sabato 9 novembre 2019

Riflessioni serali sui tori alati, sui folletti irlandesi e sullo sdoppiamento di personalità dei fanboy

DISCLAIMER: nessun toro alato, nessun folletto irlandese e nessun fanboy è stato maltrattato per la stesura di questo post.

Miei cari mass dumper che di punto in bianco hanno smesso di essere regolari e sono diventati irregolari, a stagione in corso, oggi ci occupiamo di una di quelle storie che piacciono a me, dato che mi permettono di stroncare... piloti? nahhhh, non c'è niente di eclatante in tutto questo. Ex piloti, allora? Nemmeno. Oggi stronchiamo una certa scuola di pensiero abbastanza incoerente con se stessa, anche se prima dobbiamo andare a occuparci di piloti ed ex piloti. In questi giorni, infatti, Eddie Irvine ha affermato che Sebastian Vettel non meriti di avere vinto quattro mondiali, sulla base dei risultati del 2014 e del 2019 in cui lo prese abbondantemente in quel posto dai suoi compagni di squadra (questo Irvine non l'ha detto, così come nessun altro osa dirlo, ma nel 2014 lo prese decisamente più in quel posto di quanto non stia accadendo nel 2019, nonostante l'assenza di predestinazione da parte dell'allegro clown australiano).

Iniziamo dall'inizio, ovvero di quale sia la mia opinione sui titoli vinti da Vettel. Ho due grandi opinioni che, lo ammetto, sono un po' in contrasto l'una con l'altra. La prima è che esistono delle classifiche e che i mondiali vengono assegnati su delle classifiche, non sulle impressioni di chi sta seduto sul divano a guardare le gare da casa. Non c'è niente che possiamo fare. Possiamo anche pensare che altri meritassero il mondiale più di quelli che l'hanno vinto, e magari lamentarci di quanto il mondo fosse ingiusto come feci io a dieci/undici anni quando Mika Hakkinen divenne campione del mondo, ma questo non cambierà le cose. E anzi, le impressioni di noi che guardiamo le gare da casa non dovrebbero neanche contare più di tanto.

La seconda è che Vettel è il più grande free-rider della storia della Formula 1 recente, moderna e contemporanea e forse anche più indietro. Esistono due tipi di campioni del mondo: quelli che sono stati scelti da un top team e quelli che si sono ritrovati in un top team in quanto scelti dal team stesso quando non era un top team. Per intenderci, a suo tempo Hamilton venne scelto dalla McLaren quando la McLaren era già un team vincente o almeno lo era stato in tempi molto recenti. Idem Raikkonen sia da parte di McLaren sia da parte di Ferrari. E così, via dicendo, anche per buona parte degli altri piloti che hanno vinto mondiali. La seconda categoria è quella dei piloti che di per sé non sono stati scelti da un top team: possiamo parlare dell'arrivo di Alonso in Renault, di Button in Honda poi divenuta Brawn GP, facendo molti passi indietro di Schumacher in Benetton. Idem per Vettel in Redbull, ma c'è una grossa differenza con gli altri piloti nominati nella frase precedente: gli altri hanno dovuto attendere anni prima di vincere, verosimilmente partecipando attivamente alla crescita delle squadre per le quali gareggiavano, Vettel è passato in Redbull e IMMEDIATAMENTE si è trovato in un team vincente. Di conseguenza, a mio avviso, la principale critica che si può rivolgere a Vettel è questa: nessun team di prima fascia voleva saperne di lui, si è accasato in un team che non poteva puntare ai pezzi più pregiati del mercato, e si è trovato in un team di prima fascia dall'oggi al domani grazie al lavoro fatto prima che lui arrivasse, caso più unico che raro.

Questo, di per sé, non stride con il fatto che abbia potuto comunque arrivare a meritarsi quattro mondiali. Secondo me, tuttavia, apre un grande interrogativo: siamo sicuri che sulla griglia di partenza dei tempi non ci fosse una buona metà dei piloti che, a parità di situazione, avrebbero potuto ottenere risultati analoghi o addirittura migliori? L'unica risposta che mi posso dare è che il motorsport non è una scienza esatta e che non lo sapremo mai.
Ci sarebbe anche un'ulteriore argomentazione, ovvero che il curriculum pre-F1 di Vettel lasci pensare che, al momento del suo debutto, avesse più un palmares da GP2 che da Formula 1, ma anche questa non è una scienza esatta. Quello che succede nelle altre serie è rilevante, ma entro certi limiti: quando André Lotterer, pluri-vincitore della 24 Ore di Le Mans vinse il titolo in Superformula(?) nel 2005, il suo diretto avversario era Yuji Ide, tanto per fare un esempio.

Veniamo alla questione Irvine, sulla quale non sarò troppo pesante. Farò delle osservazioni dalle quali non posso trattenermi, perché dopotutto non posso girarmi dall'altra parte di fronte ad alcuni dettagli, ma non lo insulterò, né andrò a indagare sul suo passato di pilota. Giusto, perché ovviamente i difensori dell'ultimo minuto di Vettel hanno provveduto a dirne di tutti i colori contro il Folletto Irlandese, perché ha vinto solohhhh quattrohhhh garehhhh e non si meritava nemmeno quellehhhh quindi non deve parlare.
Ora, penso che con un po' di intuito possiate capire che cosa ci sia di sbagliato in questa affermazione. Se non ci arrivate, ve la spiego in un altro modo. Un quattro volte vincitore di gran premi sostiene che un quattro volte campione del mondo è indegno di essere tale e ciò non va bene, in quanto non ha mai vinto quattro titoli. Però uno che guarda le gare dal divano di casa dice che un quattro volte vincitore di gran premi non era degno di vincere quei gran premi... e questo apparentemente va bene,
Su questo, il mio punto di vista oggettivo non cambia nel tempo: se Martin Brundle commenta alla TV da anni piloti che vincono gran premi senza mai averne vinto uno, chiunque sia esso un ex pilota oppure un altro soggetto competente, può commentare i risultati altrui, anche se non è mai arrivato a quei livelli.

