lunedì 2 novembre 2020

Dodici anni di Glock sulle slick

Il 2 novembre 2008 avevo vent'anni e tifavo Felipe Massa. Non saprei dire perché, so solo dire che, fin da quando aveva oltrepassato la linea che separa i piloti di centro classifica da quelli di top-team e si era guadagnato interviste televisive in un'epoca in cui le interviste televisive erano tutto ciò che ci avvicinava ai piloti, avevo sentito una sorta di legame con lui, mentre non avevo mai sentito niente del genere con altri piloti. Prima di quel momento pensavo di dovere *decidere* per chi tifare. Da quel momento in poi avevo capito che non c'era nulla che potessi decidere, che qualcosa su cui non avevo controllo aveva deciso per me.
Era stata una stagione piuttosto travagliata, quella. Mentre Ferrari e McLaren potevano ambire spesso e volentieri a lottare per la vittoria, c'erano giorni in cui i risultati sembravano quasi dettati dalla legge del caso, con gente che passava dal non fare punti ad andare a podio da un gran premio all'altro, in un contesto in cui tutto ciò sembrava decisamente normale. Mentre la fine di tutto si avvicinava, Lewis Hamilton aveva sette punti di vantaggio, che con il sistema di punteggio dei tempi erano una bella cifra. Massa avrebbe potuto vincere il titolo solo vincendo la gara con Hamilton dalla sesta posizione in poi o arrivando secondo con Hamilton fuori dai primi otto.

Su un giornale letto durante quella settimana, c'era scritto (non ricordo se fosse una citazione di un'intervista dello stesso Massa oppure di qualcuno del team) che era come essere a una finale calcistica, ai calci di rigore, e di avere sbagliato i primi due... insomma, una situazione in cui solo il finale del 2007 lasciava pensare potesse esserci qualche speranze. Solo, la situazione era molto diversa dal 2007, con soli due piloti a lottare per il titolo invece che tre. E, ormai si sa, uno scontro a tre è più facile da vincere per il meno favorito, perché i due favoriti tendono a preoccuparsi troppo l'uno dell'altro.
In effetti, per qualcosa come un'ora e mezza, con Massa in testa e Hamilton dietro al trio Vettel/ Alonso/ Raikkonen o al duo Alonso/ Raikkonen a seconda dei momenti (Vettel era su una strategia a tre rifornimenti invece che due, quindi a seconda dei momenti stava o dietro a Massa o dietro a Hamilton), nulla lasciava pensare ci potessero essere stravolgimenti degni di nota. Il pilota che in questo mese vincerà verosimilmente il suo settimo titolo quel giorno sembrava destinato a vincere il primo dei sette e non c'era nulla che potesse mettersi tra lui e l'obiettivo... a parte la pioggia. Penso non ci sia nulla di più ironico e paradossale di tutto questo: un improvviso scroscio di pioggia poteva aiutare un pilota pessimo sulla pioggia a vincere il titolo contro una sorta di rain master.

Da un lato avevamo un pilota che forse sapeva di essere di fronte alla sua unica possibilità di vincere un mondiale, dall'altro ce n'era uno che era stato a un passo da vincere il titolo all'esordio nella stagione precedente, che doveva dimostrare di sapere gestire la situazione, facendo piuttosto il minimo sindacale, invece di rischiare di mandare tutto all'aria e che non poteva permettersi né di mandare tutto in vacca per eccesso di foga, né scivolare oltre la quinta posizione. Era quarto, sembrava che nulla potesse scalfire la sua posizione, ma appunto, lo scroscio di pioggia improvviso, mentre mancavano ormai pochi giri, era tutto ciò che, in quel momento, poteva separarlo dalla vittoria del titolo. Ancora non lo sapevamo, in quel momento, ma sarebbe stato appunto quello scroscio di pioggia a cambiare radicalmente non l'esito, ma il modo in cui saremmo arrivati a quell'esito.
Mentre i due championship contenders avevano un mondiale da giocarsi, c'erano piloti comuni che sarebbero entrati a fare parte del loro scontro e qualcuno sarebbe diventato determinante in uno scenario in cui, di fatto, nessuno sceglieva davvero fino in fondo se essere o non essere determinante. Oltre a Massa e Hamilton quel giorno in pista c'erano piloti che non si preoccupavano di Massa e di Hamilton o delle proiezioni di classifica, ma solo della propria gara. E la loro gara, in quel momento, prevedeva un rimescolamento della situazione, con piloti che rientravano subito ai box, altri che rientravano un po' più tardi, altri che non rientravano affatto... insomma, uno scenario in cui le posizioni erano occupate un po' a caso.

