Il mondo del motorsport è pieno di personaggi pittoreschi, alcuni dei quali quando li senti nominare per la prima volta ti chiedi: "e questo chi ca**o è?" Sono personaggi pittoreschi, perché le loro storie spesso sono molto diverse da quelle che conosciamo.
Uno di questi soggetti era tale Bryan Clauson, sul quale sette mesi fa Pilotimotori pubblicò un articolo e io gli feci da beta-reader nella versione inglese.
Clauson, classe 1989, aveva come obiettivo per il 2016 quello di prendere parte a duecento gare, in serie diverse gran parte delle quali sconosciute o quasi a noi pubblico europeo. Una delle gare alle quali ha preso parte è stata la centesima edizione della Cinquecento Miglia di Indianapolis, dove aveva gareggiato già due volte in precedenza. Se non vado errata, il giorno stesso ha preso poi parte a un'altra gara, vincendola.
Ieri pomeriggio, su Twitter, mi sono ritrovata davanti un tweet di Pippa Mann in cui era menzionato il suo nome. Ho scoperto così che sabato sera aveva avuto un grave incidente in una gara di midget car.
Ho cercato notizie su di lui ieri sera e ho cercato notizie su di lui stamattina. Non c'era nulla di particolarmente nuovo.
Infine, oggi pomeriggio, verso le quattro, mentre i miei colleghi fumavano o bevevano il caffè, io ho googlato il suo nome, sperando in qualche buona notizia. Non ho trovato buone notizie, né ne troverò mai.
Sono i giorni come questi, quelli in cui mi dico che avrei potuto appassionarmi di qualcos'altro, ma non possiamo fare niente per controllare le nostre vere passioni. Purtroppo la mia prevede di appassionarsi alla sorte di tanti sconosciuti, che poi chissà se si possono davvero definire sconosciuti...
Il fatto che Clauson se ne sia andato così, gareggiando in una gara di cui, se l'incidente non fosse avvenuto, non avrei nemmeno mai scoperto dell'esistenza, non rende la cosa meno scioccante. Oltre due mesi dopo la Indy 500 non aveva smesso di essere quello delle duecento gare, quello del cane con il profilo twitter, quello che ha cambiato per un mese il nome del proprio cane Chevy in occasione della Indy 500.
ç_ç
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
martedì 9 agosto 2016
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