Siamo in attesa di Spa, che finalmente metterà fine alla
pausa estiva interminabile, e quale momento potrebbe essere migliore per
rievocare questa stagione senza ombra di dubbio entusiasmante?
Ritorniamo indietro allo scorso marzo. Eravamo reduci da
un mondiale che aveva visto il dominio della Redbull e di Vettel (togliendo la
congiunzione “e” si ha un’idea forse migliore della scorsa stagione) e il mondo
degli appassionati di Formula 1 si divideva tra chi si aspettava un nuovo
mondiale in cui i colori della RB avrebbero mostrato il proprio splendore e chi
invece credeva che McLaren o Ferrari avrebbero recuperato il gap e combattuto
ad armi pari con il team austriaco, se non fossero state addirittura superiori.
Naturalmente venivano dati come team di secondo livello Mercedes e Lotus (che
un tempo si chiamava Renault), come team di terza fascia Force India, Sauber e
Toro Rosso, nonché come ultime ruote del carro Williams, Caterham (un tempo
Lotus Malese) e come ruote forate del carro Marussia (un tempo Virgin) e HRT.
C’erano alcune considerazioni sbagliate, da parte degli
illustri sostenitori della Formula 1. Per quanto riguarda i cambiamenti degni
di nota rispetto alla stagione precedente, a livello di piloti, spiccava senza
ombra di dubbio il rientro in Formula 1 di Kimi Raikkonen, campione del mondo
2007, al volante di una Lotus, dove sarebbe stato affiancato da Romain
Grosjean.
Altri piloti scaricati dai propri team o a cui non sono
stati rinnovati i contratti sono stati Sebastien Buemi e Jaime Alguersuari alla
Toro Rosso, Rubens Barrichello alla Williams e Jarno Trulli alla Caterham. I
loro rimpiazzi sono stati rispettivamente Daniel Ricciardo e il debuttante Jean
Eric Vergne alla Toro Rosso, Bruno Senna alla Williams e Vitaly Petrov alla
Caterham. Naturalmente con grande sportività molti sostenitori dei precedenti
piloti si sono trasformati in haters di tutti costoro dando per scontato che
costoro siano i peggiori sfasciacarrozze mai comparsi sulla faccia della Terra...
soprattutto di uno di loro che però detto tra noi già non lo sopportavano da
Abu Dhabi 2010. Detto tra noi, questi quattro non credo che siano il peggio del
peggio, anche se tra loro esistono diversi gradi di non essere il peggio del
peggio. Per che cosa intendo con il peggio del peggio, andate a rivedervi
qualche gara di Yuji Ide, Gaston Mazzacane, Riccardo Rosset e compagnia bella,
e forse capirete cosa intendo.
Per quanto riguarda la HRT, inoltre, Pedro De La Rosa e
Narain Karthikeyan sono andati a costituire la coppia di compagni di team
mediamente più anziani.
Ora però è giunto il momento di non perderci in
discussioni inutili a proposito di Yuji Ide, le cui peripezie le potete
tranquillamente rileggere nell’ormai ampia sezione dedicata al campionato 2006.
Ora quindi andiamo avanti. ^^
***
I piloti della
stagione 2012
REDBULL: 1. Sebastian Vettel (GER), 2. Mark Webber (AUS)
MCLAREN: 3. Jenson Button (GBR), 4. Lewis Hamilton (GBR)
FERRARI: 5. Fernando Alonso (SPA), 6. Felipe Massa (BRA)
MERCEDES: 7. Michael Schumacher (GER), 8. Nico Rosberg
(GER)
LOTUS: 9. Kimi Raikkonen (FIN), 10. Romain Grosjean (FRA)
FORCE INDIA: 11. Paul Di Resta (GBR), 12. Nicolas
Hulkenberg (GER)
SAUBER: 14. Kamui Kobayashi (JAP), 15. Sergio Perez (MEX)
TORO ROSSO: 16. Daniel Ricciardo (AUS), 17. Jean-Eric
Vergne (FRA)
WILLIAMS: 18. Pastor Maldonado (VEN), 19. Bruno Senna
(BRA)
CATERHAM: 20. Heikki Kovalainen (FIN), 21. Vitaly Petrov
(RUS)
HRT: 22. Pedro De La Rosa (SPA), 23. Narain Karthikeyan
(IND)
***
La stagione si è aperta in Australia, nel weekend del 18 marzo. Sul tracciato dell’Albert Park
di Melbourne fin dalle prove libere le McLaren si sono dimostrate velocissime,
almeno in condizioni di asciutto erano imprendibili. Sembrava una storia già scritta
a favore di Hamilton, così come sembrava ormai scritto un cupo destino per il
rientrante Raikkonen, rimasto fuori dopo la Q1 nelle qualifiche, al sabato. Per
quanto riguarda le Mercedes, dimostravano di avere un buon passo, cosa che
avrebbe potuto promettere bene per il futuro. Lo stesso non si poteva dire
delle Ferrari, in quanto Alonso e Massa non sono nemmeno riusciti a entrare in
Q3, nessuno dei due.
Alla fine delle qualifiche Hamilton e Button hanno
conquistato la prima fila come ci si aspettava, seguiti da Grosjean e
Schumacher, a dimostrazione del buon passo della Lotus e della Mercedes.
Soltanto in terza fila hanno trovato spazio le Redbull, decisamente più
arretrate rispetto al 2011. Il destino della gara sembrava già scritto, a quel
punto, ma nulla è mai scontato, e infatti Hamilton non è riuscito a conquistare
la vittoria, in quanto Button l’ha scavalcato in partenza.
Dopo le prime curve Button era in testa, seguito da
Hamilton, Schumacher e Rosberg, con Vettel che ha recuperato poco dopo superando
la prima delle due Mercedes che si è ritrovato davanti. Sempre nel corso del
primo giro, tra i diversi incidenti occorsi il più importante è stato
senz’altro quello che ha coinvolto Maldonado e Grosjean ed è costato il ritiro
al pilota della Lotus, mentre il venezuelano della Williams ha proseguito.
Vettel ha proseguito la sua scalata, conquistando la terza posizione qualche
giro più tardi, quando Schumacher che ancora resisteva ai suoi attacchi è stato
costretto al ritiro da un problema al cambio.
A due terzi di gara è entrata la safety car a causa della
vettura di Petrov rimasta ferma sulla pista per un problema tecnico. Grazie al
caos dei pit-stop le posizioni sono lievemente cambiate, con Hamilton che ha
perso anche la seconda posizione a vantaggio di Vettel. Alle spalle di Button,
Vettel e Hamilton si sono ritrovati quindi Webber, Alonso e Maldonado, autore
fino a quel momento di una gara comunque al di sopra di quelli che sembravano i
limiti della Williams. Dopo altri incidenti di minore rilievo – in quanto non
hanno portato all’ingresso di safety-car varie né stravolto il risultato di chi
non fosse strettamente coinvolto – si è arrivato all’ultimo giro con Maldonado
ancora in lotta con Alonso per la quinta posizione. Il risultato strepitoso però
è stato gettato al vento dallo stesso pilota della Williams, finito a muro da
solo a pochi chilometri dalla bandiera a scacchi. A perdere posizioni
all’ultimo giro è stato anche Rosberg, che era stabilmente in top-ten, ma che
si è ritrovato fuori dai punti a causa di un problema meccanico.