Il primo pilota entrato a caso sulla strada dei piloti che lottavano per il titolo fu Sebastian Vettel. Su una strategia diversa dagli altri piloti della top-5, aveva passato alcuni tratti della gara in seconda posizione, addirittura negli scarichi di Massa. Adesso, dopo il pitstop, era negli scarichi di Hamilton, in sesta posizione visto che un'altra scheggia impazzita non era "ancora" rientrato ai box, e Hamilton non riusciva a liberarsene. Era quinto. Tutto ciò che doveva fare era non andare a prendere un rivolo d'acqua. Invece andò a prendere un rivolo d'acqua e gli ultimi giri di gara, per lui, si trasformarono in una rincorsa folle alla posizione perduta. Più tardi Vettel avrebbe affermato di non essersi reso conto in quel momento che quel sorpasso avrebbe potuto essere rilevante per l'esito del mondiale.
L'altro fu Timo Glock, che fu colui che salvò Vettel dall'accusa di avere "falsato" il mondiale, attirando quel fardello su se stesso. Ottavo al momento in cui era scoppiato l'acquazzone, come il compagno di squadra Trulli non era rientrato ai box, nel tentativo di guadagnare posizioni, nella speranza che la pioggia potesse diminuire, di portare a casa un risultato di maggiore rispetto in confronto a quello a cui poteva auspicare fermandosi.

L'epilogo è quello che tutti conosciamo. O meglio, l'epilogo è la versione non filtrata delle storie attiraclick che ci sono state servite nel corso degli anni. Hamilton che inseguiva Vettel e sembrava senza speranze prima che entrambi trovassero sul proprio cammino Glock che non teneva quasi la vettura in strada si è trasformato in Glock che si faceva da parte per lasciar passare Hamilton, calcolando proiezioni di classifica sotto al diluvio universale. E pensare che, se fosse accaduto al giorno d'oggi, probabilmente prima di quel momento avremmo potuto ascoltare la diretta dei team radio di Glock che chiedeva al box di poter rientrare per un cambio gomme in extremis.
Mentre Massa disputava probabilmente la miglior gara della propria carriera ottenendo sul suolo di Interlagos quella che, avremmo scoperto molti anni dopo, sarebbe stata definitivamente la sua ultima vittoria in Formula 1, Hamilton otteneva il suo primo titolo e Glock si costruiva ingiustamente una reputazione che l'avrebbe preceduto nel corso degli anni e che lo precede tuttora. Il 2 novembre 2008 avevo vent'anni e tifavo Massa. Probabilmente, se ne avessi avuti trentadue e avessi avuto la mentalità che ho ora, avrei sostenuto con tutte le mie forze quel povero signor nessuno destinato ad entrare, suo malgrado, nella storia del motorsport.

sabato 31 ottobre 2020

Formula 4 danese 2020: Conrad Laursen vince il titolo in una stagione troncata dal lockdown

La Formula 4 danese è un mondo a sé stante, che ha poco da spartire con gli altri campionati di Formula 4. Siccome anche l'occhio vuole la sua parte, partiamo dagli aspetti comunicativi: questa serie, semplicemente, non comunica. Ha un sito web che esiste solo in versione danese, con date del calendario non aggiornate, sono in ritardo su tutto e quant'altro, un po' come se dessero per scontato che nessuno li segue e non cercassero in alcun modo di farsi seguire.
Dal punto di vista strettamente agonistico, si riscontrano due particolarità, la prima è che ci sono due classi di vetture che competono insieme, le Formula 4 e le Formula 5, che di fatto possono puntare a risultati più o meno analoghi, solo le F5 sembrano meno reattive in partenza, mentre la seconda riguarda i piloti presenti: mentre le altre serie di Formula 4 schierano piloti che puntano a progredire nel panorama motoristico europeo, questo campionato ha una varietà di piloti che spaziano da gente che punta a costruirsi un futuro altrove a gente che sta lì da anni senza che si capisca bene se corre per mestiere o per hobby, generalmente con team privati, e presenza occasionale anche di piloti di cinquanta o sessant'anni.

Il campionato si è svolto tra giugno e, avremmo scoperto in questi giorni, settembre: i due eventi di ottobre in Danimarca sono stati annullati e quello sostitutivo, che si doveva svolgere in questo weekend di fine ottobre/ inizio novembre in Svezia, è stato annullato pochi giorni prima per via delle restrizioni di viaggio che limitano gli spostamenti tra la Danimarca e la Svezia. Quindi è stato decretato che i tre eventi, da tre gare ciascuno, che si sono svolti nei mesi scorsi costituiscono l'intero campionato e che Conrad Laursen, il pilota che si trovava in testa alla classifica, è il campione 2020. Se la serie fosse proseguita avrebbe dovuto vedersela con Benjamin Frislund, Sebastian Ogaard, Mads Hoe, William Wulff e Juju Noda... già, proprio lei, il nome più famoso di questa categoria, ragione per cui questo campionato ha avuto più successo di quelli precedenti (e anche la trasmissione su youtube di una parte delle gare). A fine stagione è difficile fare una valutazione complessiva della Noda e, anche se la posizione in classifica *sembra* non riflettere l'aura che si porta dietro, esistono ragioni che possono spiegare tranquillamente la sua posizione in classifica.

