lunedì 25 novembre 2019

La crisi del settimo anno

Ci sono post che si scrivono quasi da soli e post che invece sono difficili da tirare fuori. Penso che questo appartenga a quest'ultima categoria, perché unisce un passato che non mi appartiene più a pensieri del presente. Il 25 Novembre 2012 si concludeva il mondiale, con il gran premio del Brasile, l'ultimo gran premio della carriera di Michael Schumacher.
C'erano anche altre cose, ovviamente. Anzi, c'erano soprattutto altre cose: c'era il mondiale ancora aperto tra Vettel e Alonso, uno scontro destinato a continuare in modo rocambolesco nel corso di quell'ultima gara, c'era lo scontro Caterham vs Marussia per la decima posizione nel mondiale costruttori, che si tradusse in un duello epico tra Petrov e Pic. Anche quel duello, al giorno d'oggi, è coperto da un po' d'ombra, ma di questo ne parlerò in un secondo momento.

Partiamo dalla gara, che regalò molte emozion, non da meno quella di vedere Hulkenberg in testa al volante di una Force India, in una gara in condizioni meteo variabili, in cui gomme da asciutto e gomme intermedie rendevano più o meno allo stesso modo.
Se Hulkenberg fosse stato in grado di reggere la posizione fino al traguardo, sarebbe accaduto qualcosa di epico. Poi arrivò Button. Poi arrivò anche Hamilton. Se nel primo scontro perse solo la posizione, nel secondo mandò in vacca quello che poteva essere almeno un podio. Sarebbe stato epico un podio della Force India. Hulkenberg a podio, però, quando era ben lontano dal suo celebre record, non ci avrebbe fatto l'effetto che ci farebbe se accadesse domenica ad Abu Dhabi, in quello che potrebbe essere l'ultimo gran premio della sua carriera.
Vinse Button e, con Hamilton fuori dai giochi e Hulkenberg attardato da danni alla vettura(?) e da una penalità, Alonso e Massa risalirono al secondo e al terzo posto.

Ora, però, credo che sia giusto venire al punto dolente, ovvero la mia difficoltà nel valutare Schumacher e quello che accadde quel giorno. In un mondo che o lo santifica o lo demonizza, credo che ci siano molte sfaccettature. Non penso che Schumacher fosse un santo. Però non penso nemmeno che fosse il criminale che i suoi detrattori descrivono: sono abituata a seguire le vicissitudini dei piloti di NASCAR, nulla di ciò che è accaduto nella carriera di Schumacher (né di qualsiasi altro pilota di F1 in realtà, perfino quelli più borderline) può scandalizzarmi. Però, con la mia mentalità di oggi, non credo che potrei mai tifare il pilota della Benetton o della Ferrari. Quello della Mercedes sì, è la mia versione preferita di Schumacher, in realtà quella da cui ho tratto anche qualche insegnamento applicabile alla vita quotidiana. In un mondo in cui i piloti sembrano pretendere che tutto gli sia dovuto, proprio quello a cui in passato era quasi tutto dovuto affrontava senza lamentarsi la situazione con cui aveva a che fare giorno dopo giorno. Non ricordo di averlo mai sentito lamentarsi con il team, né di avere mai sollevato polemiche le tante volte in cui finiva per prenderlo in quel posto dal suo stesso compagno di squadra. Una volta scherzò addirittura su Spa 1998, sostenendo di essere abituato a girare su tre ruote in Belgio, dopo avere perso una ruota in qualifica a Spa, condannato a partire ultimo.

C'è solo un episodio che mi suscita qualche ragionevole dubbio, sui tre anni di Schumacher in Mercedes ed è quello che accadde a un certo punto nel corso del GP del Brasile quando, ritornato in zona punti grazie all'ingresso della safety car dopo una foratura iniziale, fu protagonista di un evento rapido e indolore che non diede vita a tante polemiche, ma solo perché non influenzò particolarmente il risultato finale.
Sta di fatto che, tuttavia, ad un tratto Schumacher si ritrovò tallonato da Vettel e da Kobayashi. Quando Vettel lo passò, non oppose nemmeno un minimo di resistenza e a fine gara dichiarò esplicitamente di non avere fatto nemmeno un misero tentativo perché sapeva di non avere la velocità per stare davanti. Però, quando arrivò Kobayashi, fu protagonista di un duello che al giorno d'oggi probabilmente comporterebbe delle penalità.
Nemmeno io stessa diedi molto peso al fatto: in fin dei conti arrivare sesto o settimo per Vettel non avrebbe cambiato nulla, in termini di classifica. Però, curiosamente, proprio quando ho scritto il post sul fatto relativo a Glock nel 2008, ho iniziato a pormi delle domande.

