mercoledì 20 dicembre 2017

Indycar: Commento alla Stagione 2017

Carissimi Lettori, quando un anno si avvia lentamente verso la fine è tempo di stilare un bilancio che prende forma di un commento alla stagione terminata. In questo caso parleremo di Indycar, serie che ho iniziato a seguire nel lontano 2012, all'epoca in cui non avevo la più pallida idea di chi fosse Will Power e che il Gran Premio di St. Petersburg si svolgesse in Florida e non in Russia. I tempi sono molto cambiati, da allora. Grazie a Youtube ho visto tutte le gare post-scissione con l'eccezione delle due o tre che non sono mai riuscita a reperire, e ho avuto l'onore di vedere gareggiare, seppure con quindici o vent'anni di ritardo, soggetti memorabili come Dennis Vitolo, Arnd Meyer, Juan Manuel Fangio II, King Hiro Matsushita... AAAAAWWWW, Matsushita! *________*
Okay, non perdiamoci in queste sottigliezze, perché una piccola menzione per Matsushita la farò, nel corso di questo commento, ma non è ancora arrivato il momento di occuparci di Matsushita. Bisogna partire dall'inizio, ovvero dal fallimento del team KV, di cui in passato hanno vestito i colori anche piloti del calibro di Tony Kanaan e Sebastien Bourdais.
Prima del suo fallimento, nel corso dell'inverno, erano circolate voci di mercato molto interessanti, che parlavano di un ipotetico approdo di Pastorone Maldonado in Indycar proprio al volante di una vettura del team KV. Così non è andata, ma guardiamo al lato positivo: non è arrivato Maldiiii, ma un altro membro del clan messico-venezuelano ha comunque avuto il suo momento di gloria più avanti nella stagione.

È arrivato il 12 Marzo, è arrivato il Gran Premio di ST.PETERSBURG: che la prima gara stagionale abbia inizio o, per dirlo all'americana, drivers start your engines! La prima vittoria del 2017 è andata a una nostra vecchia conoscenza - dove per "nostra vecchia conoscenza" do sfoggio di un F1-centrismo alquanto stonato commentando la stagione di Indycar - che porta gli occhiali sotto al casco. "Burdeeeeeyyyyy", infatti, partito dall'ultima posizione, è riuscito non si sa bene in quale modo a ritrovarsi sulla stessa strategia di tutti gli altri, ma davanti a tutti gli altri! Un altro francese, Pagenaud, è arrivato secondo, mentre ha chiuso il podio, sempre ammesso che esista fisicamente un podio, Scott Dixon, detto Iceman. Anche Raikkonen, nel 2006 o giù di lì, arrivava spesso terzo. Quella sera in NASCAR c'è stata una rissa tra Kyle Busch e Joey Logano, quindi non si è parlato molto di Indycar, nello spazio riservato alle corse americane.
Per sentire di nuovo i motori e lamentarsi che fanno troppo poco rumore - ah, già, non siamo fanboy della Formula 1 - è stato necessario attendere il 9 Aprile, con il gran premio di LONG BEACH: partiva in pole H3lio Castroneves e la cosa, di per sé, mi mandava su di giri. Peccato che poi H3lio sia partito in stile Webber e che non abbia concluso molto per tutto il resto della gara, che è stata caratterizzata dalle vetture Andretti motorizzate Honda che si ritiravano per guasti al motore in perfetto #McLarenStyle. Ha vinto James Hinchcliffe, seguito da Burdeeeey e da Newgarden, che a partire da quest'anno ha preso il posto di Montoya al team Penske.
Quando ho postato il commento al gran premio sul forum PilotiMotori ha commentato, testualmente, la debacle Andretti/Honda: "comunque Alonso è la persona giusta per rappresentare la Honda in Indycar". Erano le 10.35 del 12 aprile, quando ha fatto quel commento. Circa un'ora e quaranta minuti più tardi è stato annunciato a sorpresa che Fernando Alonso avrebbe partecipato alla 500 miglia di Indianapolis con il team Andretti grazie a una partnership con la McLaren Honda! Su questo aspetto sarò molto chiara: l'ambiente Indy-friendly è letteralmente esploso. Il fatto che un pilota di Formula 1 decida di saltare il Gran Premio di Montecarlo per andare a gareggiare a Indianapolis è una cosa più rara che unica, quindi erano tutti su di giri come dei Carlos Sainz Jr dodicenni in preda a un trip allucinogeno. Argomento portante delle telecronache delle gare che si sono svolte a BARBER e sull'ovale di PHOENIX il 23 e il 29 Aprile era l'imminente arrivo di Alonso di là dall'oceano: per la cronaca, a Barber ha vinto Newgarden, con Dixon e Pagenaud sui gradini più bassi del podio, mentre Pagenaud si è rifatto a Phoenix, dove ha vinto precedendo Willpowahhhh e nientemeno che JR Hildebrand, l'uomo che sussurrava ai muri di Indianapolis un attimo prima di tagliare il traguardo!