Innanzi tutto si può dire che, dal punto di vista delle qualifiche, la giovanissima Juju non abbia problemi. Per ciascun weekend c'è una griglia con qualifica, una reverse grid dei primi sei e una griglia abbastanza complessa stilata sui tempi aggregati delle due gare precedenti o qualcosa del genere. Su tre pole position da qualifica ne ha portate a casa tre. Sfortunatamente solo la prima di esse si è concretizzata in vittoria, proprio nella prima gara da lei disputata.
Il vero problema non è la velocità, la poca esperienza. O meglio, ha tantissima esperienza come tester, ma girare in tondo è un po' diverso dal competere contro altri piloti e, specie nei duelli ruota contro ruota, spesso si vedeva che era una quattordicenne che gareggiava contro piloti più avanti come percorso di carriera o come età, considerato che aveva anche qualch avversario di vent'anni o oltre. Quindi in certe situazioni sono arrivati occasionali incidenti dettati dall'inesperienza, uscendone spesso come la parte più danneggiata dall'incidente stesso.

In generale, come prima stagione nel panorama motoristico internazionale, non credo ci si possa lamentare: solo due piloti hanno ottenuto vittorie multiple, si tratta di Ogaard con tre su sei gare disputate (uno degli eventi si sovrapponeva alla F4 italiana nella quale gareggia) e il campione Laursen con due. Gli altri piloti con una vittoria ciascuno sono il runner-up Frislund, il veterano Hoe (classe F5) e Wulf. Il migliore fine settimana è stato il primo, come già detto, nonostante una squalifica rimediata nella seconda gara per un'irregolarità legata alle gomme. Nel secondo weekend della stagione Noda ha ottenuto altri due piazzamenti a podio, un terzo e un secondo posto nelle prime due gare del fine settimana, mentre purtroppo è stato abbastanza disastroso l'ultimo evento, con incidenti vari.
Curiosità: la F4 danese è stata forse la serie open-wheel con la maggior presenza femminile, dato che oltre a lei anche altre due ragazze erano presenti, seppure rientrino verosimilmente in quei piloti che non si capisce se corrano per mestiere o per hobby, si tratta di Mille Hoe (sorella di Mads) e di Lina Sonderskov, già viste negli scorsi anni.

venerdì 30 ottobre 2020

The Golden Day of Sewis: GP Messico 2017

Correva l'anno 2017 e il mondiale correva verso la sua conclusione, non nel senso che fosse già sul punto di terminare, ma nel senso che mancava appena un mese e che quello del Messico (location nella quale si sarebbe dovuto correre nel weekend del "dia de los muertos" anche in questa stagione, considerando che tale ricorrenza è il 2 novembre, ma che i festeggiamenti sembrano iniziare con largo anticipo) era il terzultimo appuntamento.
In più, sebbene il campionato non fosse ancora sul punto di terminare nel vero senso della parola, il mondiale stava per essere assegnato. I suoi protagonisti erano stati Lewis Hamilton e Sebastian Vettel, in un campionato iniziato con tanti baci alla francese ma poi culminato in una rissa tra gabbiani per le strade dell'Azerbaijan. Nel frattempo, siccome quando c'è una lotta per il titolo lui non può mai mancare e il suo obiettivo è stare in mezzo alle scatole, Max Verstappen inseguiva in quel fine settimana il sogno di diventare il pilota più giovane di sempre a ottenere una pole position.

Il pilota più giovane di sempre a ottenere una pole position, tuttavia, ha girato più veloce di lui in qualifica procacciandosi la suddetta pole position e relegando Verstappino in seconda piazza. Visti i loro trascorsi poco tranquilli ogni volta in cui si incontravano nelle vicinanze, una prima fila tutta Vettelstappen suscitava un certo grado di ilarità, in molti erano pronti a scommettere che ci sarebbe stato un incidente tra i due nel corso della partenza.
I Vettelstappen, troppo pieni di fiducia in sé stessi, non hanno provveduto a darsi una provvidenziale grattata della durata di un'ora e tre quarti, pagandone le conseguenze. O meglio, soltanto Vettel ne ha pagato le conseguenze, perché Verstappino, tra i due, è sempre stato quello più propenso a uscire intatto dai loro scontri. Il problema, tuttavia, è che non solo i Vettelstappen erano coinvolti in quella travagliata partenza, ma anche il leader del mondiale. Il tutto si è trasformato in un caos generico in cui i Vettelton stessi facevano a ruotate, uno rimettendoci l'ala anteriore, l'altro guadagnando una foratura che l'avrebbe costretto ad andare ai box su tre ruote e l'auto che strisciava a terra.

