Ladies, gentlemen and unicorns, oggi parliamo dell'ultima novità annunciata, ovvero la presenza di Mick Schumacher in un test al volante della Ferrari dopo il gran premio del Bahrein. Ne ho lette di tutti i colori e, da persona che segue con una certa attenzione le serie minori (va da sé che non guardo ogni gara e che il tempo per guardare qualche gara nel corso dell'anno lo trovo evitando di stare a smanettare su facebook due ore al giorno o guardando due serie TV in un anno invece che trenta o quaranta), vorrei permettermi di darvi qualche dritta per capire quello che sta succedendo.
Partiamo da un concetto molto basic, ovvero quello che sono i rookie test.
I rookie test sono test in cui al volante vengono messi giovani sbarbatelli provenienti da serie come F2, GP3/F3 e affini, parte dei quali non ancora qualificabili per ottenere la superlicenza.
Un tempo l'obiettivo era quello di fargli percorrere i chilometri tali da far sì che potessero ottenere la superlicenza. Al giorno d'oggi la superlicenza viene assegnata a chi ha un certo curriculum e non ha chi ha effettuato un certo numero di chilometri, per cui ai rookie test partecipano piloti random che non otterranno la superlicenza a meno che non abbiano i requisiti per ottenerla.
Proseguiamo con un altro concetto molto basic, ovvero da dove provengono i piloti che partecipano ai rookie test.
Di solito ci sono i migliori della Formula 2 o i migliori della F3/GP3. Dal momento che i migliori della Formula 2 2018 sono Russell, Norris e Albon primi tre classificati, tutti attuali piloti di Formula 1, è lecito aspettarsi la presenza dei piloti meglio classificati in GP3 o F3, dal momento che se già il terzo classificato di F2 viene di solito considerato uno sconclusionato, i vincitori dei campionati di GP3 o F3 generalmente vengono considerati candidati più promettenti (specie in epoca recente in cui piloti arrivati dalla GP3/F3 generalmente hanno lottato per il titolo in F2 e magari anche vinto contro piloti che in F2 ci gareggiavano da anni - spoiler: gareggiare per anni in F2 prima di arrivare tra i primi non viene ben visto).
Andiamo avanti ulteriormente con un ennesimo concetto molto basic: ai rookie test, tutti i team essenzialmente portano della gente che non ha quasi mai guidato una Formula 1 o che l'ha fatto molto raramente.
Questo vale anche per i top-team. Quando non lo fanno, è per portare piloti tipo Pedro De La Rosa, che nel 2014 prese parte al volante di una Ferrari a una sessione di test in cui potevano essere schierati anche dei rookie. Giusto per vostra informazione, se vi fosse sfuggito all'epoca De La Rosa aveva 43 anni e bazzicava in Formula 1 da una quindicina d'anni.
Per farvi comprendere come funzioni un rookie test, sappiate che George Russell, campione 2017 di GP3 (serie considerata più o meno al pari della F3, anche un po' meno in termini di punti superlicenza), nel 2018 era ai rookie test al volante di una Mercedes. Però non essendo la Ferrari ed essendo in pochi al corrente dell'identità di Russell, chiaramente non se ne parlava.
Scendiamo nel vivo. Che cosa comporta effettuare un rookie test con la Ferrari? Dipende dai casi. Nove volte su dieci significa avere effettuato un rookie test con la Ferrari e poi andare a correre in una serie a caso di cui l'uomo della strada non conosce nemmeno l'esistenza, senza avvicinarsi alla Formula 1. Insomma, significa diventare degni successori di Antonio Fuoco e Davide Rigon, nella maggior parte dei casi. Con un po' di fortuna c'è la chance di guidare una vettura motorizzata Ferrari un giorno o l'altro, perché prima o poi Grosjean andrà in pensione o verrà messo a piedi, o cambierà team.
Giusto per chiarire meglio il concetto, prendiamo George Russell: ha partecipato a dei rookie test con la Mercedes. Adesso guida una Williams e buona parte delle persone che seguono la Formula 1 non sono al corrente della sua esistenza.
