Curiosità e
osservazioni random sulla IRL nell'epoca della scissione CART/IRL: 1996, 1997, 1998 e 1999
Vi chiederete che cosa ho fatto nel mio tempo libero dopo
essermi messa in pari con la Champ Car. Ebbene, mi sono messa in pari con la
sua diretta concorrente, mettendoci meno tempo perché diverse gare le avevo
viste e perché ce ne sono state di meno.
Penso che sia sempre giusto accrescere il proprio
patrimonio culturale e che il miglior modo per arricchirsi culturalmente sia
guardare la stessa cosa da due prospettive: le prospettive si chiamano appunto
CART e IRL ed erano state felicemente insieme almeno fino al giorno in cui
hanno iniziato a litigare tra di loro e hanno deciso di dividersi in due
campionati.
Una delle questioni su cui litigavano era l’uso del nome “indycar”.
Nessuna dei due, è risultato, poteva usarlo, quindi la CART ha smesso di
chiamarsi Indycar e la IRL si chiamava semplicemente Indy Racing League... ed
era pittoresca, dannatamente pittoresca, perché... mhm... davvero devo spiegare
il perché in due righe? No, meglio di no, non c’è niente di meglio che farlo
con un bel resoconto degli anni più pittoreschi di tutti: gli anni ’90.
Piccola premessa: dato che spesso le gare venivano
trasmesse incomplete o mancanti di grafica, è plausibile che ci sia qualche
nome trascritto male.
> Un po' di soggetti di un certo livello
A parte che per creare un campionato alternativo da
qualche parte bisognerà anche andare a pescare i piloti, penso che ci siano dei
soggetti che avrebbero potuto passare tranquillamente inosservati, ma... no,
non è andata così! I miei occhi sono caduti su di loro, perché mi sono sembrati
soggetti pittoreschi.
- Brad Murphy: nel servizio pre-Indy 500 del 1996 lo si è
visto vestito da cowboy... in realtà è l'unico momento in cui lo si è visto,
perché non è chiaro che fine abbia fatto dopo. Ho letto il suo nome tra i
ritirati in un paio di occasioni successivo, se non sbaglio.
- Racin Gardner (nome completo Slick Racin Gardner, come
suo padre): niente, questo non ha fatto nulla per cui valga la pena di essere
ricordato, se non chiamarsi Giardiniere Che Gareggia (e avere come nome
completo qualcosa che suona come Giardiniere Che Gareggia Con Le Slick) e per
questa ragione vedersi dedicato un servizio. Ho provato a googlarlo e a
cercarlo sul motore di ricerca di yahoo scoprendo che: si è ritirato dalle
competizioni alla fine degli anni '90 e successivamente ha fatto lo stuntman
per il cinema e la TV, nel 2012 è stato arrestato per non essersi fermato a un
posto di blocco della polizia (su un altro sito c'è scritto peraltro che era
già stato arrestato anche nel 2011 per furto), si fa chiamare col secondo nome
per distinguersi dal padre, pare che il padre abbia avuto problemi con la legge
all'epoca in cui era proprietario di un ranch che gli è stato confiscato per
maltrattamento su dei cavalli o qualcosa del genere.
- Jack Miller: anche questo nessuno l'avrebbe notato...
se non fosse che era un dentista che aveva deciso di investire tutti i suoi
soldi sulla realizzazione del suo sogno d'infanzia di diventare pilota. Trovo
molto inquietante il fatto che la grafica e i telecronisti lo chiamassero Dr
Jack Miller e che così fosse definito anche sulla fiancata della sua macchina.
Successivamente immagino che sia tornato a fare il dentista e, per il bene dei
suoi pazienti, spero che fosse meglio come dentista che come pilota.
> Johnny, figlio di Johnnie
In questo periodo militava nella IRL tale Johnny Parsons
con la -Y, figlio di Johnnie Parsons con la -IE (il cui nome è però scritto
erroneamente "Johnny" nel trofeo con i vincitori della 500 miglia di
Indianapolis), talvolta chiamato Johnny Parsons junior dai telecronisti.
La cosa che mi ha colpito di più di Johnnie Junior è
un'inquadratura in cui portava un paio di occhiali da vista.
> Piloti che si chiamano Junior senza che nessuno
sappia di chi sono figli
A parte Michel Jourdain Jr di cui ho già parlato nel
resoconto della CART, c'era anche un certo John Paul Jr. Nel 1999(?) poi è
arrivato anche un certo John Hollansworth Jr (la cui pagina Wikipedia non dice
essenzialmente nulla, se non che non è mai stato al comando di un giro di una
gara di indycar).
...Oh, dimenticavo: quello che noi conosciamo come Eddie
Cheever, di là dall'oceano lo chiamavano Eddie Cheever Junior.
A proposito di Eddie Cheever, quando ormai aveva già
quarant'anni suonati un telecronista lo definì "young man" e non con
ironia.
> La "Sindrome di Maikol"
Con questa dicitura mi riferisco ormai da molto tempo
all'abitudine di pronunciare alla cazzum i nomi di piloti non inglesi... dicitura
non del tutto casuale, derivante dal modo in cui veniva continuamente appellato
un certo ex pluricampione del mondo di Formula 1.
...E non era l'unico, perché nella IRL ne ho sentite
delle belle!
