lunedì 9 giugno 2025

Ho visto "Le Mans" (film del 1971): la mia recensione

Molti anni fa, quando stilavo ancora i buoni propositi per l'anno nuovo, avevo messo nella mia lista guardare il film "Le Mans". Guess what? Non avevo mai guardato Le Mans, ma a inizio giugno ho deciso che, per avvicinarmi alla 24 Ore, sarebbe stato più che opportuno colmare la mia lacuna.
L'ho fatto, ho visto lo storico film del 1971, che contiene una lunga serie di riprese effettuate durante l'edizione del 1970 della 24 Ore di Le Mans, circondate da una tram-... ecco, non sono sicura di poterlo affermare.
In sintesi, il film rispecchia molto bene la sua citazione più celebre: RACING IS LIVE, EVERYTHING BEFORE OR AFTER IS JUST WAITING. Difatti vediamo ottime scene di gara, direi un quantitativo enorme di ottime scene di gara, ma la trama che vi ruota intorno è appena accennata.
I dialoghi sono per gran parte del film quasi inesistenti, se non si escludono le voci degli annunciatori o quelli dei membri dei team che parlano, e per arrivare a un dialogo passa almeno un terzo di film. Come si suol dire, is just waiting.

Nella sfida Porsche vs Ferrari, il personaggio interpretato da Steve McQueen, è un pilota Porsche rimasto coinvolto in passato in un incidente nel quale ha perso la vita un suo collega. La (bellissima) vedova di costui è presente a Le Mans, parla poco ma sfoggia una serie di espressioni tristi e pare unita da un rapporto di amicizia a uno dei piloti della Ferrari.
Su un'altra Ferrari c'è un vecchio rivale del protagonista, con il quale viene occasionalmente visto scambiare qualche parola. Questo, in gara, dopo uno scroscio di pioggia, ha una sbinnata. Sia l'amico della vedova sia il protagonista escono di strada, il primo nel tentativo di evitare di colpire l'auto in testacoda, il secondo distratto dalle fiamme che si innalzano dal luogo in cui è divampato l'incendio della macchina guidata dal primo.
L'amico della vedova è riuscito a uscire dall'auto prima che questa prendesse fuoco, ma è rimasto comunque gravemente ferito. La vedova è molto scossa, ma viene rincuorata dal protagonista al centro medico dove entrambi i piloti sono stati condotti.
Dopo il ritiro, il protagonista viene assegnato a un'altra delle Porsche, uno dei cui piloti ha annunciato alla moglie di volere lasciare le competizioni dopo la gara. Dopo la foratura a due minuti dal termine dalla Ferrari che era in testa, due Porsche si ritrovano 1/2, con il protagonista sulla seconda. Terzo c'è il vecchio rivale su una Ferrari e il protagonista si concentra sul parare il fondoschiena al compagno di squadra leader piuttosto che mettere a repentaglio la posizione di entrambi nei confronti del rivale.

In sintesi, di questo film ho apprezzato molto sia il realismo delle scene di gara, sia l'assenza dei classici cliché tipo avversari che si odianohhhh a random (bonus se innamorati della stessa donna che alla gine si metterà insieme chi dovesse prevalere), oppure una vittoria del protagonista quando questo non aveva alcuna speranza, cose che solitamente si vedono nei film sull'automobilismo.
Ciò che ho apprezzato di meno è il fatto che l'aspetto umano sia appena accennato e che, di fatto, non sappiamo pressoché nulla dei vari personaggi, se non le poche informazioni che ci vengono fornite come dato di fatto.
Secondo me, con una maggiore caratterizzazione dei personaggi e con qualche dialogo in più, che ne consentisse un'introspezione, il film sarebbe stato più coinvolgente e avrebbe potuto apparire interessante anche ai non appassionati di motori. Dubito fortemente che, così com'è, possa essere apprezzato da chi non è un nerd dell'automobilismo.



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