martedì 29 agosto 2023

Indycar 2023: #15 Bommarito Automotive Group 500

Nel weekend appena passato il campionato di Indycar ha fatto ritorno sull'ultimo ovale della stagione, nello specifico Gateway, che apparentemente non si chiama più Gateway. La gara, comunque, portava il nome di Bommarito Automotive Group 500 ed è così che possiamo definirla. La griglia di partenza è stata caratterizzata da un certo numero di retrocessioni in griglia, perché a quanto pare non ci sono solo in Formula 1, ma non siamo pronti ad affrontare questo discorso, né credo che lo saremo mai, quindi fingiamo che nulla sia successo.
Quello che conta è che Josef Newgarden (Penske) fosse davanti a tutti, nello specifico Colton Herta (Andretti), Pato O'Ward (Arrow McLaren), David Malukas (Coyne) e Felix Rosenqvist (Arrow McLaren) a completare i primi cinque, che si sono accodati subito alla safety car dopo il primo di 260 giri a causa dell'incidente di Benjamin Pedersen (Foyt) che guida una vettura rossa ma non sarà mai un vero figo visto ha anche il numero 55!

Dopo il restart, Malukas ha recuperato una posizione e poi, in precedenza della prima sosta, sarebbe risalito addirittura secondo, Herta costretto a rallentare il ritmo prima di anticipare il primo pitstop, con il rischio che entrasse una safety car e favorisse i piloti che non avevano effettuato soste.
Eravamo a 50+ giri e la gara procedeva tranquilla, anche se si segnala il ritiro di Callum Ilott (Juncos) per un probabile contatto. Safety car, tuttavia, non se ne vedevano e a soste ultimate ci siamo ritrovsti con la stessa top-5 delle prime fasi della gara Newgarden/ Herta/ O'Ward/ Malukas/ Rosenqvist anche se poi O'Ward è riuscito a portarsi al secondo posto.
Nel frattempo più indietro c'era chi puntava a una strategia diversa, perché vuoi mai che funzionasse? È stato così che, quando al 123° Takuma Sato (Ganassi) è finito a muro, Scott Dixon (Ganassi) non si era ancora fermato ai box per la seconda sosta, ritrovandosi improvvisamente in una situazione che poteva giocare molto a suo favore.

Dixon precedeva provvisoriamente Newgarden e O'Ward e in realtà neanche troppo provvisoriamente, dato che si sono recati tutti ai box nello stesso momento, in regime di safety car. Dixon è così uscito in testa e, ancora una volta, su una strategia diversa dai suoi diretti inseguitori: è riuscito infattia fermarsi parecchio tempo dopo rispetto ai suoi avversari e a fare una sosta in meno.
Nel frattempo era scontro a distanza tra Newgarden e O'Ward, che al momento si trovava davanti, quando per loro è giunto il tempo di una sosta ulteriore, quella conclusiva. Poco dopo essere tornato in pista, tuttavia, Newgarden è finito a muro intorno al 220° riuscendo rientrare ai box senza safety car, il che ha consegnato definitivamente la seconda piazza a O'Ward. Non c'era molto che Pato potesse fare, il risparmio carburante di Dixon si è rivelato la manovra vincente ed è andato a conquistare la seconda vittoria consecutiva, diventando il principale sfidante nei confronti di Alex Palou (Ganassi).

O'Ward ha dovuto accontentarsi del secondo posto, precedendo Malukas uscito indenne da un contatto con Scott McLaughlin (Penske) nell'ultimo stint, con McLaughlin che poi ha concluso la gara quinto dietro ad Alexander Rossi (Arrow McLaren). Herta era sesto, davanti al leader della classifica Palou mentre la top-ten è stata conclusa da Felix Rosenqvist (Arrow McLaren), Will Power (Penske) e Marcus Ericsson (Ganassi), quest'ultimo su una vettura con colori a caso perché alcune parti erano pensate per essere parte della vettura di uno dei suoi compagni di squadra.
A seguire su sono classificati Rinus Veekay (Carpenter), Romain Grosjean (Andretti), Santino Ferrucci (Foyt), Ryan Hunter-Reay (Carpenter), Kyle Kirkwood (Andretti), Conor Daly (Rahal - al posto dell'appiedato Jack Harvey, Christian Lundgaard (Rahal), Linus Lundqvist (Shank - sostituto di Simon Pagenaud), Devlin DeFrancesco (Andretti), Graham Rahal (Rahal), Stint Ray Robb (Coyne), Agustin Canapino (Juncos), Helio Castroneves (Shank) e Ed Carpenter (Carpenter).

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