Mi spiego meglio: quel giorno, con Alonso secondo e Vettel sesto o settimo, Alonso non avrebbe avuto possibilità di vincere il mondiale. Però Schumacher non stava gareggiando con la calcolatrice in mano e, se aveva idea di dove fosse Vettel, non è detto che sapesse con esattezza se Alonso aveva o non aveva possibilità di lottare per la vittoria con Button. Quindi, quando decise di non provare nemmeno a lottare con uno dei championship contenders, perché sapeva che sarebbe stato un duello perso in partenza, almeno in parte contribuì a influenzare il mondiale 2012.
Il mio dubbio è fino a che punto quanto accaduto possa essere giustificato dalla buona fede. Di un pilota che era sempre stato combattivo, anche quando aveva ben poche possibilità, che si faceva da parte perché non ne valeva la pena, posso solo pensare che, agendo così, dimostrav di non essere più un pilota, giudizio che può apparire negativo, così a bruciapelo, ma che di fatto deve essere esattamente come si sentiva Schumacher apprestandosi a lasciare una volta per tutte le competizioni. Questo legittimerebbe il suo comportamento.

Ma se non fosse questa la realtà? Se avesse avuto altre ragioni? No, si tratta di connazionali ma non sto parlando di "biscotti" stile polemiche del motomondiale. Non mi sembra che Schumacher fosse un tipo particolarmente patriottico, almeno non era uno che dava molto peso alla vittoria nel suo GP di casa, portandosi in giro bandiere stile Massa e Barrichello sul podio, non aveva caschi nazionalisti... In più, quando agiva andando oltre le righe, lo faceva sempre e solo per se stesso, non per altri.
Quindi il mio dubbio è: c'era qualche ragione per cui Schumacher avrebbe avuto vantaggio se uno o l'altro pilota avesse vinto il mondiale? Non lo so. Mi chiedo se Schumacher potesse temere che un titolo di Alonso con la Ferrari rendesse Alonso un pilota più importante e rispettato di lui, se si sia levato di mezzo perché un titolo di Vettel poteva tutelare la sua immagine personale meglio di un titolo di Alonso.
So che forse è un pensiero stupido, ma è difficile togliersi una pulce dall'orecchio una volta che la pulce in quell'orecchio ci ha messo su casa.

Infine veniamo a Petrov e Pic. Fu un duello molto bello e intenso, con Petrov che riuscì a conservare l'11^ posizione fino al traguardo, un risultato importantissimo per la classifica costruttori, fondamentale per il decimo posto in classifica, che assegnava i big money dei diritti televisivi, lasciando la Marussia a secco.
Ci furono delle polemiche, che ovviamente passarono in secondo piano perché a nessuno importava davvero dei team di bassa classifica. Qualcuno, in Marussia, accusò Pic di avere fatto apposta a perdere quel duello, per favorire la Caterham, team per cui si apprestava a gareggiare nella stagione successiva. A quanto pare è destino che in tutto ciò che è bello e pittoresco, comw un gran premio nel corso del quale per l'eccitazione non trovavo più il telecomando, ci sia qualche ombra.


EDIT - 25.12.2019 // in questi giorni ho rivisto il GP Brasile 2012 e vorrei fare due precisazioni in merito a quanto scritto sopra.
Innanzi tutto chiedo scusa per l'inesattezza sulla questione Hulkenberg/ Hamilton/ Button. Non è andata come ho scritto io con Hulk superato da Button, ma era Hamilton che si era portato in testa superando prima Button e poi Hulkenberg. L'incidente è avvenuto mentre Hulkenberg in seguito tentava di riprendersi la posizione. Button, che era terzo, risalì in testa con quell'incidente.
Su Schumacher e Vettel, in effetti, la velocità con cui Vettel gli si era avvicinato e con cui si allontanava dopo lascia pensare invece che Schumacher non avesse proprio nessuna possibilità di rimanere davanti. A suo sostegno si può dire che la Mercedes non faceva punti da due mesi, che lottava con la Sauber per il quinto posto e che spesso mancava la Q2. In più per quanto con la vettura sicuramente danneggiata dopo la foratura, Rosberg sull'altra Mercedes non si avvicinava neanche a Petrov e a Pic. Considerando che, seppure non inquadrato, Schumacher aveva avuto a inizio gara un problema simile, ci sta che il suo obiettivo fosse arrivare al traguardo a punti. Il gap con Kobayashi non era abissale, quindi ci sta che abbia tentato di difendersi.
Di questa faccenda mi ha colpito in più in negativo vedere che a fine gara Schumacher andò ad abbracciare Vettel, a complimentarsi con lui e a posare con lui per delle foto. Questo, a mio vedere, da ex pilota Ferrari avrebbe potuto risparmiarsi di farlo pubblicamente o in alternativa bilanciare la cosa con dichiarazioni pubbliche a sostegno di Alonso o quantomeno della Ferrari. Oppure avrebbe potuto mettere in chiaro in qualche modo che gli faceva piacere che il mondiale fosse stato vinto da un suo fanboy, lasciando capire che non era una cosa contro il team. Così come è accaduto, l'ho trovato abbastanza sgradevole a vedersi, visto il suo passato come pilota Ferrari di lunga data.

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