giovedì 5 novembre 2015

Keep calm and watch Indy Racing League!

Curiosità e osservazioni random sulla IRL nell'epoca della scissione CART/IRL: 2000, 2001, 2002 e 2003

Ciò che più salta all'occhio del quadriennio 2000-2003 è un notevole cambiamento, in atto tra il 2002 e il 2003: fino al 2002 era un'epoca in cui spesso e volentieri le gare non erano trasmesse in diretta, a meno che non servissero per promuovere la Indy 500, le interviste post-gara erano spesso inesistenti e talvolta addirittura mancava la grafica; dal 2003 in poi, quando ormai gran parte dei team della CART erano passati in IRL, evidentemente le reti americane si sono rese conto che la IRL era un campionato serio e in quanto tale era degno di essere presa in considerazione.

> TORA TORA TORAAAAHHHHHH!
E' come al solito opportuno menzionare i gloriosi esponenti del Sol Levante che si sono visti al volante, perché oltre a Tora Takagi (i cui risultati, peraltro, sono stati migliori di quanto mi aspettassi) c'è un mondo... un mondo di cui fa parte anche Shinehaki Hattori, l'omonimo di Naoki cacciato via a calci dalla Formula Cart perché ritenuto incapace di mantenere una vettura in pista, che si è riciclato nella Indycar Racing League e tra parentesi, a un certo punto del 2002 si è anche ritrovato in testa a una gara che poi ha concluso in sesta posizione. Non è finita qui: ha fatto sporadiche apparizioni anche Shinji Nakano.
Poi c'era Roger Yasukawa, che nonostante il cognome, gli occhi a mandorla e le gare dall'esito non sempre tranquillo è un cittadino degli States e in quanto tale meno interessante............ eppure sentiremo parlare di lui in un secondo momento perché si è rivelato la personificazione dell'epicità.

> Quelli che si chiamano Junior ma non si sa di chi sono figli
Non c'era più solo Eddie Cheever Junior, ma anche Sam Hornish Junior.
Poi è arrivato Castroneves che si chiama Helio come il padre ma che fortunatamente non si chiama Junior.
La conclusione a cui sono giunta è che molti piloti di Indycar sono figli di gente con pochissima fantasia in fatto di nomi.
Altra conclusione, strettamente legata alla prima, è che deve essere problematico vivere in una famiglia in cui quando ti rivolgi a qualcuno chiamandolo per nome tutti gli altri membri della famiglia si girano verso di te pensando che tu abbia interpellato proprio loro.

> "We're like the Winston Cup"
Scott Goodyear, divenuto telecronista dopo la sua carriera di pilota, all'epoca della sua carriera di pilota si è rivelato un buontempone durante un'intervista avvenuta durante un rain delay che si è protratto piuttosto a lungo... paragonando quella gara a una gara di NASCAR!

> I pescatori della domenica
Un certo Stephane Gregoire, intorno al 2000(?), è stato protagonista di un siparietto trasmesso così, a casaccio, nel bel mezzo di una gara. Tale siparietto immortalava lui e il team manager del team per cui correva mentre pescavano su una barca. Al termine della giornata avevano pescato appena un pesce.

> L'influenza di Buddy Lazier
In occasione di una vittoria, Buddy (cos'ha fatto di male alla nascita per meritarsi che i suoi genitori gli mettessero un nome del genere?) ha dichiarato nell'intervista post-gara (una delle poche interviste post-gara che non sono state tagliate) di essere malato quel giorno. Anche sua moglie e il resto della famiglia (un figlio, credo) erano malati, quindi non c'erano.
Nella stessa gara suo fratello Jacques è arrivato terzo... andandosi a schiantare a muro all'ultimo giro, peraltro. A proposito di Jacques, un paio di gare dopo ha ottenuto la sua unica vittoria.

> Jacques pit, Jacques pit, Jaques pit!! [CIT.]
In un'occasione nel 2002 è accaduto che Jacques Lazier rimanesse in pista mentre cercavano di richiamarlo ai box prima che finisse la benzina. Probabilmente non gli funzionava la radio, dato che hanno tenuto un comizio per cinque minuti buoni, al quale non ha risposto, ed è stato inutile tentare di esporgli enormi cartelli con scritto di fermarsi. In ogni caso è andata a finire bene: è rientrato prima di finire la benzina e tra parentesi ha chiuso la gara in seconda posizione.