Podio del GP
d’Australia: 1. Button, 2. Vettel, 3. Hamilton
Altri piloti a punti: 4. Webber, 5. Alonso, 6. Kobayashi,
7. Raikkonen, 8. Perez, 9. Ricciardo, 10. Di Resta
***
A questo punto si passa al gran premio di Malesia (o gran premio della Malesia?
Non ho ancora capito come si dice, ma non ha importanza) a Sepang.
L’aspettativa di tutti, più o meno, è una McLaren dalla ritrovata
competitività, che si ritrova ad affrontare una Redbull non più veloce come
l’anno precedente, ma comunque a buoni livelli, e con una Ferrari in difficoltà
rispetto agli avversari, ma con Alonso che può puntare a buoni risultati, anche
approfittando dell’inadeguatezza altrui (vedi per maggiore chiarezza:
qualifiche non al top della Lotus, partenze di Grosjean nonché i classici
problemi della Mercedes che a guardare le cose come stanno sembrano addirittura
incrementati rispetto alla stagione precedente). Inoltre le HRT non erano state
dentro al 107% né tanto meno ammesse alla gara e nulla lasciava pensare che il
gap tra Marussia e HRT avrebbe potuto ridursi.
Anche a Sepang McLaren e Mercedes hanno dimostrato fin
dalle prove libere di essere su tempi un tantino al di sopra degli altri,
quindi si poteva ipotizzare un nuovo dominio McLaren. Le Redbull comunque non
sembravano affatto fuori dai giochi. Poche sorprese quindi in Q3: Hamilton e
Button hanno conquistato la prima fila, seguiti da Schumacher e Webber in
seconda. Giravano su ottimi tempi anche i rispettivi compagni di squadra e i
due piloti della Lotus, con la Ferrari in lievissima ripresa: almeno stavolta
Alonso partiva in top-ten, anche se aveva conquistato soltanto il nono tempo
(trasformato in ottava posizione da una retrocessione per la sostituzione del
cambio di Raikkonen) davanti al solo Perez tra i piloti arrivati in Q3.
Domenica 25 marzo: quando la pioggia monsonica e gli
incidenti possono stravolgere le prospettive di una gara... La partenza sotto
la pioggia è stata condizionata da una collisione tra Grosjean e Schumacher,
che ha costato ai due numerose posizioni, mentre Grosjean di lì a poco si è
addirittura ritirato per essere finito in mezzo alla ghiaia da solo. Comunque
per quanto riguarda la partenza Hamilton, Button, Webber e Vettel precedevano
Alonso e Rosberg. L’incremento della pioggia ha fatto sì che parecchi piloti
rientrassero ai box a montare le heavy rain al posto delle intermedie,
dopodiché all’esposizione della bandiera rossa dopo l’uscita della safety car
all’ottavo giro: al momento in top ten c’erano Hamilton, Button, Perez, Webber,
Alonso, Vettel, Vergne che ancora non aveva montato le intermedie, Rosberg,
Massa e Karthikeyan anch’esso su intermedie. Da notare come Perez, anticipando
la sosta, avesse recuperato numerose posizioni. Inutile dire che la HRT si
aggrappava alla speranza che il diluvio si prolungasse fino al tramonto, al che
sarebbe stato impossibile proseguire la gara e sarebbe stato necessario
assegnare i punti dimezzati ai primi dieci, cosa che avrebbe fatto conquistare
alla HRT il primo mezzo punto della sua storia, risultato storico, anche
parecchio utile dal punto di vista della classifica e della decima posizione
che porta alla ripartizione di una parte degli introiti dei diritti televisivi.
Ma per la HRT non c’erano speranze, in quanto la gara è successivamente
ripartita, ed è ripartita con un incidente tra Button (all’uscita dal pit-stop
per montare le intermedie) e Karthikeyan (che successivamente verso la fine
della gara è stato tamponato anche da Vettel). A causa di un errore al pit-stop
al box della McLaren, comunque sia Button sia Hamilton hanno perso posizioni,
cosicché se n’è avvantaggiato Alonso, che si è ritrovato in testa seguito da
Perez. È stato proprio uno scontro “a distanza”, sul filo dei millesimi di
secondo, a condizionare la gara. L’ipotesi è che Perez sarebbe riuscito
tranquillamente a raggiungere e superare Alonso, se non fosse stato per due
momenti: prima la Sauber non ha colto il momento più propizio per passare dalle
intermedie alle slick, ritardando di un giro e perdendo terreno da Alonso, poi
successivamente lo stesso pilota ha rischiato un fuori pista e a causa di
questo errore ha perso un paio di secondi. Alonso ha perciò conquistato la
prima vittoria stagionale.
Il podio del GP di
Malesia: 1. Alonso, 2. Perez, 3. Hamilton
Altri piloti a punti: 4. Webber, 5. Raikkonen, 6. Senna,
7. Di Resta, 8. Vergne, 9. Hulkenberg, 10. Schumacher
***
Il terzo appuntamento stagionale, tre settimane dopo in Cina ha scomposto ulteriormente le
nostre convinzioni in merito ai futuri esiti della stagione. A Shanghai infatti
ancora una volta nelle prove libere McLaren e Mercedes hanno dimostrato di
esserci e di poter fare grandi cose. Vi è stata però una notevole differenza
rispetto ai precedenti appuntamenti, in quanto la Mercedes anche al sabato è
sembrata piuttosto convincente. Al terzo appuntamento della terza stagione a
partire dal suo rientro le frecce d’argento hanno portato a casa la prima pole
position, monopolizzando la prima fila in quanto l’arretramento di Hamilton
sulla griglia di partenza per la sostituzione del cambio ha fatto sì che
Schumacher risalisse da terzo a secondo. In seconda fila sono partiti quindi
Kobayashi, autore di una qualifica sorprendente, e Raikkonen, con Vettel 11°
dal momento che non era riuscito a conquistare l’accesso alla top-ten.
Se le qualifiche si erano svolte sotto i colori della
Mercedes, si può dire che la gara sia iniziata sullo stesso stampo. Dopo una
partenza che per molti era stata caotica, Rosberg e Schumacher si sono
ritrovati in prima e seconda posizione, seguiti dalla McLaren di Button.
Incredibilmente la Mercedes non mostrava alcun decadimento delle gomme e
Rosberg si apprestava a prendere diversi secondi di vantaggio sui piloti che lo
seguivano, con Schumacher seguito da Button a una distanza minima, ma non
comunque tale da pregiudicare la posizione, almeno per il primo stint di gara.
