domenica 15 marzo 2020

Commento al mancato Gran Premio d'Australia (12/13 marzo 2020)

Sono le 6.10 di domenicahhhh mattinahhhh e scattanohhhh le vetturehhhh... anzi, no. Ciò nonostante è più che doveroso e opportuno ripercorrere quello che è accaduto nel corso del giovedì e venerdì australiano e a come siamo arrivati alla cancellazione del GP d'Australia previsto per il weekend del 15 marzo. Azz... la regola numero 1 era niente spoiler e viviamo in un universo in cui è richiesto ai miei lettori di fingere diligentemente di non avere la più pallida idea di che cosa sia accaduto davvero. Per ironia della sorte, proprio questo è il caso in cui probabilmente i lettori non lo sanno davvero, esattamente come me.
Come già avevamo capito da un po', questo campionato è destinato ad essere molto condizionato dall'emergenza coronavirus, quello che non sapevamo (e che non sappiamo tuttora) è fino a che punto. Questo è dovuto in gran parte al fatto che, da una zona all'altra del mondo, le reazioni sono molto diverse. Per esempio, mentre Hamilton condivideva tramite social un video in cui criticava il potere del denaro che faceva proseguire il campionato in qualunque circostanza e in cui Vettel ammetteva di non saperne abbastanza per prendere una posizione ma di essere convinto che, se la salute pubblica fosse stata messa in pericolo, fosse opportuno sospendere il campionato, dall'altra parte dell'oceano un pilota di NASCAR ridicolizzava il correre le prossime gare a porte chiuse (gare che nel frattempo dovrebbero essere state cancellate).

Nello specifico tutto è iniziato come un normale giovedì pre-gran premio, con quattro piloti convocati per la conferenza stampa, che al giorno d'oggi si svolge su un divanetto. C'erano Latifi, Vettel, Hamilton e Ricciardo, e la distanza tra i quattro era decisamente poca. Non sapevo se esserne preoccupata, oppure sollevata al fatto che Vettel, pur correndo per un team italiano, non fosse stato rinchiuso in uno scantinato in qualità di presunto untore. Negli ultimi tempi, infatti, c'erano polemiche a tutto andare perché i team italianihhhh sonohhhh infettihhhh e dovrebbero essere radiati a vitahhhh dalla Formula 1, insieme alle gomme Pirelli.
I piloti sono stati intervistati a proposito del coronavirus, ignorando il fatto che nessuno di loro sia un virologo, ma essendo piloti di F1 e non piloti di NASCAR sono riusciti a dare risposte che avessero un senso logico e le radio hanno rimbalzato per ore la notizia secondo cui i Vettelton fossero pronti a non gareggiare per questioni di sicurezza.
Poi si è parlato delle polemiche relative ai motori Ferrari, che hanno viste contrapposte di recente FIA e Ferrari e tutti i team con altre motorizzazioni (polemica su cui gli ultimi update danno al momento un accordo tra Ferrari e Mercedes, con quest'ultima che avrebbe rinunciato alla protesta contro l'accordo Ferrari/FIA), chiedendo ai Vettelton se questo abbia cambiato i loro rapporti. I Vettelton non hanno replicato limonando solo perché visti i tempi correnti non darebbero il buon esempio. Poi Vettel ha osservato di avere sfidato Hamilton una volta e che la cosa non sia andata bene. Ricciardo si è messo a trolleggiare in proposito, visti i riferimenti a Baku 2017. Era tutto bellissimo, ma il mondo della Formula 1 era pronto a ricevere una gran mazzata sui denti.