Cosa direi alle persone che hanno scritto titoloni su Mick Schumacher a un rookie test sulla Ferrari? Mhm... magari di darsi una calmata, perché è un rookie test e probabilmente non saprebbero nemmeno citare tutti i piloti che hanno preso parte a dei rookie test sulla Ferrari. Direi anche che non significa molto o, per meglio dire, significa tanto quanto la presenza di Callum Ilott a un rookie test sull'Alfa Romeo. Aggiungerei che, in caso non sappiano chi è Callum Ilott, potrebbero non essere le persone migliori per parlare di un imminente rookie test.
Scenderei più nello specifico, informandoli che Mick Schumacher correrà per la Prema in F2 e che la Prema è un team che ha legami con la Ferrari, quindi era più normale aspettarsi la presenza di un junior Prema, peraltro membro della Young Drivers Academy, piuttosto che di un pilota a caso.
Cosa direi alle persone che, senza avere mai visto serie minori, hanno visto i fanboy entusiasmarsi e abbiano pensato bene di dire l'esatto contrario di quello che dicevano i fanboy? Mhm... magari che a volte a scrivere l'esatto contrario degli altri non si fa bella figura e che la verità sta nel mezzo.
Ho letto cose del tipo "Mick Schumacher non merita di fare un rookie test, quel posto dovrebbe essere dato a chi ha vinto qualche campionato minore"... il problema è che Mick Schumacher ha vinto uno dei campionati minori più importanti e che se invece di chiamarsi Schumacher si chiamasse Norris a nessuno importerebbe un fico secco della sua presenza a un rookie test. Che ci piaccia o non ci piacca, Mick Schumacher *è* al giorno d'oggi uno dei piloti che si sono guadagnati l'accesso a un rookie test, sulla base dei suoi risultati in F3.
In F3 si sono visti dei piloti migliori? Assolutamentehhhh sìhhhh. Ce ne sono alcuni che ti fanno pensare, fin dagli esordi, che diventeranno piloti di un certo spessore. Non è il pensiero che ho avuto agli albori della carriera di Mick Schumacher. Tuttavia né in F3 né in GP3 ci sono stati piloti, nella scorsa stagione, che mi abbiano fatto spalancare gli occhi per lo stupore. Prendendo venti piloti che vanno tra lo scarso imbarazzante e il livello "bravo pilota ma niente di che" e mettendoli nello stesso campionato, va a finire che il campionato lo dovrà pur vincere qualcuno...
Questo è esattamente quello che è accaduto nel 2018 in F3, campionato che ho seguito con una certa assiduità, forse la serie minore di cui ho visto la maggiore quantità di gare. Si tratta di un campionato iniziato con molti piloti vincitori e Mick Schumacher relegato nelle zone basse della top-ten, finché i suoi risultati non sono gradualmente migliorati. Ci sono state anche teorie del kompl8 in proposito. Tutto quello che ho da dire è che in un campionato in cui il livello massimo è rappresentato dai "bravi piloti ma niente di che", spesso va a finire che, quando un pilota imbocca la via giusta, gli è facile battere la concorrenza di chi non l'ha ancora trovata. È quello che è successo a Mick Schumacher, non un fenomeno, ma che ha saputo vincere in mezzo a una lunga serie di "non fenomeni".
Tra i piloti jr di scuola Ferrari, personalmente credo che il migliore sia Marcus Armstrong. Ha vinto la F4 italiana (diciamo uno dei due campionati di F4 più importanti in Europa, anzi, al mondo - l'altro è la F4 ADAC) nel 2017 ed è passato in F3 nel 2018. Era uno dei contendenti al titolo, ma ha pagato la sua inesperienza.
Come capacità di adattamento all'ingresso in una nuova serie finora si è mostrato superiore a Schumacher, che nel primo anno ha faticato parecchio ottenendo un solo podio. Non ho dubbi sul fatto che Armstrong un giorno o l'altro lo vedremo in un rookie test, magari al volante di una Ferrari... tuttavia Armstrong è un 2000, è più giovane rispetto ai piloti che mi aspetto di vedere a un rookie test e, al momento attuale, non penso che sia ancora pronto, dal punto di vista dell'esperienza, per un rookie test al volante di una Formula 1.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
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