Al tredicesimo giro, però, in occasione del primo cambio gomme sulla vettura di
Schumacher, un clamoroso errore ha messo fuori gioco una delle due Mercedes,
che ha parcheggiato fuori pista a causa di una ruota male imbullonata (è il
terzo caso accertato in tre anni per quanto riguarda la Mercedes: il primo capitò
nel 2010 quando durante il pit-stop di Rosberg una ruota fu addirittura persa
in volo, il secondo invece sulla vettura di Schumacher all’inizio delle
qualifiche a Spa nel 2011). Da due Mercedes al comando, ci si è ritrovati con
una sola Mercedes in pista e al comando, anche se per un certo tratto di gara
la sua leadership è stata rischio a causa della pressione da parte di Button,
che comunque è stato attardato da un problema analogo a quello di Schumacher
nel corso della prima sosta, con la sola differenza che, seppure con dieci
secondi di troppo, il bullone suo è stato avvitato. Rosberg è riuscito a
vincere anche grazie a una differente strategia: era su una sosta in meno
rispetto a Button, cosa resa possibile da un più lento consumo delle gomme, cosa
che per la Mercedes aveva dell’epocale.
Chi ha avuto notevoli problemi in questa gara sono state
le Ferrari, con Alonso e Massa che hanno chiuso parecchio arretrati, distaccati
rispettivamente 37 e 42 secondi dal leader.
Il podio del GP di
Cina: 1. Rosberg, 2. Button, 3. Hamilton
Altri piloti a punti: 4. Webber, 5. Vettel, 6. Grosjean,
7. Senna, 8. Maldonado, 9. Alonso, 10. Kobayashi
***
Dopo Shanghai è arrivato il gran premio del Bahrein a Sahkir. Dopo la brillante
performance della Mercedes nel precedente appuntamento (se vincere, ma nel
frattempo perdere una vettura per una ruota non imbullonata può essere una
performance brillante – cosa che tutto sommato non escludo, ma nemmeno
confermo), i problemi sono iniziati già in Q1 quando Schumacher ha riscontrato
problemi al DRS che gli hanno impedito di accedere alla Q2 (ed è partito
addirittura 22° per la sostituzione del cambio). Ancor più infamante è stato il
fatto di essere stato battuto da una Caterham, con Kovalainen che infatti è
rientrato tra i piloti che hanno avuto accesso alla seconda sessione. Per
quanto riguarda le zone alte della classifica Vettel, Hamilton, Webber e Button
sono stati i primi quattro nell’ultima sessione, segno della ritrovata
competitività Redbull, che aveva modo di giocarsela con le McLaren se non di
più. Rosberg seguiva i quattro, dopodiché Ricciardo in sesta posizione aveva
portato alla Toro Rosso un risultato davvero inaspettato; le Ferrari frattanto
erano ancora in difficoltà, con Alonso autore di un nono tempo nell’ultima
sessione di qualifiche e Massa ancora escluso dalla Q3.
Sorprendenti in gara sono stati Grosjean partito settimo
e Raikkonen addirittura undicesimo: in una gara che per le McLaren è stata da
dimenticare, con Hamilton vittima di ben tre pit-stop non perfetti e Button
ritirato verso la fine, Vettel non ha avuto strada libera così tanto quanto ci
si sarebbe aspettati, ma ha dovuto vedersela con i piloti della Renault.
Inseguito prima a distanza da Grosjean e poi sempre più da vicino da Raikkonen
quando questo ha recuperato la seconda posizione sul compagno di squadra, ha
conquistato una vittoria che a un certo punto non è stata affatto scontata, con
la pressione di Raikkonen che si è fatta sentire bene. Il non avere fatto alcun
errore ha fatto sì che il pilota della Redbull potesse portare al team
austriaco la sua prima vittoria stagionale. Quattro gran premi, quattro piloti
vincitori, quattro team vincitori. E ancora non sapevamo cosa sarebbe accaduto
a Barcellona...
È stata inoltre ottima la prestazione delle due Lotus: se
non avessero avuto difficoltà in qualifica il loro futuro avrebbe potuto essere
molto più roseo... ma per il momento entrambi i piloti sul podio era comunque
un risultato degno di nota, in attesa di eventuali sviluppi futuri. Vista la
variabilità così elevata dei risultati, a questo punto della stagione ci si
poteva aspettare tranquillamente un quinto team vincitore con un nuovo pilota
sul gradino più alto del podio... così sarebbe stato, ma non sarebbe stato un
pilota della Lotus come ci si poteva aspettare dopo il gran premio più
controverso – per le condizioni di instabilità politica del paese – della
stagione.
Per quanto riguarda gli altri team la Mercedes ha
dimostrato di non essere messa così male: Rosberg è arrivato al traguardo nella
stessa posizione di partenza, Schumacher è risalito fino alla decima posizione
da 22° che era partito. Le prestazioni delle Ferrari non sono state
particolarmente degne di nota, con Alonso e Massa entrambi a punti ma
abbastanza arretrati.
Il podio del GP
del Bahrein: 1. Vettel, 2. Raikkonen, 3. Grosjean
Altri piloti a punti:
4. Webber, 5. Rosberg, 6. Di Resta, 7. Alonso, 8. Hamilton, 9. Massa,
10. Schumacher
***
Il gran premio di Spagna
è forse quello che più di ogni altro ha avuto dell’incredibile. Se qualcuno
ci avesse detto in anticipo cosa sarebbe successo a Montmelò la nostra reazione
sarebbe stata probabilmente quella di farci una risata. Invece le cose sono
andate proprio nell’ultimo modo che avremmo potuto immaginare.
Le qualifiche hanno a riservare colpi di scena già dalla
Q2, dove hanno sorpreso i tempi della Williams di Maldonado (unica Williams
ancora in pista, dal momento che Senna aveva avuto un incidente in Q1 ed è
rimasto escluso insieme ai sei piloti dei “nuovi team”), mentre alla fine della
Q3 è stato Hamilton a conquistare il miglior tempo, seguito proprio dal
venezuelano. Il colpo di scena però è arrivato alcune ore dopo le qualifiche: a
causa di un’irregolarità Hamilton è stato retrocesso in fondo allo
schieramento, così è toccato proprio a Maldonado partire dalla pole position
per la prima volta in carriera, seguito da Alonso, Grosjean e Raikkonen.
Bisogna riscontrare che la pole position di Maldonado interrompe una serie
abbastanza negativa da parte della Williams, che non conquistava una pole
position dal gran premio del Brasile 2010 in cui Nicolas Hulkenberg scattò
dalla prima posizione, per poi ottenere in gara un risultato tutt’altro che di
rilievo.
Alonso ha conquistato la leadership al via, relegando
Maldonado in seconda posizione. Seguivano Raikkonen, Rosberg e Grosjean, con
quest’ultimo che nel corso del primo giro ha avuto una collisione con Perez,
costretto a un pit-stop subito alla partenza, mentre Grosjean ha proseguito.
