Nello scorso fine settimana si è svolto il GP di Detroit di Indycar, su un circuito cittadino la cui location coincide parzialmente con quella del tracciato trash su cui si svolgeva il GP degli Stati Uniti Est di Formula 1 negli old gold days. Ho visto la gara in versione integrale grazie a delle trasmissioni "non ufficiali" su Youtube, tra cui una brasiliana in cui l'evento era stayo ribattezzato in chat come "gran premio di Destroit". L'evento ha visto alcuni cambi di line-up, come per esempio Helio Castroneves che ha preso temporaneamente il posto di Tom Blomqvist per Meyer Shank e come Tristan Vautier in Coyne nel posto in cui si sono alternati finora Colin Braun, Nolan Siegel, Luca Ghiotto e Katherine Legge. Nelle qualifiche, inoltre, ha fatto parlare di se Santino Ferrucci che, dopo una presunta ostruzione da parte di Kyle Kirkwood, l'ha ostruito di proposito e, non contento, in seguito in pitlane è andato anche a inveire contro di lui e a strattonarlo prima di essere invitato ad allontanarsi.
Dopo questa breve parentesi in stile NASCAR, è arrivata la domenica ed è arrivata una gara immensamente caotica. Giusto per chiarire il concetto: primo incidente già al via, un susseguirsi di contatti di maggiore e minore entità, una parentesi con la pioggia verso metà gara e un totale di otto ingressi della safety car, se li ho contati bene, ma potrei anche avere perso il conto. In sintesi, una gara in cui il caos era l'assoluta routine per tutti... o quasi.
Parliamo di Agustin Canapino, divenuto incredibilmente attore protagonista del post-gara. Pilota di ruote coperte, arrivato in Indycar nel 2023 con un palmares inconsueto in cui le open wheel non erano contemplare eccetto una manciata di gare in Formula 3 molti anni fa, ha mostrato risultati assolutamente rispettabili, ma ha fatto parlare di sé, finora, più che altro per le polemiche social innescate dai suoi sostenitori ogniqualvolta in pista capiti qualche evento anche minimamente controverso.
L'anno scorso il suo allora compagno di squadra Callum Ilott era stato vittima di vere e proprie campagne d'odio via Twitter, e mi spiace dirlo, il fanbase di Canapino è assolutamente pessimo. Come spesso succede per i piloti di una nazionalità non molto rappresentata in una certa categoria, si spostano a orde, un po' come i turchi per Cem Bolukbasi o i filippini per Bianca Bustamante. Con una sostanziale differenza, ovvero che tendenzialmente i fanbase molto radicati sono sostanzialmente innocui e incentrati sull'ammirazione del proprio idolo.
Purtroppo non si può dire lo stesso dei fanboy di Canapino, che fanno spesso caciara e poi usano la loro nazionalità per nascondersi: "io sono argentino e se osi contraddirmi allora è razzismo contro i latino-americani". Ricorda un po' l'atteggiamento dei messicani contro chi osa affermare che Checo Perez non è il miglior non-campione della storia della Formula 1, con la differenza sostanziale che Perez, in qualità di top driver in Formula 1, ha un fanbase più internazionale e certi soggettoni sono una parte ristretta del fanbase.
In sintesi, un paio di giorni dopo la gara Theo Pourchaire, che con Canapino era stato protagonista di un contatto che è costato poche posizioni a entrambi ed è stato penalizzato per l'incidente stesso, ha scritto in un tweet di avere ricevuto insulti e minacce di morte via social, venendo peraltro criticato da Norberto Fontana per avere parlato di quello e non dell'incidente innescato da lui stesso.
Canapino ha fatto una dichiarazione critica nei confronti del proprio fanbase, ma che in molti hanno considerato di facciata, dal momento che pare avesse messo dei like a post con insulti nei confronti di Pourchaire o che lo tacciavano di essersi inventato gli abusi online. Ciò sarebbe rimasto confinato ai social, se McLaren non avesse deciso di interrompere la partnership con Juncos a causa di questo episodio.
In sintesi nella giornata di venerdì, dopo che Canapino era stato presente a Road America dove si svolgerà la gara di questo fine settimana, è stato annunciato che Canapino non prenderà parte all'evento, ma sarà sostituito da Siegel. Juncos ha scritto un comunicato in cui si affermava tra le righe che Canapino non sarà in pista perché si sente minacciato dopo gli attacchi ricevuti online.
In sintesi, una faccenda ancora abbastanza oscura, in cui non mi stupirebbe se fosse stata la squadra a prendere questa decisione, perché comunque innescare la perdita della partnership con McLaren è provocare un danno al team stesso.
Se posso dire la mia su questa vicenda, personalmente sono convinta che il cyberbullismo nei fanbase sia un grosso problema, perché spesso viene da profili che riescono comunque a guadagnare un buon seguito e ad apparire come dei "precious cinnamon roll". La verità dei fatti è che non basta tappezzare i propri profili di cuccioli e gattini o sapere fare edit belli per essere anche persone dotate di empatia e contegno; anzi, proprio l'avere molto seguito spesso genera anche comportamenti poco edificanti al solo scopo di apparire.