Più o meno alla mia ora di pranzo, quindi nella serata del giovedì australiano, la McLaren ha annunciato che uno dei propri meccanici era risultato positivo al test del coronavirus e che il team si ritirava dal GP d'Australia. Di lì a circa un'ora la FIA ha dichiarato che avrebbe valutato il da farsi e che si sarebbe svolta una riunione straordinaria con i team. A quel punto abbiamo iniziato ad aspettarci una cancellazione dell'evento, oppure una dichiarazione a proposito di un proseguimento a porte chiuse, visti gli spettatori che stavano vicini all'altro un po' come se fossero stati i Vettelton a Baku senza le vetture.
Ciò che non era umanamente prevedibile era la situazione da wtf che si sarebbe lentamente sviluppata di lì a partire da quel momento, cosa che se non fosse stata dovuta a un'emergenza sanitaria internazionale sarebbe stata anche piuttosto divertente. In generale si può dire che sia stata una situazione tragicomica, che ha avuto un'elevata risonanza a livello mediatico. Innanzi tutto nel pomeriggio italiano, quindi quando erano le due/ tre di notte in Australia, venivano riportati degli attendibili rumour: secondo Sky Sport UK il gran premio proseguiva, secondo BBC il gran premio veniva cancellato... insomma, si erano messi molto d'accordo prima di pubblicare notizie.
La cosa più strana, comunque, era l'assenza di comunicati ufficiali, anche mentre ormai tutte le fonti di informazione, TG1 delle 20.00 con servizio di Stella Bruno compreso, davano per certo l'annullamento del gran premio, specie alla luce del fatto che nel momento in cui Stella Bruno parlava di F1 al telegiornale in Australia erano quasi le sei e mezza di mattina e pare che la riunione dei team fosse durata tutta la notte. Di fatto per le squadre era ormai arrivata l'ora di mettersi a lavorare e c'era gente che non era ancora andata a letto. Il comunicato era sempre più atteso, ma niente, calma piatta da quel punto di vista, con alcuni giornalisti che dichiaravano che era stato comunicato loro di recarsi al circuito alle otto, come se le prove libere dovessero essere effettivamente disputate in giornata.

Nel frattempo, mentre per noi si avvicinava sempre di più l'ora di andare a dormire, continuavano a non arrivare risposte precise, ma soltanto pettegolezzi, tipo che alle 6.15 del mattino australiano Raikkonen e Vettel si fossero imbarcati su un volo per l'Europa. In seguito è venuto fuori che non erano stati i soli a lasciare l'Australia, anche Hamilton e Leclerc avrebbero fatto la stessa cosa.
Voci di corridoio narravano come cinque team fossero disposti a correre e altri cinque no, si facevano polemiche basate sul nulla su chi fossero gli uni e chi fossero gli altri, poi è emerso che, alla fine, soltanto tre team sembravano propensi a gareggiare: erano Redbull, Alpha Tauri e Racing Point. Questo non significa che i loro piloti fossero d'accordo: Max e Jos Verstappen, infatti, si apprestavano a lasciare l'Australia! Non oso immaginare come abbiano potuto sentirsi i Kvyasly in quel momento, con un sedile libero in Redbull! E soprattutto come potesse sentirsi Hulkenberg di fronte alla prospettiva che gente a caso potesse salire sul podio.
Io, da parte mia, ero disturbatissima dalla possibilità che l'Alpha Tauri potesse vincere il gran premio: una simile vittoria mi farebbe molto piacere, ma non in un gran premio disertato da molti per questioni sanitarie gravi. Si diceva che sarebbe stata una Indianapolis 2005 2.0, ma no la penso così: quella volta partirono solo in sei perché gli altri quattordici avevano gomme non abbastanza sicure per la pista. I sei partecipanti non correvano nessun rischio in più che in qualsiasi altro gran premio, né correvano rischi i meccanici, i giornalisti o il pubblico. Poi è venuto fuori che esiste un numero legale e che, con meno di dodici vetture al via, non si può gareggiare.