Non cambia molto dopo il primo giro di pit-stop, se non
che Schumacher, nel tentativo di sorpassare Senna che ancora si doveva fermare,
tampona la Williams del brasiliano. È ritiro per entrambi e Schumacher,
riconosciuto responsabile dell’incidente, sarà sanzionato con la retrocessione
di cinque posizioni sulla griglia di partenza del gran premio successivo.
Dopo il secondo giro di pit-stop invece le cose cambiano:
siamo quasi a metà gara e, anticipando il pitstop rispetto ad Alonso, Maldonado
è riuscito a fare un giro ottimo sfruttando le nuove gomme. Quando Alonso si è
fermato a sua volta per la seconda sosta, ha perso quindi la leadership a
vantaggio del venezuelano. Dietro di loro seguivano Raikkonen, Grosjean e
Rosberg che soltanto sul finire della gara avrebbe perso la quinta posizione a
favore di Kobayashi. Il distacco tra il leader e Alonso si è stabilizzato
successivamente intorno ai sei secondi, cosicché quando alla terza sosta
Maldonado ha avuto un problema che gli ha fatto perdere tre secondi, ha
mantenuto ugualmente la leadership. È riuscito ad arrivare al traguardo
conservando la prima posizione, con Alonso che sul finale ha avuto problemi con
le gomme e ha rischiato la seconda posizione vista la grande rimonta effettuata
da Raikkonen.
Il 13 maggio a Montmelò Maldonado ha quindi conquistato –
meritatamente – la sua prima vittoria in carriera, regalando alla Williams la
prima vittoria dai tempi di Montoya, che aveva vinto il gran premio del Brasile
del 2004, quello che finora era l’ultimo successo per il team inglese. È
soltanto un parere mio, ma credo che sia stato un risultato importante per la
Formula 1 in generale questo: Maldonado ha mostrato che lo status di pilota
pagante da sé non basta per decretare che un pilota non avrà speranze di
ottenere buoni risultati.
Per quanto riguarda la gara, sono stati deludenti fino
allo sfinimento Massa, arrivato doppiato mentre il compagno di squadra era sul
podio, Button, arrivato alle spalle di Hamilton nonostante quest’ultimo
partisse dal fondo dello schieramento, nonché Webber, arrivato doppiato e di
gran lunga dietro al compagno di squadra nonostante Vettel avesse nel frattempo
rimediato anche un drive through.
Il podio del GP di
Spagna: 1. Maldonado, 2. Alonso, 3. Raikkonen
Altri piloti a punti: 4. Grosjean, 5. Kobayashi, 6.
Vettel, 7. Rosberg, 8. Hamilton, 9. Button, 10. Hulkenberg
***
E dal gran premio di Spagna si è passati, nell’ultimo
weekend di maggio, a quello di Montecarlo.
Lungo le “anguste stradine del principato” [CIT. Mazzoni] che vanno a
costituire un “circuito tortuoso” [CIT. Mazzoni anche questa] Maldonado ha
pensato bene di combinarne una delle sue già nelle prove libere: ha infatti provocato
un incidente con Perez che gli è costato dieci posizioni sulla griglia di
partenza. #EpicWin!
Passiamo comunque alle qualifiche, in sui si prospettava
una situazione ancora piuttosto contorta, con diversi possibili scenari
ipotizzabili. Nelle qualifiche comunque anche Perez ne ha combinata una delle
sue, con il risultato che si è trovato addosso a un muro anziché in pista e che
si è dovuto accontentare dell’ultima posizione dietro alle HRT.
Dopo una qualifica in cui sono avvenuti anche colpi di
scena, come la seconda esclusione consecutiva di Button dalla top-ten, in Q3
Schumacher ottiene il miglior tempo. A causa della retrocessione di cui ho già
parlato, però, le sue pole position resteranno 68: il giorno dopo infatti
sarebbe partito in pole, con Michael in sesta posizione dietro anche a Rosberg,
Hamilton, Grosjean e Alonso. Dietro Schumacher sarebbero partiti Massa,
Raikkonen e Vettel.
La gara è partita con Grosjean che ha combinato un
macello in partenza: collide con Alonso alla sua destra, entrambi ne escono
senza danni e a quel punto Grosjean finisce contro Schumacher alla sua
sinistra, poi finisce in testacoda e coinvolge nell’incidente anche Kobayashi,
De La Rosa e Perez. In pratica alla prima curva ci sono già quattro ritirati,
segno che Grosjean è riuscito nell’intento di coinvolgere nei suoi casini
l’intero schieramento. È entrata in pista la safety-car mentre nelle prime
posizioni c’erano Webber, Rosberg, Hamilton, Alonso, Massa, Vettel, Raikkonen e
Schumacher.
La realtà è che successivamente nel corso della gara non
ci sono stati eccessivi colpi di scena tra le prime posizioni, se non che
Vettel ritardando il primo pit-stop ha avuto modo di recuperare posizioni.
Inoltre Schumacher è stato costretto al ritiro da un problema alla vettura
mentre era in settima posizione.
Qualche goccia di pioggia ha movimentato la gara nella
sua ultima parte, con Webber, Rosberg, Alonso, Vettel e Massa nelle prime sei
posizioni in un margine di cinque secondi. Niente però ha modificato le
posizioni e il trenino di vetture che si è visto per tutto il tempo è arrivato
al traguardo nelle stesse posizioni.
È da rimarcare inoltre come Button abbia trascorso tutta
la gara alle spalle della Caterham di Kovalainen, che aveva raggiunto una 12^
posizione che per la Caterham sarebbe stata epica. È uscito illeso da un
incidente con Button, che invece s’è ritirato, dopodiché ha avuto ben due
incidenti con Perez, prima danneggiando la vettura e poi essendo costretto a
una sosta che l’ha condotto ad arrivare 13°.
Il podio del GP di
Montecarlo: 1. Webber, 2. Rosberg, 3. Alonso
Altri piloti a punti: 4. Vettel, 5. Hamilton, 6. Massa,
7. Di Resta, 8. Hulkenberg, 9. Raikkonen, 10. Senna
***
Il 10 giugno è stata disputata la settima gara
stagionale, a Montreal in Canada,
dove al sabato Vettel ha conquistato la pole position. Diversamente da altre
volte sembrava non esservi strettamente un unico team predominante, come
dimostra il fatto che Hamilton aveva conquistato la seconda posizione, Alonso
la terza e Webber sull’altra Redbull soltanto quarto, davanti a Rosberg, Massa,
Grosjean, Di Resta, Schumacher e Button qualificati nelle prime dieci
posizioni.
La gara è partita senza particolari colpi di scena,
Vettel ha conservato la leadership, seguito da Hamilton, Alonso, Webber e
Rosberg, che successivamente è stato superato dopo poco da Massa e Di Resta.
Sembrava vi fosse un problema sulla monoposto di Rosberg, anche se non sembrava
fosse un problema di gomme, almeno per una volta. Ha comunque “rimontato” una
posizione qualche giro più tardi quando Massa è finito in testacoda perdendo
diverse posizioni, ma ormai era troppo tardi per recuperare sui piloti che lo
precedevano.
