Siamo arrivati alla fine del nostro viaggio nel mondiale 1987 e stiamo per assistere all'assegnazione del titolo, con gli ultimi due appuntamenti della stagione, che si svolgeranno a Suzuka e Adelaide. Si torna in terra nipponica (anche se non sullo stesso circuito) dopo ben dieci anni e siamo tutti in trepidante attesa per come andrà a finire tra i piloti della Williams. Ci sono inoltre altri eventi da seguire, dato che è stato un campionato in cui ci sono stati occasionali altri protagonisti e co-protagonisti. Mentre i due piloti Williams si giocheranno il mondiale, ci saranno altre faccende da tenere d'occhio, tipo cosa faranno le McLaren di Alain Prost e Stefan Johansson, le Benetton di Thierry Boutsen e Teo Fabi, le Ferrari di Michele Alboreto e Gerhard Berger, le Lotus di Ayrton Senna e... e basta, perché l'altra la guida Satoru Nakajima che è ben lontano dall'essere un protagonista.
Si prospetta un finale scoppiettante e pieno di *drama*, che farebbe accorrere decine e decine di driverstosurvivers con i popcorn in mano. Immaginate quanto sia suggestiva la situazione: su un circuito di proprietà della Honda, assistere a uno scontro tra compagni di squadra tra piloti che guidano vetture motorizzate Honda. I piloti in questione sono Nelson Piquet e Nigel Mansell, i due si detestano cordialmente (avrei qualche dubbio sul cordialmente) e Mansell spera di rimontare sul compagno di squadra che lo precede in classifica. Immaginate, ho detto. Esatto, immaginate. Pensavamo di assistere a uno scontro Piquet vs Mansell. Invece l'unico scontro a cui assistiamo avviene nelle qualifiche di venerdì ed è quello di Mansell contro un muro di pneumatici. L'incidente è violentissimo.
Il pilota riporta ferite non gravi abbastanza da mettere in pericolo la sua vita, ma abbastanza da finire in ospedale e da terminare anzitempo la propria stagione. Con il suo forfait, Piquet è matematicamente campione del mondo prima ancora che il weekend entri nel vivo e non ci sarà nessuno scontro per il titolo. Mansell salterà anche il successivo gran premio, venendo sostituito da Riccardo Patrese, arrivato dalla Brabham (al suo posto Stefano Modena), il cui passaggio in Williams era comunque già previsto per il 1988 al posto di Piquet che passerà alla Lotus al posto di Senna che andrà in McLaren. Detto questo, torniamo allo scontro per il titolo: non ci sarà, ma siamo in Italia quindi who kers, la Ferrari sta ancora aspettando di vincere la prima gara della stagione ed è tutto ciò che ci interessa.
GIAPPONE - Berger parte dalla pole position e rimane in testa davanti a Prost e Boutsen, mentre Alboreto che scatta invece dal quarto posto non scatta, parte al rallenty e si ritrova nelle retrovie. Berger sembra avere più passo rispetto ai piloti che lo seguono e non solo, Prost che si trova in seconda posizione ha anche una foratura sui detriti lasciati dall'incidente al primo giro della Larrousse di Philippe Alliot, venendo costretto alla sosta ai box. Boutsen adesso è secondo, ma non vi rimane a lungo, venendo sopravanzato da Senna, Piquet e Johansson. Il pilota della Benetton si ritrova quindi quinto, seguito dal compagno di squadra Fabi, almeno finché questo non è costretto al ritiro da un guasto al motore.
Giunto il momento dei cambi gomme, Johansson rientra prima rispetto a Senna e Piquet e riesce a undercuttare entrambi. I due piloti brasiliani, molto vicini tra di loro, rimangono a lottare per la terza posizione, mentre il pilota della McLaren sembra avvicinarsi a Berger. Si ritrova però costretto a risparmiare carburante quindi rallenta sensibilmente lasciando che la leadership del ferrarista sia incontrastata. Lo sarà fino al traguardo, mentre dietro il duello Senna vs Piquet si risolve a favore di Senna, anche perché Piquet è costretto a rallentare per surriscaldamento del motore. Senna si avvicinerà quindi progressivamente a Johansson, relegandolo al terzo posto con un sorpasso proprio sulla linea del traguardo.
