domenica 16 luglio 2023

Formula E 2023: #13 e #14 eprix di Roma

L'eprix di Roma è tornato, con un doppio evento come nel 2021 e 2022, solo che la sua collocazione originale è stata spostata, non si è svolto quindi in aprile ma in questo weekend del 15/16 luglio, sotto a un caldo torrido. A lottare per il titolo Jake Dennis, Nick Cassidy, Pascal Wehrlein e Mitch Evans, con quest'ultimo che è andato a ottenere la pole position per la gara di sabato precedendo il compagno di squadra. Un buon inizio di fine settimana, mentre le cose iniziavano malissimo in casa McLaren che, dopo un incidente di Jake Hughes in qualifica, ha schierato una sola monoposto sulla griglia, che si presentava nella maniera seguente:

1^ fila: Evans/Jaguar - Bird/Jaguar
2^ fila: Fenestraz/Nissan - Buemi/Envision
3^ fila: Rast/McLaren - Mortara/Maserati
4^ fila: Dennis/Andretti - Gunther/Maserati
5^ fila: Cassidy/Envision - Wehrlein/Porsche
6^ fila: Nato/Nissan - Vandoorne/DS
7^ fila: Da Costa/Porsche - Muller/Abt
8^ fila: Di Grassi/Mahindra - Vergne/DS
9^ fila: Frijns/Abt - Ticktum/NIO
10^ fila: Mehri/Mahindra - Lotterer/Porsche
11^ fila: Sette-Camara/NIO - (Hughes/McLaren)

I giri di gara erano 25 e i primi rischiavano di essere un non volere staccarsi dal gruppo per consumare di meno. C'è stata un'alternanza tra Sam Bird e Mitch Evans in testa alla gara, con Bird poi scivolato dietro a Sacha Fenestraz. Frattanto perdevamo per strada per un contatto con il muro André Lotterer e in pista rimanevano soltanto venti vetture... non per molto, tuttavia: Bird ha perso il controllo della vettura - eravamo a circa un terzo di gara, cogliendo di sorpresa diversi piloti che lo seguivano, molti che non sono riusciti a evitare una spaventosa collisione multipla: Sebastien Buemi, Antonio Felix Da Costa, Edoardo Mortara, Lucas Di Grassi e Robin Frijns risultano i piloti ritirati per questo incidente, Mortara quello che si è schiantato in maniera più terrificante.
Era il giorno fortunato di tutti, nessuno si è fatto male, la gara è stata redflaggata, le vetture superstiti sono rientrare in pitlane, la pista è stata ripulita e una quarantina di minuti più tardi c'è stata una seconda partenza.

Sacha Fenestraz, Mitch Evans, René Rast, Jake Dennis, Nick Cassidy, Max Gunther, Dan Ticktum, Nico Muller, Sergio Sette-Camara, Roberto Mehri, Jean-Eric Vergne, Pascal Wehrlein, Stoffel Vandoorne, Norman Nato, questo era l'ordine del restart.
Wehrlein, rientrato ai box nei primissimi giri di gara per la rottura dell'ala anteriore e precipitato nelle retrovie, dopo essersi riaccodato con la safety car per l'incidente di Lotterer, con la bandiera rossa rientrava in auge per qualcosa di più, visto che con poche vetture in pista era decisamente più ragionevole riuscire a racimolare qualche punto utile alla causa.
La gara ha perso ben presto un altro protagonista, quando Rast è rientrato ai box e si è ritirato per cause non chiarite in telecronaca, più o meno nei frangenti in cui Ticktum si ritrovava ultimo dopo rottura dell'ala e relativa sosta ai box. Davanti, nel frattempo, attack mode e strategie scandivano i ritmi della gara.

Dennis, terzo alle spalle di Evans, è riuscito anche a portarsi in testa con un sorpasso su Fenestraz, a un certo punto in netta difficoltà - avrebbe finito la gara decimo - per poi ritrovarsi con Evans suo diretto inseguitore, nonché in seguito leader della gara pressoché indisturbato.
Rimasto secondo, Dennis doveva vedersela con Cassidy che a sua volta è riuscito a portargli via la posizione e a involarsi verso la leadership del campionato. Dennis, con problemi di gestione, ha anche perso la terza piazza a vantaggio di Gunther e visto la gara aumentare a 27 giri per i soliti "tempi supplementari".
Evans/ Cassidy/ Gunther, questo il podio, mentre inaspettatamente Dennis è riuscito, facendo un paio di giri lenti, a risparmiare quel tanto che gli ha permesso di lottare ad armi pari con Vergne e Muller giunti nei suoi scarichi, tenendoseli dietro e finendo quarto. Wehrlein ha rimontato fino al settimo posto, precedendo Nato, Sette-Camara e Fenestraz, mentre non hanno fatto punti Vandoorne, Mehri e Ticktum.