Fino al momento delle prime soste, iniziate dopo una
quindicina di giri, non è capitato niente di particolarmente importante ai fini
della classifica, e quando è stato il momento del pit-stop per Hamilton, ha
un’indecisione nel ripartire. Riesce comunque a non perdere troppo terreno,
tanto che pochi giri dopo supera Vettel. Non è comunque leader della gara, dal
momento che per ora Alonso e Grosjean ancora non si sono ancora fermati per la
prima sosta.
È proprio Alonso a ritrovarsi in testa dopo avere
effettuato il cambio gomme, dal momento che è riuscito a sfruttare al meglio i
giri che hanno separato la sosta di Hamilton dalla sua. Ma Hamilton riesce a
superare il pilota della Ferrari e, quando di lì a poco Grosjean rientra per la
prima sosta, si ritrova finalmente al comando del gran premio del Canada.
In top-ten a questo momento della gara ci sono Hamilton,
Alonso, Vettel, Raikkonen (su strategia di una sola sosta, che ancora non si è
fermato), Perez (che ugualmente è su una strategia similare), Webber, Rosberg,
Grosjean, Massa e Di Resta.
Intorno al quarantesimo giro Alonso inizia a girare più
veloce di Hamilton. Frattanto per la Mercedes si aggiunge l’ennesimo problema
al DRS, con Schumacher costretto al ritiro dopo che l’ala mobile si è inceppata
rimanendo aperta.
Al 50° giro Hamilton si ferma per effettuare la propria
seconda sosta e vi è l’ennesimo problema, che gli fa ritardare qualche secondo.
Alonso e Vettel rimangono in pista: entrambi azzardano di arrivare al termine
su una sola sosta. Quella di Hamilton si mostra la scelta giusta: dopo dieci
giri, su gomme fresche, è già riuscito a recuperare sui due piloti che lo
precedono, ancora in pista su gomme usurate, è staccato di cinque secondi da
Alonso e di circa due secondi da Vettel. Il sorpasso a Vettel è alle porte, e
pochi giri dopo anche Alonso perderà la leadership a vantaggio di Hamilton.
Proprio in quei frangenti la Redbull chiama Vettel ai box per un cambio gomme,
è tardi, ormai... ma non troppo tardi. In Ferrari invece, nonostante fosse già
evidente che dopo al massimo quarantacinque giri le gomme subivano un notevole
decadimento, dato che era quanto capitato a Massa pochi giri prima,
considerando che aveva effettuato il pit-stop soltanto sette giri prima di
Alonso.
A cinque giri dalla fine Alonso perde la seconda
posizione, lo supera Grosjean che seppure abbia effettuato una sola sosta non
ha problemi di gomme, mentre due giri dopo viene superato anche da Perez. Al
penultimo giro anche Vettel raggiunge e supera Alonso, segno che un pit-stop
“di emergenza” a quel punto era la scelta più opportuna. Soltanto la fine del
settantesimo giro mette termine a una gara in cui Alonso ormai era agli
sgoccioli con le gomme e, visti i tempi su cui girava, avrebbe rischiato di
essere superato almeno da tutti gli altri piloti che hanno chiuso in top-ten.
Insomma, per la strategia Ferrari, valeva in pieno il detto “errare è umano,
perseverare anche”.
È da rimarcare come in occasione della prima vittoria
stagionale di Hamilton, Button si sia dovuto accontentare di un sedicesimo
posto alle spalle delle Toro Rosso. La situazione era parecchio agghiacciante,
specie considerando che usciva da un gran premio, quello di Montecarlo, in cui
aveva trascorso la gara a lottare con la Caterham di Kovalainen, peraltro non
uscendo vincente dal confronto.
Podio del GP del
Canada: 1. Hamilton, 2. Grosjean, 3. Perez
Altri piloti a punti: 4. Vettel, 5. Alonso, 6. Rosberg,
7. Webber, 8. Raikkonen, 9. Kobayashi, 10. Massa
***
Due settimane è stata la volta del gran premio d’Europa, su quel circuito di Valencia
che dal 2008 a questa parte era sempre stato sede di gare monotone e prive di
colpi di scena, se non si può considerare colpo di scena il fatto che
Barrichello nel 2009 abbia vinto a distanza di cinque anni dall’ultima vittoria
(che pensavamo sarebbe rimasta proprio l’ultima). Era quindi opportuno
aspettarci una gara monotona anche in questa circostanza... insomma, chi se lo
poteva immaginare che sarebbe stata proprio una delle gare più movimentate di
tutta la stagione?
Il primo colpo di scena del gran premio è arrivato al
termine della Q1: Webber fuori. A rendere ancora più sconcertante la
situazione: Webber fuori, Kovalainen in Q2. Già questo poteva far sospettare
che di cose anormali se ne potevano vedere a bizzeffe, ma di solito le anomalie
arrivano una per volta. Invece in Q2 sono continuate le sorprese, con l’uscita
delle Ferrari di Alonso e Massa, rispettivamente 11° e 13°, oltre che di
Schumacher 12°. È memorabile inoltre come Kovalainen, dopo avere già battuto
Vergne, abbia battuto anche Ricciardo nel corso della Q2.
Se già la posizione di Webber aveva del clamoroso, ha
assunto ancor più del clamoroso quando Vettel ha conquistato la pole position,
in una top-ten in cui i suoi inseguitori sono stati Hamilton, Maldonado,
Grosjean, Raikkonen, Rosberg, Kobayashi, Hulkenberg, Button e Di Resta.
Al momento in cui parte la gara le posizioni sono venute
ad essere le seguenti: Vettel, Hamilton, Grosjean, Maldonado e Kobayashi. È da
rimarcare l’ottima partenza di entrambe le Ferrari, oltre che la pessima
partenza di Button, che ha perso una certa quantità di posizioni.
Durante il primo giro di pit-stop la situazione è
cambiata piuttosto in fretta, specie tenendo conto del fatto che vi sono stati
diversi giri di distanza tra i pit-stop di alcuni dei piloti e quelli di altri.
Tra i piloti che ritardano la sosta vi sono Schumacher e
Webber, e in particolare i due per un certo tratto di gara si tengono dietro un
trenino di vetture piuttosto consistente, tra le quali vi è anche Raikkonen,
oltre che Button arretrato di parecchie posizioni.
Vettel gestiva la gara con una ventina di secondi di
distacco su Grosjean, con Hamilton e Alonso rispettivamente terzo e quarto,
quando un incidente tra Vergne e Kovalainen al 28° giro ha portato all’ingresso
della safety-car, con il conseguente annullamento dei distacchi.
Non appena la gara è ripartita vi è stato subito un altro
incidente tra Kobayashi e Massa, che ha interrotto la gara di Kobayashi e
pregiudicato definitivamente quella di Massa. Il giapponese, da notare, era
rimasto coinvolto anche in precedenza in un altro incidente insieme a Senna, di
cui il brasiliano era stato ritenuto colpevole e quindi penalizzato con un
drive-through. Visto il ritiro, Kobayashi è stato penalizzato per l’incidente
con Massa sulla griglia di partenza del gran premio successivo.
