sabato 26 agosto 2023

Le sette vittorie consecutive di Ascari, parte 2/2: GP Olanda e Italia 1952, Argentina 1953

Nello scorso post vi ho raccontato la prima parte delle vittorie consecutive di Alberto Ascari, le prime quattro nei gran premi di Belgio, Francia, Gran Bretagna e Germania, anticipando il fatto che avrebbe vinto anche sui due circuiti successivi, Zandvoort e Monza. Come già detto, in Olanda è arrivato già da campione del mondo e, vista la regola degli scarti, secondo cui contavano solo i quattro migliori risultati, con quattro vittorie aveva già il punteggio pieno. Di questi ultimi due gran premi del mondiale 1952 i video di highlight durano rispettivamente due e due minuti, quello di Monza addirittura con sintesi in italiano... Andiamo quindi a ripercorrere questi eventi... e non solo questi, in realtà.

OLANDA - a questo gran premio, in Ferrari affiancato ai soliti Alberto Ascari e Nino Farina c'era Luigi Villoresi, dove affiancato è solo un modo di dire, dato che in griglia era quarto alle spalle della Cooper di Mike Hawthorn. Ascari e Farina erano, tanto per cambiare, 1/2 e dopo un breve lampo di Hawthorn, in testa al primo giro, sono ritornati in breve 1/2 in un'altra gara in cui Ascari non ha mai lasciato la prima posizione. Poi ha anche conquistato il giro più veloce, ottenendo il grand chelem, terzo della stagione nonché secondo consecutivo.
La Ferrari ha fatto 1/2/3 con Villoresi che già dopo pochi giri ha conquistato la terza posizione ai danni di Hawthorn. Quest'ultimo ha dovuto accontentarsi di giungere al traguardo quarto e doppiato di un paio di giri, precedendo le Gordini di Robert Manzon e Maurice Trintignant, con Manzon ultimo pilota a conquistare punti.
Dietro di loro in settima posizione c'era Stirling Moss sulla ERA, costretto tuttavia al ritiro nelle fasi inoltrate della gara per un guasto al motore.

Piccola digressione, il GP d'Olanda 1952 è stata l'ultima apparizione del team ERA in Formula 1, la terza della stagione dopo avere partecipato ai gran premi di Belgio e Gran Bretagna. Scuderia che si era schierata al via del GP di Gran Bretagna 1950 con innumerevoli vetture, aveva fatto da quel momento in poi solo qualche presenza sporadica tra il 1950 e il 1951, senza mai conquistare punti.
I migliori risultati erano due sesti posti, conquistati in Gran Bretagna e Montecarlo 1950 da Bob Gerard, mentre purtroppo Moss nel 1952 ha collezionato soltanto tre ritiri, senza mai potere vedere la luce della bandiera a scacchi.
La ERA, inoltre, era stata il 18 giugno 1952, soltanto qualche giorno prima del GP del Belgio, tristemente protagonista di quello che è considerato il primo incidente mortale della storia della Formula 1: al volante c'era Earl Cameron, che in realtà non era un pilota da competizioni, ma un ingegnere e tester che lavorava per il team. L'incidente è avvenuto a Warwickshire in Gran Bretagna e non è che si trovino molte infrazioni su Cameron.

ITALIA - le Ferrari ufficiali erano cinque, con Ascari, Villoresi e Farina nelle prime tre posizioni in qualifica davanti alla Gordini di Trintignant e alla Maserati di José Froilan Gonzalez, il quale precedeva Taruffi su Ferrari, Manzon su Gordini e, ottava, la Ferrari di André Simon.
Al via Gonzalez si è impossessato della prima piazza e ha iniziato a scappare, una certa sorpresa in un mondiale dominato dalla Ferrari. Ha accumulato un notevole vantaggio, ma doveva comunque fermarsi ai box a rifornire, cosa che le Ferrari non avrebbero fatto. Tornato in pista quarto dietro alle tre Ferrari di testa, ne ha superate due, ritrovandosi secondo dietro ad Ascari.
Villoresi ha chiuso sul gradino più basso del podio, con Farina quarto e la zona punti completata dalla Maserati di Felice Bonetto, dietro al quale si sono classificati Simon e Taruffi. Quest'ultimo si è piazzato terzo nel mondiale piloti, di un paio di punti dietro a Farina, il quale stava a debita distanza da Ascari.

