lunedì 25 ottobre 2021

La trilogia nipponica degli scontri Prost vs Senna: GP del Giappone - edizioni 1988, 1989, 1990

Dedicato a G.S.: grazie per le molteplici chat a tematica motori, ma soprattutto grazie per avermi incoraggiata nella realizzazione di questo grande review in stile semi-serio :-)

Immaginate che siano le cinque di domenica mattina e che Raidue stia per trasmettere la gara in cui sarà assegnato il mondiale. E che questo accada per tre volte di fila. E che i piloti in questione siano Prost e Senna (che giusto per evitare fraintendimenti, posso affermare di ammirare equamente, nonostante le notevoli differenze tra l'uno e l'altro). In questo post andiamo a ripercorrere i gran premi del Giappone di ben tre anni, il 1988, il 1989 e il 1990. Insomma, quella che qualche giorno fa in privato colui con cui spesso dibatto di motori (al quale dedico questo post), ha denominato inventandosi uno ship name per l'occasione "trilogia degli Alayrton". E grazie a questo suo sfogo da fangirl (lo ribadisco, tutti possiamo essere fangirl, secondo la mia concezione del termine, indipendentemente dal nostro genere) ho capito che devo essere una fangirl anch'io, in questo momento. Quindi andiamo e partiamo dal 1988, che inizia con una grossa sorpresa: Mario Poltronieri non è da solo, insieme a lui c'è... rullo di tamburi e suspense... Emanuele Pirro (uno dei tester della McLaren, pare)! E non è finita qui: mentre Poltronieri parla del circuito durante il giro di formaz-... scusate, durante il "giro di ricognizione", si rivolge a lui con un "vero, Pirro?" Così, di botto, giusto per iniziare bene la giornata.

Mentre le vetture si avviano verso la griglia, Poltronieri ci riferisce che Piquet, Mansell e Prost hanno avuto "disturbi, pare legati al cibo", segno che tutte le strade portano a Singapore. Mi sorge un dubbio: hanno cenato insieme? Se lo chiede sicuramente anche Senna, restando fermo sulla casella della pole position per qualche istante di troppo: Prost è in testa, Senna si ritrova ottavo al termine del primo giro (e poi subito dopo sesto, per un contatto tra Mansell e Warwick), mentre un attention seeker si fa largo nelle posizioni che contano. Capelli, che era terzo alle spalle di Berger, lo supera per la seconda posizione, andando ad attaccarsi al posteriore di Prost, mentre Senna si destreggia a superare le Ferrari e gente varia. La Leyton House del pilota milanese sembra la vettura dei best of the rest, ma solo la sua perché frattanto Gugelmin deve vedersela con Nakajima, che tra parentesi sta vivendo un triste momento personale a seguito della morte della madre nel corso del weekend. Il duello tra i Prosenna procede a distanza, un cumulo di doppiati si affaccia sulle loro strade, Capelli tenta di attaccare Prost, ma Prost minaccia di tirargli una baguette in testa... Viene anche qualche goccia di pioggia e da conoscitore del circuito nipponico, Pirro rivela di avere pensato quella mattina di spiegare a Prost e a Senna dove la pista si bagna maggiormente.

La pioggia si leva di torno prima ancora di come farebbero Prost e Senna se Pirro dicesse loro "ascolteremi un attimo che vi insegno come si guida" e purtroppo al ventesimo giro Capelli è costretto al ritiro per un guasto al motore (secondo il sito statsf1 può essere avesse poca benzina come Warwick quella volta con la Toleman). Nonostante il momento mesto assistiamo a un'ottima scena: un crossover. Pirro infatti elogia Capelli e quando questo viene raggiunto per l'intervista tra i due c'è un collegamento nel quale Pirro parla con Capelli dicendogli che ha fatto un'ottima gara. CAPIRRO VIBES. *-* I Prosenna si guardano intorno perplessi: perché nessuno se li sta filando? Senna non ci sta e approfittando del fatto che De Cesaris stia facendo il Gutierrez davanti a Prost, supera il compagno di squadra e gli fa una pernacchia. Mancano ancora oltre venti giri di gara, ma abbiamo già capito chi vincerà il mondiale. E che l'ammmmore regna in questa giornata giapponese: incidente tra Mansell e Piquet! Ma il top si raggiunge quando De Cesaris, per vendicare una manovra subita da Suzuki, tenta di spingerlo fuori pista. Tutti, telecronisti e inviati, ridono dell'ipotesi a loro parere assurda di un'ipotetica penalizzazione per De Cesaris. Tra quelli che ridono c'è anche Pirro, POETIC CINEMA! *-* Evidentemente anche lui è nato incendiario e divenuto pompiere.