Torniamo alla vetta della classifica: durante i giri
della safety-car molti piloti si erano fermati per il primo pit-stop, al punto
che Alonso si era ritrovato in terza posizione dietro a Vettel e Grosjean, con
dietro Ricciardo (che aveva optato per non rientrare), Raikkonen e Hamilton.
Alonso si è portato in seconda posizione al momento in cui la gara è ripresa,
mentre Hamilton ha superato Raikkonen per la quinta posizione destinata a
diventare quarta al momento del rientro di Ricciardo, che sarebbe avvenuto di
lì ad alcuni giri. Tra i piloti che non si erano fermati durante la safety-car
bisogna segnalare anche Rosberg, Schumacher e Webber, con Rosberg che ha perso
diverse posizioni al momento in cui la gara è ripartita, anche a vantaggio
degli altri due piloti ora citati.
A quel punto avviene un colpo di scena clamoroso: per un
problema elettronico Vettel è costretto al ritiro mentre era in testa, ora il
leader è Alonso, anche se incalzato dalla presenza di Grosjean alle sue spalle.
Seguono Hamilton e alle sue spalle Raikkonen, con l’altra Lotus. Un ulteriore
colpo di scena avviene poco dopo il quarantesimo giro: anche Grosjean si
ritira, per un problema simile a quello già occorso a Vettel. A quel punto la
leadership di Alonso, eccetto il caso in cui si verificassero problemi di
degrado delle gomme, dovrebbe essere controllabile.
Infatti è proprio così: anche Hamilton ha cominciato ad
avere qualche piccolo problema, la situazione è gestibile, per il momento, se
non per lottare per la vittoria almeno per la conservazione della seconda
posizione. Intanto Schumacher, Webber e Rosberg, dopo essersi fermati ai box
per la loro ultima sosta, hanno iniziato a girare su tempi record: la diversa
strategia [“una strategia suicida”, CIT. Mazzoni] ha pagato, tanto che
Schumacher e Webber iniziano a superare vetture una dopo l’altra e ad
avvicinarsi progressivamente ai piloti che li precedono, così come Rosberg, un
po’ meno considerato per il semplice fatto che era più arretrato rispetto al
compagno di squadra e al pilota della Redbull.
Vi sono stati ulteriori colpi di scena, comunque, come un
incidente tra Ricciardo e Petrov a dieci giri dalla fine, per poi passare a
quanto è accaduto successivamente, con Hamilton che verso la fine ha accusato un
rapido decadimento delle gomme, perdendo la seconda posizione al terzultimo
giro quando viene superato da Raikkonen. Il destino di Hamilton è comunque più
amaro di quanto si poteva prospettare inizialmente: al penultimo giro infatti
lo raggiunge anche Maldonado e il tentativo di sorpasso da parte del
venezuelano va a finire ben peggio rispetto a quello di Raikkonen. Tamponato
dal pilota della Williams, Hamilton ha concluso la propria gara contro le
barriere, mentre Maldonado è riuscito a proseguire con la vettura danneggiata perdendo
una posizione dopo l’altra, quando avrebbe potuto conquistare il podio. A
questo punto Schumacher e Webber, in rimonta su piloti che ormai avevano già
superato, si sono ritrovati rispettivamente terzo e quarto in lotta per la
terza posizione.
Alonso ha tagliato il traguardo di una gara ricca di
colpi di scena dall’inizio alla fine, con il pubblico spagnolo festante,
Raikkonen è arrivato secondo, con Schumacher e Webber che sono arrivati a
posizioni invariate sul traguardo. È da riscontrare come a Valencia, circuito
che generalmente sul podio salivano piloti partiti nelle prime due file, siano
giunti piloti sicuramente inaspettati: la vittoria di Alonso è stata dall’11^
posizione, il terzo posto di Schumacher dalla 13^ e giù dal podio addirittura
Webber è risalito dalla 18^ alla quarta posizione. Per intenderci: cose non da
poco, per un circuito come Valencia.
Podio del GP
d’Europa: 1. Alonso, 2. Raikkonen, 3. Schumacher
Altri piloti a punti: 4. Webber, 5. Hulkenberg, 6.
Rosberg, 7. Di Resta, 8. Button, 9. Perez, 10. Senna
***
Dopo il gran premio di Valencia, ai primi di luglio è
accaduto un drammatico incidente nel mondo della Formula 1, occorso durante un
incidente in un test privato della Marussia avvenuto in condizioni di sicurezza
pressoché inesistenti: la tester Maria De Villota a causa di un proprio errore.
La Marussia ha smentito che sia capitato qualche problema tecnico sulla
vettura... ci sarebbe da chiedersi allora come mai abbia incrementato di
velocità così magicamente andando a schiantarsi contro un camion del team – che
cosa ci faceva a bordo pista questo camion non lo sapremo mai – ma comunque
credo che abbia poco senso stare a chiedersi che cosa sia accaduto.
La De Villota è rimasta gravemente ferita in
quell’incidente e ha perso l’occhio destro. Che poi non fosse esageratamente
veloce non è un mistero. Ma da qui a dire certe assurdità che si sono lette su
certi siti, sulla teoria “se sei un pilota lento, puoi anche morire che non
gliene frega niente a nessuno”, credo che sinceramente ce ne passi parecchio.
***
L’8 luglio il gran premio di Gran Bretagna ha scritto una nuova pagina della storia della
Formula 1, dopo che al sabato una sessione di qualifiche davvero sorprendente
ha avuto luogo. Ma andiamo a riepilogare il nono appuntamento stagionale.
Vi era rischio pioggia per le qualifiche e infatti è
venuto a piovere. Il problema è stata l’acqua rimasta ferma sulla pista, che
evidentemente non è inclinata al punto da farla scorrere via dall’asfalto. Ma
prima di arrivare alla pioggia, è il caso di parlare di Button: anche a causa
delle bandiere gialle uscite al termine della Q1 per via di un’uscita di pista
di Glock, non è andato oltre alla 18^ posizione e la sua qualifica è finita lì,
con i “nuovi team”, mentre gli altri proseguivano verso la Q2 che a un certo
punto è stata interrotta a causa della forte pioggia. È ripartita dopo un’ora e
mezza di stop, con risultati clamorosi, come ad esempio l’esclusione di
Rosberg, che aveva ottenuto un ottimo risultato nel corso della prima parte della
Q2, prima dell’interruzione.
Si è arrivati quindi a una Q3 in cui Alonso (che prima
dell’interruzione era a rischio esclusione, come Massa e Schumacher), che ha
conquistato la pole, seguito da Webber, Schumacher, Vettel, Massa, Raikkonen,
un ancora sorprendente Maldonado e Hamilton soltanto ottavo.