Siccome per tenere aperto il mondiale Vettel doveva finire la gara nelle primissime posizioni con Hamilton fuori dalla zona punti e dopo il primo giro erano rispettivamente penultimo e ultimo, tutto lasciava pensare (e si sarebbe rivelato un pensiero esatto) che quel giorno si sarebbe assegnato il titolo piloti. Quindi, anche grazie alla presenza illuminante di Verstappino, che grazie alla propria aura aveva mandato in vacca la capacità altrui di evitare il caos, ci siamo accorti che a distanza di vent'anni dal GP d'Europa 1997 avevamo avuto servito su un piatto d'argento un incidente tra contendenti al titolo nel giorno dell'assegnazione del mondiale.
Non era chiaro al momento se avremmo avuto spargimenti di sangue, ci limitavamo a seguire le dinamiche della gara: da un lato c'era Vettel che recuperava posizioni perché si era ritrovato penultimo ma aveva la vettura in condizioni dignitose, mentre Hamilton faticava molto di più nella sua risalita perché la sua auto era uscita piuttosto malmessa dall'incidente e dal giro percorso su tre ruote a inizio gara.

Max Verstappen, Valtteri Bottas, Kimi Raikkonen, questo il podio del gran premio in questione, con il giovane Verstappino che rischiava di essere portato sulla cattiva strada alcolica da parte dei Finnish Bros, ma quello che interessava a tutti era la posizione finale dei Vettelton. Mentre il pilota Ferrari arrivava quarto come sarebbe potuto accadere a un certo suo connazionale che non va mai a podio, l'aspirante campione del mondo chiudeva nono dopo essere stato protagonista tra le varie cose di un intenso duello con Fernando Alonso, che a sua volta non guidava una vettura nelle condizioni migliori, non per incidenti vari ma perché era al volante di una McLaren Honda.
A gara terminata, Hamilton stava festeggiando il suo... mhm... quarto titolo (ho dovuto fare mente locale, perché ormai sto perdendo il conto), quando un losco individuo gli si è avvicinato di soppiatto. Considerato che durante la gara a un certo punto Hamilton si era lamentato sostenendo che secondo lui Vettel gli era andato addosso apposta alla partenza, c'era da aspettarsi una rissa in stile Nascar tra i due...

Invece no, l'ammmmore vince su tutto, dato che i due si sono messi ad abbracciarsi come se non ci fosse un domani. In effetti non è che ci sia stato effettivamente un domani, per loro, sono ancora fermi esattamente allo stesso punto (numero di titoli di Hamilton e risultati di Vettel a parte), dato che da allora QUALSIASI occasione è buona per darsi la lingua in bocca, con grande soddisfazione delle loro fangirl e non solo di quelle, ormai.
Non credo ci sia altro da dire, la nostra rievocazione si chiude qui e non poteva concludersi in un modo migliore. Ne approfitto per ricordarvi di non insultare sui social la gente che tifa per altri team o altri piloti e di fare come i Vettelton, datevi anche voi la lingua in bocca. Correte seriamente il rischio di fare molta più bella figura che insultandovi, bloccando a vicenda i vostri profili e segnalandovi in modo random. In alternativa, se proprio non ce la fate, andate a sbevazzare like a boss come i Raikkottas che sul podio corrompevano Verstappino!

giovedì 29 ottobre 2020

F.Regional Americas e Formula 4 USA 2020: Linus Lundqvist domina, Hunter Yeany vince senza difficoltà

Tra le serie minori che si sono svolte nel corso del 2020 nell'America del Nord ci sono la Formula Regional Americas e la Formula 4, che hanno condiviso calendario e circuiti.
Discendente della F3 Americas, la Formula Regional ha avuto quest'anno una griglia decisamente più affollata dei tempi in cui c'erano dalle sei alle otto vetture (grazie anche al fatto che ha raccolto alcune entry della depennata - per questa stagione - Indylights), mentre come al solito sembrano non esserci problemi a riempire la griglia della F4.

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FORMULA REGIONAL AMERICAS: il campionato è stato letteralmente dominato dal pilota svedese Linus Lundqvist, che ha vinto tutte le gare con l'eccezione di due, in una delle quali è arrivato secondo, rimanendo giù dal podio in una sola occasione, in cui ha concluso sesto. Lo statunitense Malukas e il brasiliano Franzoni sono stati i piloti meno lontani da lui in classifica, con Malukas vincitore delle due gare non vinte da Lundqvist.

