mercoledì 19 agosto 2020

Quando gli algoritmi sorridono agli Angry Birds

Uno degli argomenti più discussi di oggi è stata la top-20 dei piloti più veloci degli ultimi quasi-quarant'anni (dal 1983 al 2020) pubblicata dal sito ufficiale della Formula 1: tale classifica è stata stilata con un algoritmo che apparentemente va a compensare la disparità di vetture guidate.
Prima di proseguire ci tengo a specificare un dettaglio che è sfuggito ai più, ovvero che è la classifica dei piloti giudicati *più veloci*, il che non significa migliori in assoluto, ma che tiene conto solo della velocità pura. Quindi, per come la comprendo io, in termini di pole position e giri veloci soprattutto. Nonostante ciò, concordo con il fatto che certi risultati sono quantomeno improbabili.
La classifica è la seguente:

1. Ayrton Senna
2. Michael Schumacher
3. Lewis Hamilton
4. Max Verstappen
5. Fernando Alonso
6. Nico Rosberg
7. Charles Leclerc
8. Heikki Kovalainen
9. Jarno Trulli
10. Sebastian Vettel
11. Rubens Barrichello
12. Nico Hulkenberg
13. Valtteri Bottas
14. Carlos Sainz
15. Lando Norris
16. Daniel Ricciardo
17. Jenson Button
18. Robert Kubica
19. Giancarlo Fisichella
20. Alain Prost

Facendo una doverosa premessa, ovvero che mi dissocio da quelli che hanno scritto insulti vari rivolti al pilota numero 8, ma mi limito a prendere questa classifica con le pinze, credo ci siano alcune che sorprendono e alcune che non sorprendono affatto.
Tra le cose che non mi sorprendono per niente, la posizione numero 1 attribuita dall'algoritmo a Senna: 65 pole position da parte di un pilota che ha vinto "solo" 41 gare (le virgolette non le ho messe lì per abbellire la frase) sono un numero alquanto elevato, che fanno pensare a una velocità pura.
Per contro, piloti con un approccio più strategico/mentale, che hanno fatto base dei loro successi qualcosa che non fosse la velocità pura non mi stupisce di trovarli molto più in basso, nella fattispecie mi riferisco a Button e Prost.
Non mi stupisce nemmeno più di tanto trovare in posizioni improbabili *alcuni* dei piloti che potrebbero apparire degli outsider in questa classifica. Ricordiamoci che alcuni dei piloti sopra citati non hanno mai guidato per dei top team oppure che l'hanno fatto per periodi estremamente brevi e che anche in tali situazioni è possibile mettersi in mostra per la propria velocità.
Cito a titolo di esempio Trulli, che ha vinto una sola gara in carriera, ma che in realtà non è che abbia avuto molte possibilità di vincerne altre. Tuttavia come proprio punto di forza ha sempre mostrato, più che la costanza in gara, una certa velocità in qualifica.
Parlando di italiani, non mi stupisce tantissimo nemmeno Fisichella che, almeno come pilota di centro gruppo, se l'è sempre cavata abbastanza bene (e ironicamente sta al di sotto di Trulli, che nei vari confronti è sempre stato giudicato migliore di Fisichella in qualifica, seppure magari Fisichella si rivelasse forse più un pilota da exploit in gara).

Ciò che mi stupisce è invece la disparità di epoche. Abbiamo infatti oltre la metà dei piloti debuttati negli ultimi quindici anni, con i piloti debuttati negli anni '80 rappresentati pochissimo e quelli degli anni '90 rappresentati solo relativamente, in quanto hanno tutti vissuto il loro massimo splendore nella prima parte degli anni 2000. Questo algoritmo tende preferire il "giovane" al "vecchio", per qualche ragione non del tutto chiara... forse fare sì che Nelson Piquet non finisse in classifica, dato che viene sempre snobbato nonostante abbia vinto tre mondiali! Se da un lato si spiega perché magari i piloti di metà classifica al giorno d'oggi sono forse migliori di alcuni soggetti che circolavano un tempo, dall'altro non spiega tuttavia perché anche i top-driver dei tempi siano stati almeno in gran parte persi per strada.
E poi ci sono cose che non tornano legate all'epoca più recente: il numero di giri veloci ottenuti da Raikkonen o il numero di pole position ottenute da Massa dovrebbero qualificarli, almeno a occhio, come piloti con una velocità pura forse più elevata di alcuni di quelli che sono entrati in classifica. Invece nessuno dei due è riuscito a entrare nella top-20. Per quanto riguarda i giorni contemporanei, invece, mi sfugge come Verstappen sia riuscito a strappare un quarto posto in una classifica che dovrebbe premiare i migliori qualificatori, status che non attribuirei a un pilota che per un certo periodo della sua carriera è stato celebre per essere il pilota che aveva più vittorie senza mai essere stato in pole. Ora ne ha due, ma sono comunque un numero irrisorio se confrontato con le nove vittorie.

In più c'è la questione Kovalainen, il modo in cui la sua velocità sia stata valutata rimane un mistero al pari della sua carriera in Formula 1, dove ha sfigurato in McLaren e guidato like a boss in Caterham. Ora, non che sia così sorprendente sfigurare in un top team e fare bene su una carretta, ma in termini di velocità pura non sono certa che l'Angry Bird sia stato tutto questo talento. Parliamo del 2008 in McLaren, per esempio: ha ottenuto una sola pole position, esattamente lo stesso numero che ne hanno ottenute Kubica e Vettel in quella stagione, solo che loro due non guidavano la McLaren. Nel 2009 me lo ricordo uscire di scena in qualifica ben prima di Hamilton e, in generale, la sua avventura in McLaren è più che altro una disavventura. Ma c'è il discorso Caterham e ci sono tutte le Q2 dove è arrivato... carriera che, tuttavia, nelle scuderie di fondo classifica hanno intrapreso con poche varianti, in un secondo momento, hanno intrapreso anche Bianchi e Wehrlein, nessuno dei quali è minimamente entrato in classifica (cosa che invece avrei potuto tranquillamente aspettarmi se si volesse valorizzare la qualifica eroica su un "mezzo di fortuna"). Questo mi fa sorgere un grande dubbio: nell'algoritmo i piloti sono stati inseriti tutti, oppure solo chi, a un certo punto, è stato in qualche team considerato degno di considerazione.


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