*****

ARGENTINA 1953 - il mondiale successivo è iniziato con il rientro in scena di Juan Manuel Fangio, che aveva saltato per infortunio la stagione 1952. In casa Ferrari, inoltre, è arrivato Mike Hawthorn, che affiancava Ascari, Farina e Villoresi... e niente, il mondiale è iniziato a Buenos Aires e non proprio nel migliore dei modi. Anzi, male, malissimo.
Dal punto di vista sportivo, si segnala la pole di Ascari, che ha preceduto Fangio, poi Villoresi, Farina, Gonzalez e Hawthorn. Per il campione del mondo in carica si prospettava un ennesimo dominio, con tanto di grand chelem, il quarto conquistato in carriera, ma è purtroppo di aspetti non sportivi che dobbiamo parlare.
Il pubblico era entusiasta di assistere alle imprese di Fangio e Gonzalez, i piloti di casa. Era troppo entusiasta. Anzi, era troppo: oltre il doppio della capienza massima, con spettatori riservati ovunque, di fatto anche a bordo pista.
Ne sono tornati a casa dieci di meno, in tre incidenti diversi, dopo che già c'erano stati segnali che qualcosa non andava: diversi feriti a causa di una ruota staccatasi dalla Cooper di Adolfo Schwelm Cruz, pilota di casa one off. Il peggio è arrivato quando Farina, che si trovava al momento terzo dietro ad Ascari e Fangio, è uscito di strada nel tentativo di schivare una persona che attraversava la pista. È finito sul pubblico, sette spettatori morti, solo ferite lievi per il pilota.
La cosa più paradossale è che la gara sia proseguita come se niente fosse, nonostante i mezzi di soccorso che giravano sulla pista nel senso opposto rispetto alle monoposto. Un'ambulanza è uscita di strada investendo delle persone, due delle quali sono morte. Un ultimo morto, inoltre, ha perso la vita a seguito di in incidente della Cooper di Alan Brown.
È stata una tragedia terribile, questo gran premio, di cui in realtà si parla troppo poco, al confronto di altre situazioni analoghe in cui ci sono state vittime tra il pubblico, forse perché è così lontano nel tempo, forse perché ci sembra quasi all'ordine del giorno avere vittime tra il pubblico negli anni '50.
All'epoca probabilmente lo sembrava: nonostante i tre incidenti con spettatori morti la gara è proseguita fino alla fine, con Ascari vincitore, con Fangio ritirato per un guasto mentre era secondo, con Villoresi e Gonzalez a podio, Hawthorn quarto e l'argentino Oscar Gavez su Maserati a completare la zona punti.

Era gennaio, la Formula 1 non sarebbe tornata con un evento ufficiale fino a maggio, ovvero con Indianapolis. La Ferrari e Ascari sarebbero rimasti a casa, ma la Indy 500 era una gara inclusa nel campionato di Formula 1: si è fermata quindi in Argentina sia la striscia di successi della Scuderia di Maranello sia quella di Ascari, fermo a quota sette, record battuto solo nel 2013, quando Sebastian Vettel ne ha vinte nove di fila, due situazioni difficilmente confrontabili, dato che di fatto Ascari ha vinto per una stagione intera.
Però ai tempi di Ascari c'erano un sacco di gran premi extra campionato, dove non ha vinto ogni singola gara - sì, insomma, ha "solo" vinto tutte quelle in cui non si è ritirato - mentre in epoca contemporanea vincerne nove di fila significa proprio che in mezzo non c'è niente. Quello che conta è solo quella Indy 500 del 1953, appunto, che va a dividere le sette vittorie di Ascari avvenute prima e le due arrivate subito dopo. Ha vinto le nove a cui ha partecipato, che per le statistiche ufficiali non sono nove gare consecutive. Poco importa, i numeri sono solo una parte del tutto e talvolta non sono nemmeno una parte, dato che nelle classifiche dei "goat" ci fosse mai qualcuno che ci infila in mezzo anche il nome di Ascari!


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