> Interviste da what the fuck
Fortunatamente con l'avvicinarsi della Indy 500 le telecronache di qualche gara erano telecronache in grande stile. Per fortuna almeno in quelle occasioni qualche siparietto pittoresco lo si è visto. In un'occasione, agli albori del 2002, sono andate in onda interviste a vari piloti, con Helio Castroneves nel ruolo di intervistatore (ruolo che in realtà non mi sembra si addica più di tanto a uno che vive in un clima di festino brasiliano perenne e che ha un tono di voce eccitato anche nel dire cose banali). Anziché rispondergli, Al Unser Jr gli ha chiesto, testualmente: "perché mi stai intervistando?".
Un anno più tardi, quando i siparietti erano molto più frequenti, sempre in tema di gente che vive in un perenne clima da festino brasiliano, Tony Kanaan è stato mandato a intervistare dei fan chiedendogli chi fosse il loro pilota preferito. Risposte che ha ottenuto: "sicuramente non tu", "tu, anche se sei il pilota più brutto" e, da parte di un tipo senza maglia che sembrava essersi appena fumato parecchie canne, "il mio pilota di Indycar preferito? non ne ho idea", detto come se non avesse la più pallida idea di cosa fosse la Indycar. Oh, dimenticavo: ha intervistato anche Al Unser Jr, che ha dichiarato che Kanaan è il suo pilota preferito!

> Paul Tracy for the win!... anzi, no!
Incredibile ma vero, Paul Tracy, di cui ho già abbondantemente parlato nei post sulla CART, è riuscito a far parlare di sé anche nella IRL, nell'unica occasione in cui vi ha preso parte (in tale arco di tempo: dopo la fine della Champ Car lo si è rivisto sporadicamente, ma questo è un altro discorso). Si tratta della Indy 500 del 2002, in cui è capitato un bel po' di casino all'ultimo giro.
Castroneves era in testa, ma stava finendo la benzina. Tracy era subito dietro di lui e si apprestava a sorpassarlo. Due vetture nelle retrovie si sono toccate, finendo a muro. Risultato: a nessuno era chiaro se le bandiere gialle fossero state esposte prima che Tracy superasse Castroneves o dopo. Pare che le bandiere gialle siano state esposte in ritardo e che questo abbia confuso le idee a tutti, in primis al direttore di gara, che ha probabilmente ha perso il conto dei punti conquistati nella partita di briscola che doveva avere appena terminato. E' risultato che Castroneves ha vinto e che Tracy e il suo team hanno alzato un polverone di polemiche.
Quale sia l'identità dei due disgraziati che sono finiti a muro l'ultimo giro sembra non importare a nessuno (nell'improbabile caso in cui vi interessi, erano Laurent Redon e Jacques Lazier)...

> Il team Green
Avevo già menzionato ai tempi dei resoconti sulla Formula Cart un certo team Green, di proprietà di un certo Mr Green.
Nel 2003, in concomitanza con il passaggio in Indycar, tale team Green è stato comprato da Michael Andretti e altro non è che l'attuale team Andretti.

> Il nido di serpenti leopardati
Vogliamo parlare del design del casco di Tony Renna, che ho individuato a metà stagione 2002 grazie a un onboard? Dunque, era una sorta di ghirigoro astratto che sembrava un mix tra un groviglio di serpenti e una fantasia leopardata. OH MY IRVINE!

> Soprannomi alla cazzum
Nel 2002 il nipote di A.J. Foyt, tale A.J. Foyt IV (ma un nome più normale non glielo potevano mettere? seriamente parlando, di quali sostanze abusavano i genitori dei piloti prima di scegliere i nomi da appioppare ai figli?), correva in una serie minore della IRL alla quale sporadicamente venivano destinati siparietti, che si vedevano con maggiore frequenza appunto quando c'era da parlare dei suoi risultati.
Un giorno in cui A.J. IV aveva vinto una gara di questa fantomatica serie minore, ecco che nella IRL, dopo una serie di circostanze fortuite, un tizio che correva per il team Foyt, tale Arden Dare, ha conquistato un'inaspettata vittoria. L'intervistatore ha osservato qualcosa del tipo: "Tu potresti cambiare il tuo nome in A.J. Foyt V", al che Dare ha replicato: "Perché no, il mio secondo nome è Anthony." Sì, per chi se lo stesse chiedendo, la A. di A.J. sta per Anthony.