La gara è partita – sull’asciutto – con Alonso che ha
conservato la posizione, così come Webber e Schumacher, mentre Massa superava
Vettel. C’è stato un po’ di caos più indietro, con Grosjean e Di Resta che hanno
avuto un incidente, che è costato il ritiro al pilota della Force India e un
pit-stop forzato per il pilota della Lotus. Nei giri successivi Schumacher,
Massa e Vettel hanno lottato per la terza posizione, almeno fino
all’approssimarsi del primo giro di pit-stop, prima del quale Massa ha
sopravanzato Schumacher e dopo il quale Vettel si è ritrovato terzo davanti ai
due. È da segnalare che subito dopo tra Perez e Maldonado vi è stato un
incidente che ha costretto il messicano al ritiro e rovinato la gara di
Maldonado.
Per quanto riguarda le prime quattro posizioni non vi
sono più particolari stravolgimenti fino almeno al quarantesimo giro e oltre.
Alonso mantiene la leadership, anche se Webber sta iniziando ad avvicinarsi
dopo la seconda sosta. Per quanto riguarda le posizioni successive, è da
segnalare come tra i piloti della top-ten avvengano soltanto stravolgimenti
lievi: Hamilton ha recuperato ritardando la sosta, Grosjean è riuscito a
rimontare dall’incidente iniziale, Schumacher ha iniziato a perdere terreno
dopo che la Mercedes tanto per cambiare ha riscontrato i soliti problemi alle
gomme che hanno reso particolarmente incolore soprattutto la gara di Rosberg
ben lontano dalla zona punti per tutto il tempo.
Al 48° giro Webber ha superato Alonso e, da quel momento
in poi, ha preso a staccare lo spagnolo, che girava peraltro lievemente più
lento rispetto a Vettel che lo seguiva, per fortuna a distanza sufficiente per
mantenere la posizione fino al traguardo.
Se per quanto riguardava il podio le posizioni erano
ormai ben definite, non si può dire lo stesso per la quarta posizione, che ha
visto il gap tra Massa e Raikkonen abbassarsi notevolmente fino al di sotto del
secondo nei giri conclusivi. Per il finlandese comunque non vi è stato nulla da
fare e si è accontentato della quinta posizione davanti a Grosjean, Schumacher
e Hamilton. Button ha conquistato la decima posizione soltanto in extremis:
Hulkenberg e Senna erano in lotta per il nono posto, con Button undicesimo
dietro di loro e, dopo essere stato sopravanzato dal pilota della Williams,
Hulkenberg nel tentativo di riprendersi la posizione è finito sull’erba
perdendo due ulteriori posizioni.
Indubbiamente si è notato come, rispetto soprattutto
all’inizio della stagione, McLaren e Mercedes abbiano subito un brusco declino,
con la McLaren che è passata dalla vittoria a Montreal un mese prima a un
ottavo e un decimo posto e con la Mercedes che con i suoi problemi di gomme ha
conquistato un buon ritmo in qualifica (peccato che in compenso Rosberg abbia
pensato a fare la ola davanti al pubblico durante l’interruzione per pioggia
invece di preoccuparsi di fare una prestazione decente una volta che la pioggia
si fosse calmata), mentre in gara a seconda dello stint le prestazioni fossero
clamorosamente altalenanti (basta pensare che nel primo stint Schumacher aveva
lo stesso passo di Massa e Vettel, nel secondo stint perdeva posizioni una dopo
l’altra e nel terzo stint recuperava parte delle posizioni perse
precedentemente).
Chi si è mostrata presente, seppure ancora un po’ in
ritardo, è stata senz’altro la Lotus in questa occasione, che ha dimostrato di
poter puntare a posizioni di rilievo in futuro.
Podio del GP di
Gran Bretagna: 1. Webber, 2. Alonso, 3. Vettel
Altri piloti a punti: 4. Massa, 5. Raikkonen, 6.
Grosjean, 7. Schumacher, 8. Hamilton, 9. Senna, 10. Button
***
Venerdì e sabato a Hockenheim, che da alcuni anni a
questa parte si alterna col Nürburgring come sede del gran premio di Germania, le condizioni meteo sono
state nuovamente instabili. Veniamo in particolare alle qualifiche: sono
iniziate con l’asciutto e in Q1 sono stati i soliti noti a scendere nel
dimenticatoio, ovvero i piloti dei nuovi team e una Toro Rosso, in particolare
quella di Vergne. In questa prima sessione le Redbull si sono mostrate
lievemente attardate rispetto ad altri team, il che ha fatto pensare che non
potessero essere tanto performanti quanto erano state nella gara antecedente a
Silverstone. Sul finire della sessione ha iniziato a piovere, con la pioggia
che è incrementata nella sessione successiva.
In Q2 vi è stato un colpo di scena: Rosberg e Grosjean,
che come Webber erano destinati a perdere cinque posizioni in griglia a causa
della sostituzione del cambio, sono rimasti esclusi dalla top-ten, e la loro
qualifica si è quindi interrotta prima del dovuto.
In una Q3 con la pioggia in calo, ma con la pista tuttora
bagnata, Alonso ha conquistato la pole position, seguito dalle Redbull che
hanno conquistato la seconda e la terza posizione con Vettel e Webber. Quest’ultimo
comunque, a causa della retrocessione sarebbe partito ottavo alle spalle di
Schumacher, Hulkenberg, Maldonado, Button e Hamilton.
La gara si è disputata all’asciutto, con Alonso che ha
immediatamente mantenuto la leadership prendendo la testa della gara, con
Vettel che in un primo momento ha dovuto contenere l’attacco di Schumacher.
Button inoltre ha superato Maldonado, mostrando per una volta la propria
presenza. In partenza, comunque, vi sono stati alcuni intoppi non da poco: in
primis Massa è stato tamponato da Ricciardo, dopodiché Grosjean e Senna,
entrambi autori di un fuori pista al via, sono rimasti coinvolti in un contatto
al momento del loro rientro che non ha costato loro il ritiro, ma che comunque
ha condizionato l’esito finale per entrambi: i due infatti sono costretti al
rientro ai box, così come Massa, mentre Ricciardo è uscito illeso dal contatto
al via. Poco dopo nel passare sopra ai detriti rimasti in pista, Hamilton ha
forato una gomma, cosa che ha compromesso il risultato della sua gara.
Quando iniziava il primo giro di pit-stop Button, che nel
frattempo si era portato in quarta posizione alle spalle di Schumacher, ha
superato il pilota della Mercedes portandosi quindi al terzo posto e diventando
uno dei protagonisti della gara. Lo stesso non si può dire di Schumacher che
nel secondo stint, proprio come il compagno di squadra Rosberg, è stato
soggetto ai soliti problemi di gomme di cui forse la Mercedes si sbarazzerà all’epoca
in cui anche lo stesso Rosberg raggiungerà l’età del pensionamento...
A metà gara Alonso si è ritrovato a dover fare attenzione
a Vettel, ormai staccato di poco nel suoi confronti, ma proprio grazie al fatto
che Hamilton si è sdoppiato nei confronti del pilota della Redbull, Alonso è
riuscito a incrementare in parte il gap. Button ne ha approfittato avvicinandosi
maggiormente a Vettel, sul quale ha guadagnato una posizione anticipando il
secondo pit-stop.
