Ieri alle 17.30, quando sono tornata a casa dal lavoro (al venerdì finisco un'ora prima), ho notato con grande sorpresa la fine del "sabotaggio". A cinque esatte settimane di distanza dall'incendio al ripetitore, questo pare essere stato aggiustato, dal momento che finalmente mi è stato riconcesso il lusso di avere sul telefono il 4G in tutte le stanze, invece di dovere stare appollaiata accanto alla finestra della camera da letto per vedere la luce del segnale. Nonostante ciò, solo ieri non avrei pensato che oggi sarei andata a cercarmi profili che stessero trasmettendo di straforo la 24 Ore di Le Mans su Youtube e di guardarne diverse ore. Mentre siamo a mezzanotte di ore di gara ne sono state disputate otto e diciamo che ne ho viste più o meno sette. Non di fila, in vari momenti ho sospeso la visione per un po', ma su Youtube la funzione 1,5x (per esempio) permette di incrementare la velocità del video e di rimettersi in pari a poco a poco, quando ci si è persi una parte non troppo consistente di gara (con velocità 1,5x, un quarto d'ora lo si vede in dieci minuti, a titolo di esempio).
In queste sette ore circa viste, ho rinforzato la mia convinzione che l'endurance non fa per me e che chi insiste a oltranza in tono saccente che le gare sono più belle e movimentate di quelle di Formula 1, con duellihhhh e sorpassihhhh emozionanti parli nel bel mezzo di un trip allucinogeno oppure non si veda le gare. Io, però, preferisco rimanere umile e accettare il fatto che il "non fa per me" non sia un parere universale.
Non so cosa ci sia che non mi fa digerire molto Le Mans. Forse non ho mai perdonato alla 24 Ore l'avermi messa a tu per tu con la morte in pista, nel 2013, non certo per la prima volta, ma per la prima da adulta. Oppure semplicemente il concetto di avere tre piloti che si alternano sulla stessa macchina non fa per me. Voglio dire, è una figata unica vedere Robert Kubica in testa alla gara sulla Ferrari non ufficiale gialla di AF Corse (sì, è quella la vettura in testa). Poi però Kubica scende dalla macchina e ci sale a bordo Robert Shwartzman, oppure Yifei Ye, e mi devo trattenere per non dire: "e questi chi ca**o sono?"
Idem potrei dire per gli altri piloti che hanno charme per i miei standard, con la sola differenza che in questa notte in cui sembra cadere pioggia, che già si era vista nel pomeriggio, la Ferrari gialla numero 83 è in testa, gli altri no.
Detto questo, queste ore e ore di 24 Ore le ho viste per inerzia, perché sentivo dentro di me che fosse una cosa "da fare". Finora il mio record deve essere stato vedere circa nove ore. Non so se lo batterò. Di certo non adesso, perché per come vivo ora a mezzanotte è ora di dormire e non di fare notte inoltrata a vedersi una gara che sembra eterna. Per oggi mi fermo a sette, domani non so cosa succederà.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
sabato 15 giugno 2024
Riflessioni di mezzanotte guardando Le Mans
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