Nel frattempo si è fatta mezzanotte e cinque, ovvero le dieci di mattina australiane. Lo ripeto: le dieci di mattina australiane, non so se vi rendete conto della cosa. Allora, alla fine, è arrivato il comunicato della cancellazione dell'evento, mentre il pubblico era ammassato fuori dai cancelli, all'oscuro del fatto che, se fosse proseguito il weekend, il GP sarebbe stato, a quanto si diceva, a porte chiuse.
Insomma, se l'idea di andare in Australia era stata poco intelligente, ma avvenuta in un momento in cui c'era ancora il beneficio del dubbio sul fatto che il coronavirus si stesse diffondendo ovunque nel mondo, di certo la cancellazione poteva essere gestita in modo molto più sensato, senza dovere attendere la mattina del venerdì, quando ormai mancavano appena due ore all'inizio della prima sessione di prove libere e pare che alcuni team stessero già preparando le vetture per la sessione. Non è chiaro se in quel momento qualcuno dei fuggitivi fosse già arrivato a casa (la signora Raikkonen non ha rilasciato spoiler in tale proposito), né era chiaro quando sarebbe iniziato, a quel punto, il campionato.
Secondo le notizie della giornata di venerdì (mattina italiana, sera australiana) saranno rimandati i gran premi di Bahrein e Vietnam, previsti per la prossima settimana e per il primo weekend di aprile, con il campionato che potrebbe iniziare secondo varie fonti "in Olanda" / "a fine maggio" / "a Baku". Wait and see, al momento ci sarà una pausa primaverile piuttosto lunga, sia per quanto riguarda il campionato di Indycar sia per molte altre serie. In Indycar, infatti, gli eventi di marzo e aprile sono stati cancellati, quello di St.Petersburg di questo weekend ancora più in extremis della Formula 1, seppure in modo molto meno surreale di quanto non sia avvenuto per l'evento australiano.

In sintesi, facendo una sintesi più o meno realistica del pre-weekend australiano, è andata più o meno così:
Gangster Hammi: "Questo è un momento storico molto complicato, sento tantissimo la mancanza dei Roscoco che non ho portato con me, stamattina mi sono svegliato di pessimo umore, su un letto dal quale Roscoe non mi aveva sbattuto giù a forza come mi capita a casa, e in questo momento vorrei fuggire a casa a gambe levate. Purtroppo Sebby non abita nel mio stesso palazzo ma vicino a Iceman, quindi non possiamo nemmeno fuggire insieme."
Sebby: "Lewis, mentre curiosavo a caso sui tuoi profili social ti ho visto un po' abbattuto, se non sai come riprenderti, ti ricordo che tra mezz'ora siamo in conferenza stampa con Dani-Smile."
Dani-Smile: "Dai, gente, che vinco il GP come a Baku quando vi strisciavate l'uno contro l'altro."
Latifi: "Ne dubito."
Dani-Smile: "Ma tu che ca**o vuoi?"
Team McLaren: "Noi siamo out."
Tutti i team: "Tra dieci ore anche noi saremo out."
Sebby: "Kimi, dove sei?! Guarda che perdiamo l'aereo e il Predestinato potrebbe precederci."
Iceman: "E che problema c'è, tanto ci sei abituato."
Sebby: "F*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, F*CK AL QUADRATO E F*CK AL CUBO!"
Iceman: "Stai calmo, sembri una marmotta assassina del Quebec."
Gangster Hammi: "Perché state fuggendo così, nel buio, come se foste ladri? Non lo siete, non avete di sicuro in tasca dei mondiali sottratti ad altri piloti..."
Sebby: "Stiamo andando a casa a progettare una pubblicità progresso, per dare il buon esempio ai bambini."
Gangster Hammi: "Una cosa tipo, non dovete uscire?"
Sebby: "E non dovete limonare."
Iceman: "Né entrare in due nelle vasche idromassaggio alla vodka."
Gangster Hammi: "Guardate vecchi gran premi su Youtube."
Sebby: "E comunicate tramite piccioni viaggiatori."
Iceman: "Ma soprattutto fate come noi, usate i vibratori telecomandati a distanza commercializzati da Robert Doornbos!"
Gangster Hammi: "Kimi, siamo in fascia protetta!"
Iceman: "Appunto, dobbiamo dare il buon esempio ai bambini, in attesa di poterlo fare anche in pista!"
L'attesa sarà lunga, come ci ha ricordato il Sommo Iceman, ma pensiamo positivo, prima o poi torneremo alla nostra vita normale e anche le competizioni torneranno alla normalità.


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