MID-OHIO
Podio Gara 1: Linus Lundqvist, David Malukas, Victor Franzoni
Podio Gara 2: Linus Lundqvist, David Malukas, Santiago Urrutia (one-off)

ALTON
Podio Gara 1: Linus Lundqvist, Joshua Car, Jordan Missig
Podio Gara 2: Linus Lundqvist, Joshua Car, David Malukas
Podio Gara 3: Linus Lundqvist, Joshua Car, David Malukas

BARBER
Podio Gara 1: Linus Lundqvist, Victor Franzoni, David Malukas
Podio Gara 2: Linus Lundqvist, Nicky Jays, David Malukas
Podio Gara 3: Linus Lundqvist, David Malukas, Nicky Hays

SEBRING
Podio Gara 1: David Malukas, Danial Frost, Victor Franzoni
Podio Gara 2: Linus Lundqvist, Victor Franzoni, Jacob Abel
Podio Gara 3: Linus Lundqvist, Victor Franzoni, David Malukas

HOMESTEAD MIAMI
Podio Gara 1: Linus Lundqvist, David Malukas, Victor Franzoni
Podio Gara 2: Linus Lundqvist, David Malukas, Logan Cusson
Podio Gara 3: David Malukas, Linus Lundqvist, Victor Franzoni

AUSTIN
Podio Gara 1: Linus Lundqvist, Victor Franzoni, David Malukas
Podio Gara 2: Linus Lundqvist, Victor Franzoni, David Malukas
Podio Gara 3: Linus Lundqvist, David Malukas, Victor Franzoni

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F4 USA: più variegato in termini di vincitori, il campionato (di cui la prima gara in assoluto non ha assegnato punti in quanto interrotta per maltempo dopo pochissimi giri) non è stato comunque particolarmente aperto, con l'appena quattordicenne Hunter Yeany vincitore del titolo con un ampio vantaggio, tale da consentirgli di saltare l'ultimo evento della stagione conservando un margine abbastanza consistente nei confronti di José Blanco, Spike Kohlbecker e Dylan Tavella, tutti vicini tra di loro in classifica.

MID-OHIO
Podio Gara 1: Hunter Yeany, Nick Persing, José Blanco
Podio Gara 2: Dylan Tavella, Spike Kohlbecker, José Blanco

ALTON
Podio Gara 1: Hunter Yeany, Spike Kohlbecker, Josh Sarchet
Podio Gara 2: Dylan Tavella, Nicholas Rivers, Hunter Yeany
Podio Gara 3: Hunter Yeany, Dylan Tavela, José Blanco

BARBER
Podio Gara 1: Hunter Yeany, Sam Paley, Cade McKee
Podio Gara 2: José Blanco, Sam Paley, Spike Kohlbecker
Podio Gara 3: Spike Kohlbecker, Hunter Yeany, Sam Paley
Podio Gara 4: Hunter Yeany, Spike Kohlbecker, José Blanco


SEBRING
Podio Gara 1: Hunter Yeany, José Blanco, Erik Evans
Podio Gara 2: Hunter Yeany, Dylan Tavella, Cade McKee
Podio Gara 3: Hunter Yeany, Dylan Tavella, Cade McKee

HOMESTEAD MIAMI
Podio Gara 1: José Blanco, Hunter Yeany, Dylan Tavella
Podio Gara 2: José Blanco, Hunter Yeany, Spike Kohlbecker
Podio Gara 3: Erik Evans, José Blanco, Hunter Yeany

AUSTIN
Podio Gara 1: José Blanco, Spike Kohlbecker, Nicholas Christodoulou
Podio Gara 2: Spike Kohlbecker, Nick Persing, Erik Evans
Podio Gara 3: José Blanco, Dylan Tavella, Viktor Andersson (one-off)

mercoledì 28 ottobre 2020

Indycar 2020: Scott Dixon vince il suo sesto titolo nella finale di St.Pete

A volte per mettere fine a qualcosa bisogna tornare là dove tutto era iniziato: a St.Petersburg, lo stesso giorno del non-GP d'Australia, avrebbe dovuto svolgersi il primo gran premio della stagione di Indycar, poi rinviato in extremis e divenuto l'ultimo evento stagionale, l'ultima domenica di ottobre, 100 giri per determinare il vincitore del titolo 2020, Scott Dixon e Josef Newgarden in lotta per il titolo, nulla di particolarmente sorprendente. Non giravano proiezioni di classifica, prima della gara: le proiezioni del campionato di Indycar tendono ad essere un po' meno semplici di quelle del campionato di Formula 1, anche se quest'anno, in effetti, non c'erano multipli pretendenti.

