giovedì 14 novembre 2019

Il pensiero di 25 anni dopo

Non c'è niente di male nella vita nell'essere un po' in ritardo e il mio essere in ritardo dipende dal fatto che ieri non credevo avrei scritto questo post.
Ieri era il 13 Novembre, ovvero il venticinquesimo anniversario del GP d'Australia che mise fine alla stagione 1994, argomento del quale avrei anche fatto a meno di parlare. Sul mio profilo Instagram ne ho postato una foto, con una battuta sul fatto che quella fu l'ultima vittoria in carriera per Mansell, che aveva 41 anni ed era da una vita che un ultraquarantenne non vinceva un gran premio, ma che era destinato a non essere preso minimamente in considerazione per quella vittoria.
Già, perché tutta l'attenzione era concentrata su Schumacher e Hill, dato che, di fatto, stava accadendo una situazione che potrebbe essere descritta più o meno così: Schumacher era in testa alla gara quando decise di andare a litigare con un muretto, Hill ne approfittò per affiancarlo e una gara di Formula 1 si trasformò in una sorta di demolition derby con una mentalità da NASCAR. La parte più pittoresca fu forse quello che successe dopo: Schumacher si ritirò sul posto, Hill proseguì verso i box dove si ritirò, così che, mentre vagava per tornare ai box a piedi, Schumacher fu avvertito da uno spettatore al di là di una rete del ritiro di Hill e del fatto che aveva vinto il mondiale.

Immagino che sia intuibile quale sia la ragione per cui si parla così tanto di questo evento: un incidente tra i due championship contenders, in cui si sente un certo odore di "l'ho messo fuori gioco di proposito perché era l'unica possibilità che avevo di vincere il mondiale"... anche se va da sé che i piloti dell'epoca erano leggermente più furbi di Verstappino, quindi Schumacher non andò a vantarsene davanti ai commissari, ma anzi, dichiarò che l'incidente era inevitabile. Dopotutto, a parte il fatto che era avvenuto tra i contendenti al titolo, non era così inverosimile che due piloti coinvolti in un duello potessero venire a contatto l'uno con l'altro, quindi quello che accadde dopo fu abbastanza normale. Insomma, normale per la mentalità tipica del motorsport: la colpa è sempre degli altri perché esistono, quindi polemiche reciproche e quant'altro.
Sull'assegnazione del titolo giusta/sbagliata mi sento di dire solo una cosa, anzi due. La prima è quella meno importante, perché la disse anche Murray Walker, ovvero che era spiacevole vedere un campionato così combattuto terminare con un incidente. La seconda, un po' più tecnica, è che visto il doppio ritiro il titolo venne assegnato sulla base dei punti ottenuti fino a quel momento. Quindi sì, Schumacher avrebbe potuto essere penalizzato con un certo numero di punti sulla stagione in corso, ma sarebbe stata una cosa inventata al momento, dato che era Formula 1 e non NASCAR o Indycar. Se Schumacher fosse stato riconosciuto colpevole di avere innescato un incidente di proposito sarebbe verosimilmente andato incontro a un race ban... che sarebbe stato scontato a gran premio successivo ovvero nel 1995, con effetti nulli sul campionato 1994.

Mi è sinceramente difficile, a distanza di venticinque anni, esprimere un'opinione sull'accaduto, in quanto sarei influenzata dalle scuole di pensiero odierne, ovvero da quello che accadrebbe probabilmente oggi se un evento simile succedesse ai giorni nostri.
Non sto parlando del clima di tensione che esisteva nella stagione in corso e anzi, credo che Silverstone 1994 abbia poco a che vedere con quello che accadde alla fine della stagione. In più, quando vidi il GP di Gran Bretagna rimasi molto perplessa. Okay, il team era convinto che Schumacher non meritasse uno stop and go per un sorpasso avvenuto nel giro di formazione... ma non riesco a spiegarmi, in alcun modo, come mai Briatore decise che era meglio non far scontare la penalità a Schumacher ma piuttosto andare a chiederne la cancellazione alla direzione gara o ai commissari. Insomma, non mi sembra una mossa molto sensata, senza la quale probabilmente il mondiale sarebbe stato assegnato molto prima del GP d'Australia, visto l'andazzo.
Sto parlando piuttosto del fatto che, a quei tempi, chiudere il campionato con un incidente tra championship contenders doveva sembrare una cosa piuttosto normale. Quello che succede in un'epoca spesso legittima i piloti della stessa epoca a comportarsi nella stessa maniera, e non si può negare che ai tempi certe cose venissero gestite molto più in stile NASCAR che ai giorni nostri.
Al di là di responsabilità personali, Adelaide 1994 fu anche e soprattutto un finale di stagione abbastanza in linea con gli standard di un'epoca che forse talvolta viene glorificata più di quanto meriterebbe.

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