13 Maggio, INDY ROAD TRACK: la notizia più rilevante, per me, è stato il ritorno di JPM, con una quinta vettura del team Penske, che seppure sia arrivato decimo ha avuto la soddisfazione di terminare la gara davanti a Newgarden. Mentre tutti continuavano ad essere su di giri perché mancavano due settimane alla Indy 500, Willpowahhhhh ha vinto davanti a Dixon e Hunter-Reay.
A quel punto ha iniziato ad esserci grande attesa, perché il 28 Maggio sarebbe stata disputata la Indy 500 e perché gli americani erano tutti un "OMG!!111!!11!!!111 Alonso prenderà parte alla Indy 500!!!11!!11!! quindi abbiamo anche noi dei piloti fighi finalmente!!111!111!!111!!" e, superando abbastanza le aspettative, Alonso si è qualificato in quinta posizione in attesa dell'evento.
In attesa dell'evento, la Indycar ha perso uno dei suoi protagonisti: Burdeeeeeyyyyy è finito violenemente a muro in una sessione di prove ed è rimasto infortunato: per lui si pronosticava una lunga assenza, c'era addirittura chi sosteneva che non sarebbe tornato prima del 2018. Sostituito da James Davison a Indy, è rientrato in gara verso la fine della stagione. Tra i piloti che l'hanno sostituito nel corso dell'estate, anche un membro del clan messico-venezuelano: "Estebaby" Gutierrez, che in Indycar ha fatto innervosire un bel po' di gente perché non rispetta le bandiere blu, e non è certo andato negli States a spaccare il cu*o a tutti. Però non si è rotto nemmeno il proprio, quindi si è ritrovato in una situazione di no pain no gain.
Non so come mi escano certe perle, meglio andare avanti e parlare di quello che è successo a INDIANAPOLIS. È arrivato infatti il #RaceDay dove Indycar > Formula 1! In Formula 1 c'era Button che minacciava di pisciare sul sedile della monoposto di Alonso che gli era stata affidata in assenza dello spagnolo e poi finiva per ribaltare Wehrlein contro le barriere, in Indycar c'è stato un cappottamento addirittura più pittoresco, che ha coinvolto Scott Dixon, partito dalla pole position. Per la seconda volta in poche ore mi sono sentita molto sollevata nello scoprire che nessuno si era fatto male.
Per un certo tratto di gara si sono alternati in testa alla gara Alexander Rossi, vincitore dell'edizione 2016, e nientemeno che Fernando Alonso, anche se sono progressivamente scivolati nelle zone più basse della top-ten, dove Rossi è rimasto fino al traguardo e dove Alonso aveva buone probabilità di rimanere se, in perfetto #McLarenStyle, non fosse rimasto nuovamente a piedi per un guasto al motore. Mancavano una ventina di giri al termine e c'era in testa nientemeno che Max Chilton, una delle grandi sorprese della giornata, al pari di Ed Jones. I due, però, non erano destinati a lottare per la vittoria: Jones ha chiuso 3°, Chilton 4°. A lottare per la vittoria sono stati H3lio Castroneves, tre volte vincitore della Indy 500, e Takuma Sato, fino a quel giorno protagonista di barzellette simili a quelle su Maldonado. Sato ha superato Castroneves quando mancavano alcuni giri al termine e non ha più lasciatl la testa della gara, diventando il primo pilota asiatico a vincere la 500 miglia di Indianapolis. *________* Curiosità: è sponsorizzato dalla Panasonic, marchio di proprietà della famiglia di Hiro Matsushita, primo giapponese a prendere parte, negli anni '90, alla Indy 500.