Mentre da un lato c'era chi lottava per il titolo, dall'altro c'era chi cercava di ritagliarsi un po' di gloria passeggera: era il caso di Willpowahhhh, pochi giri al comando, prima di essere superato like a boss da uno scatenato Alex Non Sono Valentino Rossi su una vettura fucsia per questioni di sponsor. Poi è stata la volta di Colton Herta, stabilmente secondo per un lungo tratto di gara.
Le cose, per Power, erano destinate ad andare di male in peggio, dopo un terzo di gara, infatti, si è ritirato parcheggiando in una via di fuga. Considerato che era partito dalla pole position, si può tranquillamente affermare che, seppure non lo si sia visto agitare il dito al vento, probabilmente avrebbe molto volentieri agitato il dito al vento.

Mentre metà gara si faceva sempre più vicina, la gara ha iniziato ad arricchirsi di dramahhhh: abbiamo infatti assistito al ritiro per incidente di Scott McLaughlin (one-off in Penske) e Santino Ferrucci, il tutto mentre Rossi continuava imperterrito a starsene in testa alla gara. Herta si è poi fatto successivamente un giro per i prati (o per meglio dire per le vie di fuga), ritrovandosi dietro ad alcune altre vetture.
Poi, a due terzi di gara, ecco il vero plot-twist: un incidente di Alex NSVR, costretto al ritiro e a chiudere questo campionato senza nessuna vittoria. Dopo tutta la trafila post-incidente era Herta il leader dell'evento. Poi le trombe dell'Apocalisse hanno iniziato a suonare e Takuma Sato ha speronato Marco Andretti, che per una volta si trovava in una posizione presentabile.

Il dramahhhh a quel punto ha raggiunto il suo livello più alto, con Andretti che è andato su Twitter a criticare Sato, con Sage Karam che gli dava corda, sostenendo che Sato non cambierà mai. Si riferiva a un incidente avvenuto tra di loro molte Indy 500 fa, a seguito della quale ricordo che a suo tempo mi pare avesse criticato i giapponesi in modo indistinto o qualcosa del genere. Ovviamente essendo i giapponesi dei tipi bruttihhhh e kattivihhhh che bombardano Indianapolis durante il Memorial Weekend è lecito criticarli in modo indistinto.
Al restart Newgarden si è impossessato della leadership, superando Herta e non essendo nemmeno il solo. Ciò poteva avere rilevanza in ottica titolo, quindi era doveroso ignorare in suo onore gli altri casini random che capitavano nelle retrovie (Oliver Askew a muro).

Newgarden e Dixon sono arrivati primo e terzo, con Pato O'Ward a fare da intermezzo, mentre purtroppo Herta non è entrato a far parte della top-ten. Dal quarto al decimo posto hanno chiuso Sebastien Bourdais (aaaawwww), Ryan Hunter-Reay, Simon Pagenaud, Marcus Ericsson altresì noto come il Pollo Gigante, Charlie Kimball, Graham Rahal e Takuma Sato (che è stato confermato anche per la stagione 2021, cosa che rende piuttosto soddisfatta me ma penso poco soddisfatto Karam).
Scott Dixon ha quindi vinto il suo sesto titolo, a un solo titolo di distanza dal record di A.J.Foyt, in un periodo storico che ci sta insegnando, in altri contesti, che sette titoli possono sembrare un record irraggiungibile, ma che non sempre lo sono.



martedì 27 ottobre 2020

Road to Indy 2020: Sting Ray Robb e Christian Rasmussen vincono in Indy Pro e USF2000

Con il campionato di Indylights cancellato per questa stagione, sono rimaste soltanto le due serie inferiori della Road to Indy, con un calendario abbastanza stravolto a seguito dello stravolgimento del campionato di Indycar. I campionati sono iniziati durante il periodo estivo, per poi terminare in quest'ultimo fine settimana di ottobre, in concomitanza con la fine del campionato di Indycar.

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INDY PRO: il campionato è stato vinto da Sting Ray Robb, con un certo vantaggio nei confronti dei suoi inseguitori più vicini, che invece erano tutti a distanza molto ravvicinata tra gli uni e gli altri. Questi erano Devlin De Francesco, Danial Frost, Artem Petrov e Hunter McElrea.
Curiosità: a questa serie ha preso parte occasionalmente anche Bob Kaminski che dovrebbe essere il padre del pilota Colin Kaminski, uno dei full time. In più alle prime cinque gare della stagione ha preso parte anche Sabré Cook, pilota W Series ed ex fidanzata di Max Verstappen, con due decimi posti come migliori risultati.

