mercoledì 9 settembre 2020

Commento al Gran Premio d'Italia: 6 settembre 2020

A volte ritornano, quando meno te lo aspetti, con una dinamica che non ti aspetti, ieri e oggi si fondono e tutto ciò che ne viene fuori è una storia di oggi mille volte più romantica di quella di ieri, forse la storia più romantica in assoluto che ci sia stata offerta dal motorsport di questo secolo.
Allora la pioggia, adesso il sole. Allora una qualifica strana, oggi una qualifica normale. Hamilton che otteneva la sua novantaquattresima pole position (vogliate perdonarmi questo spoiler, ma è stata la cosa più consueta del fine settimana, quindi la posso anticipare così) e la grafica che erroneamente sosteneva che era la sua novantesima vittoria... non c'era altro da fare che pensare che sarebbe stato proprio così, che il giorno dopo il Gangster Rapper avrebbe vinto il suo novantesimo gran premio in carriera e ci sarebbe stato comunque un po' di romanticismo: avrebbe raggiunto quota novanta proprio nello stesso circuito dove l'aveva raggiunta Schumacher nel 2006 e sarebbe stata una coincidenza interessante per la storia di Monza. Il destino di Monza, tuttavia, non era destinato ad essere sede della novantesima vittoria di Hamilton e il romanticismo a cui andavamo incontro era di portata ben più ingombrante.
È quasi inquietante, adesso, ripensare ai giorni prima del gran premio, quando si parlava dei fatti del passato e si ricordava quel bizzarro 2008 che, in fin dei conti, era meno bizzarro di quanto al giorno d'oggi lo si voglia far apparire. Perché il 2008 non era il 2020 e su una cosa tutti erano d'accordo: la Toro Rosso di Faenza poteva vincere una gara nel 2008, ma non nel 2020.