- Michel Jourdain Jr è stato definito in una telecronaca
del 1996 come "MAIKOL Jourdain";
- [WARNING: ciò che state per leggere potrebbe far
insorgere in voi il desiderio di sbattere la testa contro uno spigolo, quindi
assicuratevi di non avere spigoli vicino alla testa] ho sentito un telecronista
del 1996 chiamare "Maikol" anche Michele Alboreto.
> Oh, è finito il campionato... e... oh, ci sono due
piloti in cima alla classifica!
Il lunghissimo(?) campionato del 1996, durato ben tre
gare e terminato a Indy alla fine di maggio, è finito con due piloti in testa
alla classifica, uno dei quali non aveva mai vinto una gara (anche perché non
poteva averne avuto il tempo materiale).
Guess what? Buzz Calkins (vincitore della gara
inaugurale) e Scott Sharp (quello che non aveva vinto) risultano vincitori del
titolo a pari merito.
Bonus: il sistema di punteggio prevedeva che i punti
conquistati in ogni gara venissero moltiplicati per il numero di gare disputate
dal pilota in quella stagione.
> Il campionato finisce a maggio... anzi, no, a
ottobre dell'anno prossimo
Quando le cose iniziano male non possono fare altro che
migliorare... o forse no! Nel 1996 era stato deciso che il campionato iniziasse
in estate e finisse con la Indy 500 dell'anno successivo, poi, però, quando il
campionato 1996/1997 era già iniziato è stato deciso che era meglio di no,
quindi parte di quello che doveva essere l'inizio del campionato 1997/1998 è
divenuto parte del campionato 1996/1997.
Mi chiedo come facessero i team e i piloti a orientarsi e
la gente a prendere la IRL sul serio, ma direi che possiamo soprassedere.
> La vittoria di Billy Boat... anzi, no!
Nel 1997 questo sventurato pilota sembrava avere vinto
una gara, ma in realtà si è ritrovato vittima di un caso tipo
Raikkonen/Fisichella a Interlagos 2003, con la sola differenza che non era
stata esposta bandiera rossa ma che la gara era finita regolarmente. Su come
fosse umanamente possibile avere dei dubbi sul vincitore, sinceramente non ci
ho capito nulla, anche perché è stato dedicato più spazio alla rissa in stile
NASCAR avvenuta in victory lane tra A.J. Foyt, titolare del team vincitore (ma
che in realtà non aveva vinto) e Arie Luyendik (poi proclamato vincitore) che
per qualche ragione riteneva più sensato andare a protestare con Foyt piuttosto
che con i commissari.
Insomma, per intenderci, è un po' come se a Interlagos
2003, mentre in McLaren festeggiavano la "vittoria" di Raikkonen,
fosse arrivato Fisichella e si fosse messo a sbraitare contro tutto il team.
> Nomi pittoreschi
Nel 1998 ha debuttato nella IRL un tale J.J. Yeley che ricordo
di avere visto gareggiare in NASCAR all’epoca in cui mi ero messa a seguire la
NASCAR.
Per che cosa stanno le iniziali J.J.? Mhm... dunque,
facendo un accurato controllo, ho scoperto che in realtà questo tizio si chiama
Christopher Beltram Hernandez Yeley, ma è stato soprannominato Jimmy Jack
Yeley, perché Jimmy è il nome di suo padre e Jack è il nome di un amico di
famiglia.
> Safety car poweeeeeeeeeeerrrrrr!
Nel 1999 un tale Tyce Carlson è stato coinvolto in un
incidente di un certo livello, urtando la safety car che si è sollevata da
terra con due ruote e che, con un po' più di spinta, avrebbe addirittura
rischiato di cappottare.
> Il senso dell'orientamento di Mark Dismore
Alla fine del 1999 Mark Dismore ha vinto l'ultima gara
stagionale (unica vittoria in carriera, peraltro) con un giro di vantaggio sul
secondo e due giri sul terzo.
Tutto sarebbe andato per il meglio, se al momento di
andare in victory lane fosse stato in grado di imboccare la corsia giusta.
Poi sì, sarebbe andata meglio anche se non gli avessero
piazzato un microfono davanti alla bocca iniziando a fargli domande mentre
piangeva come una fontana, ma evidentemente prenderlo per i fondelli perché non
sapeva da che parte andare era piuttosto urgente.
> Occhialiiiiiiiiii!
Non solo Johnny Parsons Junior portava gli occhiali da
vista, ma anche un certo Joe Gosek. Non ho visto inquadrature dove ce li
avessero sotto al casco, ma non lo escludo.
Invece alla Indy 500 del 1997 c'erano ben quattro piloti
con gli occhiali qualificati tutti vicini: Mark Dismore, Billy Roe, Marco Greco
e Sam Schmidt, tutti inquadrati mentre indossavano gli occhiali sotto al casco.
Ho visto anche Kenny Brack con gli occhiali indosso sotto
al casco, in altre occasioni. Una volta durante una lunghissima sosta ai box
dopo un contatto, è stato inquadrato prima con gli occhiali e poi mentre era
fermo doveva esserseli tolti.
All'ultima gara stagionale del 1999, poi, è arrivata
Sarah Fisher, che all'epoca portava gli occhiali (pare essersi operata di lì a
poco, con risultati poco duraturi peraltro vista la sua giovane età).
Nessuno portava occhiali propriamente definibili in stile
Harry Potter/nonna degli anni '80. Per intenderci: in fatto di occhiali i
piloti della IRL avevano un gusto migliore dei piloti della CART.
[To be continued... con le curiosità delle stagioni successive.]
Pubblicato anche su F1GC.
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