ROAD AMERICA
Podio Gara 1: Danial Frost, Devlin De Francesco, Colin Kaminski
Podio Gara 2: Artem Petrov, Sting Ray Robb, Danial Frost

MID-OHIO
Podio Gara 1: Braden Evans, Danial Frost, Parker Thompson
Podio Gara 2: Artem Petrov, Devlin De Francesco, Sting Ray Robb
Podio Gara 3: Sting Ray Robb, Hunter McElrea, Devlin De Francesco

LUCAS OIL
Podio: Kody Swanson (one-off), Hunter McElrea, Manuel Sulaman

MADISON
Podio: Devlin De Francesco, Braden Eves, Artem Petrov

INDIANAPOLIS ROAD COURSE
Podio Gara 1: Sting Ray Robb, Hunter McElrea, Parker Thompson
Podio Gara 2: Sting Ray Robb, Devlin De Francesco, Artem Petrov
Podio Gara 3: Sting Ray Robb, Hunter McElrea, Artem Petrov

MID-OHIO
Podio Gara 1: Manuel Sulaiman, Danial Frost, Hunter McElrea
Podio Gara 2: Sting Ray Robb, Parker Thompson, Jacob Abel (part-time)

MILVILLE
Podio Gara 1: Devlin De Francesco, Sting Ray Robb, Manuel Sulaiman
Podio Gara 2: Sting Ray Robb, Parker Thompson, Artem Petrov
Podio Gara 3: Manuel Sulaiman, Colin Kaminski, Sting Ray Robb

ST.PETE
Podio Gara 1: Sting Ray Robb, Danial Frost, Artem Petrov
Podio Gara 2: Hunter McElrea, Colin Kaminski, Sting Ray Robb

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US F2000: il campionato è stato vinto da Christian Rasmussen, che l'ha iniziato da dominatore, vincendo le prime sei gare senza interruzione. In seguito, tuttavia, ha avuto maggiore competizione, anche se ha svettato abbastanza su Eduardo Barrichello e Reece Gold, che a loro volta hanno distanziato Michael D'Orlando e Christian Brooks.
Avrete sicuramente notato un cognome famoso, ma credo sia opportuno informarvi che ce n'era anche un altro, decisamente più pittoresco: si tratta di Jack William Miller, figlio del celebre "racing dentist", il mitico Dr Jack Miller.

ROAD AMERICA
Podio Gara 1: Christian Rasmussen, Josh Green, Eduardo Barrichello
Podio Gara 2: Christian Rasmussen, Michael D'Orlando, Josh Green

MID-OHIO
Podio Gara 1: Christian Rasmussen, Eduardo Barrichello, Reece Gold
Podio Gara 2: Christian Rasmussen, Reece Gold, Nolan Siegel
Podio Gara 3: Christian Rasmussen, Michael D'Orlando, Reece Gold

LUCAS OIL
Podio: Christian Rasmussen, Reece Gold, Jack William Miller

INDIANAPOLIS ROAD COURSE
Podio Gara 1: Eduardo Barrichello, Reece Gold, Kiko Porto
Podio Gara 2: Eduardo Barrichello, Jack William Miller, Christian Brooks
Podio Gara 3: Reece Gold, Christian Brooks, Kiko Porto

MID-OHIO
Podio Gara 1: Michael D'Orlando, Reece Gold, Nolan Siegel
Podio Gara 2: Reece Gold, Eduardo Barrichello, Cameron Shields
Podio Gara 3: Christian Rasmussen, Michael D'Orlando, Reece Gold

MILVILLE
Podio Gara 1: Eduardo Barrichello, Christian Rasmussen, Michael D'Orlando
Podio Gara 2: Christian Rasmussen, Cameron Shields, Eduardo Barrichello
Podio Gara 3: Christian Rasmussen, Josh Green, Prescott Campbell

ST.PETE
Podio Gara 1: Kiko Porto, Eduardo Barrichello, Reece Gold
Podio Gara 2: Christian Brooks, Kiko Porto, Eduardo Barrichello

