giovedì 13 giugno 2013

Riflessioni motoristiche sulla spiaggia...

Proprio ieri ho parlato di una serie pressoché sconosciuta in Italia, ma penso che sia il caso di aggiornare un’altra volta il blog, stavolta per un argomento meno “strettamente” legato ai motori, ma che toccherà il mondo dei motori in un altro senso.
Oggi ho trascorso buona parte della giornata al mare, e in qualche modo anche quella località è legata - come tutto il mondo che ci circonda, d’altronde - alla Formula 1.
Ci sono stata con mia madre, che ieri sera mi ha chiesto se oggi avevo degli impegni e, quando le ho detto di no (vedermi la gara di NASCAR che si è svolta domenica scorsa a Pocono - che si pronuncia Pòcono e non Pocòno come credevo - non era qualcosa di così improrogabile, a meno che nel frattempo non l’abbiano cancellata da Youtube), mi ha chiesto, se c’era bel tempo, se mi andava di andarci (da qui dove stiamo alla località in questione si impiega circa un’ora in macchina).
È dal 2003 che ogni tanto vado in quella località - che per privacy definirò in questa sede “lido di X” - ed è specie nel periodo 2006-2009 che devo andare a cercare per riepilogare certi ricordi... volevo farlo subito dopo cena, ma ero impegnata e quindi l’ho fatto ora.

Partiamo però da una considerazione semplice: nel periodo 2003-2004 si vedevano un sacco di persone con teli da bagno della Ferrari, cappelli della Ferrari, ecc... successivamente sono lentamente spariti, calando progressivamente di anno in anno. Per molto tempo mi ero chiesta il motivo, oggi finalmente ci sono arrivata: nel periodo 2003-2004 la Ferrari era verso la fine di un ciclo ininterrotto di vittorie, e di solito funziona così: meno vittorie, meno fan che vogliono dimostrarsi fan.

Saltiamo al 2006: era il giorno successivo al gran premio d’Italia, giornata strappalacrime perché qualcuno aveva appena annunciato che non avrebbe mai lasciato la Ferrari ma che di gareggiare non ne voleva più sapere.
So che sentendo queste parole vi è parso di sentire qualcuno che si avvicinava dietro di voi per accoltellarvi alle spalle, ma cosa volete farci? I traditori della società ci sono sempre stati e ci saranno per sempre, purtroppo non tutti giocavano solo con le macchinine rosse da bambini e continueranno a giocare con le macchinine rosse anche quando saranno all’ospizio.
Torniamo a noi, ovvero a quel giorno: ero in spiaggia libera e sono passata per andare al bar in mezzo a una fila di ombrelloni di uno stabilimento balneare. C’era un tizio che aveva in mano la Gazzetta dello Sport. In prima pagina c’era una foto di nonno Schumiiii, il che è abbastanza inconsueto dato che di solito per finire in prima pagina sulla Gazzetta bisogna essere calciatori.

Si passa al mese di agosto 2007. È raro per me andare al mare nel weekend, ma quella volta era sabato e c’erano le qualifiche del gran premio d’Ungheria. La mia amica E., che all’epoca seguiva la Formula 1 perché era talmente esasperata dal fatto che gliene parlassi da anni che aveva deciso di guardarci una volta e da quella volta aveva provato un colpo di fulmine motoristico per Kimi Raikkonen, mi teneva aggiornata su come stavano andando le qualifiche via SMS, all’epoca avevamo entrambe la Summer Card (o come si chiamava) della Vodafone.
Fu un giorno di grandi domande per me e di dubbi che mi tormentavano. In particolare uno di questi era: ma è stato Alonso a rallentare Hamilton o è stato Hamilton a rallentare Alonso? Credo che nessuno, nemmeno Hamilton e Alonso, sappiano dare una risposta.
Per la cronaca, il giorno dopo a casa di mia nonna a pranzo i miei zii si misero a guardare il “telegiornale” su Italia 1, dove ci furono ben due servizi in proposito. Meglio che non dica nulla su quei servizi, perché ho la vaga impressione che, dopo quanto hanno detto quel giorno, dal 30 settembre 2009 in poi abbiano mostrato di non possedere la dote della coerenza.

Tre(?) settimane più tardi le cose sono andate peggio. La Summer Card era scaduta e non mi andava di tartassare E. facendole domande sulle qualifiche del gran premio di Turchia. Ebbi una brillante idea: andare a cercare uno stabilimento balneare in cui ci fosse una TV accesa, perché doveva esserci. U.U Risultato: due o tre chilometri di spiaggia percorsi. Numero di televisori accesi: uno. Programma su cui era sintonizzato: documentario di “Linea verde”. #MomentiDaEpicFail.
Passai tutto il resto del pomeriggio a cercare un posto in cui ci fosse una radio che trasmetteva un notiziario. Quando intorno alle 16.20 sentii la notizia della pole position di Massa, non stavo in me dalla gioia. Considerando la lunga ricerca di un’informazione sul gran premio, perfino sentire di una pole position di Montoya (non correva più in Formula 1, ma facciamo finta che fosse così) mi avrebbe fatta sentire al settimo cielo.

