Il
gran premio di Singapore, che si disputa dal 2008 sulle strade di Marina Bay, è
il tredicesimo appuntamento del campionato di Formula 1 2013.
La
partenza avviene con un’ora d’anticipo rispetto all’orario delle qualifiche, ovvero
alle ore 20.00 locali (14.00 italiane)
Condizioni meteo: sereno (temperatura media 29°)
Numero giri: 61
Pole position: Sebastian Vettel
Griglia di partenza: Vettel, Rosberg, Grosjean,
Webber, Hamilton, Massa, Alonso, Button, Ricciardo, Gutierrez, Hulkenberg,
Vergne, Raikkonen, Perez, Sutil, Bottas, Di Resta, Maldonado, Pic, Van Der
Garde, Bianchi, Chilton. NOTE: Sutil parte con gomme medium, tutti gli altri
piloti partono sulle supersoft.
Cronaca
Alla
partenza è lotta tra Vettel e Rosberg per la prima posizione: è l’unico momento
della gara in cui sembra che qualcuno sia in grado di tenere testa a Vettel,
che però dimostra subito che, per questa volta non c’è niente da fare; la
leadership è sua e inizia fin da subito a far registrare giri veloci, che gli
fanno prendere parecchi secondi di vantaggio nei confronti di chi lo segue.
Rosberg
è stabilmente secondo, mentre fin dalla partenza Alonso è terzo, avendo
approfittato anche di una partenza non ottimale da parte di Grosjean e Webber,
4° e 5° finché l’australiano, nel corso del primo giro, non supera il pilota
della Lotus. Dietro è lotta per la 6° posizione tra Massa e Hamilton: quest’ultimo
ha fatto una partenza peggiore rispetto al brasiliano ritrovandosi dietro ed è
momentaneamente costretto ad accodarsi in quanto gli era passato davanti fuori
dalla pista.
La situazione
rimane stabile, con Button, Hulkenberg e Perez che chiudono la top-ten, fino al
momento in cui iniziano i pit-stop. Raikkonen è il primo a fermarsi, all’11°
giro, mentre i piloti della top-ten proseguono per qualche ulteriore giro.
È da
segnalare al 17esimo giro un acceso duello tra Maldonado, che ritarda il
pit-stop, Hulkenberg e Perez, in cui questi ultimi due rischiano la collisione.
Dopo
che i piloti della top-ten si sono fermati (l’ultimo è Vettel al 18°) troviamo:
Vettel, Rosberg, Di Resta (che ancora non si è fermato - rientrerà al 21°) e
Alonso che non riesce a sbarazzarsi del pilota della Force India. È 5° Webber
davanti a Grosjean, con Hamilton che ha guadagnato una posizione su Massa
approfittando del pit-stop e con Button e Raikkonen che completano la top-ten. Seguono
Perez e Hulkenberg in lotta l’uno con l’altro.
Colpo
di scena al 25° giro: Ricciardo va a sbattere, mentre alcuni piloti si erano
già fermati per la seconda sosta. Entra la safety-car. Sono invariate le
posizioni di Vettel e Rosberg, mentre Webber e Hamilton sono 3° e 4° approfittando
della sosta di Alonso (5°) e Grosjean (6°) mentre Di Resta, primo pilota su
gomme supersoft, è 7° davanti a Massa che
si è appena fermato per mettere a sua volta le supersoft.
Si riparte
al 31° giro: è stato necessario infatti un paio di giri aggiuntivi per
permettere ai doppiati, in particolare alle Marussia, di accodarsi dopo che si
erano già sdoppiati.
Vettel,
che prima della safety-car aveva accumulato almeno una ventina di secondi di
vantaggio, dimostra di poter fare altrettanto e inizia da subito a girare
velocissimo, rifilando in media due secondi al giro a Rosberg e ai piloti che
lo seguono. Grosjean, intanto, accusa dei problemi: al 34° giro è costretto a
rientrare ai box per una lunga sosta, tornerà in pista ultimo e sarà costretto
successivamente a fermarsi definitivamente alcuni giri più tardi.
Per i
piloti che non si sono fermati durante la neutralizzazione della safety-car, i
pit-stop iniziano dopo il 40° giro. Si ferma Webber, mentre Rosberg rientra un
giro più tardi e si ritrova alle sue spalle una volta tornato in pista,
perdendo così una posizione. Rientrano poi Di Resta, Massa (che si era sì
fermato, ma che aveva le supersoft, sulle quali non sarebbe potuto arrivare in
fondo) e Hamilton, prima di Vettel al 45° giro. Quando torna in pista, il
pilota della Redbull, ha ancora un consistente margine su Alonso, grazie ai
tempi fatti registrare nei giri precedenti.