Sul finire della gara ci sono state ulteriori sorprese:
in primis Hamilton si è ritirato, ma ormai non faceva testo in quanto la sua
posizione non era rilevante, a causa dei fatti accaduti nei giri iniziali. Inoltre
Button, che girava più veloce di Alonso e che era riuscito ad avvicinarsi allo
spagnolo, sul finire della gara ha iniziato ad avere problemi di gomme, tanto
che al terzultimo giro Vettel l’ha superato... ma il sorpasso è avvenuto
passando con le ruote fuori dalla pista, cosa che ha fatto sì che a fine gare
fosse penalizzato perdendo diverse posizioni, il che ha restituito la seconda
posizione a Button e fatto risalire in terza posizione Raikkonen, che era
sopraggiunto quarto sul traguardo.
Anche Kobayashi ha recuperato una posizione,
classificandosi quindi quarto, il miglior risultato che ha ottenuto in
carriera, risultato ottimo per la Sauber in un weekend straordinario, in cui
anche Perez ha ottenuto un ottimo risultato.
Il podio del GP di
Germania: 1. Alonso, 2. Button, 3. Raikkonen
Altri piloti a punti: 4. Kobayashi, 5. Vettel, 6. Perez,
7. Schumacher, 8. Webber, 9. Hulkenberg, 10. Rosberg
***
Nell’ultimo weekend di luglio la Formula 1 si è spostata
all’Hungaroring, sede del gran premio d’Ungheria,
l’ultimo prima delle cinque settimane di pausa estiva che termineranno proprio
questa settimana in occasione del gran premio del Belgio (notizia
soddisfacente).
Nelle prove libere Hamilton ha girato su ottimi tempi,
tanto che si poteva preannunciare un buon risultato da parte della McLaren. Infatti
è stato proprio Hamilton a conquistare la pole position in un sabato asciutto,
finalmente, dopo le due precedenti qualifiche disputate sul bagnato, a
Silverstone e Hockenheim. Dopo nulla di nuovo in Q1, se non che Vergne ha battuto
Ricciardo facendolo precipitare fuori insieme ai piloti dei “nuovi team”, ci
sono state sorprese in Q2, con Webber che si è ritrovato 11° e con le due
Mercedes che si sono ritrovate parecchio attardate, con Rosberg 13° e
Schumacher 17°.
La Q3 ha visto il dominio di Hamilton, che è stato
davanti a Grosjean, Vettel, Button, Raikkonen, Alonso, Massa, Maldonado, Senna
e Hulkenberg, in una qualifica in cui per la prima volta entrambe le Williams
hanno conquistato l’accesso all’ultima sessione.
La gara non è stata particolarmente ricca di emozioni,
colpo di scena inaspettato sono state forse le luci gialle che si sono accese
al momento del via: colpa di Schumacher, che aveva sbagliato la propria
posizione sulla griglia di partenza e lasciato spegnere il motore. La sua gara
comunque è stata ancor più deludente delle qualifiche: rientrato dopo un giro
per il primo cambio gomme ha subito beccato un drive-through per eccesso di
velocità nella pit-lane, per poi ritirarsi nell’anonimato per problemi tecnici
dopo avere rimontato soltanto sui piloti dei “nuovi team”. Hamilton invece ha
mantenuto la leadership con Grosjean secondo e Button terzo per avere superato
Vettel che si è ritrovato quarto davanti ad Alonso e a Raikkonen. I primi
pit-stop non stravolgono particolarmente l’esito della gara: Hamilton,
Grosjean, Button, Vettel, Raikkonen, Alonso, Webber, Senna, Massa e Rosberg si
ritrovano in top-ten, più o meno nelle posizioni in cui erano prima, con la
sola variante che Raikkonen ha strappato la quinta posizione ad Alonso.
Al momento sembrava che la
gara si decidesse tra Hamilton e Grosjean, che lo seguiva staccato di poco più
di un secondo, avendo guadagnato parecchio dopo avere precedentemente perso
nelle fasi iniziali.
Button è su una strategia
diversa: tre pit-stop anziché due. Si è rivelata una scelta errata, in quanto
dopo la seconda sosta è rientrato in pista alle spalle della Williams di Senna
e, non riuscendo a sorpassarlo, si è ritrovato a perdere terreno nei confronti
dei propri avversari.
Al secondo giro di pit-stop
Raikkonen ha recuperato ritardando la sosta e tornando in pista dopo il
pit-stop in lotta col compagno di squadra per la seconda posizione. Grosjean si
è dovuto accontentare di stargli dietro. Per il resto la gara procede senza
eccessive variazioni di risultati, se non legate ai pit-stop, e Hamilton
ottiene la vittoria davanti a Raikkonen, che a dieci-quindici giri dalla fine
gli si era avvicinato costantemente, ma il cui distacco si è stabilizzato verso
il finire della gara.
È sicuramente ottimo il
risultato ottenuto dalle Lotus in quest’ultimo weekend prima della pausa
estiva, e molto promettente per il futuro.
Il podio del GP d’Ungheria: 1. Hamilton, 2. Raikkonen, 3. Grosjean
Altri piloti a punti: 4.
Vettel, 5. Alonso, 6. Button, 7. Senna, 8. Webber, 9. Massa, 10. Rosberg
***
A seguire ecco le classifiche
al momento attuale.
CLASSIFICA PILOTI
1. Fernando Alonso 164
2. Mark Webber 124
3. Sebastian Vettel 122
4. Lewis Hamilton 117
5. Kimi Raikkonen 116
6. Nico Rosberg 77
7. Romain Grosjean 76
8. Jenson Button 68
9. Sergio Perez 47
10. Kamui Kobayashi 33
11. Pastor Maldonado 29
12. Michael Schumacher 29
13. Paul Di Resta 27
14. Felipe Massa 25
15. Bruno Senna 24
16. Nicolas Hulkenberg 19
17. Jean Eric Vergne 4
18. Daniel Ricciardo 2
19. Heikki Kovalainen 0
20. Vitaly Petrov 0
21. Timo Glock 0
22. Charles Pic 0
23. Narain Karthikeyan 0
24. Pedro De La Rosa 0
CLASSIFICA COSTRUTTORI
1. Redbull 246
2. McLaren 193
3. Lotus 192
4. Ferrari 189
5. Mercedes 106
6. Sauber 80
7. Williams 53
8. Force India 46
9. Toro Rosso 6
10. Caterham 0
11. Marussia 0
12. HRT 0
Possiamo notare come il
vantaggio di Alonso sui suoi quattro avversari più diretti sia compreso tra i
quaranta e i cinquanta punti. Insomma, facendo un paragone, è come se avesse
tra i 15 e i 20 punti di vantaggio con il sistema di punteggio che si usava
prima del 2010.
Ciò significa una cosa sola:
IL MONDIALE È ANCORA APERTO... forse più aperto di quanto ci ostiniamo a
credere.
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