Il 3 e il 4 Giugno si tornava in pista a DETROIT: in Gara 1 ha vinto Graham Rahal, partito dalla pole position, precedendo Dixon e Hinchcliffe. Il giorno dopo, in Gara 2, partiva Sato dalla pole, ma non era destinato a salire nemmeno sul podio: ha vinto di nuovo Rahal, con Sato che ha chiuso quarto alle spalle di Newgarden e Power.
Appena sei giorni dopo è stata la volta della TEXAS 600, gara condizionata da incidenti e polemiche, che si sono estese in generale a ogni ovale. L'attrition rate è stato elevatissimo e ha vinto Willpowahhhhh, secondo Kanaan criticato in lungo e in largo per la sua condotta di gara, terzo Pagenaud.
Per fortuna, quindici giorni dopo Fort Worth, era in programma un circuito tradizionale: a ELKHART LAKE ha vinto Scott Dixon, davanti al quartetto delle Penske di Newgarden, Castroneves, Pagenaud e Power. L'"Iceman" versione Indycar che nulla ha a che vedere con il "nostro Iceman" ha finalmente ottenuto una vittoria, obiettivo che gli mancava ancora in questa stagione, nonostante fosse in testa alla classifica a quel punto del campionato.

Poi è arrivato il 9 Luglio ed è arrivato l'ovale di IOWA CORN, altresì noto come granoturco dello Iowa, almeno stando ai miei Commenti Ironici. Quella è stata una gara che definirei soddisfacente anche in termini di risultati. Non mettiamo però il carro davanti ai buoi e i tori rossi davanti ai cavallini rampanti, in attesa che tori e cavallini vengano tutti quanti trafitti con frecce d'argento avvelenate.
Prima di tutto anche le qualifiche erano soddisfacenti. Nonostante in pole position ci fosse Willpowahhhhh che oserei dire non è esattamente il mio pilota preferito, secondo sulla griglia di partenza c'era nientemeno che Hildebrand e, non posso negarlo, Hildebrand è Hildebrand! È uno di quei piloti che, pur non tifandolo, mi auguro che un giorno possa riscattarsi, dopo quello che ha combinato a Indianapolis 2011. Anche in gara è arrivato secondo, il che è stato abbastanza soddisfacente, ma oserei dire che il motivo per cui quella gara era da festeggiare ballando la samba era il vincitore: Helio Castroneves, che non andava in victory lane dal lontano 2014 e che si vociferava potesse perdere il volante al termine della stagione, se non avesse dimostrato di essere ancora in grado di lottare per la vittoria nonostante sia un vecchiaccio malefico.
Piccola digressione: in Indycar, in linea di massima, a nessuno importa nulla del fatto che certi piloti abbiano superato i quarant'anni. Nessuno ha battuto ciglio quando Davey Hamilton ha gareggiato a Indianapolis a 49 anni suonati, qualche stagione fa. Il problema è che costui era un personaggio di contorno, Castroneves era un pilota della Penske, ovvero di un team in lotta per il campionato. A quel punto lo stesso Castroneves era a pochissimi punti di distacco da Dixon in classifica e si confermava come un contendente al titolo. Per questa ragione non si può ignorarlo e non si può ignorare la sua età. Kanaan era quasi costantemente in mezzo al nulla e a nessuno importava un accidente del fatto che lui e Castroneves abbiano la stessa età.
Tornando a noi, stessimo parlando di Formula 1 avrebbe senso citare anche il terzo classificato, in Indycar non credo, ma lo faccio lo stesso, terzo dietro a H3lio e Hildy è arrivato Hunter-Reay.
Castroneves non era purtroppo destinato a ripetersi: nei due eventi successivi, TORONTO il 16 Luglio e MID-OHIO due settimane dopo, ha vinto in entrambe le circostanze il suo giovane compagno di squadra Josef Newgarden: sul podio in Canada c'erano la nostra vecchia conoscenza Alex Rossi e James Hinchcliffe, al ritorno negli States Willpowahhhh e Grammo Reale.