Attenzione, questa non è l'unica situazione bollente. Alboreto, speronato da Nannini in precedenza e doppiato, ostacola in modo random Nannini nelle fasi finali di gara, tanto che questo ci rimette e viene superato a Berger. A fine gara, a detta di Zermiani, i due hanno un'accesa discussione e i toni si fanno talmente accesi che deve intervenire qualcuno a riportare la calma. Frattanto Senna, Prost e Boutsen sono sul podio, mentre Boutsen si guarda intorno perplesso chiedendo: "dov'è la fregatura? voi due non dovreste buttarvi fuori e provocare una vittoria Benetton a caso?" Con i punti della vittoria, ottenuta per tredici secondi, gap incrementato dopo un altro lieve scroscio di pioggia, Senna è campione del mondo con una gara d'anticipo. Giù dal podio ci sono a punti Berger, Nannini e Patrese, ma nessuno pensa a chi sta giù e nemmeno a chi occupa la terza piazza. I Prosenna catalizzano l'attenzione, dopo una stagione travagliata e pure con qualche polemica in occasione di eventi controversi tra di loro. Secondo il sito statsf1, i due non si parlavano dal gran premio del Portogallo, ma sembrano chiarirsi a una cena della McLaren organizzata quella sera. Finalmente tra i due regna l'armonia e la stagione successiva sarà votata alla calma e all'assoluta assenza di polemiche e conflitt-... ah, no.

Giunge il 1989 e la McLaren è ancora top ma ormai perfino i servizi di piatti del team ne hanno abbastanza e invocano i due piloti: "basta, tiratevi dietro qualcos'altro, ma noi lasciateci in pace". Suzuka è di nuovo la penultima gara del mondiale che ancora una volta può assegnarsi con una gara d'anticipo. I piatti, nel frattempo, celebrano: a fine stagione le strade dei Prosenna si separeranno e loro potranno essere nuovamente usati come stoviglie invece che come giavellotti. Anche quest'anno Senna parte dalla pole, ma è Prost ad andare in testa, in una gara che si delinea come piuttosto calma e senza eccessivi colpi di scena, in un primo momento. Mario Poltronieri è in cabina di commento con l'infortunato Pierluigi Martini, pilota Minardi che assiste alla debacle della squadra: Perez-Sala finisce fuori al primo giro, per un incidente con Nakajima riferirà a Zermiani, mentre Barilla, sostituto di Martini che fatica a entrare nella vettura perché di dimensioni molto più abbondanti, pare fermo, ma in un primo momento non si sa dove. Pirro invece è in pista, su una Benetton, ma sarà a gara inoltrata messo fuori pista da un contatto con De Cesaris. I Prosenna, nel frattempo, passano buona parte della gara in prima e seconda piazza separati da un gap tale che non sembra che nulla di problematico o caotico possa succedere tra di loro. Ma mai sottovalutare i Prosenna, non c'è pace per i servizi di piatti che hanno la sventura di trovarsi sul suolo giapponese. I doppiati rallentano l'uno e l'altro ma Senna guadagna di più e si porta negli scarichi di Prost.

Le Ferrari abbandonano per problemi al cambio, ma a nessuno importa niente delle Ferrari. Stiamo assistendo a uno scontro per il titolo tra un pilota pacato e calcolatore e uno impulsivo e passionale, un po' come se fossimo in un romanzo sul motorsport. Poi Senna affianca Prost, che letteralmente gli dice "mi hai rotto le pa**e, adesso faccio l'impulsivo e il passionale anch'io". E niente, i due si insabbiano. Prost scende immediatamente dalla vettura, Senna no. Arriva un branco di commissari che, giusto per complicare le cose in un contesto in cui il regolamento viene applicato a caso, rimettono in pista Senna, che ha l'ala anteriore penzolante e in parte sollevata. A quel punto non gli resta che rientrare ai box, mentre Nannini passa in testa a caso. Quando Senna torna in pista lo riprende in due minuti contati e pochi giri più tardi passa sul traguardo da vincitor-... Wait, wait, Zermiani dalla pitlane rivela che c'è il caos nella stanza della direzione gara, Prost è andato a protestare per la spinta dei commissari a Senna, pare che la Benetton stia facendo altrettanto(?), ci sono Balestre, Ron Dennis, Ecclestone accompagnato da Mosley, ecc... che discutono dell'accaduto mentre la cerimonia del podio viene rimandata. Al parc fermé Zermiani intercetta Senna e gli chiede come sia andata la gara, poi vuole raggiungere anche Prost, che tuttavia si trova al di là di una porta con la gente di cui sopra. Si potrebbe tranquillamente risolvere il tutto con una rissa in stile Nascar e assegnare il titolo al vincitore della rissa, ma questa è Formula 1 anni '80 dove i piloti sono gente di classe. Quindi niente sanguehhhh e niente meccanici coinvolti, ma dateci almeno i Prosenna che con classe ed eleganza si strappano i capelli!