Venendo a noi, vorrei comunque dire su che cosa dissento con Irvine. Il primo grande elemento di dissenso è che i quattro titoli incriminati sono stati vinti nel 2010, 2011, 2012 e 2013. Dire che, sulla base dei risultati ottenuti nel 2014 e nel 2019, un pilota non meritasse di ottenere mondiali vinti in altri anni, è un po' come dire che io, nel luglio 2007, non meritavo di diplomarmi con il voto di 100/100 in quanto nel dicembre 2012 ho avuto 96/110 come voto di laurea magistrale. Personalmente penso che ciascun pilota, in un momento storico ben preciso, non debba essere valutato sulla base di quello che è accaduto dopo. Oppure vogliamo dire che Valentino Rossi non abbia mai vinto niente nella vita perché ora va più piano di Viñales?
Il secondo grande elemento, non di dissenso, ma di dubbio esistenziale, è che, secondo quanto scritto il 24/01/2019 da Formula Passion e da anche altri siti, Irvine avrebbe dichiarato, sulla Formula 1 contemporanea: "non la guardo più perché mi annoia, vedo le macchine girare intorno nel circuito e penso che sia incredibilmente noioso, è così piatto" (aggiungerei che in quella circostanza Irvine si sarebbe anche autoproclamato come il secondo miglior pilota dei suoi tempi alle spalle dietro a Michael Schumacher, cosa che non commento, ma che lascio al vostro giudizio).

Non c'è niente di male se un ex pilota, sia esso un opinionista o semplicemente uno a cui viene richiesto un parere random, esprime un parere negativo su uno specifico pilota odierno o più, neanche se non ha mai vinto mondiali perché arrivava solo lì oppure perché prediligeva la compagnia femminile piuttosto che quella dei motori. Il dubbio è: se il signor Folletto Irlandese non guarda la Formula 1 contemporanea, sulla base di che cosa commenta i risultati di un pilota della Formula 1 contemporanea, in particolare quelli ottenuti quest'anno? Sui risultati letti sulla Gazzetta dello Sport? Sui commenti letti su Facebook? Sulle impressioni scambiate con il PR mentre attende di entrare in discoteca?
Ecco, al di là di quello che Irvine ha detto, credo che sia questa la parte più discutibile. Se hai vinto solo quattro gran premi e segui con attenzione le gare odierne, puoi esprimere un parere negativo anche su gente che di titoli ne ha vinti dieci. Se hai vinto anche dieci titoli, ma sostieni di non seguire le gare, sulla base di che cosa, esattamente, esprimi un parere? Sulle sensazioni? Onestamente, penso che ci voglia un po' di buonsenso nella vita: a commentare le gare PUR AFFERMANDO DI NON GUARDARLE dovrebbero essere i fanboy dei social, non gli ex piloti. In alternativa, non andare a vantarti di non guardare le garehhhh noiosehhhh, che tanto non veniamo a casa tua a controllare quello che fai.

Ma ora veniamo al mio hobby, che è quello di sganciare bombe. Sì, la ragione per cui non posso criticare Irvine è che se fossi un'addetta ai lavori, probabilmente anch'io mi darei da fare con osservazioni fuori dagli schemi.
La mia osservazione fuori dagli schemi è questa: attualmente, novembre 2019, Irvine viene ad affermare più o meno tra le righe che Vettel non doveva vincere quattro titoli perché non se li è meritati...
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...e, niente, ho una sensazione incredibile di deja-vu. Dove e quando ho già sentito le stesse cose? Proprio non mi viene in mente... Ah, già, le affermavano fino a pochi anni fa, quando Vettel stava in Redbull con risultati peraltro migliori di quelli attuali, GLI STESSI FERRARISTI CHE AL GIORNO D'OGGI SCREDITANO IRVINE PER AVERE DETTO LE STESSE COSE. So che solo gli idioti non cambiano mai idea, ma forse gli idioti sono quelli che la cambiano in modo improvviso e repentino senza nemmeno avere la decenza di rendersene conto.
Quindi, carissimi, sappiate che siete liberi di pensare che Vettel si sia meritato di vincere quattro titoli con la Redbull, ma se avete iniziato a pensarlo di punto in bianco, senza metterci in mezzo un "mi sono sbagliato" solo perché attualmente indossa una tuta della Ferrari, c'è qualcosa che stona un po'. Sappiate che siete anche liberissimi di pensare che Irvine sia un idiota per avere affermato che non se li merita. Però, se in passato l'avete affermato anche voi, magari fatevi qualche domanda.
Non so cosa affermasse Irvine ai tempi in cui Vettel stava in Redbull, ma le sue dichiarazioni nel corso del tempo potrebbero essere state più lineari delle vostre. Oppure, se avesse cambiato idea nel corso del tempo, quantomeno avrebbe espresso opinioni prima positive su un pilota vincente e poi negative su un pilota meno vincente di un tempo.


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