In quella vasta quantità di gente che team e piloti acclamano come "best fans" o cose analoghe, ci sono tanti individui di questo tipo, che si mascherano abbastanza bene dietro al ruolo del fan infervorato. C'è chi dice che team e piloti dovrebbero fare più attenzione a chi mettono su un piedistallo, ma è pur vero che 1) team e piloti non possono scandagliare la vita di chiunque prima di mettere un like o ricondividere un post, 2) basta una storiella strappalacrime e attira like per guadagnarsi ammirazione incondizionata, pena massicci attacchi di dissing.
Per dire, Centurion Lewis - un utente di Twitter che si spacciava per un tifoso di Hamilton diciannovenne malato terminale, che ha ricevuto il supporto della Mercedes e ha sfruttato la pubblicità per organizzare una raccolta fondi a suo favore, per poi fingere la propria morte - scriveva cose che avrebbero scritto soltanto un fake o un bambino di dodici anni. Appurato che non poteva avere dodici anni, doveva per forza essere un fake.
Eppure, finché non si è scoperto che era un truffatore e che era vivo e vegeto, qualcuno era forse nella posizione di tacciarlo di essere un fake? Direi di no, chi avesse osato sarebbe stato criminalizzato.
Detto ciò, se da un lato è comprensibile come certi cyberbulli riescano a diventare popolari e a fare breccia nel cuore dei loro idoli, la vicenda Canapino è a mio avviso a sé stante. I suoi tifosi che insultano somigliano molto di più alla gente che, senza alcun seguito, su Facebook commenta i post con offese a piloti per fatti magari capitati nel 1995 o giù di lì, in sintesi un'orda di frustrati che urlano e strepitano a caso.
Pur essendo un'orda ben presente su twitter, non ha profili da "tumblrina" pieni di follower e like, semplicemente fa rumore perché è un'orda molto vasta. Canapino e/o Juncos hanno già in passato sminuito le azioni di costoro, con addirittura il team che in passato ha accusato Ilott di dare troppo peso a insulti e minacce di morte ricevuti.
Mi rendo conto che chi ha un fanbase di questo genere e non fa nulla di concreto possa anche avere molti hater, ma il comunicato sull'assenza a Road America è scritto come se Canapino 1) fosse stato fin dall'inizio la vittima di questa storia, 2) di punto in bianco, ora che i presunti insulti li ha ricevuti lui, allora non siano più qualcosa a cui non si deve dare peso, ma di colpo divengano rilevanti.
So che è banale da dire, ma rimpiango il motorsport dei "very uominy", quello in cui gli incidenti tra piloti venivano discussi tra i piloti stessi, oppure nella cabina dei commissari, e in cui incidenti banali (questo è stato un semplice contatto durante un restart) non divenivano un affare internazionale, con tanto di gente che allora sì, si traveste da tumblrina e afferma: "il mio idolo in quanto argentino deve essere al di sopra di ogni critica altrimenti è xenofobia".
Per il resto la gara è stata un caos, con il poleman Colton Herta precipitato indietro per una strategia toppata che è andato a sbattere contro le barriere, così come diversi altri top driver coinvolti nel caos, incluso Josef Newgarden, fresco vincitore della Indy 500, incluso Alex Palou che proprio con questo si è toccato, incluso Scott McLaughlin finito in precedenza fuori mentre era in zona podio.
Scott Dixon, in modalità risparmio carburante, alla fine l'ha spuntata, riuscendo a gestire nonostante Marcus Ericsson fosse piuttosto pressante nelle fasi conclusive del gran premio. La vittoria l'ha portato in testa alla classifica piloti e ha dato un segnale: mai sottovalutare Dixon, perché riserva sempre delle sorprese!
RISULTATO: 1. Scott Dixon/ Ganassi, 2. Marcus Ericsson/ Andretti, 3. Marcus Armstrong/ Ganassi, 4. Kyle Kirkwood/ Andretti, 5. Alexander Rossi/ Arrow McLaren, 6. Will Power/ Penske, 7. Pato O'Ward/ Arrow McLaren, 8. Felix Rosenqvist/ Meyer Shank, 9. Santino Ferrucci/ Foyt, 10. Theo Pourchaire/ Arrow McLaren, 11. Christian Lundgaard/ Rahal, 12. Agustin Canapino/ Juncos, 13. Pietro Fittipaldi/ Rahal, 14. Rinus Veekay/ Carpenter 15. Graham Rahal/ Rahal, 16. Alex Palou/ Ganassi, 17. Jack Harvey/ Coyne, 18. Tristan Vautier/ Coyne, 19. Colton Herta/ Andretti, 20. Scott McLaughlin/ Penske, 21. Sting Ray Robb/ Foyt, 22. Linus Lundqvist/ Ganassi, 23. Romain Grosjean/ Juncos, 24. Kyffin Simpson/ Ganassi, 25. Helio Castroneves/ Meyer Shank, 26. Josef Newgarden/ Penske, 27. Christian Rasmussen/ Carpenter.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
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