> Thomas Scheckter for the win!!!!!!!!
Sapevo che se avessi atteso pazientemente prima o poi sarebbe giunto il momento di una storiella davvero strappalacrime... e non sono stata smentita nemmeno in questa occasione!
Correva l'anno 2002 e Scheckter vestiva i colori del team Cheever-Redbull, di proprietà di Eddie Cheever che era anche il suo compagno di squadra. In gara venivano inquadrati di continuo, perché erano spesso nelle prime posizioni e altrettanto spesso stampati contro qualche muro, generalmente proprio quando erano stati tra le prime posizioni.
Scheckter era ormai in rotta con il team, che minacciava di metterlo a piedi se avesse trasformato nuovamente una macchina in un rottame e, a due terzi di stagione, il team ha ingaggiato Buddy Rice al posto suo (poi un giorno qualcuno mi dovrà spiegare perché di là dall'oceano c'è chi mette a dei poveri bambini innocenti nomi tipo Buddy)... però appigliandosi a qualche clausola contrattuale Scheckter è riuscito a continuare a tenere il cu*o appoggiato sul sedile e il team ha schierato anche una terza vettura per Budino di Riso.
Esito della gara: Scheckter e Rice sono partiti in prima e seconda posizione, Cheever è andato a sbattere e Scheckter e Rice si sono giocati la vittoria, che è andata a Scheckter nonostante pare che il team gli avesse appioppato i pezzi peggiori.
Happy ending? Niente affatto, perché di lì a un paio di settimane sembra avere lasciato il team nel bel mezzo del weekend.

> Il talento(?) canoro di Felipe Giaffone
Purtroppo non siamo stati deliziati dal sentirlo cantare, ma in un'occasione la rete che trasmetteva le gare di Indycar ha stabilito che fosse più interessante fare un breve siparietto dei suoi fatti privati invece di continuare a mostrare le scene di gara; siparietto nel corso del quale abbiamo scoperto che ha conosciuto la moglie in un locale di karaoke e che l'ha conquistata dedicandole una canzone.
Sfortunatamente i telecronisti americani sembravano del tutto ignari di un dettaglio di un certo livello: Giaffone è cugino di primo grado della moglie di Barrichello. O forse devo insinuare che i telecronisti non fossero al corrente dell'esistenza di Barrichello? In realtà è anche cugino dell’ex pilota della IRL Alfonso Giaffone, ma anche questo non è stato ritenuto importante.
Tra parentesi: Felipe Giaffone ha avuto l'onore di vincere una gara nel corso del 2002. Sfortunatamente per lui quella gara è ricordata non per la sua vittoria ma perché, per la prima volta nella storia della Indycar, una donna (Sarah Fisher) ha conquistato una pole position.

> Il talento(?) culinario di Gil De Ferran
Eh sì, non tutti passano il loro tempo a conquistare donne cantando, c'è anche chi ama cucinare ai pranzi di famiglia. Anche in questo caso è necessario fare siparietti appositi.
Nella stessa gara, nel corso di un altro siparietto apposito, eravamo stati informati che il piatto preferito di Helio Castroneves è il sushi.

> Nippon-nerd!
Rieccoci a Yasukawa, che aveva un grossissimo problema: non se lo filavano mai. Poi una volta ho visto un'intervista che mi ha fatto vedere la luce: Roger Yasukawa era un degno esponente dei piloti di Indycar con gli occhiali. Non solo: quando mi sono fondata su Google Images ho trovato anche foto in cui indossa gli occhiali sotto al casco. E' così che un pilota "meno interessante dei giapponesi autentici" si è tramutato in eroe.
Non ho adocchiato altri piloti con gli occhiali nel quadriennio 2000-2003, ma viste le rare inquadrature, non escludo che potesse essercene qualcuno.

> Quelli che si sa di chi sono nipoti, ma non si sa di chi sono figli
Io mi chiedo, com'è umanamente possibile appioppare a un bambino il nome di A.J. Foyt IV? Tra l'altro non è ben chiaro quali siano i gradi di parentela tra un A.J. e l'altro, l'unico conosciuto è il nonno A.J. Foyt, senza che si sappia minimamente chi sono il secondo e il terzo...
Io mi chiedo, peraltro, come sia umanamente possibile, se A. e J. sono le iniziali di due nomi, che questo tizio non abbia mai avuto la brillante idea di usare uno dei due per esteso, invece di farsi chiamare a quel modo.
Piccolo dettaglio random: A.J. Foyt IV è stato il più giovane pilota a prendere parte alla Indy 500, e quelle che attribuiscono questa carica a Marco Andretti o a Sarah Fisher sono solo leggende metropolitane.