Poltronieri, che in precedenza si è rivelato indovino prevedendo un potenziale incidente dieci minuti prima della sua venuta (quando è stato accolto un po' come se invece di essere un incidente tra contendenti al titolo fosse un incidente tra vetture da prequalifiche), si rivela gufo, sostenendo che il caos che si sta scatenando farà sì che vengano fatte regole più chiare. Trentadue anni e ancora niente... Poi arriva il momento del podio. Ci sale sopra Nannini attorniato da Patrese e Boutsen, mentre prendono punti anche Piquet, Brundle e Warwick, sempre ammesso che a qualcuno interessi. Poltronieri nel frattempo aveva cercato di illustrare la classifica piloti facendola calcolare a Martini, che è riuscito a sbagliare il punteggio di Prost nonostante in qualità di ritirato non avesse preso punti. È proprio con Prost intervistato da Zermiani che si chiude la telecronaca di questo evento. Nel frattempo la situazione è incandescente. Siamo partiti nel 1988 con Senna che faceva un sorpasso su Prost e si portava in testa. Siamo passati al 1989 con Senna che ha tentato il sorpasso ritrovandosi la porta chiusa e finendo entrambi nella sabbia. Le cose non possono fare altro che peggiorare sia per loro sia per l'ambiente: infatti i piatti in vetro e ceramica è meglio abbandonarli e, per evitare spargimenti di sangue, passare all'utilizzo di inquinanti piatti di plastica che tuttavia non possono essere usati come armi improprie. Seriamente, inizio a pensare che i Prosenna avrebbero dovuto prendere in considerazione l'idea di risolvere le loro controversie strappandosi i capelli, invece che con incidenti vari.

Passiamo al 1990, con i due divisi tra McLaren e Ferrari ma ugualmente sempre in polemica... tanto per cambiare. Stavolta c'è Poltronieri da solo in telecronaca (all'inizio c'è un collegamento telefonico mi pare di capire con Nannini, in ospedale dopo l'incidente in elicottero), con Palazzoli collegato dai box. Sembra di essere tornati indietro di dieci anni, l'audio non è granché e la qualità del collegamento dai box è ancora più bassa: grande ammirazione per chi lavorava con quei mezzi. Per il resto la storyline penso la conosciate tutti: Senna parte dalla pole, dal lato sporco della pista, mentre Prost accanto a lui sembra uscirne davanti. Insomma, sembrerebbe la stessa identica storia del 1988 e 1989, ma non è così. Senna di fatto travolge Prost, tra il commento come sempre pacato di Poltronieri. Dopotutto c'è stato solo un incidente tra championship contenders per il secondo anno di seguito alla gara decisiva, cose da niente... Ci si interroga sulla presunta esposizione della bandiera rossa... e lo ammetto, se potessi cambiare una cosa random della storia della Formula 1 forse cambierei questa: metterei una bandiera rossa e un secondo start, proprio per vedere quello che succederebbe al restart. Sì, sono una fangirl, ma anche un genio del male. Dovendo accontentarmi della realtà che conosciamo, tutto procede regolarmente con la McLaren di Berger in testa, che però va in testacoda dopo un giro e si insabbia. A quel punto in testa c'è Mansell sulla Ferrari davanti alle Benetton di Piquet e della new entry Moreno, sostituto di Nannini appena arrivato dall'Eurobrun.

Palazzoli riesce a intercettare Senna dopo pochi minuti, il quale afferma che certe gare terminano alla prima curva e altre a sei giri dalla fine, facendo sorgere in Poltronieri il velato dubbio che l'incidente sia stato innescato di proposito dopo i fatti della stagione precedente. Palazzoli è in giro per la pitlane sperando di intercettare anche Prost, che però dopo mezz'ora ancora non si vede, quindi ne approfitta per interpellare giornalisti vari chiedendo il loro pensiero. È tutto molto strano: un sacco di gente afferma che sia scandaloso che due mondiali consecutivi siano stati assegnati da un incidente, c'è chi afferma che l'accaduto è la fine della Formula 1 come campionato e uno osserva perfino che Prost e Senna dovrebbero essere radiati e si dice preoccupato dal fatto che anche i mondiali successivi possano essere assegnati in maniera analoga. Mi sembra una mentalità totalmente diversa da quella contemporanea, è strano sentire giornalisti e opinionisti indignarsi per uno o più incidenti tra piloti in lotta per il titolo, al giorno d'oggi molti di loro sembra quasi che vadano a invocare simili situazioni (avete presente quando c'era chi si auspicava un incidente tra Hamilton e Verstappen prima che iniziassero ad esserci incidenti tra Hamilton e Verstappen?) e dubito fortemente che qualcosa del genere sarebbe visto come la fine di un campionato, quanto piuttosto come un obiettivo da realizzare.

