mercoledì 9 agosto 2023

Stagione 1966 - parte 5/5 [USA, MEX]: finale di stagione oltreoceano

Raccontarvi il mondiale 1966 in cinque puntate è stata - o per meglio dire è tuttora, perché non abbiamo ancora finito - una bella esperienza, che sicuramente riproporrò per altre stagioni di cui non ho ancora raccontato nulla, quindi mi sembra doveroso procedere con l'ultima puntata. Ci siamo lasciati con il GP d'Italia, con la doppietta Ferrari di Ludovico Scarfiotti e Mike Parkes... che a Watkins Glen non c'erano nemmeno! Negli States c'era una sola monoposto affidata a Lorenzo Bandini, mentre al finale di stagione a Città del Messico la Ferrari non c'era nemmeno, rendendolo un gran premio poco importante, come vuole la nota prassi secondo cui le gare sono rilevanti se la Rossa vi prende parte!
Il mondiale piloti era frattanto stato già vinto da Jack Brabham che si è messo tutti dietro in qualifica a partire dalla Lotus di Jim Clark per poi passare alla Ferrari di Bandini. Dietro di loro c'era la Cooper di John Surtees, dopodiché le BRM di Graham Hill e Jackie Stewart a precedere la seconda Brabham di Denny Hulme. Insomma, gentaglia qualsiasi, direbbero i vari Orange Army, Cult LH e magari anche qualche alonsista sfegatato.

La Ferrari era ancora in lotta per il titolo costruttori, ma il ritiro di Bandini, che si era conteso con Brabham la leadership della gara, ha visto sfumare ogni speranza, nonostante le Brabham di Sir Jack e quella di Hulme siano state ugualmente messe fuori gioco da problemi tecnici, quella di Brabham proprio quando era in testa, succeduto a Bandini.
I problemi tecnici erano all'ordine del giorno, anche Stewart e Hill tra gli altri sono stati costretti al ritiro, mentre Surtees... non è ben chiaro cosa gli sia accaduto, il lap by lap lo dà tra il terzo e quarto posto nella prima parte di gara, in alternanza con Clark, per poi scivolare molto più indietro. Posso provare a fare uno sforzo di immaginazione e presumere che possa essere stato costretto a una sosta ai box.
Rimasto da solo in terza piazza, Clark si è ritrovato in testa a circa metà gara dopo i ritiri di Bandini e Brabham, ritrovandosi a dominare quello che rimaneva dell'evento: al momento in cui ha tagliato la bandiera a scacchi, era l'unico pilota a pieni giri, staccando di un giro i piloti finiti sui gradini più bassi del podio ovvero Rindt e un ritrovato Surtees.
Su diciannove vetture presenti, sei hanno visto la bandiera a scacchi da classificate - quarto Jo Siffert (Walker Racing/ Cooper), quinto Bruce McLaren (McLaren), sesto Peter Arundell (Lotus) - e una non classificata, quella di Richie Ginther (Honda) per non avere completato almeno il 90% dei giri previsti.

In Messico a ottenere la pole position è stato Surtees, passato dalla Ferrari alla Cooper nel corso della stagione quindi traditorihhhh della patriahhhh, precedendo la Lotus di Clark, il quale tuttavia è stato costretto al ritiro per un guasto già nella prima parte della gara.
Brabham ha preso la leadership nei primissimi giri, mentre Surtees che aveva perso alcune posizioni al via gli è arrivato ben presto alle spalle, per prendersi la prima piazza dopo pochissime tornate. Da quel momento in poi sembra, a quanto narrano le cronache, che nessuno sia più stato in grado di impensierirlo e che abbia staccato tutti (vincendo quindi una gara con la Cooper dopo averne già vinta una con la Ferrari nello stesso anno), con il solo Brabham a riuscire a rimanergli non vicino, ma comunque non a distanza abissale: dal terzo in poi tutti doppiati, quantomeno i pochi che hanno finito la gara.
Mentre Hill, Stewart e Rindt sono stati alcuni dei piloti costretti al ritiro, Hulme ha chiuso terzo, precedendo Ginther, con Dan Gurney (Eagle) e Joakim Bonnier (Cooper privata) a completare la zona punti. Con Rindt ritirato, Surtees è salito secondo in classifica piloti.

Brabham 42, Surtees 28, Rindt 22, Hulme 18, Hill 17, Clark 15, Stewart 14, Bandini 12, Parkes 12, Scarfiotti 9, ecc... Cosa dire, classifica molto notevole, i piloti giunti nelle prime *sette* posizioni erano tutti o sarebbero diventati campioni del mondo, una cosa del genere non si vede tutti i giorni.
Quella teoria secondo cui ai vecchi tempi le griglie di partenza erano popolate da piloti scarsi è assolutamente rivedibile a giudicare da tutto ciò.

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