lunedì 15 agosto 2016

Indycar 2016: #12(?) Mid-Ohio (31/07)

A volte ci sono cose che ci sfuggono di mano, per esempio il fatto che quindici giorni fa la Indycar abbia corso a Mid-Ohio. Era il 31 Luglio, oggi non è più il 31 Luglio e io sono indietro come i meloni d'inverno, o come Marco Sonniferetti sulla griglia di partenza.
Non posso farci niente, è una di quelle cose che mi escono spontanee, perché Marco Sonniferetti è talmente soporifero, per me, che devo andare a verificare che esista davvero e sfortunatamente lo trovo quasi sempre da un certo lato della griglia di partenza, stavolta a fare coppia con Conor Dalyyyy, il presunto figlio segreto di Montoya e Paul Tracy, probabile nipote di Tony Stewart.
Ora, però, smettiamola di parlare di piloti noiosi o di piloti in sovrappeso e concentriamoci sulla griglia di partenza, dove guess what? C'era Sàimon, tipico nome francese, in pole position.

1^ fila: 1. Pagenaud Penske, 2. Power Penske
2^ fila: 3. Newgarden Carpenter, 4. Hunter-Reay Andretti
3^ fila: 5. Kimball Ganassi, 6. Rahal Rahal
4^ fila: 7. Castroneves Penske, 8. Montoya Penske
5^ fila: 9. Hinchcliffe Schmidt, 10. Aleshin Schmidt
6^ fila: 11. Dixon Ganassi, 12. Rossi Andretti
7^ fila: 13. Chilton Ganassi, 14. Kanaan Ganassi
8^ fila: 15. Muñoz Andretti, 16. Bourdais KVSH
9^ fila: 17. Hawskworth Foyt, 18. Enerson Coyne
10^ fila: 19. Pigot Rahal, 20. Sato Foyt
11^ fila: 21. Andretti Andretti, 22. Daly Coyne
  
A volte anche leggere una griglia di partenza può essere interessante. Apre gli occhi, ti fa capire quanto le cose possano funzionare diversamente in Formula 1 e in Indycar, non a livello di regole, di tecnica e di tutto, ma proprio così, a pelle, sono due mondi diversi, sia dentro che fuori. Un giorno vinci la Cinquecento Miglia di Indianapolis, un altro giorno stai a metà schieramento e nessuno ti caga. Un giorno stai tra i primi, un altro giorno stai mezza griglia di partenza più indietro rispetto ai tuoi compagni di squadra e nessuno polemizza in proposito. Insomma, non è come la Formula 1, dove c'è tuttora gente che si stupisce perché i piloti della Manor non finiscono sul podio.
Altro dettaglio della griglia di partenza è che ho scovato un certo Enerson, che mi pare di avere già sentito menzionare relativamente all'alternate universe chiamato Indylights, AKA la serie che quasi nessuno conosce, perché ci sono una dozzina di monoposto e le gare spesso non vengono trasmesse in televisione, nemmeno negli States. Giusto per chiarire il concetto: la prima volta che ho sentito parlare di Indylights da fonti italiane è stata in occasione della vittoria di Chilton, quando la Indycar era già conosciuta da dieci anni e già stava perdendo popolarità, perché è ormai dal lontano 2011 che non offre più gli spunti di una volta, dove per spunti di una volta si intende un certo retrotreno color verde fluo.
Passiamo a Enerson, che mi viene già da chiamare Emerson come Fittipaldi. In perfetto stile Hildebrand, è un altro di quelli che, invece di avere un nome normale, ha al posto del nome una serie di iniziali, un po' come il figlio di Ridge e Brooke di Beautiful lasciato in autogestione (cit. Ransie).
R.C. Enerson è un giovane pilota 19enne nato nel 1997......... eh che palle, questi piloti del 1997 mi stanno già antipatici così, a pelle. #lol

