Benvenuti nel quinto episodio del mondiale 1987. Ci siamo lasciati con Nelson Piquet in testa alla classifica e il preludio alla rimonta di Nigel Mansell, che appunto avviene a Jerez de la Frontera e a Città del Messico. Oggi parleremo quindi di questi due eventi, prima dei quali i due erano primo e terzo in classifica, con Ayrton Senna in seconda posizione nel mondiale sulla Lotus, ma la Williams sembra di gran lunga la squadra più performante in questo momento della stagione.
SPAGNA - sotto un cielo nuvoloso, Piquet è in pole, precede Mansell ma non per molto, perché l'inglese lo supera già nelle prime fasi di gara. Piquet cerca in un primo momento di attaccarlo nella speranza di riprendersi la posizione, ma nulla da fare, si deve accodare e lasciarsi staccare, con comunque un buon margine sui diretti inseguitori.
Senna è terzo, precede un trenino composto dalle Ferrari, dalle Benetton e dalla McLaren del suo futuro compagno di squadra Alain Prost. Ci sono frattanto duelli intestini in casa Ferrari, dove Michele Alboreto supera Gerhard Berger, e in casa Benetton, dove Thierry Boutsen si difende invece da Teo Fabi.
Prost si ferma prima delle Benetton e le undercutta, poi risale velocemente a ridosso delle Ferrari, con Berger che frattanto ha superato Alboreto, e sorpassa entrambi. Si ritrova quarto alle spalle di Senna e addirittura terzo quando Piquet si ferma ai box e ha una sosta abbastanza lunga. Il pilota Williams cerca di riprendere la posizione, ma parte in testacoda e perde un paio di posizioni, superato da una Ferrari (l'altra è appena rientrata ai box, questa si deve ancora fermare) e una Benetton (Boutsen, perché Fabi è ritirato per problemi al motore).
Prost inizia ad avere problemi di gomme ed è costretto a rallentare, venendo passato poi da Boutsen, Piquet e Berger. Boutsen viene poi superato da Piquet, mentre Berger inizia ad avere problemi e la sua vettura emana fumo. È costretto al ritiro... e non sarà il solo pilota Ferrari a non terminare la gara, anche la sorte di Alboreto sarà simile.
Ci ritroviamo a un certo punto con Senna inseguito da Piquet, tra i due si innesca un duello dal quale Piquet esce vincente e Senna viene superato anche da Boutsen dal futuro compagno di squadra Prost per poi rallentare sensibilmente. Piquet è secondo con un gap abissale da Mansell, ma tenta di colmarlo andando avanti a giri veloci, almeno finché non mette le ruote sull'erba. Gli va meglio che a Boutsen che non solo finisce sull'erba quando se lo ritrova davanti ma si impantana anche ritirandosi. Piquet se la cava con una sosta ai box e ne esce quarto dietro anche alla McLaren di Stefan Johansson che ora è terzo e sta per andare sul podio con Mansell e Prost. Cercherà di rimontare su Johansson, ma invano, appunto, mentre Senna chiuderà quinto precedendo la Larrousse di Philippe Alliot.
MESSICO - Mansell scatta dalla pole, ma non scatta bene, Berger dalla seconda casella della griglia si porta in testa, anche se non dura molto, ritrovandosi secondo dietro a Boutsen. Mansell in un primo momento si trova anche dietro a Prost e Piquet ma questi due cozzano l'uno contro l'altro, senza che la telecamera inquadri né questo né altri incidenti, nei quali si ritirano a vario titolo anche Johansson e una Zakspeed (dovrebbe guidarla Christian Danner) per contatto tra di loro, oltre che Nakajima venuto in collisione con una Arrows. Prost si ritira, Piquet viene spinto dai commissari perché impantanato in posizione pericolosa e riparte ultimo.
Mansell si trova terzo, seguito da Senna e - dopo il ritiro di Alboreto - dalle Brabham di Andrea De Cesaris e Riccardo Patrese. Il ritiro di Boutsen prima e quello di Berger poi apre la strada a Mansell, che si porta in testa. Di Brabham ne resta solo una, dato che De Cesaris si ritira per un testacoda. Piquet, dopo una lunga rimonta, si ritrova al quarto posto, mentre nelle zone basse della top-ten c'è Derek Warwick sulla Arrows... almeno finché non esce di pista dopo un cedimento meccanico (forse qualcosa già danneggiato nell'incidente al via con la Lotus di Satoru Nakajima), schiantandosi violentemente contro le barriere.
La gara viene redflaggata per ripararle, ci sarà una gara divisa pressoché in due parti quasi uguali e con tempi aggregati. Siamo nei mid-80s, quindi è doveroso non capire con esattezza cosa stia succedendo. Nella seconda manche, infatti, Piquet fa un'ottima partenza e si porta in testa, ma deve recuperare un ampio gap su Mansell, cosa che non gli riesce. Taglia il traguardo primo, ma è Mansell il vincitore. Piquet è ufficialmente secondo e, dopo un'uscita di pista di Senna, Patrese ne eredita la terza posizione. Eddie Cheever sulla Arrows arriva quarto, mentre Teo Fabi e Philippe Alliot chiudono la zona punti.
VERSO LO SCONTRO FINALE - non restano che due gran premi alla fine del campionato e il gap tra Piquet e Mansell si è ridotto ad appena dodici punti. Il baffuto pilota inglese ce la può ancora fare. Nel frattempo tra i due compagni di squadra sale la tensione, Mansell accusa Piquet di avergli tagliato la strada in entrambe le partenze all'autodromo Hermanos Rodriguez, Piquet non concorda affatto con il suo parere.
Compagni di squadra che si detestano (nel senso che si detestano davvero), uno dei due che lascerà il team, uno che resterà, uno in testa con meno vittorie, uno con più vittorie ma più punti persi per strada. Preparate i popcorn, perché mancano i gran premi di Giappone e Australia e tutto promette un finale scoppiettante, uno di quelli che i produttori di Drive to Survive inizierebbero a contare il cash.
Come può finire un simile scontro per il mondiale? Quali sviluppi possono prendere vita e rimanere impressi nelle nostre menti? Cosa può succedere di emozionante, che ci tenga con il fiato sospeso fino all'ultima curva? Se sapete com'è andata, vi invito comunque a leggere il prossimo episodio, se invece non lo sapete, vi dico in modo spassionato che mi auguro per voi che vi stia più a cuore la Ferrari, piuttosto che un duello avvincente per il mondiale!
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
venerdì 12 agosto 2022
Il 1987 rivive in sei giorni: episodio 5/6 (Spagna, Messico)
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