venerdì 18 settembre 2020

F1 The Golden Days: GP Singapore 2019

Ogni volta in cui sento la canzone "Non mi basta più" di Baby K, al verso "in testa come Pantene, sei una ruota che dura dal lunedì fino al weekend" non posso fare a meno di pensare al GP di Singapore 2019, Pantene infatti rappresenta Antonio Giovinazzi, brevemente in testa a quel glorioso evento (dove "glorioso" l'ho scritto proprio per Giovi in testa per qualche giro) e Marina Bay e le ruote tutto sommato vanno d'accordo le une con le altre, vista la ruota panoramica che svetta in quella specifica location.
L'edizione 2020 doveva svolgersi in questo fine settimana (in sovrapposizionehhhh con la 24 Ore di Le Mans, tanto per non farci mancare niente) ma si tratta di uno dei millemila gran premi cancellati di questo mondiale, pertanto non mi resta altro da fare che ripercorrere una vecchia edizione... e appunto, la mia scelta è andata sull'ultima disputata, anche se di solito sceglievo edizioni più vecchie. La ragione per cui mi fermo indietro di appena un anno è che quell'edizione rischia di diventare molto più significativa di quanto ci fosse sembrata in un primo momento.

Immagino che abbiate la memoria ancora fresca sugli eventi di quel giorno, sullo scontro interno Charles Leclerc vs Sebastian Vettel, che gareggiavano come se ci fosse in palio la gloria eterna nel cuore dei tifosi Ferrari, cosa del tutto illusoria dato che nonostante lo stato di grazia uno dei due finirà verosimilmente per fare la fine dell'altro, perché si tratta di un destino inevitabile per tutti, anche se la giorno d'oggi sembra tutto immutato, ma non troppo, come sembra dal fatto che ogni tanto si invochi l'avvento di Lando Norris per salvare il destino della Rossa.
Uno partiva dalla pole position, l'altro in qualifica si era contraddistinto prevalentemente per essere andato a cambiarsi dietro una tenda al parc fermé (o quantomeno, presumo dietro a una tenda o da qualche parte e non che sia rimasto in mutande pubblicamente mentre si cambiava) e per tale ragione criticato dal telegiornale delle 20.00.
Il destino della gara sembrava scontato, ma uno rientrava ai box prima dell'altro e l'altro, mentre era in pista, ne approfittava per andare ai due all'ora in compagnia di Lewis Hamilton.

Leclerc, Hamilton, Vettel, Verstappen, queste le posizioni prima del giro di pitstop. Vettel, Leclerc, Verstappen, Hamilton, queste le posizioni dopo il giro di pitstop. Preferisco soprassedere su tutte le polemiche che si sono verificate in un secondo momento, mi limito a spiegare che la scelta della Ferrari sembrava inizialmente quella di continuare a scambiarsi le posizioni come se fossero figurine.
Poi, tra una safety car e l'altra, il destino del duo di testa è stato scandito da un'ineluttabile realtà.
La realtà dei fatti era che non ci sarebbero stati ulteriori scambi: Vettel fuggiva via da Leclerc, Leclerc lo inseguiva ritrovandosi occasionalmente inseguito da Mad Max e più occupato a parare il proprio fondoschiena che cercare l'assalto a quello altrui.
Bernd Maylander accompagnava spesso e volentieri le vetture verso un destino che si stava scrivendo lentamente, con la top-4 invariata fino alla fine e un Valtteri Bottas quinto classificato, tenendo a debita distanza la Redbull di Alex Albon: una top-6 con Ferrari, Redbull e Mercedes rimescolate.

Lando Norris, Pierre Gasly, Nico Hulkenberg e Antonio Giovinazzi a completare la top-10: l'uomo Pantene, come già accennato, si era contraddistinto per essere stato in testa alla gara e al centro dell'attenzione per quattro giri, il primo italiano in testa a un gran premio fin dalla notte dei tempi. Ovviamente era in una diversa pitstop window in quel momento ed era destinato a perdere parecchie posizioni rispetto a quegli istanti di gloria, ma penso che sia giusto, di tanto in tanto, non farsi mancare niente e ammirare anche se solo per qualche istante una meravigliosa e illusoria realtà.
Dopo la gara, una scena iconica, che ha aperto gli occhi di tutto il mondo e ha portato tante persone normali a diventare shipper dei Sewis (o dei Vettelton, come preferisco chiamarli io). Mentre Vettel rispondeva a una delle interviste post-gara, Hamilton è comparso alle sue spalle (inutile, quei due non riescono a stare lontani l'uno dall'altro, come scopriamo sempre di più giorno dopo giorno) e, quando si sono ritrovati a tu per tu, si sono abbracciati. Niente di che, ma dalle foto scattate, a un certo punto, sembrava stessero per mettersi a limonare. Meglio così, almeno questo post può concludersi con dolcezza.

PS. Mi sono dimenticata di dirvi perché sia un gran premio iconico, ma forse ci arrivate anche da soli. Visto l'andazzo, potrebbe rimanere l'ultima vittoria Ferrari almeno per un po', e l'ultima doppietta ancora più a lungo.

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