Soltanto verso fine gara sentiamo la voce di Prost ai microfoni della Rai, in mezzo al frastuono e senza che si comprendano alcune parole. Il discorso comunque è abbastanza chiaro, sembra sostenere che la partenza del gran premio è stata una sorta di demolition derby (non con queste parole). Siccome siamo nel 1990 e in TV bisogna esprimersi in modo civile e pacato anche dopo essere stati messi nella sabbia alla prima curva, parla in modo civile e pacato. Nel frattempo la gara procede senza Mansell, ritirato a metà percorrenza dopo un problema in pitlane durante il cambio gomme, e si sta avviando verso la conclusione. Piquet si gira indietro a guardare Moreno e gli dice: "hai visto che oggi facciamo doppietta?" Moreno, che viene dall'Eurobrun, non sa nemmeno cosa voglia dire andare sul podio, ma è in buona compagnia. Terzo c'è Suzuki, il primo giapponese e il primo asiatico in generale a podio nella storia della Formula 1, che precede Patrese, Boutsen e Nakajima a completare la zona punti. Secondo Poltronieri, seppure elogi i piloti presenti, la gara è falsata dall'incidente al via. Il succo del discorso è che i Prosenna hanno falsato la gara crashando invece di chiudere primo e secondo. Il termine "falsato" viene comunque usato un po' troppo nel corso della gara, che diviene falsata dai cambi gomme, dai pochi sorpassi e quant'altro. Poltronieri insinua anche che gli italiani siano tornati a letto dopo l'incidente... e temo che qualcuno l'abbia fatto.

Eccoci alla fine. Siamo partiti da Pirro e Capelli per arrivare al podio di Suzuki, con due Benetton e una Larrousse che hanno realizzato uno dei podi più tamarri di sempre. Il fulcro del post non era il podio tamarro, ma divagare è molto facile. Tempo fa mi è stato chiesto se a quei tempi avrei tifato Prost o Senna, ma le mie considerazioni su queste tre gare non sono altro che un modo per ribadire che c'erano anche le gare degli altri e non sono sicura che per una mia alter-ego trentenne dei late 80s sarebbero contate di meno. Dopotutto anche nel presente non sono schierata a favore di uno o dell'altro pilota che ha lottato per il mondiale. Come ho già detto, apprezzo sia Prost sia Senna per motivi molto diversi. La guida di Senna è stata senz'altro più spettacolare nel corso degli anni, ma la razionalità da genio del male di Prost a mio parere è davvero sottovalutata. Pensiero sugli incidenti del 1989 e 1990 (sì, devo commentare anche quelli, in un post del genere devo farlo): come immagino abbiate capito, per me la sicurezza viene prima di tutto. Un incidente a bassa velocità che coinvolge due piloti durante un'azione di gara lo posso "accettare", il lanciarsi addosso a un'altra vettura durante una partenza, con 20+ vetture dietro, è una manovra un po' troppo folle e pericolosa per i miei standard. E in ogni caso, nessuno dei due aveva bisogno di innescare quegli incidenti per vincere i rispettivi mondiali, direi.

PS. Sì, abbiamo finito, per davvero, ma resta un'ultima considerazione. La carriera dei Prosenna insieme è terminata a fine 1993 con uno smielato abbraccio sul podio in Australia e diventando improvvisamente amici a caso. È una cosa molto alla "Driven".


6 commenti:

  1. Pensa che un amico di mio padre aveva visti dal vivo Suzuka 1989, era a Nagoya a fare l’au pair e la sua famiglia ospitante l’aveva portato a vedere il GP, addirittura aveva conosciuto Satoru Nakajima!

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  2. aveva visti dal vivo Suzuka 1989 --> che fortuna! *-*

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  3. Fortuna ad avere una famiglia ospitante con amici che lavoravano alla Honda e che avevano dato i biglietti anche a lui!
    Poi avevo anche sentito di un altro ragazzo che era andato a fare il 4º anno di liceo negli USA e la sua host family l’aveva portato a vedere la 500 Miglia di Indianapolis 🏎🏎🏎

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