Va bene, va bene, occupiamoci della gara, caratterizzata da numerose caution che hanno stravolto la situazione pressoché continuamente, garantendoci ogni pochi minuti di simpatizzare per il pilota di turno che aveva un momento di popolarità. E questo non significa "salire sul carro dei vincitori", anche perché ritrovarsi tra i primi in un momento random della gara non significa necessariamente arrivarci. Magari sei in top-5 al ventesimo giro, ma la gara di giri ne prevede novanta e al novantesimo giro ti hanno già sguinzagliato "Chi l'ha visto" dietro per trovarti. E poi simpatizzare per tutti i piloti più pittoreschi non è certo un delitto. Il "problema" della Indycar è che generalmente 21 piloti su 22 sono pittoreschi e quello che in apparenza non lo è lo diventa quando ti rendi conto che esiste davvero.
Credo che questo sia il lato dolce-amaro della Indycar e la grande differenza, dal punto dei "momenti epici" tra la Indycar e la Formula 1. In Formula 1 sei preparato: sai che, se in circostanze strane come durante un giro di pit-stop anomali, ti ritrovi con una Marussia o una Caterham o una HRT in top-10, la cosa non accadrà. In Indycar sei allo stesso tempo preparato, però sai anche che, se quel giro di pit-stop anonimi fosse capitato a due giri dalla fine, un soggetto epico in formato Indycar avrebbe davvero potuto vivere il suo giorno di gloria.

La prima caution è entrata per il Detersivo. Non mi sono soffermata più di tanto su che cosa gli fosse successo, so solo che c'era chi si era già fermato, chi era rientrato ai box in branco, chi era rimasto in pista e quant'altro.
Leader della gara, per un po', è stato Juantombino.
Secondo, per un po', è stato...
...
...
...
...zzz...... Marco Sonniferetti! *inchino*

Poi, a metà gara, in testa c'è stato, per un po', anche l'amichetto russo di Bourdais. L'amichetto russo di Bourdais, è stato successivamente coinvolto in un contatto ai box con Nuovogiardino, durante un rientro in branco in seguito a una safety car, a due terzi di gara, provocata da Hawskwskwskwskwskws.
Il più pittoresco, però, è stato Dalyyyyy, che era in testa nell'ultima parte di gara dopo essere partito ultimo, ma doveva rientrare ai box per un'ultima sosta, quindi avrebbe verosimilmente ceduto la leadership della gara a uno dei Penske Boys.

I Penske Boys in questione erano nientemeno che Sàimon e Powahhhh, che abbiamo visto intenti a prendersi a sportellate in un secomdo momento, con un contatto tra i due, poi con un altro contatto.
Certe scene pittoresche dovremmo vederle più spesso. Insomma, non capita tutti i giorni di assistere a duelli tra compagni di squadra tra piloti di top-team che sono in lizza per il titolo e di farlo così, a cuore leggero, senza il terrore che alla fine della giornata vedrai sul gradino più alto del podio il certo toro con le ali e senza barba.
Alla fine della giornata, comunque, Sàimon ha vinto e Powahhhhh è arrivato secondo. I due sono primo e secondo in classifica e Powahhhh si sta ancora interrogando sui bei tempi in cui generalmente c'era lui in testa al campionato, a questo punto della stagione, per poi perdere il suddetto campionato all'ultima gara stagionale, come da migliore tradizione asturiana (sì sì, avete letto bene, non ho scritto "tradizione australiana").

A quattro giri dalla fine, mentre erano qualcosa come ai margini della top-5, due vetture sono finite fuori. Ho visto i colori Foyt e ho pensato: "oh, no, Taku ha fatto un po' di casino".
Non ho altro da dire se non che, tanti anni di esposizione ai pregiudizi contro Sato (pregiudizi tali e quali a quelli contro un certo venezuelano in un secondo momento), io stessa sono vittima di tali pregiudizi. Il Piccolo Kamikaze è stato messo fuori (non del tutto) dall'amichetto francese di Aleshin: gara finita per Sebbiiii, mentre il Piccolo Kamikaze è riuscito comunque a chiudere in top-ten, una top-ten in cui c'erano anche Dalyyyy e Spencer Maialotto...

RISULTATO: 1. Simon Pagenaud (Penske), 2. Will Power (Penske), 3. Carlos Muñoz (Andretti), 4. Graham Rahal (Rahal), 5. James Hinchcliffe (Schmidt), 6. Conor Daly (Coyne), 7. Spencer Pigot (Rahal), 8. Charlie Kimball (Ganassi), 9. Takuma Sato (Foyt), 10. Josef Newgarden (Carpenter), 11. Juan Pablo Montoya (Penske), 12. Tony Kanaan (Ganassi), 13. Marco Andretti (Andretti), 14. Alexander Rossi (Andretti), 15. Helio Castroneves (Penske), 16. Max Chilton (Ganassi), 17. Mikhael Aleshin (Schmidt), 18. Ryan Hunter-Reay (Andretti), 19. R.C. Enerson (Coyne), 20. Sebastien Bourdais (KVSH), 21. Jack Hawskworth (Foyt), 22. Scott Dixon (Ganassi).


* R.I.P. Bryan Clauson *

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