Al ritorno della Indycar su un ovale, il 20 Agosto a POCONO, Willpowahhhh, che un tempo sugli ovali verniciava generalmente i muri, è stato il primo a tagliare il traguardo, vincendo davanti a Newgarden e all'ex Marussia Boy Alex Non Sono Valentino Rosi.
Sei giorni dopo, a GATEWAY, è stata la volta di Newgarden, che ha strappato la prima posizione al compagno di squadra Pagenaud con una manovra da "you have to leave the space, all the time you have to leave the space" che ha fatto irritare profondamente "Saimon", che gliene ha dette di tutti i colori via stampa dopo essere arrivato terzo, venendo sopravanzato anche da Dixon in corso d'opera.
Nelle due settimane che sono seguite il team ha tirato le orecchie a entrambi sufficientemente a lungo da placare gli animi, tanto che dei fatti avvenuti tra Newgarden e Pagenaud non se ne parlava già più. A WATKINS GLEN, in realtà, Newgarden si è fatto notare più che altro per avere buttato al vento la propria gara con un incidente. Ha vinto Alex Rossi, che era stato stabilmente in testa per gran parte della gara, secondo Dixon e terzo Hunter-Reay.
Già da tempo Nuovogiardino si era appropriato della leadership della classifica e, se fosse riuscito a concludere qualcosa a Watkins Glen, sarebbe arrivato all'ultimo appuntamento stagionale con qualche punto in più nei confronti di Dixon, secondo. Anche Castroneves, Pagenaud, Power, Rossi e Rahal erano ancora ufficialmente in lotta per il campionato, anche se le le speranze di NSVR e Grammo Reale erano pressoché inutili, dato che in Indycar per il solo semplice fatto di essersi qualificati si guadagnano dei punti.