Per quanto riguarda l’estate del 2008, ricordo le innumerevoli volte in cui ho sorseggiato lentamente granite al limone per avere il tempo di sfogliarmi i giornali che trovavo al bar. Sì, in spiaggia andavo al bar solo per leggere gli articoli di Formula 1 sulla Gazzetta dello Sport, e se non trovavo la Gazzetta al bar non ci andavo neanche.
Al giorno d’oggi mi sento inorridita dall’avere sfogliato quei giornali, ma quella era ancora l’epoca in cui pensavo “sono di parte, ma almeno sono coerenti e dicono sempre le stesse cose”. Non avevo mai pensato seriamente al fatto di vedere un giorno Alonso in Ferrari (o meglio, credevo che sarebbe successo, ma in quello che vedevo come un futuro ancora lontano - prima del quale speravo che capitassero anche certi eventi che non sono mai successi - e non mi ponevo domande su cosa sarebbe successo dopo) e Schumacher in Mercedes, anche perché Schumacher era ritirato e perché all’epoca c’era solo la Honda sulla quale Button e Barrichello inseguivano il miraggio di finire a punti.

Domenica di maggio di un anno in cui a maggio non si andava più in giro col piumino già da tempo: era il 2009 e i miei genitori decisero che non sarebbe stata una brutta idea andare al mare una domenica. Peccato che ci fosse il gran premio di Spagna.
Me lo guardai per buona parte nello stabilimento balneare in cui andavo a leggere la Gazzetta l’anno precedente. C’erano alcuni anziani in stato di pseudo-depressione perché Raikkonen s’era ritirato per un problema al kers e a Massa non avevano messo abbastanza benzina per arrivare alla fine e altri anziani che per sfuggire allo stato di pseudo-depressione una volta che si erano accorti che la Ferrari non avrebbe cavato un ragno dal buco si erano provvidenzialmente allontanati dal televisore per occuparsi di partite a briscola o chiacchiere varie.
Tra l’altro tutto ciò che interessava a questa gente era solo ed esclusivamente la posizione in cui Massa avrebbe concluso la gara, di chi avrebbe vinto se ne sbattevano altamente. Poi era il 2009, l’anno in cui la Brawn GP coi diffusori e la Redbull disegnata a mano andavano più veloci di tutti, e dubito fortemente che quella gente conoscesse dell’esistenza della Brawn GP, della Redbull e dei loro piloti, con l’eccezione di Rubinho per la Brawn GP, perché Rubinho aveva guidato la Ferrari e correva in F1 già da diverse ere geologiche.
Tra l’altro, quando sentii, per voce di Mazzoni, che al pit-stop di Massa non gli avevano messo abbastanza benzina, mi sfuggì di pronunciare a voce alta abbastanza da essere udita da chi mi era seduto di fianco: “certo che è stato proprio sfigato”.
Da sfiga = sfortuna, facendo 2+2 deriva che sfigato = sfortunato.
Tra l’altro E. sarebbe stata d’accordo con me, secondo lei Feliiii attira la sfiga lontano un miglio.
Quei tipi, però, evidentemente avevano interpretato il termine “sfigato” sotto un’accezione diversa e fui costretta, nei minuti che seguirono, a difendermi dall’accusa di avere commesso il tremendo reato di potenziale insulto nei confronti di un pilota della Ferrari, con l’aggravante che era l’unico pilota Ferrari rimasto in pista in quel momento.

A luglio di quell’anno, poi, tornai al mare il giorno dopo (o un paio di giorni dopo) il gran premio di Germania. Andai al bar a leggere la Gazzetta dello Sport. C’era un articolo che sosteneva che sul podio al posto di Massa che era finito terzo doveva salirci il kers. Quella sì che era un’epoca diversa: se al giorno d’oggi un pilota della Ferrari arrivasse terzo dietro alle Redbull, com’era accaduto quel giorno (dato che era luglio, se avete seguito con attenzione le telecronache di Mazzoni in questi anni saprete sicuramente chi era stato il vincitore tra i due), non solo nessuno insinuerebbe che il merito non è suo ma solo ed esclusivamente del kers, ma anzi, credo che qualcun altro si prenderebbe critiche maggiori! :D
È stata una delle ultime volte in cui sono stata interessata a vedere come la Gazzetta avesse commentato un gran premio. Visto l’imminente passaggio di Alonso in Ferrari, di lì a poco mi sarei accorta di quanto la coerenza non fosse il loro forte.

Come omaggio alla Gazzetta, vorrei concludere questo articolo con “chi sale” e “chi scende”. #ParodiaTime!
Dunque, sale sicuramente Alonso, perché sebbene non c’entrasse nulla, di fatto, con i miei ricordi, eccetto il fatto del 2007, è stato citato più di una volta. Scende ovviamente Hamilton. Perché? Perché è Hamilton, e questo basta a farlo scendere. U.U

Va beh, gente, io vi abbandono con un dubbio esistenziale: quanto tempo passerà prima che Mazzoni  ripeta per la milionesima volta che Vettel non ha mai vinto una gara a luglio?


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