Piquet non termina la gara: pochi giri prima della fine è costretto ad andare a parcheggiare ai box per un guasto al motore e a ritirarsi. Curiosamente nello stesso momento René Arnoux sembra ritirarsi lungo la pista, dato che viene inquadrato a piedi con aria spaesata. Frattanto la quarta piazza va ad Alboreto, che precede Boutsen e Nakajima. Nakajima fa una pernacchia all'Autrice(C) dicendole "vedi, mi snobbavi tanto e invece ho portato a casa un punto" e precede anche Prost, settimo dopo una lunga rimonta. Adesso non rimane che un ultimo gran premio stagionale, in cui i tifosi italiani non possono fare altro che sperare che la Ferrari ripeta la propria impresa portandosi a casa un'altra vittoria.
AUSTRALIA - il gran premio, in effetti, parte con la migliore delle premesse, Berger è di nuovo in pole, mantenendo la prima posizione della gara seguito da Piquet, con Prost in terza posizione e Alboreto quarto. Prost in un primo momento sembra vicino a Piquet, ma il pilota della Williams rientra presto ai box per cambiare gomme, lasciando Prost e Alboreto a battagliare per la seconda posizione, con Senna che si aggrega. Tra i tre c'è un sorpasso multiplo, Senna ne esce vincente, Alboreto riesce a strappare la posizione a Prost e il pilota della McLaren è costretto ad accodarsi. Va peggio al suo compagno di squadra Johansson, che andrà a sbattere contro le barriere terminando lì la propria gara, incidente innescato da un guasto ai freni(?).
No, ho parlato troppo presto: anche Prost finisce per fare una fine molto simile, dopo avere già dovuto rallentare per preservare la vettura, lasciando che Alboreto fuggisse. La fuga di Alboreto è comunque più lenta della fuga di Senna, che l'ha staccato non di poco, anche se rimane a debita distanza da Berger, leader incontrastato della gara. Con Senna e Alboreto secondo e terzo, Piquet risale fino al quarto posto, seppure a distanza a sua volta dai piloti che lo precedono, ma sarà a sua volta costretto al ritiro. Entrambe le Williams non vedranno la bandiera a scacchi: Patrese infatti si ritirà finendo in testacoda sull'olio lasciato sulla pista da... non è chiaro da chi, ci sono ritiri ogni tre per due, con un attrition rate elevatissimo. Berger vince davanti a Senna, che però verrà squalificato per irregolarità tecniche, così che è promosso in seconda posizione Alboreto: la stagione della Ferrari si conclude con una doppietta del tutto inaspettata, mentre Boutsen si classifica in terza posizione dopo una gara passata in bassa zona punti nonché in precedenza protagonista di un quasi-incidente con il compagno di squadra. Concludono la zona punti Jonathan Palmer sulla Tyrrell, Yannick Dalmas sulla Larrousse (che mi pare di capire non prenda però punti perché a inizio stagione il team aveva una sola vettura?) e Roberto Moreno sull'AGS, seppure giunto settimo al traguardo e rientrato a punti per la squalifica di Senna. Per il pilota brasiliano, rientrato in Formula 1 (dopo una mancata qualificazione anni prima mentre sostituiva l'infortunato Mansell alla Lotus) nel gran premio precedente in Giappone al posto di Pascal Fabre, si tratta del primo punto nella massima categoria. Termina così, in bellezza perché Moreno a punti è top, il 1987 e, di conseguenza, il sesto e ultimo episodio di questa serie di post.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
sabato 13 agosto 2022
Il 1987 rivive in sei giorni: episodio 6/6 (Giappone, Australia)
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