> Sarah Fisher
E' la donna più giovane ad avere gareggiato a Indianapolis, è stata la prima donna a conquistare un podio nella IRL e la prima donna a conquistare una pole position.
A 19 anni si è sottoposta a un intervento al laser per la miopia, come ho già scritto. In qualche momento del suo passato (e del suo futuro, avremmo scoperto) è plausibile che abbia portato gli occhiali sotto al casco.
All'inizio della sua carriera nella IRL aveva un gatto bianco che è stato mostrato un breve siparietto in cui studiava (si era iscritta alla facoltà di ingegneria meccanica e, se la sua carriera non fosse proseguita, aveva intenzione di continuare gli studi), andava al supermercato e faceva le pulizie. Nonostante il cognome, pare che nel tempo libero, diversamente da altri suoi colleghi già menzionati, non andasse a pescare.
All'inizio della sua carriera, coinvolta in un incidente con Elizeo Salazar, lui l'ha definita nell'intervista post-incidente come incapace di guidare in Indycar. Un anno più tardi, il giorno in cui lei ha ottenuto il primo podio, l'ha fatto superando proprio Salazar nelle fasi conclusive della gara, il che è epicità allo stato puro. Il team principal di Salazar si è messo a sbraitare contro di lui via radio perché si era fatto superare da una ragazza, il che incrementa il livello di epicità!

> L'armadio di Dan Wheldon
Abbiamo capito che i debuttanti non avevano verso di sfuggire ai siparietti sulla loro vita privata. Un paio d'anni dopo l'invasione in casa Fisher c'è stata anche l'invasione in casa Wheldon, dove Dan ha mostrato il proprio armadio, organizzatissimo e grande come una stanza, in cui sosteneva tra l'altro che teneva tutte le scarpe nelle loro scatole originali.
Fuori da casa è stato immortalato mentre faceva shopping e mentre gironzolava in un negozio di CD.

> La partita di softball
Una volta nel 2003 i piloti di Indycar hanno preso parte a una partita di softball (mi è sembrata roba tipo il baseball, dato che avevano in mano una mazza e la usavano per colpire una palla) di beneficenza contro i piloti di non so quale sotto-categoria della NASCAR. C'era gente che festeggiava il risultato abbracciandosi e buttandosi per terra e c'era Castroneves che in campo indossava un paio di occhiali da sole.
A proposito di quest'ultimo in un'altra occasione lui e il compagno di squadra De Ferran sono stati invitati a non so quale evento da parte di una squadra di softball e sono stati protagonisti di un siparietto in cui De Ferran agitava una mazza mentre Castroneves faceva un numero da giocoliere con delle palle.

> Festini brasiliani for the win... che poi, "for the win", parliamone...
Correva l'anno 2003 e la stagione si apprestava a finire: Helio Castroneves era in testa alla classifica alla vigilia dell'ultima gara, Scott Dixon seguiva a pari punti ma con meno risultati, Tony Kanaan era terzo a pochi punti, dopodiché seguiva Sam Hornish infine quinto in classifica Gil De Ferran staccato di un abisso ma ancora matematicamente in lotta per il titolo. Ovviamente l'occasione era impeccabile per fare numerosi scatti fotografici accanto a un enorme trofeo. Peccato che Castroneves e Kanaan, i due maggiori esponenti dei brio festaiolo della Indycar, si siano messi in pose da photobomber per tutta la durata del servizio... in gara, invece, si sono presi a ruotate, consegnando il titolo a Dixon. Nell'intervista post-gara Castroneves non sembrava minimamente turbato da tutto ciò e anzi, sembrava di tutto tranne che uno che aveva appena perso il titolo.



[To be continued... con le curiosità delle stagioni successive.]

Pubblicato anche su F1GC.

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per essere arrivato/a fino in fondo. Se vuoi, fammi cosa ne pensi con un commento. :-) Puoi farlo anche in maniera anonima.

Se sei capitato/a qui per caso ti invito a visitare il mio blog, in particolare le etichette "Commenti ai GP" e "F1 vintage".

Se invece mi leggi abitualmente e sei arrivato/a qui di proposito, ti ringrazio per l'apprezzamento e spero continuerai a leggermi.

Buon proseguimento di giornata (o a seconda dell'orario, di serata, o buona notte). <3

Milly Sunshine