COME ARRIVARE ALLA VITTORIA CON UNA TORO ROSSO NEL 2008 - era un mondiale molto variegato, con Ferrari e McLaren a lottare per il titolo ma senza una supremazia netta, né tra di loro, né sulle altre scuderie. Da un lato è vero che Ferrari e McLaren potevano agevolmente stare davanti a tutti o quasi in qualifica, ma dall'altro lato, se non stavano davanti in qualifica per qualche motivo oppure se finivano dietro a gara in corso, era molto probabile che restassero dietro almeno a una parte dei loro avversari. L'errore di chi dice "non poteva succedere" è proprio questo, avere una visione troppo contemporanea del passato. Ci siamo abituati, specie nel momento in cui c'era una spaccatura netta tra Mercedes/ Redbull/ Ferrari e tutto il resto della griglia, che una di queste vetture, ritrovandosi nelle retrovie a inizio gara o a metà gara, potesse tranquillamente rimontare fino alla zona punti se non oltre. Il 2008 non era così: non c'era un terzetto di scuderie con performance talmente superiori alla media degli altri da avere la certezza del risultato spianato. In più era epoca di rifornimenti di benzina, che a mio parere, a ripensarci oggi, non aggiungevano molto e quindi tutto sommato non credo se ne senta la mancanza, e le vetture che arrivavano in Q3 dovevano qualificarsi con già a bordo il carburante del primo stint di gara. Questo comporta che, a seconda di quanto carburante si decidesse di mettere, le vetture potevano essere più leggere o più pesanti. Per chi arrivava in top-ten con una vettura magari non tanto performante quanto altre, c'era l'escamotage di avere meno benzina a bordo per qualificarsi il più avanti possibile. Ciò comportava esporsi al rischio di overcut (termine che ai tempi non si usava, si parlava di "sorpasso ai box" anche se tecnicamente non era un vero e proprio sorpasso): i piloti che stavano dietro andavano avanti qualche giro in più, chi era già rientrato aveva la vettura più pesante e magari era nel traffico e chi rimaneva in pista più a lungo poteva recuperare terreno. Una scelta di questo genere, complice un giro perfetto, ha probabilmente spianato la strada alla pole position di Vettel.
Dietro di lui c'era Kovalainen, compagno di squadra di Hamilton in McLaren, che qualcuno potrebbe non ricordare bene. Giusto per inquadrare il soggetto, Kovalainen era una sorta di Bottas dei poveri, quando stava in McLaren, capace di vincere una sola gara sulla stessa vettura con cui Hamilton vinceva il mondiale e peraltro favorito da una foratura dello stesso Hamilton per poi avere la strada spianata da una rottura del motore della vettura di Massa. Era lecito aspettarsi che Kovalainen stesse attaccato al posteriore di Vettel nella prima parte di gara, che Vettel rientrasse prima ai box e che Kovalainen potesse spingere al massimo e stargli davanti dopo essersi fermato a sua volta. Come ho detto, tuttavia, Kovalainen era una sorta di Bottas dei poveri e la cosa si è vista in gara. Vettel è andato via per i fatti suoi e Kovalainen non gli è rimasto vicino. Quindi, quando Vettel si è fermato a rifornire prima di Kovalainen, ciò non ha comportato alcun rischio e la posizione era abbondantemente conservata. Ironia della sorte, Hamilton invece, che partiva dalle retrovie su una strategia a un solo rifornimento, si stava avvicinando notevolmente ed era il pilota più veloce in pista. Lui sì che avrebbe potuto mettersi tra Vettel, la Toro Rosso e la vittoria, se le cose fossero girate per il suo verso. Purtroppo per lui, nonostante MeteoFrance avesse detto che sarebbe piovuto per tutta la gara, la pioggia ha smesso di cadere nel finale. Per questa ragione, quando con la seconda sosta gli altri piloti hanno messo gomme più adatte alle circostanze, anche Hamilton ha dovuto fermarsi una seconda volta per adeguarsi. A quel punto non c'era più nessun pilota che potesse ragionevolmente insidiare Vettel che così è giunto fino alla bandiera a scacchi, peraltro con un vantaggio di dodici secondi su un Kova che poi sul podio non sembrava particolarmente soddisfatto. Dopotutto nemmeno io lo sarei se avessi avuto il fine settimana della vita a disposizione e l'avessi preso in quel posto da un ragazzino sbucato fuori dal nulla, di cui il tifoso medio non sapeva nemmeno dell'esistenza, che non sembrava destinato a finire in un top-team nell'immediato (era già stato ingaggiato da tempo dalla Redbull per il 2009, ma contrariamente a quanto pensa certa gente, ai tempi la Redbull sembrava tutto tranne che un top-team).
Vettel, Kovalainen, Kubica sul podio e la gente di oggi che si chiede "davvero Kubica è andato a podio?" (facepalm) e parla di fortune sfacciate che hanno permesso un risultato falsato. Vorrei ricordare a questa gente che i risultati falsati sono le vittorie di chi vince sempre, nel loro immaginario, non quelli di chi vince una volta e poi il nulla cosmico per dodici anni. Purtroppo la Toro Rosso ha vinto con il pilota sbagliato, se al posto di Vettel ci fosse stato uno destinato a non vincere mai altrove magari quel risultato sarebbe stato maggiormente apprezzato dal grande pubblico in seguito. Tornando a noi, comunque, vari fattori hanno contribuito a quello che abbiamo visto nell'ormai lontano 2008: una vettura che sul bagnato performava meglio che sull'asciutto, una stagione variegata con cinque team vincitori e nove team a podio almeno una volta (nove significa tutti tranne uno, il fanalino di coda), una vettura probabilmente un po' più leggera in qualifica, un giro perfetto in qualifica da parte del pilota, una buona strategia, una gara senza errori... e probabilmente anche altre cose che al momento non mi vengono in mente. Credo che sia inutile volere demolire per forza un simile risultato, non tanto per un pilota che poi ha vinto altre 50+ gare, ma per una squadra che quel giorno ha vissuto davvero il suo momento di gloria e che con tutta probabilità pensava che un momento del genere non sarebbe arrivato mai più. Sono passati ben undici anni prima di potere puntare almeno al podio, anche se è successo ben due volte, e nulla lasciava pensare che potesse ripetersi. Lo dicevamo qualche giorno prima della gara: una Toro Rosso poteva vincere nel 2008, ma non può certo vincere nel 2020. Poi, incredibilmente, l'impossibile è diventato possibile.