lunedì 26 ottobre 2020

The Golden Days of Sewis: GP Stati Uniti 2012

Se il GP degli Stati Uniti al giorno d'oggi si svolge (dovrebbe svolgersi, diciamo) verso la fine di ottobre, non era proprio così agli albori del Circuit of the Americas: nel 2012 ce lo siamo ritrovati a novembre inoltrato, come penultimo appuntamento della stagione.
Lo scarto di poche settimane, tuttavia, non è una buona ragione per non scegliere di ripercorrere proprio quello specifico evento in vista del gran premio che NON si è svolto ad Austin in questo fine settimana. Dimenticate dunque la stagione odierna e ricordatevelo: da questo momento in poi siamo nel 2012 e lo saremo fino alla fine del post.
È un sabato di novembre e noi telespettatori europei abbiamo dovuto attendere fino a orari improponibili per i nostri standard per scoprire quale sarà la griglia di partenza dell'evento e dove andranno a piazzarsi Fernando Alonso e Sebastian Vettel, i piloti che stanno lottando per il titolo. Le cose non vanno esattamente a favore di Alonso: si qualifica solo nono (ottavo dopo la penalità di uno dei vari signori nessuno che popolano la top-ten), mentre Vettel ottiene la pole position. Ciò potrebbe avere effetti devastanti sulla rincorsa al titolo... ma niente paura, prima della fine del weekend non penseremo tanto alla lotta per il titolo quanto a un grande capolavoro del trash. Perché tra una cosa e l'altra Felipe Massa ha pensato bene di scegliere proprio questa occasione per qualificarsi davanti al suo compagno di squadra, che dovrà partire dal lato sporco della pista.

Questa è la prima del COTA, partire dal lato sporco della pista può essere devastante e l'unico modo che la Ferrari ha per evitarlo è che Massa venga penalizzato per la sostituzione del cambio. L'unico impedimento è che il cambio non è da sostituire, ma nevermind. Sulla vettura di Massa vengono rotti i sigilli del cambio prima della gara, a quel punto la penalità scatterà per forza. In tutto questo non viene minimamente sostituito il cambio, né viene utilizzata l'immaginazione abbastanza da non fare una figura discutibile davanti a tutto il mondo. Comunque non si può avere tutto dalla vita, alla fine il messaggio che passa è: retrocedendo Massa di cinque posizioni anche lui viene a partire dal lato pulito della pista, quindi sarà vantaggioso anche per lui. Mi correggo: l'immaginazione è stata usata anche troppo.
Si parte e la prima "vittima" del lato sporco della pista è Lewis Hamilton. In una delle sue ultime gare su McLaren, partiva dalla prima fila, in seconda posizione, e se la vede strappare via da nientemeno che Mark Webber, vederlo recuperare una posizione al via invece che perderne una mezza dozzina è un duro colpo, qualcosa a cui non siamo per niente abituati. Verrà punito dal karma per avere osato andare contro il proprio destino: la sua vettura deciderà di lasciarlo a piedi dopo appena un quarto di gara o poco più. Non si sa cos'abbia fatto dopo. Chiedendo alle fangirl dei Webbonso, probabilmente queste risponderebbero che ha sognato a occhi aperti il momento in cui avrebbe visto il suo ammmmato salire sul podio, cosa che effettivamente sarebbe accaduta: Alonso sarebbe arrivato terzo, mentre Massa avrebbe fatto una buona gara, chiudendo al quarto posto, davanti a Jenson Button, Kimi Raikkonen, Romain Grosjean, Nico Hulkenberg, Pastor Maldonado e Bruno Senna.

Siamo tutti d'accordo che siamo nel 2012 e sono tempi bui, siamo tutti qui ad attendere i Maya che possano portarci una fine del mondo carica di brio festaiolo, o in alternativa, in attesa del finale della stagione che arriverà a breve a Interlagos. Al momento, però, dobbiamo accontentarci di Austin... magari, con un po' di intuito, riusciremo ad avere una premonizione su quello che accadrà prima o poi in futuro.
Ed ecco che ce l'abbiamo la premonizione su come sarà il futuro: a gara inoltrata Hamilton si avvicina sempre più a Vettel, poi apre il DRS e lo trolla, prendendosi la posizione e di lì a qualche giro la vittoria. Sul podio li vedremo con il cappello texano mentre si spruzzano champagne addosso, senza sapere che un giorno diventeranno best friends forever.
Non si sa cosa sia successo a telecamere spente, più tardi. Probabilmente, dopo la conferenza stampa, mentre attendevano che Alonso uscisse dal bagno per andare a loro volta a svuotarsi la vescica, i Vettelton confabulavano a proposito del futuro.
Qualcosa di questo tipo: "Senti, Prosciuttello, chi te l'ha fatto fare di passare in Mercedes? Vuoi consumare le gomme dopo un giro e non arrivare in zona punti come gli Schusberg?" "Ne riparliamo tra qualche anno, quando inseguirò i record del tuo idolo e tu sarai messo a novanta." "Non so se ne riparleremo, probabilmente a quei tempi saremo troppo impegnati a darci la lingua in bocca, non ci sarà tempo per parlare. L'amore vince sempre, mio adorato prosciuttello." "Lo so, l'amore vince sempre e io un giorno diventerò l'amore."