Le proiezioni per la classifica finale erano talmente tanto complesse che nemmeno i siti di informazione motoristica si sono impegnati a farle, nel frattempo si è arrivati al Gran Premio di SONOMA, disputato il 17 settembre. Ero abbastanza in ansia. Speravo con tutta me stessa che potesse accadere un plot-twist improvviso e che H3lio potesse vincere il titolo, in quella che poteva essere la sua ultima gara full-time, viste le voci ricorrenti a proposto del fatto che in Penske intendessero eliminare la quarta vettura, tenendo una line-up composta dai soli Newgarden, Pagenaud e Power. In realtà più che sperare che vincesse il titolo speravo che potesse conservare un volante, invece di ritirarsi dalla Indycar per dedicarsi allo sport nazionale brasiliano di dire "no, no, non è stata la squadra che mi ha appiedato! giammai! sono io che mi sono ritirato di mia spontanea volontà, lasciando la Williams per andare un giorno a gareggiare in Formula E! Ah, no, ho fatto confusione, volevo dire sono io che ho lasciato il team di Indycar della Penske per andare a gareggiare sempre per la Penske nell'endurance americana".
Castroneves non ha vinto il titolo e, in realtà, in gara non mi sembra che sia neanche mai stato vicino a lottare per la vittoria, che sembrava potesse andare a Newgarden. Non è stato così: Pagenaud ha deciso di fare un pitstop in più e di imitare MSC a Magny-Cours 2004. Quattro soste contro tre degli altri, poi si è ritrovato in testa alla gara. Poi si è ricordato che stare in testa alla gara con Newgarden secondo avrebbe comunque consegnato il titolo a Newgarden. A quel punto ha deciso, con grande approvazione dei telecronisti, di rallentarlo nella speranza che qualcuno si avvicinasse abbastanza da sorpassarlo. Purtroppo per lui, la gente che seguiva Newgarden non era 1) abbastanza vicina, 2) assetata di vittoria come Vettel dopo un anno di digiuno o come Verstappino, quindi nulla di tutto ciò è stato paragonabile ad Abu Dhabi 2016. Durante il gran premio di Abu Dhabi 2016 sono stata tutto il tempo in piedi in mezzo al soggiorno, stando in continua apprensione nonostante la mia principale speranza quel giorno fosse che Ocon vincesse il suo duello con Wehrlein, mentre per Sonoma 2017 non è accaduto nulla di tutto ciò...
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...okay, lo ammetto, erano le tre di notte ora italiana, quando avveniva tutto ciò, quindi il mio bed-time era già passato da molto tempo. (non da molto, in realtà, visto i miei orari, ma quello è un altro discorso).
Sono seguite alcune settimane di calma piatta, poi H3lio è stato cortesemente invitato a levare le tende e a trasferirsi nell'IMSA (l'endurance americana, appunto), stesso destino che un anno fa era toccato a Montoya. Rivedremo in pista entrambi a Indianapolis, ma purtroppo solo a Indianapolis. Inoltre, per la prima volta dopo due decadi, i due membri della Royal Couple Brasiliana gareggeranno in campionati diversi, dato che, diversamente da H3lio, Kanaan è riuscito a procacciarsi un volante nonostante il Team Ganassi abbia dimezzato le proprie vetture.
A proposito di Ganassi, il piccolo Chilli e Charlie Kimball, rimasti a piedi, si ricicleranno come piloti del team Carlin, il cui ingresso in Indycar, dopo anni di rumour, è previsto finalmente per il 2018.
Il team Andretti è stato l'unico team di un certo livello che non ha dimezzato le proprie vetture, ma ha promosso Alex Non Sono Valentino Rossi a numero 27 e declassato Marco Andretti a pilota del team Andretti/Herta, con la vettura numero 98. Con il numero 98 hanno vinto la Indy 500 sia Dan Wheldon nel 2011 (si ringrazia JR Hildebrand per il contributo fornito in questo evento!) e Alex Rossi nel 2016. Non c'è due senza tre, si dice... *roll eyes* A proposito di vincitori della Indy 500, non mi è chiaro se la decisione di Sato di abbandonare il team Andretti per il team Rahal sia stata una decisione di Sato, se sia stato il team ad appiedarlo oppure se il fatto che il team Andretti volesse abbandonare i motori Honda (cosa poi non successa) abbia dato il proprio contributo, ma quello che conta è che il Grande Samurai sia al volante anche nel 2018.
Ultimo scoop di un certo livello per il 2018 è che Danica Patrick intende disputare la Indy 500 per poi - pare - ritirarsi definitivamente dalle competizioni. Avevo sempre ipotizzato che prima o poi sarebbe successo e che l'avremmo rivista almeno con una partecipazione one-off alla Indy 500, ma non sono sicura di essere moralmente pronta per tutto ciò: ho iniziato a seguire la Indycar soltanto nel 2012, quindi tutto quello che è successo prima non l'ho vissuto *in diretta*, ma il fatto che se ne sia andata dopo il 2011, renderebbe la Indy 500 del 2018 la prima gara di Indycar con Danica Patrick ma senza Dan Wheldon.

A proposito di Danica Patrick, quest'anno ho avuto modo di seguire anche la NASCAR Sprint Cup (campionato vinto da Martin Truex Jr), guardando diverse gare o diversi spezzoni di gara sia all'epoca della Regular season, sia dei playoff, in cui per la prima volta Ricky Stenhouse Jr ha ottenuto due vittorie! #QuindiDanicaStira. Per la prima volta ho scritto dei Commenti Ironici anche alla NASCAR [Commenti alla Regular Season: X X ||| Commenti ai Playoff: X X X], anche se non uno per gara, e in generale sono felice della costanza su cui quest'anno mi sono informata su quanto avveniva negli States.

[Per leggere i Commenti Ironici alle varie gare basta cliccare sul link di ciascuna gara, durante la sintesi; per la Indy 500 ho linkato tre post, quello delle qualifiche, quello della gara e il commento ironico mash-up al GP di Monaco e alla Indy 500.]

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Milly Sunshine