Vorrei a questo punto parlare di commenti piuttosto sgradevoli che ho letto nel corso del tardo pomeriggio e della serata di sabato su Twitter, ovvero di gente che invoca la cancellazione della Formula E come campionato e la sua condanna più totale per il pericolo, per gli incidenti e per il rischio a cui i piloti sono esposti guidando quelle vetture.
Sinceramente tutto ciò che mi sento di condannare è l'ipocrisia di alcuni di questi odiatori seriali della categoria full electric. Ribadisco che non sono un'entusiasta accanita della Formula E, né che ritengo di avere competenze per parlare di auto elettriche stradali, le quali sinceramente non mi fanno né caldo né freddo nel confronto con le altre auto (e comunque dubito che guiderò un'auto elettrica nel giro dei prossimi anni, ma la ragione prevalente è che sono del parere che sia economicamente più sostenibile continuare a utilizzare un'auto già esistente piuttosto che comprarne una nuova per sfizio - quindi indicativamente avrò un'auto elettrica o ibrida se e quando costituiranno una buona fetta del mercato dell'usato), ma ritengo assurdo l'accanimento con cui si parla male della categoria, al punto da giudicarlo un rischio eccessivo portando come prova un incidente in cui tutti i piloti, seppure con fortuna, solo usciti TOTALMENTE ILLESI. E che a farlo siano magari persone - ne ho viste - che nelle categorie di loro gradimento glorificano il pericolo e la morte.
Per dire, solo due settimane fa c'è stato un incidente mortale in Formula Regional causato anche dalla decisione di correre con visibilità nulla e in condizioni meteo proibitive e ho visto utenti di Twitter considerarla una banale fatalità che può succedere. Al contempo, le stesse persone secondo cui degli adolescenti possono essere mandati a morire sotto al diluvio in nome dello spettacolo, poi si indignano perché uomini adulti escono illesi da vetture incidentate in una categoria che non ritengono da "very uominy". Se non amano la Formula E nessuno li obbliga a guardarla, ma che la smettessero di inventarsi ragioni per cui la sua stessa esistenza li offende e dovrebbe quindi essere eliminata.


Veniamo dunque alla domenica, in cui giusto per dimostrare che nessuno era in pericolo di vita, tutti e ventidue i piloti si sono qualificati tranquillamente. Dennis e Cassidy sono andati a fare coppia in prima fila, seguiti da Nato/ Evans, Bird/ Gunther e Ticktum/ Buemi come piloti passati alle fasi più avanzate della qualifica, mentre Mortara e Da Costa hanno chiuso i primi dieci.
Il grande assente della gara di sabato, Hughes (DNS per incidente, vi ricordo) ha rimediato un 11° tempo e ha fatto coppia in sesta fila con Vergne, mentre nella fila successiva Rast e Di Grassi hanno preceduto Wehrlein soltanto 15°, parecchio distante dai piloti con i quali lotta per il titolo, posizione non troppo promettente per le sue ambizioni.
A fare coppia in ottava fila con l'ex pilota di Manor e Sauber è stato Sette-Camara, mentre le ultime tre file sono state così composte: Lotterer/ Vandoorne, Muller/ Frijns, Mehri/ Fenestraz. Non restava altro da fare che attendere il pomeriggio affinché giungesse il momento della gara.

La gara è iniziata con Nato che ha brevemente cercato di farsi vedere, ma il trio Dennis/ Cassidy/ Evans che si è ritrovato ben presto nelle prime tre posizioni, con Dennis che doveva difendersi dagli attacchi di Cassidy. È stato quest'ultimo, tuttavia, che se l'è vista brutta quando dietro di lui Evans ha mancato una frenata e gli è letteralmente volato di sopra.
Cassidy è precipitato nelle retrovie, ritrovandosi 17° davanti a vetture che per un motivo o un altro avevano dovuto rientrare ai box e aiutato dalla safety car a ritrovarsi comunque attaccato al resto del gruppo. Evans è riuscito a raggiungere i box e tornare in pista, ma è stato costretto poco dopo al ritiro definitivo. Dennis, frattanto, poteva controllare la gara.
Va bene, ha dovuto vedersela prima con Nato e poi con Bird, rimediando anche una tamponata da Nato che ha proseguito con l'ala anteriore penzolante, ma poteva in qualche modo gestirla e l'ha gestita, andando a prendersi la vittoria. Nato è invece tornato davanti a Bird e ha conservato fino in fondo il secondo posto, sia pure con Bird negli scarichi.

Mortara, Buemi, Gunther, Wehrlein, Vandoorne, Ticktum e Muller sono stati i piloti che hanno completato la top-10, mentre Da Costa ha chiuso 12° alle spalle di Hughes, anche se non mi è del tutto chiara la sua posizione al traguardo: doveva scontare cinque secondi di penalità per un contatto con Di Grassi a seguito del quale Lucas era finito a muro - solo bandiera gialla locale, nessuna ulteriore safety car rispetto a quella iniziale, quindi nessun tempo supplementare e solo i 24 giri canonici a completare la gara (oggi era un giro in meno di ieri).
Cassidy, che aveva viaggiato anche vicino alla zona punti in precedenza, ha finito 14° dietro a Rast, precedendo Vergne, nonché Fenestraz doppiato a seguito di problemi avuti in gara. Mehri e Frijns si erano ritirati in precedenza in pitlane, mentre la gara è finita in regime di bandiere gialle senza che venisse inquadrato cosa fosse successo. Sette-Camara e Lotterer risultano entrambi avere completato un giro in meno e risultano ufficialmente ritirati.

Dennis frattanto è abbondantemente leader della classifica, precedendo di 24 punti Cassidy, a seguire c'è poi Evans, mentre Wehrlein è ancora più lontano seppure matematicamente non ancora fuori dai giochi, in vista del double header di Londra.

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Milly Sunshine