COME ARRIVARE ALLA VITTORIA CON UN'ALPHA TAURI NEL 2020 - Hamilton e Bottas in prima fila, a seguire Sainz e Perez, Verstappino e Norris, Ricciardo e Strollino, Albon e Gasly a completare la top-ten. Un risultato di qualifica normalissimo completato da Kvyat, Ocon, Leclerc, Raikkonen e Kmag fuori in Q2 mentre erano usciti in Q1 RoGro, Vettel, Giovinazzi e i Russifi, anche se in effetti sono convinta che i Leclettel non lo definirebbero "risultato di qualifica normalissimo", ma che a loro sembrerebbe un enorme strazio e non avrebbero tutti i torti. Cosa può succedere con una simile griglia? O che Hamilton vince tenendosi dietro Bottas o che Bottas ha uno slancio incredibile e si porta in testa al via. Naturalmente quest'ultima possibilità è inferiore a quella precedente come probabilità e infatti Bottas ha deciso di dare il meglio di sé partendo al rallentatore. Sono passati i Norrisainz e poi anche Perez, Bottas si è ritrovato ad avere Verstappino negli scarichi e anche questo non doveva essere un bel soggetto da avere dietro. Nel frattempo Albon era in completa versione Alboff: prima è stato protagonista di un contatto con Gasly, poi ha tentato di grosjeanizzare RoGro, è stato penalizzato per il suo misfatto e... niente, l'abbiamo perso di vista per un bel po'. Anzi, no, l'abbiamo visto che faticava a superare Leclerc, il che sinceramente mi pare anche peggio che non averlo visto per niente, visto come stava andando la gara della Ferrari. Comunque le cose potevano addirittura migliorare: Vettel si è messo ad abbattere pannelli di polistirolo, non come passatempo ma perché la sua macchina all'improvviso aveva deciso di non frenare più. L'ha portata ai box e l'ha parcheggiata dentro, mentre più tardi Kmag avrebbe parcheggiato la sua fuori dai box, dopo avere avuto problemi. Quello è stato il turning point della gara, dato che ha portato a un grosso plot-twist.
In Alpha Tauri hanno chiamato Gasly ai box e il Pokemon è rientrato prima che entrasse in pista la safety car. Poi è entrata in pista la safety car e sono rientrati ai box Hamilton e Giovinazzi. Solo che la vettura di Kmag era talmente in mezzo alle pa**e che era stato deciso di chiudere la pitlane. C'era un semaforo rosso e Hamilton, Giovinazzi e le rispettive chiome fluenti hanno ignorato il suddetto semaforo. Sono stati messi sotto indagine, mentre gli altri rientravano in modo random e neanche tutti in un secondo momento, quando si poteva. Poi la safety car si è levata di torno, il Vanz si è esaltato perché Leclerc era risalito miracolosamente non olo in top-ten ma addirittura a ridosso della top-5, ma non è durata molto a lungo: il Predestinato è andato a schiantarsi contro una barriera che, diversamente da lui, non sembrava particolarmente predestinata, la scocca della sua monoposto ha retto bene l'impatto, m non si può dire lo stesso della barriera: la gara è stata redflaggata e a quanto pare adesso le regole per le gare redflaggate sono diverse. Nello specifico le vetture rientrano in pitlane, chi non ha effettuato il pitstop lo fa in pitlane a gara interrotta (Strollino, parlo di te), poi si va in pista a fare un formation lap dietro la safety car e si riparte con standing start. Mentre scoprivamo tutto ciò, i due di cui sopra venivano penalizzati e il Prosciuttello Gangster viaggiava per il paddock in monopattino, probabilmente per andare a parlare con i commissari. Oppure per andare a trovare il suo best friend forever, non lo possiamo sapere. Il pre-gara, infatti, era stato caratterizzato da Hamilton e Vettel assenti dalla manifestazione contro il razzismo, immortalati mentre raggiungevano la griglia uno di corsa e l'altro sul monopattino (immagino abbiate capito chi era quello in fissa con il monopattino, questo fine settimana). A seguire, Hamilton ha dichiarato di avere fatto tardi perché era in bagno. Quindi ciò significa che Vettel era andato a cercarlo, oppure che erano entrambi nello stesso bagno. Quindi può darsi che durante la redflag il suo collega lo aspettasse in bagno e che l'abbia rincuorato per l'imminente penalità tirandogli la coda. Qualunque cosa sia successa, comunque, quello che conta è che quando la gara è ripartita, a circa metà percorrenza, Hamilton era ancora in testa, ma costetto a scontare uno stop and go, come Giovinazzi, ma a nessuno importava un fico secco di Giovinazzi.
Strollino, che ne avrebbe ereditato la leadership, è andato un po' per prati ed è scivolato dietro a Gasly, Sainz e le Alfa Romeo, quindi il leader della gara è divenuto il Pokemon, mentre Sainz lo inseguiva ma a debita distanza, Giovinazzi rientrava ai box per scontare la penalità, Raikkonen veniva superato prima da Strollino e poi da tanta altra gente, Bottas dormiva al quinto posto alle spalle di Norris (senza più Verstappino tra le scatole visto che si era ritirato per guasto al motore subito dopo il restart) e Hamilton risaliva dai bassifondi, superando a un certo punto Albon che era tra gli ultimi. Purtroppo non l'ha speronato in corso d'opera, perché la gara di Albon sarebbe risultata decisamente più rispettabile con un ritiro, visto che mentre lui annaspava davanti al solo Giovinazzi, Latifi stava a ridosso della top-ten. Via radio comunicavano a Sainz che avrebbe preso Gasly in sette/otto giri, ma i tempi di Gasly sembravano suggerire il contrario. Incredibile ma vero, a distanza di dodici anni e con dinamiche completamnte diverse, si stava concretizzando l'ipotesi di una seconda vittoria della "Toro Rosso di Faenza"... e dal punto di vista umano sarebbe stata decisamente più romantica di quella precedente. Nel 2008 Vettel era un pilota che non sembrava avere grosse possibilità di diventare un top-driver in tempi brevissimi (doveva passare in Redbull e vi rimando alla classifica 2008 per farvi capire quali potessero essere le ipotesi per il futuro della Redbull), ma nulla lasciava pensare che non potesse diventarlo in futuro. C'erano diverse squadre di livello medio-alto che avrebbero potuto ingaggiarlo di lì a qualche anno, dato che nel suo piccolo si era comunque messo in mostra più di altri piloti debuttati più o meno ai suoi tempi e che nei top-team c'erano comunque anche piloti la cui posizione non sembrava così tanto stabile per il futuro. Mentre Vettel stava in testa a quel gran premio non mi è mai venuto da pensare, nemmeno per una volta, che quella fosse la sua UNICA possibilità di vincere un gran premio e che se non ci fosse stata quella non ci sarebbe stata mai più un'altra occasione. Il discorso Gasly è molto diverso.

