venerdì 1 settembre 2023

GP Italia 1963: il 100° gran premio della Ferrari, il terzo titolo di Jim Clark... e la storia dell'A-T-S, giunta per l'unica volta al traguardo

Il Gran Premio d'Italia 1963, che si svolse l'8 settembre a Monza, è purtroppo uno di quegli eventi degli anni '60 di cui si parla troppo poco, nonostante ci siano ben due ragioni abbastanza importanti per cui parlarne: il 100° gran premio ufficiale per la Ferrari e il titolo di Jim Clark con tre gran premi ancora da disputare (Stati Uniti, Messico, Sudafrica). Io ne aggiungo un terzo: il miglior gran premio nella storia del team A-T-S, scritto proprio così, con i trattini, anche perché se al posto dei trattini ci mettete dei punti, state parlando di tutt'altro team. Direi di partire dall'inizio, ovvero dal fatto che i piloti Ferrari erano John Surtees e Lorenzo Bandini, qualificati rispettivamente in pole position e in sesta piazza. In mezzo a loro c'erano le BRM di Graham Hill e Richie Ginther seconda e quarta, con in mezzo la Lotus di Clark, nonché la Brabham di Dan Gurney al quinto posto. Non ci poteva essere modo migliore di festeggiare il 100° gran premio se non con una pole, direte voi... e un po' capisco il vostro punto di vista, d'altronde vedo spesso ferraristi raggiungere l'estasi di sabato, assolutamente certi che la domenica rispecchierà il sabato.

Alla partenza Graham Hill ha portato i suoi eleganti baffi stile Zorro in prima piazza, ma non è durato molto a lungo e dopo pochi giri è stato superato da Surtees e Clark, con il ferrarista che è anche riuscito a portarsi in testa e a rimanervi... non troppo a lungo in realtà, dato che il motore ha deciso di abbandonarlo all'incirca a un quinto della percorrenza totale. Nessuna Ferrari avrebbe visto il traguardo, Bandini si sarebbe ritirato dalla quarta piazza per un guasto al cambio.
Dopo il ritiro di Surtees, Clark si è ritrovato a battagliare per la leadership con G.Hill e Gurney, duello al quale poco dopo metà gara Hill ha dovuto rinunciare a causa di un problema tecnico che ne ha provocato il ritiro.
Più tardi anche Gurney si è ritirato, con Clark rimasto in testa alla gara in completa solitudine andando a vincere senza più alcuna difficoltà. Completavano il podio Ginther e, a bordo di Cooper, Bruce McLaren in una gara dall'attrition rate neanche troppo alto in confronto agli standard dell'epoca e a gare in cui a volte i classificati erano molto meno della metà dei partenti.

A parte Innes Ireland, su BPR, abbandonato dal motore a un giro dalla fine mentre era terzo e scivolato al quarto posto davanti alla Brabham di Jack Brabham e alla Cooper di Tony Maggs, ci sono stati, su venti piloti, sette ritirati, di cui le Ferrari, G.Hill e Gurney, gli altri erano Masten Gregory e Jo Siffert, entrambi a bordo di Lotus private e abbandonati anzitempo dalle rispettive auto, così come Mike Spence su Lotus ufficiale. Chris Amon, pilota della Lola, invece non aveva preso il via a causa di un infortunio rimediato in una precedente sessione.
Mentre Clark è stato il primo pilota nella storia della Formula 1 a vincere un mondiale quando ben tre gran premi dovevano ancora essere disputati, una storia di minore entità stava venendo scritta, quella della A-T-S, che aveva al volante il campione del mondo 1961 Phil Hill e l'italiano Giancarlo Baghetti, il quale risulta qualificato d'ufficio in ventunesima piazza, nonostante quattro piloti non qualificati avessero tempi migliori del suo (per chi non avesse l'abitudine di leggersi i miei post vintage e fosse finito qui per caso, specifico che era una pratica abbastanza consueta ai vecchi tempi, anche se non mi è molto chiaro con che parametri a questa squadra fosse concesso tale onore).

La A-T-S, acronimo di Automobili Turismo Sport, era una scuderia italiana, con sede in provincia di Bologna, fondata da Carlo Chiti e altri ingegneri e progettisti provenienti dalla Ferrari, con il progetto di entrare in Formula 1 nel 1963 come costruttore. La monoposto realizzata era denominata Tipo 100 e i primi test, nel 1962, sono stati tutt'altro che positivi, così come l'esordio previsto in gran premi non ufficiali e poi per il GP di Montecarlo - che inaugurava la stagione - è stato più volte rimandato.
Alla fine è arrivato il GP del Belgio, poi quello d'Olanda, secondo e terzo del campionato. A Spa Francorchamps Phil Hill si è qualificato 17°, mentre Baghetti ha un tempo altissimo immagino per qualche guasto ma con venti vetture presenti era comunque 20°, ma in gara hanno entrambi concluso anzitempo di parecchio a causa di guasti.
A Zandvort la qualifica è andata meglio, Hill 13° e Baghetti 15°, ma di nuovo noie meccaniche hanno costretto entrambi al ritiro, stavolta dopo un numero di giri percorsi davvero esiguo. Il team a questo punto ha saltato Francia, Gran Bretagna e Germania, tornando a Monza.

Al GP d'Italia, la qualifica di P.Hill è stata denotata da un certo grado di rispettabilità, un 14° tempo, che purtroppo si è tradotto in una misera 11° piazza - dietro alla top-6 già citata e, dal settimo al decimo Jo Bonnier (Cooper), Jim Hall (Lotus), Maurice Trintignant (BRM) e Mike Hailwood (Lola) - in gara, che di per sé non sarebbe neanche così terribile, se non fosse che era doppiato di sette giri da Clark, mentre il decimo era doppiato soltanto di quattro tornate.
Questo è il male minore, perché dietro di lui c'era Bob Anderson (Lola) 12°... e niente, l'unico altro pilota ancora in gara era Baghetti, 63 giri percorsi su un totale di 86, per non si sa bene quale tipo di problema, e classificato alle spalle di due ritirati, Spence e Gurney. Non chiedetemi come mai costoro siano stati classificati nonostante non avessero completato il 90% della gara, non è la sede opportuna per interrogarsi su questo dubbio amletico, meglio procedere con la storia di questa scuderia italiana dai risultati oserei dire non particolarmente degni di nota... perché Monza è stato il momento più alto della storia della squadra, come vi ho già anticipato.

Watkins Glen ha visto ancora una volta Phil Hill cavarsela bene in qualifica, 13°, mentre Baghetti risulta essersi qualificato 20° su un totale di ventuno monoposto, ma con un tempo agghiacciante abbastanza da lasciare intendere la presenza di un guasto. I due hanno fatto in seguito tempi abbastanza atroci a Città del Messico, seppure Hill fosse comunque 17°, mentre Baghetti stavolta era 21°.
Come mai sono passata direttamente da una qualifica all'altra? Essenzialmente per sintetizzare due gare in una sola frase: primi ritirati negli States (Baghetti addirittura senza completare nemmeno il primo giro), non prima di tutti gli altri, ma pur sempre ritirati anche in Messico, causa guasti meccanici vari.
È stata l'ultima apparizione stagionale, il team non era presente in Sudafrica, gli sponsor hanno ritirato la loro sponsorizzazione e potete immaginare che fine abbia fatto questa scuderia. Una monoposto A-T-S ha fatto un'ultima apparizione per il team Derrington Francis al GP d'Italia 1964, con al volante Mario Araujo de Cabral, qualificato 19°: anche lui si è ritirato a causa di un guasto.

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