giovedì 27 luglio 2023

GP Germania 1967: quando i piloti di Formula 1 erano very uominy e quelli di Formula 2 no!

Carissimi very uominy che non hanno paura della devastazione e della morte, oggi vi porto al vecchio Nurburgring laddove il lontano 6 agosto 1967 le vetture si schieravano sulla griglia di partenza per prendere parte a un evento misto per Formula 1 e Formula 2, perché le Formula 1 erano solo diciassette e il circuito era interminabile, quindi per riempire la pista era stato scelto di mettere le Formula 2 in fondo alla griglia, dopo una qualifica collettiva(?) indipendentemente dai tempi ottenuti. Poco male, direte voi, le Formula 2 avranno sicuramente tempi inferiori a quelli delle Formula 1, non è che farle partire più indietro sia necessariamente un truffa. Beh, non proprio. La pole position, con oltre otto minuti per percorrere il giro, è andata a Jim Clark. Il pilota della Lotus ha staccato DI OLTRE NOVE SECONDI (diciamo qualcosa come dare oltre un secondo e mezzo su un circuito normale) il suo diretto inseguitore, Jack Brabham al volante di una vettura della propria scuderia e poco meno di dieci secondi alla Matra di Jacky Ickx, che era una Formula 2.
In sintesi, il terzo miglior qualificato costretto a partire dalle retrovie un po' come se fosse stato un Jackie Oliver qualsiasi al volante di una Lotus di Formula 2. Non che il futuro fondatore della Arrows non ci abbia rimesso posizioni, ma quantomeno con il 17° tempo è partito 19°.

La gara ha visto Clark in prima posizione nella fase iniziale, tre giri in testa su un totale di quattordici, prima di essere costretto al ritiro a causa di una foratura. A quel punto ha lasciato la strada libera a Dan Gurney sulla Eagle che ha immediatamente iniziato a staccare la Brabham di Denny Hulme, il tutto mentre Brabham terzo era inseguito dalla Ferrari di Chris Amon.
Il video di highlight esistente non illustra con grande dovizia di particolari gli eventi. Vi è una voce narrante che spiega le vicende, certo, ma era il 1967, c'erano poche telecamere, begli scorci dall'alto ma poco dettaglio relativamente al singolo evento, a meno che non succedesse davanti alle telecamere stesse. Inutile dire che per scoprire cosa sia accaduto a Ickx è meglio andare a leggersi il risultato finale e scoprire che dopo dodici giri si è ritirato per un problema tecnico.
Di Oliver invece lo sappiamo, dove fosse, ma perché viaggiava verso la zona punti, anche se in qualità di pilota di Formula 2 non avrebbe conquistato punti. Pare fosse nello specifico sesto, ma ben presto la Eagle di Gurney avrebbe reso profeticamenre omaggio alle peripezie a cui sarebbe andata incontro la Arrows trent'anni più tardi in Ungheria: ecco che, a due giri dalla fine e con un notevole vantaggio, Gurney ha dovuto arrendersi alla volontà della sua monoposto.

Erano gli anni '60, quindi quando una vettura diceva basta non c'erano speranze di racimolare comunque qualcosa, ma soprattutto due giri erano una cinquantina di chilometri. Con il ritiro di Gurney, Hulme si è ritrovato in testa, andando a vincere, mentre Brabham ha chiuso secondo - ben poco soddisfatto di ciò, dato che in linea teorica il neozelandese era la sua seconda guida - precedendo Amon di cinque decimi. La Honda di John Surtees ha ottenuto la quarta piazza mentre Jackie Oliver quinto non ha preso punti che sono andati al sesto classificato Jo Bonnier su Cooper.
Il punto del sesto classificato non è andato al settimo, Alan Rees, in quanto guidava una Brabham di Formula 2, bensì all'ottavo, che sempre su una Brabham, ma Formula 1, era di fatto il sesto nella classifica di Formula 1. Si tratta di Guy Ligier, a proposito di futuri fondatori di scuderie affascinanti del nostro passato.
Specifico che il vincitore Hulme era anche leader della classifica piloti e che, con quella vittoria, ha allungato in classifica salendo da +9 a +12 nei confronti di Brabham e da +9 a +18 nei confronti di Clark, giunto al Nurburgring a parità di punteggio con Brabham.
Prima di concludere vorrei mostrare alcuni commenti letti su Youtube:



Scopriamo da un lato che apparentemente la Formula 1 sarebbe morta a random dopo il 1967, ma soprattutto che è la quantità di incidenti mortali a rendere affascinanti le competizioni motoristiche. Credo che certa gente abbia qualche serio problema. Sono la prima a trovare affascinante la Formula 1 vintage, ma la trovo affascinante NONOSTANTE IL PERICOLO, non per effetto del pericolo stesso. Trovo molto inquietante il modo di ragionare di certi fanboy.


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