LA RIVINCITA DEL POKEMON - poco più di un anno fa Gasly stava al volante di una Redbull e veniva criticato per non cavare un ragno dal buco. Non solo veniva criticato, ma è stato anche cacciato via a calci e sostituito da uno che, risultati alla mano, non è che si stia rivelando così tanto più competitivo. È stato messo da parte, gli è stato fatto capire che non era abbastanza per stare in un top-team. Tanti altri al posto suo si sarebbero demoralizzati, avrebbero finito per disperdersi da qualche parte a fondo classifica, in attesa di vedere anche la loro posizione da piloti di classifica medio-bassa disintegrarsi una volta per tutte. Quando Gasly è stato messo da parte dalla Redbull, poteva sembrare destinato a non andare più da nessuna parte, ad essere solo una misera comparsa che un giorno o l'altro non avrebbe più avuto nemmeno un volante di serie B. Una volta ottenuto quel volante di serie B, tuttavia, il Pokemon non si è mai lasciato scoraggiare ed è riuscito a diventare quello che non era quando stava in un top-team. Ha dimostrato il proprio valore cogliendo prima un rocambolesco podio in Brasile e poi la consacrazione definitiva, questa vittoria, qualcosa di impensabile nell'immaginario collettivo. Ha mantenuto un gap costante nei confronti di Sainz fino all'ultimo giro e quando questo è finalmente riuscito a scendere in zona DRS, ancora una volta Gasly ha mantenuto la posizione. Ha visto il mondo dal gradino più alto del podio, ha visto la delusione negli occhi del suo inseguitore e ha visto quello che nessuno credeva di poter vedere, forse nemmeno lui stesso. Perché non sali su un'Alpha Tauri convinto che vincerai il gran premio, questo è poco ma sicuro, e non oso immaginare cosa possa essergli passato per la testa in quella metà gara che ha passato là davanti a tutti, probabilmente consapevole che, con una "Toro Rosso di Faenza" difficilmente gli sarebbe capitata una seconda occasione. In più si narra perfino che Gasly sia stato un fanboy di Vettel... e ora me lo immagino ragazzino, mentre sogna a occhi aperti di emulare il suo Yd0l0 e di vincere un gran premio al volante della Toro Rosso. Ce l'ha fatta ed è la cosa più fiabesca che potesse accadere, al punto tale che non me la sento di aggiungere altro, né dialoghi immaginari né considerazioni sugli altri hot topic del giorno (Ocon che polemizza con il team ma non è cool abbastanza per non essere insultato via social, Hamilton che per poco non raggiunge Bottas, le considerazioni sulla bellezza delle gare con reverse grid nonostante questa non avesse una reverse grid e tutto quello che si è detto in questi giorni).

RISULTATO: 1. Pierre Gasly (Alpha Tauri), 2. Carlos Sainz (McLaren), 3. Lance Stroll (Racing Point), 4. Lando Norris (McLaren), 5. Valtteri Bottas (Mercedes), 6. Daniel Ricciardo (Renault), 7. Lewis Hamilton (Mercedes), 8. Esteban Ocon (Renault), 9. Daniil Kvyat (Alpha Tauri), 10. Sergio Perez (Racing Point), 11. Nicholas Latifi (Williams), 12. Romain Grosjean (Haas), 13. Kimi Raikkonen (Alfa Romeo), 14. George Russell (Williams), 15. Alex Albon (Redbull), 16. Antonio Giovinazzi (Alfa Romeo), Rit. Max Verstappen (Redbull), Rit. Charles Leclerc (Ferrari), Rit. Kevin Magnussen (Haas), Rit. Sebastian Vettel (Ferrari).

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Milly Sunshine