadrà tra un mese, tra un anno o tra cinque anni, un giorno il team vi metterà alla porta per qualcuno che ai loro occhi è un investimento migliore di voi. Mi sembra una ragione più che valida per gareggiare come se non ci fosse un domani.

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per essere arrivato/a fino in fondo. Se vuoi, fammi cosa ne pensi con un commento. :-) Puoi farlo anche in maniera anonima.

Se sei capitato/a qui per caso ti invito a visitare il mio blog, in particolare le etichette "Commenti ai GP" e "F1 vintage".

Se invece mi leggi abitualmente e sei arrivato/a qui di proposito, ti ringrazio per l'apprezzamento e spero continuerai a leggermi.

Buon proseguimento di giornata (o a seconda dell'orario, di serata, o buona notte). <3

Milly Sunshine