I primi
dodici sono, a questo punto: Vettel, Alonso, Button, Raikkonen, Perez,
Hulkenberg, Guterrez, Webber, Rosberg, Hamilton, Di Resta e Massa.
Soltanto
Vettel e i piloti da Webber in poi hanno gomme nuove e per gli altri si porrà
il problema di doverle fare arrivare fino alla fine. È proprio questo fattore a
rendere movimentatissime le fasi finali della gara, in cui il primo ad avere
problemi è Gutierrez: tra il 49° e il 50° giro viene sfilato dai cinque piloti
che lo seguono, mentre anche Hulkenberg inizia a perdere terreno e si vede
superare da Webber al 54° giro.
Un giro
più tardi Button è costretto a desistere all’attacco di Raikkonen, che
conquista quindi la terza posizione, staccato di circa quindici secondi da
Alonso che è secondo. Anche l’altra McLaren, quella di Perez, è in difficoltà:
lo supera Webber, che sta iniziando a girare sugli stessi tempi di Vettel.
Colpo
di scena al 56° giro: Di Resta, che era appena entrato in zona punti e si
trovava alle spalle di Hamilton e davanti a Massa, va a sbattere contro le
barriere. Per fortuna è in una via di fuga e non è necessario l’ingresso della
safety-car.
Le McLaren,
sempre più in crisi, perdono altre posizioni: Webber supera anche Button,
mentre un giro più tardi entrambi i piloti della McLaren vengono superati da
Rosberg che, riuscendo a liberarsi di loro piuttosto in fretta, riesce a
liberarsi anche di Hamilton che gli era ormai negli scarichi. Al 58° giro anche
quest’ultimo riesce a superare le McLaren, mentre Massa supera Perez e soltanto
nella tornata successiva riesce a sorpassare anche Button.
Per Webber,
al momento 4°, la situazione si complica negli ultimi due giri: già in
precedenza dai box gli avevano comunicato di risparmiare la vettura, altrimenti
c’era il rischio di non arrivare in fondo. Soltanto al 60° giro, però, l’australiano
desiste, venendo superato dalle due Mercedes di Rosberg e Hamilton. Si ritrova
sesto, con la vettura da cui inizia a uscire del fumo, con circa 5 secondi di
vantaggio su Massa e almeno dieci di più sulle McLaren. Viene superato da Massa
all’ultimo giro e, proprio nelle ultime curve, un principio di incendio mette
fine alla sua gara. Risalgono quindi 7° e 8° i due piloti della McLaren, mentre
Hulkenberg e Sutil completano la top-ten.
I TOP
Dopo
che Vettel ha conquistato un grand chelem, ottenendo una ventina di secondi di
vantaggio sul secondo prima della safety car e recuperandone almeno una
cinquantina dopo la ripartenza (è arrivato al traguardo con mezzo minuto di
vantaggio, ma vanno aggiunti anche i secondi che ha impiegato nel successivo
pit-stop), girando due secondi al giro più veloce di tutti i piloti che lo
seguivano, non posso far altro che riconoscere i suoi meriti. Seppure la
strategia fosse molto diversa, l’unico paragone possibile che ho potuto fare è
stato quello che fece Michael Schumacher al gran premio di Francia del 2004.
Top onorario
anche Raikkonen: nonostante i problemi fisici è riuscito a recuperare riuscendo
a gestire le gomme fino al traguardo e a classificarsi sul podio.
I FLOP
Daniel
Ricciardo: va a sbattere, da solo, facendo entrare la safety-car. Se non altro
ha il merito di avere scombinato la situazione, cosa che ha reso molto
movimentati i giri finali.
Paul
Di Resta: va a sbattere, da solo, rischiando di far entrare di nuovo la
safety-car. Visti gli sviluppi che si sono avuti alla fine, un 6° o 7° posto
sarebbe stato alla sua portata.
DETTAGLI NON TRASCURABILI
È plausibile
ipotizzare che Max Chilton, giunto al traguardo davanti al compagno di squadra
Bianchi, abbia ignorato un ordine di scuderia! Al 37° giro, infatti, era stato
mandato in onda un team-radio di Bianchi in cui gli era stato testualmente
comunicato che era più veloce di Chilton, che poteva superarlo, e che ciò era
stato comunicato anche allo stesso Chilton. Attendo con ansia uno scandalo
22-21!
Articolo scritto per F1GC forum.
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